Tre titoli in tre settimane: Medvedev raggiunge due Big 3. Chi ha fatto meglio?

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Tre titoli in tre settimane: Medvedev raggiunge due Big 3. Chi ha fatto meglio?

Con il terzo trionfo nell’arco di tre settimane, Daniil Medvedev eguaglia Auger-Aliassime ma non solo: anche tre fra Federer, Nadal, Djokovic e Murray sono in lista. E c’è chi li guarda tutti dall’alto

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Daniil Medvedev – ATP Dubai 2023 (foto di Roberto dell'Olivo)
 

Ora è atteso al varco dei tornei più importanti (dove a Indian Wells è stato sorteggiato contro il vincente di Isner-Nakashima), ma Daniil Medvedev è sicuramente tornato a vestire i suoi panni migliori dopo i rimpianti per quello che sarebbe potuto essere il suo 2022, se la finale dell’Australian Open non avesse deragliato dai binari su cui stava viaggiando da due set e mezzo. Terminato l’anno di passione che lo ha in ogni caso incoronato numero 1 del mondo, il classe 1996 moscovita ha alzato a Dubai il terzo trofeo consecutivo, dopo Rotterdam e Doha, impreziosito dalla vittoria in semifinale contro Novak Djokovic.

In virtù di quello che è il diciottesimo titolo nel suo palmarès, Daniil ha anche migliorato un record che già deteneva e piuttosto particolare: è l’unico tennista ad aver vinto i suoi 18 tornei in 18 diverse città. O l’unico con 18 successi a non essere mai riuscito a confermarsi.

Tre titoli di fila per Medvedev, dicevamo, e ancor più precisamente tre in altrettante settimane consecutive. E, a titolo di curiosità, proprio in coincidenza con lo stesso risultato ottenuto nel circuito Challenger da Max Purcell nella sua trasferta indiana che gli è valso l’ingresso in top 100. Ma, tornando a livello ATP, chi oltre a Daniil è riuscito nell’impresa di mettere in valigia tre coppe (o quello che sono) in tre settimane? E chi ha fatto di meglio? Iniziamo dunque la nostra ricerca viaggiando a ritroso nel tempo.

Storia recente

Solo pochi mesi fa, l’uomo dei 21 giorni è stato proprio colui che pareva destinato a strappare il poco invidiabile record di 10 finali consecutive perse dalla mani di Julien Benneteau. Se il francese non è mai riuscito a vincere un torneo, i dubbi su Felix Auger-Aliassime riguardavano più il quando che il se. Spezzato il beffardo incantesimo nel febbraio dell’anno scorso a Rotterdam, FAA ha accelerato la sua rincorsa al pareggio di bilancio in ottobre, andando a conquistare Firenze, Anversa e Basilea. Tra l’altro, Felix ha mancato di poco la “coincidenza” con Ben Shelton che proprio dalla fine di ottobre ha piazzato 15 vittorie in tre settimane in forza delle quali ha portato a casa tre trofei Challenger.

È sufficiente tornare indietro di un solo anno per trovare un altro triplo trionfatore: l’astuto Casper Ruud. Astuto perché in luglio, dopo Wimbledon, quando i top player si prendono una più o meno meritata pausa, il fantasmino più famoso del Tour è andato a giocare “di nascosto” sulla terra europea con l’intenzione di aumentare il bottino di punti, convinto che il finale di stagione sul duro sarebbe stato… duro da questo punto di vista. Non solo Casper ha fatto l’en plein con i 750 punti di Bastad-Gstaad-Kitzbuhel tra il 12 e il 31 luglio 2021, ma “imparò” pure a giocare sia sul cemento sia indoor, tanto che si sarebbe guadagnato un posto alle ATP Finals. Poco più di un mese dopo, il francese Benjamin Bonzi metteva a segno la tripletta Challenger approfittando dell’aria di casa, per poi passare il testimone a Tallon Griekspoor che faceva lo stesso tra Spagna e Italia.

