Ecco i marziani Djokovic e Nadal (Bonsignore). Due titani contro la gioventù (Guerrini). Tsitsipas e Medvedev sanno come si vince ma pure come si cade (Bertellino). Tennis senza frontiere. Torino tifa Nadal-Djokovic (Crosetti). "La Davis non è più un sogno" (Martucci). Le Finals e l'assalto al trono di Alcaraz, tre generazioni in lotta per il numero 1 (Semeraro).

Rassegna stampa

Ecco i marziani Djokovic e Nadal (Bonsignore). Due titani contro la gioventù (Guerrini). Tsitsipas e Medvedev sanno come si vince ma pure come si cade (Bertellino). Tennis senza frontiere. Torino tifa Nadal-Djokovic (Crosetti). “La Davis non è più un sogno” (Martucci). Le Finals e l’assalto al trono di Alcaraz, tre generazioni in lotta per il numero 1 (Semeraro).

La rassegna stampa del 12 novembre 2022

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Ecco i marziani Djokovic e Nadal (Filippo Bonsignore, Il Corriere dello Sport)

Torino aspetta i marziani. Scatta domani la seconda edizione italiana delle Nitto Atp Finals e l’auspicio dei tifosi, in assenza degli italiani, è di una finale tra Djokovic e Nadal. Nole va a caccia del sesto titolo di Maestro in carriera, così da eguagliare il record di Federer; Rafa, finalista nel 2010 e nel 2013, cerca il primo successo.[..]. Il serbo e lo spagnolo sono stati i più acclamati e contesi dai tifosi per selfie e autografi. «Sono alle Finals a 17 anni dalla mia prima partecipazione e per me è una grande emozione – sottolinea Nadal, assente lo scorso anno per infortunio -. Sono super contento, ho avuto una stagione molto positiva. Sono qui per fare il meglio possibile e ogni anno che continuo a giocare per me è un dono». Djokovic conferma: «Ricordo quanto ero eccitato la prima volta che mi sono qualificato. Lo scorso anno Torino ci ha accolto in modo fantastico. INCROCI. I due fenomeni non si potranno incrociare prima delle semifinali: Nadal è stato sorteggiato infatti nel gruppo “Verde” con Ruud, per quella che sarà la riedizione della finale del Roland Garros 2022, vinta da Rafa. «Abbiamo giocato insieme tante volte e tante altre lo faremo – riflette il norvegese -. Adesso ho un’altra chance contro Nadal, sarà divertente». A completare il panel ci sono gli esordienti Auger Aliassime («Sono felice di essere parte di qualcosa che una volta guardavo soltanto alla tv») e Fritz. Djokovic è stato inserito invece nel gruppo “Rosso” con Tsitsipas, che con Nadal si gioca la possibilità di chiudere l’anno al n. 1 della classifica, e alla coppia russa formata da Rublev e Medvedev, colui che potrebbe essere il guastafeste e inserirsi nel duello tra Rafa e Nole. «Alle Finals non ci sono favoriti, tutti sono favoriti – riflette lui-: siamo tutti top player e ognuno di noi può essere il vincitore». Sky trasmetterà interamente le Finals con oltre 100 ore di diretta, con una copertura giornaliera dalle 11 alle 23.30

Due titani contro la gioventù (Piero Guerrini, Tuttosport)

