Orgoglio Fognini, batte Murray dopo quasi tre ore (GdS). Carica Tsitsipas: "Con Alcaraz 10 anni di sfide" (Crivelli). Gioia Cocciaretto: "Che emozione con il pubblico!" (Strocchi)

Rassegna stampa

Orgoglio Fognini, batte Murray dopo quasi tre ore (GdS). Carica Tsitsipas: “Con Alcaraz 10 anni di sfide” (Crivelli). Gioia Cocciaretto: “Che emozione con il pubblico!” (Strocchi)

La rassegna stampa di giovedì 11 maggio 2023

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Orgoglio Fognini, batte Murray dopo quasi tre ore: “Me lo merito” (La Gazzetta dello Sport).

Mai sottovalutare l’orgoglio di un campione. Fognini lo ricorda al mondo con la vittoria in due ore e 52 minuti su Andy Murray e poi con la frase di prammatica scritta in inglese sulla telecamera a fine match: “Fatto. Non è ancora finita”. Nella serata dell’operazione nostalgia, che riporta al Foro dopo sei anni la sfida con il gemello scozzese da cui lo separano alla nascita appena nove giorni, Fabio come per miracolo ritrova se stesso, il suo tennis in spinta, la sua capacità di disegnare angoli impossibili agli altri. Allora, era il 2017, Fogna si prese lo scalpo di Andy che era numero uno del mondo firmando una delle vittorie più belle in carriera e dedicando il successo al primogenito Federico che stava per nascere. Adesso, la partita è tra due quasi trentaseienni ormai al tramonto, ammaccati da mille battaglie, con un piede che non mette giudizio (quello di Fognini) e le anche bioniche (Murray). Però Muzza arrivava all’umida serata romana fresco di un torneo appena vinto (il Superchallenger di Aix En Provence), il primo dopo quattro anni e con la miglior classifica da cinque (numero 42), mentre Fogna un mese fa rinunciava in lacrime a Montecarlo e dopo 14 stagioni abbandonava la top 100 (ora è 130). In tribuna a sostenerlo c’è Federico con mamma Flavia Pennetta, e il ricordo di quella serata di cinque anni fa stimola il miglior Fognini da mesi a questa parte: 53 vincenti di cui 31 con il dritto, una sentenza per il povero Murray cui non basta remare con la solita tigna difensiva per tenere lontano quel satanasso improvvisamente risorto. Quinta vittoria in nove confronti diretti, un secondo turno non impossibile contro Kecmanovic e soprattutto il sorriso ritrovato: “Me lo merito – dirà un Fognini raggiante – e lo meritano quelli che mi sono stati vicini in queste settimane difficili: io ho ancora voglia di giocare a tennis”. Il sogno, mai nascosto, è di rivincere un altro torneo e di arrivare alla doppia cifra, e anche se i super Internazionali allungati sembrano un miraggio, mai dire mal: “Se mi avessero detto che al rientro sarei rimasto in campo per quasi tre ore, li avrei presi per pazzi, di certo non me lo aspettavo e di certo il piede non è guarito, ma accetto volentieri questa botta di c… Adesso vediamo come mi sveglio, come reagisce il fisico, ma con questo pubblico che mi sostiene sento di poter andare contro il mondo”. Fate largo al vecchio guerriero.

Carica Tsitsipas: “Nasco campione, con Alcaraz 10 anni di sfide” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Nell’antica Roma, il greco era la lingua del letterati e della cultura alta. Perfino gli dei vennero mutuati da quelli ellenici. Un anno fa Stefanos Tsitsipas, il biondo Apollo ateniese, finì a un passo dal riconquistare di nuovo il cuore della città, perdendo la finale degli Internazionali da Djokovic. Dopo aver accarezzato a Melbourne a gennaio il sogno di diventare numero uno del mondo, interrotto ancora una volta da quel satanasso del Djoker nell’ultimo atto degli Australian Open, Tsitsipas ha vissuto una primavera complicata. Ma la terra del Foro e la passione per l’Italia possono restituire al circuito le energie divine di chi si è sempre sentito un predestinato […].

L’esplosione di Alcaraz, insieme a quelle annunciate di Sinner e Rune, rischia di oscurare definitivamente la sua generazione.

ST: “Non sono preoccupato e neppure timoroso. Il tennis ha sempre vissuto di grandi rivalità e questi ragazzi più giovani di noi rappresentano uno stimolo fantastico. Però anche io sono ancora giovane, mi aspetto di rimanere ad alto livello per almeno altri dieci anni, significa che avremo modo di sfidarci a lungo e sarà molto eccitante. E certamente non abbasserò la testa, anche se li rispetto molto” […].

I critici sostengono che il suo rovescio a una mano sia troppo discontinuo e che per gli avversari sia facile giocare sempre su quel punto debole.

