ATP Dubai, Djokovic: “Non vedo l'ora di giocare le Olimpiadi al Roland Garros”

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ATP Dubai, Djokovic: “Non vedo l’ora di giocare le Olimpiadi al Roland Garros”

Novak Djokovic parla di record, di alimentazione e difende la sua creatura, la PTPA: “Non è possibile che nel mondo solo 400 tennisti tra uomini e donne riescano a vivere di tennis”

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Novak Djokovic – ATP Dubai 2023 (foto di Roberto dell'Olivo)
 

Novak Djokovic supera in due set un avversario in crescita come Tallon Griekspoor e allunga la sua striscia vincente a quattordici incontri in questo inizio di 2023. Andando a ritroso bisogna aggiungere il pokerissimo di Torino per arrivare all’ultima sconfitta, contro Holger Rune a Bercy in novembre. Visti i suoi record, come sempre più spesso accade le domande si soffermano su come il serbo riesca a darsi nuove motivazioni. Poi si passa anche alla “politica” con argomenti molto cari, come sappiamo, al suo cuore.

Domanda. Alcuni dicono che il tennis sta diventando progressivamente sempre più intenso dal punto di vista fisico. Se sì, perché? È un bene o un male?

Djokovic: “È normale e logico, tutto cambia e migliora. La tecnologia è diversa, un tempo si giocava con racchette di legno mentre oggi si usano attrezzi più leggeri, lo scambio cresce in velocità e il tennista è più in controllo del suo gioco. Sì, è tutto più fisico, per primeggiare bisogna giocare a tutto campo e su ogni superficie.

“Ormai tutti giocano i tornei maggiori, il livello di competizione è alto. La stagione è lunga, secondo me troppo; questa cosa la vado dicendo da diverso tempo, soprattutto ora che ho una certa età. Si potrebbe riorganizzare tutto meglio, anche se ovviamente ci sono molti interessi che vi ruotano attorno. Penso che tutti potremmo fare di più per promuovere uno sport come il nostro, di grande tradizione e famoso ovunque, con un miliardo di spettatori.”

D. Per la PTPA (associazione fondata da Djokovic e Vasek Pospisil che rappresenta trasversalmente tennisti e tenniste top 500 in singolare e top 200 in doppio), quali sono le priorità a tre mesi?

L’organizzazione ha il suo CEO e si è data una struttura e un gruppo di lavoro, ha quindi il suo programma e le sue priorità. Si è perso troppo tempo nelle divisioni tra ITF e ATP. Ma la cosa più importante è pensare che il nostro sport, giocato da decine di migliaia di praticanti e seguito da oltre un miliardo di spettatori, procura di che vivere solo a quattrocento di noi, donne e uomini. Dobbiamo chiederci se questo va bene, e credo di parlare a nome di tutti quelli che lottano per vivere di questo sport.

“La PTPA deve dare voce a chi di noi non ce l’ha, che è la maggioranza di noi tennisti. Se sei duecento del mondo non puoi viaggiare con un coach, e questo non va bene.”

D. Il desiderio di vincere cresce se guardi alle Olimpiadi o ai record negli Slam, o sei soddisfatto?

“Il desiderio è presente, perché così ho imparato da chi mi ha guidato in questi anni, compresi i miei genitori. Cerco di essere chiaro sempre con me stesso in termini di obbiettivi da raggiungere; la volontà è il motore necessario. Certo, ci vuole un buon team, voglia di lavorare e fortuna. La voglia di vincere e di raggiungere record c’è sempre, ogni match è diverso e questo è il bello della competizione. Devi sempre capire come cavartela. È un po’ come la vita, dove hai gente attorno a te, ma alla fine devi prenderti le tue responsabilità. Certo che penso alle Olimpiadi, si giocheranno nel 2024 a Parigi, un luogo che conosco bene.”

D. È cambiata la tua dieta?

“Sì, possiamo sempre trovare qualcosa di nuovo e di migliore che può rendermi più forte. Non sono certo un esperto, ma mi piace provare, e se trovo qualcosa utile per me, come tennista e come essere umano, allora sono contento.”

D. Sembra che la generazione degli anni Ottanta sia dominante, anche in altri sport. Messi, Cristiano Ronaldo, LeBron James. Quale è il segreto?

“È grande pensare a quanti campioni siano nati nello stesso periodo. Nulla accade per caso, e presto verranno nuovi campioni che batteranno record, sarei sorpreso del contrario. Oggi tutto migliora così in fretta. Nuovi campioni studieranno le carriere dei migliori per carpire segreti, sul campo e al di fuori. Così ho fatto e si deve fare per essere il numero uno. Ora sembra difficile immaginare nuovi record, ma lo era, anche dieci anni fa. Tutto è possibile.”

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