Piazza San Carlo si trasforma da salotto a passerella di stelle. […] Gli otto maestri – una volta si chiamavano così – tutti richiesti per un autografo o soprattutto un selfie. Ma ovviamente al centro c’è Rafa Nadal. La folla e gli otto fenomeni riuniti, l’immagine nel pallido sole autunnale è il primo segnale evidente e del ritorno alla normalità. Perché l’anno scorso il contatto era impossibile. Nadal e Novak Djokovic, i titani. I mostri che in compagnia di Roger Federer e per un certo periodo di Andy Murray hanno schiacciato generazioni intere. Ancora provano a respingere l’assalto, Nole che alle Finals si trova come a casa, Rafa che indoor ha vinto quasi nulla (un torneo, contro Ljubicic a Madrid 2005) e che insegue qui l’unico trofeo mancante. Rafa che si è qualificato per la prima volta ormai 17 anni fa e che domenica 20 potrebbe tomare di nuovo in cima al mondo. Ma deve arrivare in finale imbattuto e non ci vuole pensare: «Non mi piace parlare di ciò che non è ancora successo». Poi si scioglie: «E’una meravigliosa sensazione essere arrivato. Ho avuto una stagione molto positiva. Ma non saprei dire dove potrò arrivare. Mi sono allenato bene fin dall’arrivo. Naturalmente sono qui per cogliere il miglior risultato possibile. Se non pensassi di poter lottare, non sarei qui. Vediamo che succederà. Ha 36 anni sono super felice di essere ancora qui. Serve la passione e l’amore per lo sport, l’umiltà. Le Finals poi sono speciali, alla fine conosciamo posti diversi, viviamo esperienze diverse, conosciamo tipi diversi di tifosi». Ricorderà il 2022 per il miglior inizio stagionale di sempre, con 20 vittorie consecutive. «Poi ci sono stati i problemi, a me piace vivere la vita del Tour: negli ultimi mesi ho páuto farlo poco. Ho giocato poco, ho poco ritmo, ma a Parigi-Bercy ero un set e un break avanti contro un buon giocatore come Tommy Paul. Ho bisogno di allenamenti, ho bisogno di miglioramenti, ma sono felice. Sono qui per dare il massimo» Rafa che è speciale, è il motivo per cui piace tanto. Sente un tifoso gridare “lo gioco a tennis” e torna indietro per un selfie. Rafa che sarà il protagonista della prima serata, contro Taylor Fritz. Ma il favorito non soltanto dei bookmakers e poco distante nei favori del pubblico è Djokovic, da tempo amico di Massimiliano Allegri. Novak al mattino era già convinto e carico: «Qui mi sento come a casa. Sarebbe il modo perfetto di chiudere la stagione, vincere qui. La ciliegina sula torta, ma la strada è lunga. È davvero una bella giomata, ed è bello vedere così tanti tifosi venuti qui per accoglierci nella splendida Torino che ha ospitato le NittoATP Finals per la prima volta l’anno scorso nel modo migliore. L’arena è meravigliosa, la città davvero bella. Non sono giovane come i miei avversari, sono passati un pó di anni dalla mia prima partecipazione, ma credo di essere in buona condizione. Quest’anno è stato un po’ strano diverso, non ho giocato due slam per quella situazione, la grande sfida è stata stare tranquilli. Ma con Wimbledon mi sono sentito più libero. È stata una conquista importante, sull’erba londinese. Ho vinto la maggior parte dei tornei indoor giocati prima delle Finals. Sono qui per vincere. Credo che l’intensità sarà molto alta fin dall’inizio, devo essere concentrato come se stessi giocando una finale»

Tsitsipas e Medvedev sanno come si vince ma pure come si cade (Piero Bertellino, Tuttosport)

Sono due gocatori che hanno già scritto pagine importanti nella storia recente delle ATP Finals avendo firmato con il proprio nome l’albo d’oro del torneo. Stefanos Tsitsipas ci è riuscito a Londra nei 2019, alla sua prima partecipazione e poco più che 21 enne. […]. Le premesse dell’appuntamento 2022 sono per lui molto diverse. «Ho tanta voglia di giocare – afferma -. Sto molto meglio rispetto alla score stagione e sto esprimendo un buon tennis. Ho anche ritrovato la voglia e la motivazione che a volte possono venire meno con il trascorrere delle stagioni, anche se ho solo 24 armi, La mia carriera è partita da lontano e ha richiesto molto impegno per salire al vertice. Quest’anno voglio divertirmi e scenderò in campo mettendo in primo piano orgoglio e ferocia». Oltre a tecnica e aggressività, note che nell’ultimo periodo soprattutto i “Next Gen” stanno dimostrando di avere: «E’ indubbio, ci si sta orientando verso un tennis più aggressivo, fin dai colpi d’inizio gioco, servizio e risposta su tutti. E’ il mio stile di gioco ma qualche anno fa ero tra i pochi a metterlo in mostra. Oggi invece si sta andando sempre di più verso questa direzione e credo sia un bene anche per lo spettacolo, rispetto a quello offerto rimanendo sempre sul fondo del campo in fase difensiva». Atipico ma vincente, invece, il tennis di Daniil Medvedev, altro giocatore che ha già alzato il trofeo, nel 2020 a Londra e che a Torino lo scorso anno ha raggiunto la finale, sconfitto dal tedesco Zverev: «E’ bellissimo far parte dell’ultimo torneo dell’anno, uno dei miei obiettivi d’inizio stagione. Conosco già il palazzetto e in parte la città, che mi ha subito affascinato». Molti indicano il russo come uno dei favoriti. «Non credo si possa parlare di favoriti quando ti trovi insieme ai più forti giocatori del mondo. Ovvio che per esperienza e titoli (43 Slam in due, ndr) quando ti trovi davanti a Rafa o Nole devi dare qualcosa in più per essere competitiva Tutti noi dovremo farlo e chi ci riuscirà potrà fare la differenza, senza distinzioni al via». Rimanere al vertice non è facile, lo sa bene Madvedev. «Il tennis presenta in genere un’atmosfera gioviale. Da quando sono nel circuito ogni anno ho avuto la possibilità di conoscere tante persone e aggiungere contatti ad altri contatti. L’atmosfera che si respira nel tour, vedere e conoscere tanta gente, tras mette molte energie. In campo emerge tutta la sua complessità. E’ uno sport altamente competitivo enon ti puoi concedere pause. Un minima passaggio avuoto, soprattutto a questi livelli, ti condanna alla sconfitta». 