ST: “È ovvio che succeda, ma io sono contento di giocare il rovescio a una mano, è un colpo che ha le sue peculiarità, ma questo non significa che sia un colpo inferiore rispetto al rovescio a due mani. E poi se pensiamo a Federer, lui ha sempre patito contro Nadal ma poi e riuscito a trovare delle contromisure. Ed è una grande lezione, se è stato una leggenda ci sarà un motivo. Quindi non pongo dei limiti a ciò che posso raggiungere. E magari un giorno aprirò un’accademia su come giocare il rovescio a una mano” […].

Le è piaciuta Break Point, la serie di Netflix dedicata al tennis?

ST: “Ci sono spunti interessanti, ma secondo me doveva approfondire di più le difficoltà che si incontrano per diventare un giocatore di alto livello. Sembra che non si faccia fatica a raggiungere il vertice, si racconta di un mondo dorato e invece la maggioranza dei giocatori sopravvive al limite dei propri mezzi e sarebbe stato bello far capire che guadagnarsi la prima fila allo spettacolo richiede enormi sacrifici”.

Lei è molto legato all’Italia: la sua prima esperienza all’estero fu da noi, a Galatina, quando aveva 16 anni.

ST: “È vero, bellissimi ricordi. Era il campionato a squadre, venimmo promossi in A2. Sono stato accolto come un figlio anche se non conoscevo una parola di italiano, e poi certe mangiate di pesce sono rimaste indimenticabili. Adesso voglio imparare la vostra lingua, ma soprattutto capire da voi come si costruiscono i campioni. Avete Sinner, Musetti e Berrettini che sono grandi giocatori, già in grado di vincere degli Slam. In pochi anni siete riusciti a costruire una base fortissima, in qualche modo mi piacerebbe trasferire la vostra esperienza alla Grecia quando smetterò di essere un giocatore” […].

Gioia Cocciaretto: “Che emozione con il pubblico!” (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Ma che colore ha una giornata uggiosa?, per citare il grande Lucio Barristi. Quello dei salti di gioia e del sorriso radioso di Elisabetta Cocciaretto, che tra marmi bianchi e le statue del Pietrangeli ha centrato il primo successo in carriera agli Internazionali d’Italia. Una vittoria che ha il sapore della rivincita per la 22enne di Fermo (n°45 WTA) nei confronti della statunitense Lauren Davis (n°53), che a gennaio l’aveva sconfitta in finale sul cemento di Hobart. Stavolta, dopo un po’ di terrioneiniziale, l’azzurra ha dominato la 29enne dell’Ohio, lasciandole appena tre giochi e confermando il risultato colto a Guadalajara 2021. “Un’emozione incredibile, ho sempre sognato di giocare sul Pietrangeli, un campo dove senti davvero il sostegno del pubblico” sottolinea Elisabetta, oggi opposta alla russa Anastasia Potapova, n°25 Wta. “L’ho battuta a Guadalajara lo scorso autunno in altura e sul cemento: condizioni molto diverse. Ci conosciamo fin da piccole e non sarà una partita facile, anche perché lei sta ottenendo grandi risultati. Ma non vedo l’ora di giocarla davanti a questo pubblico”. Hanno sognato analoga impresa invece Matilde Paoletti, Camilla Rosatello e Nuria Brancaccio, tutte in tabellone come wild card. La 20enne di Perugia (n°294) si è aggiudicata il primo set, ma è stata poi rimontata dalla qualificata polacca Magdalena Frech (n°94), finendo per cedere dopo oltre due ore e mezza di lotta. La 27enne di Saluzzo (n°296) contro la statunitense Claire Liu (n°56) ha fatto suo il primo parziale al tie-break, nel quale ha annullato tre set-point, ma sul 3-2 della seconda frazione è stata costretta a chiedere un medical time out per un risentimento alla coscia sinistra che l’ha condizionata, favorendo il ritorno della 22enne californiana di Thousand Oaks impostasi in rimonta dopo due ore e 34′. Non sono bastati cuore e tenacia alla 22enne di Torre del Greco (n°178), che ha portato al 3° set l’austriaca Julia Grabher (n°69) prima di alzare bandiera bianca dopo oltre 2 ore. Salutano subito il Foro Italico anche le romagnole Lucia Bronzetti (n°98) e Sara Errani (n°78). La 24enne riminese ha ceduto in tre set alla montenegrina Danka Kovinic (n°69), mentre la 36enne di Massa Lombarda nel testa a testa tra ex finaliste del Roland Garros ha raccolto appena due game con la russa Anastasia Pavlyuchenlcova, al rientro da un infortunio (ranking protetto, n°506). Sarà la 31 enne di Samara a vedersela al 2° turno con lga Swiatek, regina del tour in rosa e campionessa in carica […].

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