2022, l'anno dei grandi ritiri anche in doppio: Tecau, Lopez, Skupski e non solo - Pagina 2 di 3

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2022, l’anno dei grandi ritiri anche in doppio: Tecau, Lopez, Skupski e non solo

Il tennis perde alcuni tra i migliori rappresentanti della specialità di doppio. Chiudono la loro carriera campioni Slam, olimpici e di umanità come Inglot e Soares. “Mistero” Kontinen

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Ken Skupski 04/07/2022 – Non ce ne vorrà Ken, ma il fratello minore Neal è indubbiamente il più vincente di casa: due titoli back to back a Wimbledon nel doppio misto con la connazionale Desirae Krawczyk nelle ultime due stagioni, e la finale raggiunta quest’anno allo US Open insieme a Koolhof. Ciliegina di un ottimo 2022, la prima posizione nel ranking di specialità raggiunta il 14 novembre. Più magro invece il bottino del 39enne di Liverpool, di sei anni più grande, con i suoi sette titoli nel circuito maggiore e il best ranking di n. 44 ATP ottenuto a luglio del 2010. In singolare, al contrario, ha vinto solamente un torneo ITF non andando mai oltre la 527esima piazza – il 23 giugno 2008 -. Curioso il fatto che i due fratelli non abbiano avuto una collaborazione durata nelle loro carriere, visto che comunque in coppia hanno conquistato otto finali ATP vincendone tre. Di queste la più importante, rimane quella vinta ad Acapulco – l’unica finale superiore a un ‘250’ conseguita da Ken in carriera – nel 2021. Infatti se da una parte è vero che abbiano avviato diversi sodalizi ad interim, la loro unica unione prolungata è stata quella tra il 2018 e il 2021. Ma alla fine per compiere il salto di qualità definitivo, Neal ha dovuto migrare verso altri lidi. Non tutti possono avere l’alchimia dei Bryan.

Bruno Soares 06/09/2022 – All’Olympic Tennis Center di Rio De Janeiro, nell’agosto del 2016, si infrangeva il sogno di un 34enne brasiliano di potersi regalare e regalare al pubblico verdeoro un metallo olimpico. Bruno, insieme al fido Marcelo Melo, veniva sconfitto dai rumeni Mergea/Tecau, futura coppia medaglia d’argento alle spalle della Spagna, nei quarti di finale del torneo di doppio maschile in quella che fu la prima Olimpiade estiva a disputarsi in Sud America. Una sconfitta che non fu facile da assorbire per i due brasiliani, non solo perché maturata dinanzi ai connazionali ma soprattutto perché rappresentava l’occasione per riscattare la loro città natia. Entrambi, infatti, nativi di Belo Horizonte; immaginavano di vedere sugli spalti i loro concittadini con la speranza di cancellare dai loro occhi il tragico avvenimento sportivo di due anni prima. Durante un altro grande evento disputatosi in Brasile, i Mondiali di calcio – sport per eccellenza del Paese -, i belo-horizontini assistettero inerti al Mineirazo: la seconda più grande disfatta del calcio brasiliano dopo il Maracanazo del 1950, nella quale il Brasile fu sconfitto in semifinale per 7-1 dalla Germania. Proprio però nel 2016, Soares riuscì quantomeno a lenire la ferita al suo popolo – che sarebbe potuta guarire del tutto forse solo con l’oro olimpico –  vincendo l’Australian Open sia in doppio che in doppio misto, più il titolo allo US Open sempre al fianco di Jamie Murray. Lo slam statunitense, è stato il suo terreno di caccia preferito: dove ha conquistato la doppietta nel 2020 con Pavic, e altri due finali perse nel 2013 con l’austriaco Peya e nel 2021 con Jamie. Ma anche in doppio misto non è stato da meno, con il trionfo newyorchese del 2014 in coppia con l’indiana Sania Mirza a replicare quello vinto due anni prima con la russa Makarova. Non a caso, ha chiuso la carriera proprio in quel di Flushing Meadows. Scherzo del destino, però, l’ultima finale disputata è stata sulla terra di Rio – quest’anno – ancora una volta raccogliendo una delusione. A gioire di fatti sono stati i nostri Chicchi.

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