Tennis senza frontiere. Torino tifa Nadal-Djokovic (Maurizio Crosetti, La Repubblica)

[…] L’attesa per le Nitto Atp Finals che cominciano domani (il 20 novembre le finali) prescinde ormai dal campanile: niente Berrettini, niente Sinner ma 140 mila biglietti venduti. Trovare una camera d’albergo o un tavolo nei ristoranti giusti è impossibile. Ma andatelo a dire agli studenti universitari che ieri hanno sfilato in centro per protestare contro l’aumento delle rette per la mensa. Tempo di crisi e follie. I 449 euro per vedere l’ultimo giorno di gara sono un indicatore inferiore al montepremi siderale da 14,75 milioni di dollari, il 63 per cento in più del 2021. E se un campione degli 8 qui convocati riuscisse a vincere tutti i match, si porterebbe a casa 4 milioni e 750 mila dollari: sarebbe record del mondo. Vada sé che la gente sogni una finale Nadal-Djokovic, entrambi felici di avere un’altra possibilità. Nadal non ha mai vinto «Ogni anno in più che gioco è un regalo». Nole dice «di sentirsi a casa». Il serbo è dato a 2 dai bookmaker, Rafa a 7 e mezzo. Ieri hanno sfilato tutti sul tappeto blu in piazza San Carlo, salotto sabaudo noto per il cavaliere sul bronzeo destriero, al quale cavaliere tocca indossare la maglia della Juve a ogni scudetto bianconero. Invece, dicono porti fortuna passeggiare sui testicoli del toro istoriato sotto i portici, davanti a un celebre bar. Ed eccoli qui, i nostri eroi. Gruppo verde: Nadal, Fritz, Ruud, Auger-Aliassime. Gruppo rosso: Djokovic, Medvedev, Rublev, Tsitsipas. La gran sarabanda della racchetta vale, per l’indotto, quasi 150 milioni di euro, porta occupazione, ascolti, interesse sulla schiva ma godereccia Torino, come a maggio per l’Eurovision. Accanto al PalAlpitour disegnato da Isozaki, arena blu degli otto gladiatori, hanno allestito una specie di Disneyland da 3600 metri quadrati con svariati stand, ristoranti, bar, campo da minitennis e libreria. […] La curiosità torinese va ben oltre il grande evento sportivo e la si vive come una finale di Giochi senza Frontiere, per chi li ricorda. Molti gli eventi collaterali tra belle mostre fotografiche, sponsor tonici e vippume vario. Il cuore operativo pulsa a Palazzo Madama, dal nome della madama reale Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours che lo abitò nel Seicento, e chiese al grande architetto Filippo Juvarra di sbizzarrirsi con la matita. Ora, per fortuna, della regal famiglia non c’è più traccia ma restano le magnifiche forme dei palazzi e quel tono tra l’aristocratico e il disincantato che Torino, ogni tanto, concede. Nell’attesa che si cominci, Rafa Nadal è andato a farsi una doppia porzione di spaghetti aglio, olio, peperoncino e astice (pare sia il “doppio” che preferisce): oggi non sono esclusi quattro passi sugli zebedei del toro in piazza

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