Da Napoli, il nostro inviato
Tocca a Mackenzie McDonald e Miomir Kecmanovic indossare gli scomodi panni dei guastafeste. Napoli è pronta, dopo una settimana che definire difficile è un eufemismo, ad abbracciare i suoi beniamini in finale domenica, per quella che sarebbe una conclusione spettacolare di un torneo iniziato e proseguito tra mille difficoltà.
Sarebbe l’ottava finale colorata interamente di tricolore nella storia del circuito ATP.
Nell’epoca d’oro del tennis azzurro degli anni ’70, ben quattro volte è stata una sfida fratricida a decidere una finale del torneo maggiore. La prima, che corrisponde anche alla prima finale in assoluto raggiunta da un giocatore italiano, fu disputata nel 1971 a Senigallia e vide imporsi in tre set un giovane Adriano Panatta sul più esperto Martin Mulligan, australiano naturalizzato.
L’Adriano nazionale si aggiudicò anche il derby con lo storico compagno di doppio Paolo Bertolucci in quel di Firenze nel 1974. Nell’anno di grazia del nostro tennis, il glorioso 1976 dei successi di Panatta a Roma e Parigi e del successo in Davis, Tonino Zugarelli piegò Corrado Barazzutti in quel di Bastad. Barazzutti si rifece quattro anni più tardi a Il Cairo, contro lo stesso Bertolucci.
Bisogna poi attendere sette anni per trovare Claudio Pistolesi e Francesco Cancellotti, in finale sulla terra di Bari, con vittoria finale del romano dopo una dura battaglia. L’anno successivo, ancora a Firenze, fu la volta di Massimiliano Narducci e Claudio Panatta, fratello minore e meno noto di Adriano, con vittoria del primo in rimonta.
Ben trentadue anni sono dovuti trascorrere da allora per ritrovare due italiani contemporaneamente in una finale Atp: a Melbourne nel febbraio dello scorso anno Jannik Sinner ebbe la meglio su Stefano Travaglia nella prima finale tricolore giocata lontano dalla terra.
Come detto, poter ammirare domenica Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti uno contro l’altro trasformerebbe in una festa il pomeriggio sul lungomare. I due sono molto amici, oltre che compagni di nazionale e Matteo non ha lesinato complimenti per il suo più giovane collega.
Come è giusto che sia, in ogni caso, tra il dire e il fare c’è di mezzo… il mare di Napoli e non bisogna vendere la pelle dei due “orsi” prima del tempo.
Mackenzie McDonald, numero 74 del mondo ha centrato a Napoli il suo miglior risultato di una stagione in chiaro scuro. Con Matteo Berrettini ha incrociato le racchette una sola volta, nel 2019 sul cemento di Auckland e il nostro campione ha vinto in due set ( 6-3 6-4).
In questa settimana lo abbiamo visto colpire la palla con molta consistenza e, soprattutto nel match odierno contro la rivelazione cinese Zhang, ha dimostrato un’ottima condizione fisica, sublimata in alcuni recuperi miracolosi. D’altra parte, nella giornata di ieri era riuscito a battere in due set prima Francesco Passaro (bis di Firenze) e poi Roberto Bautista Agut, “costringendoci” a battezzare la doppia vittoria come “Doppio Big Mac”.
Detto ciò, il ventisettenne di Piedmont non sembra avere un peso di palla sufficiente per reggere il ritmo di Matteo. Potrà provare a metterla sulla corsa e a impostare il gioco sulla diagonale di rovescio, ma il Berrettini apprezzato nelle prime due partite sembra partire con un cuscinetto piuttosto spesso di margine, ampliato dalla “fame” di punti nella disperata rincorsa di un posto alla Atp Finals di Torino.
La seconda semifinale è quella che nasconde più insidie, anche se la versione di Lorenzo Musetti apprezzata in questo torneo ( terza semifinale consecutiva sul cemento dopo Sofia e Firenze) appare davvero scintillante. Lorenzo è in fiducia, sa bene che il suo tennis così vario e imprevedibile può impensierire ogni avversario, ma Miomir Kecmanovic sta vivendo una grande stagione, confermata dall’attuale best ranking di numero 30 al mondo. La svolta per il ventiduenne serbo si è avuta grazie al connubio con David Nalbandian. Con i suoi consigli, Miomir ha aperto nuovi orizzonti nel suo tennis, come raccontato dal nostro esperto di “tennis balcanico” Ilvio Vidovich in una puntata dei “Dintorni di Djokovic” di questa primavera.
Va detto che il serbo il meglio sembra averlo dato proprio all’inizio della stagione, con il primo ottavo di finale slam raggiunto in Australia (battendo anche Lorenzo Sonego) e il doppio quarto di finale nel Sunshine Double, quando superò due top-ten: Matteo Berrettini (6) a Indian Wells e Felix Auger Aliassime (9) a Miami, dove andò ad un passo da battere Alcaraz, arrendendosi solo al tiebreak finale.
In questo torneo la buona stella sembra essere dalla parte di Miomir, considerando che al primo turno ha potuto sfruttare l’inesperienza della wildcard Flavio Cobolli, agli ottavi il francese Moutet ha deciso ben presto di essere stanco dei campi scivolosi e salutare il golfo di Napoli sotto 5-3 nel primo set dopo aver insultato tutto e tutti e spaccato un paio di racchette. Nel match di quarti di finale infine, la testa di serie numero 1 del torneo, Pablo Carreno Busta, è stato decisamente limitato da problemi ad un piede.
Matteo e Lorenzo, in ogni caso, hanno tutte le armi nel loro braccio per colorare d’azzurro il sabato partenopeo senza dover ricorrere agli aiuti della Dea Bendata.
Gli appassionati napoletani, assetati da anni di grande tennis, dopo una settimana di disagi e incertezze, meritano almeno di godersi un gran finale. Tra qualche anno probabilmente si ricorderanno ancora le disavventure di questo torneo. Ma se nell’albo d’oro e nelle foto d’archivio ritroveranno due ragazzi italiani, il ricordo sarà più dolce.