Sempre loro

Un balzo di un decennio è necessario per ritrovare un altro triplettista. L’anno, il 2011, fornisce un indizio sul nome del tennista. Un indizio che trova conferma: Novak Djokovic. All’interno della sua striscia di 41 match vinti, a partire dalla fine di aprile Nole fece suoi i tornei di Belgrado, Madrid e Roma in altrettante settimane.
Ma il 2011 non è stato l’anno del solo Nole per l’argomento di questo articolo. Ha dovuto aspettare l’ultima parte della stagione, precisamente il torneo di Bangkok al via dal 26 settembre, poi per Andy Murray è stata la volta di Tokyo e Shanghai.

Prima di Andy e Novak, anche Rafael Nadal è riuscito nell’impresa. Poco sorprendentemente, le tre settimane vincenti sono arrivate in coincidenza con la stagione sulla terra battuta. Era il 2009 e Rafa mise le mani sui trofei di Monte Carlo, Barcellona e Roma. Il Fab-quartetto rimane però incompleto perché, nonostante le strisce di vittorie e i titoli consecutivi, Roger Federer non è presente a questo appello.

Fino a qui, abbiamo visto i tre per tre. Ma c’è chi ha fatto meglio, anche se per andare a pescarli c’è bisogno di un salto di una trentina d’anni, roba da Ritorno al Futuro. Ma prima…

Negli anni ’90 c’era un altro dominatore della terra rossa, che risponde al nome di Thomas Muster. L’austriaco riuscì nell’impresa di vincere tre tornei in altrettante settimane consecutive addirittura in due occasioni distinte. La prima nel 1990 a 23 anni quando, alternando il circuito Challenger a quello ATP, a cavallo tra febbraio e marzo vinse il torneo del Cairo e di Agadir (livello Challenger) inframezzati dal successo nel cirucito maggiore a Casablanca. La tripletta – effettuata nel continente africano – è stata poi ripetuta nel 1996 in Europa quando inanellò successi a Estoril, Barcellona e Montecarlo, per poi fermarsi in semifinale a Monaco battuto da un altro specialista della terra come Moya.

Si fa sul serio

Eccoci allora nel 1981 con José-Luis Clerc, vincitore di quattro titoli in altrettante settimane: Boston, Washington, North Conway e Indianapolis, tutti su terra, ventiquattro match.

Ivan Lendl fu l’ultimo battuto da Clerc in quelle quattro settimane e uscì sconfitto agli ottavi dello US Open da Gerulaitis. Un mese dopo, Lendl va in Spagna dove dà il via alla sua striscia di 44 successi che, tra gli altri, gli porta i titoli di Madrid, Barcellona, Basilea, Vienna e Colonia. Cinque settimane, cinque città espugnate. Il cecoslovacco si concede una pausa prima di andare a prendersi Buenos Aires e il Masters.

Ivan ha così eguagliato il primato che da un po’ apparteneva al solo Guillermo Vilas. Correva l’anno 1977 e il mancino di Baires metteva in fila Kitzbuhel, Washington-2, Louisville, South Orange e Colombus. Poi avrebbe vinto anche lo US Open (ma dopo due settimane di pausa, così son capaci tutti), due rubber di Coppa Davis e Parigi-1 per poi perdere la finale di Aix-en-Provence con Nastase. Sotto di due set, Guillermo si ritirò. E per forza, verrebbe da dire, avrà pure chiuso la sua stagione. No di certo, anche perché era solo il 2 ottobre e il 3 iniziava il torneo di Teheran e via a vincere anche quello. Poi, sì, pausa. Ma solo per ricominciare, aggiudicandosi quattro tornei in quattro settimane: Bogotà, Santiago, Buenos Aires e Johannesburg-2. Non male per uno che non sarebbe mai diventato numero uno.

Menzione speciale poi per l’allora teenager Boris Backer che nella stagione 1986 – anno del suo secondo trionfo a Wimbledon – nel mese di ottobre vinse tre tornei in tre settimane consecutive arricchendo l’impresa con un particolare non da poco: i successi arrivarono in tre continenti differenti. Per la precisione, il primo titolo fu quello di Sydney, poi Tokyo e infine Parigi Bercy.

Dal momento che abbiamo citato il celebre film di Robert Zemeckis, il torneo di Santiago ci fornisce quegli 1,21 gigawatt necessari per tornare al presente. In quella finale, Vilas batté Jaime Fillol, nonno di Nicolas Jarry, il freschissimo vincitore nella capitale cilena (sua città natale). E Nicolas ha ricevuto il trofeo proprio dalla mani di abuelo Jaime.

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