Wimbledon, Swiatek dopo la vittoria con Zhu: “Ottima partenza, non sento il peso di dover vincere per forza”

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Wimbledon, Swiatek dopo la vittoria con Zhu: “Ottima partenza, non sento il peso di dover vincere per forza”

“La pressione che avevo sulle spalle lo scorso anno è superata”, dice la polacca, approdata facilmente al secondo turno

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Iga Swiatek - Wimbledon 2023 (Twitter @wimbledon)
Iga Swiatek - Wimbledon 2023 (Twitter @wimbledon)
 

Già nella conferenza pre-torneo, Iga Swiatek aveva affermato di sentirsi pronta per questo Wimbledon, e di esserlo di più rispetto agli anni passati. E in effetti, la sua prima partita contro Lin Zhu ha dimostrato, per ora, che aveva ragione. Si tratta solo di un primo turno, è vero, ma i segnali sono buoni in vista dei prossimi impegni, che saranno sempre più complessi. E anche la polacca n° 1 del mondo si dice consapevole dei suoi progressi nel post-match.

D. Iga, è bello aver vinto il match d’esordio, no?

IGA SWIATEK: “Sì, senza dubbio. Credo sia stata una performance molto solida da parte mia, e sono contenta di aver potuto giocare la mia partita già a un buon ritmo, pur essendo un primo turno. Tra l’altro, non ho molta esperienza nei match sospesi per pioggia, come mi è invece capitato in questa occasione, e volevo vedere cosa succedesse dopo la pausa. Sono felice di aver chiuso subito”.

D. Prima dell’inizio del torneo avevi detto che l’anno scorso giocare Wimbledon non era stato facile per la pressione, perché arrivavi da uno Slam vinto e dunque da una situazione per te nuova. Ora che di Major ne hai vinti di più, hai un approccio diverso alle vittorie?

IGA SWIATEK: “Arrivata a Wimbledon lo scorso anno, avevo un peso sulle spalle. Dopo il Roland Garros, tutti parlavano di una striscia vincente che sarebbe proseguita anche ai Championships. È chiaro che ho cercato di superare tale condizione, come faccio sempre. Ma non è stato semplice, anche perché sull’erba nel 2022 ho disputato un torneo solo. Mi sentivo mentalmente e fisicamente arrugginita, mentre quest’anno mi sento molto meglio, perché ho meno aspettative rispetto alla passata stagione e so di aver già fatto una cosa eccezionale vincendo di nuovo a Parigi”.

D. Questo processo che hai appena descritto, come ha influito sui tuoi pensieri in preparazione a questo torneo?

IGA SWIATEK: “Semplicemente, prima di scendere in campo, ho ripensato a quanto fatto lo scorso anno nelle due settimane di preparazione a questo Slam. Abbiamo provato molto lo slice e aspetti legati al tocco di palla, fondamentali che per esempio Radwanska metteva molto in pratica, e che anche il mio allenatore mi diceva di impiegare nei miei match sull’erba. In questa stagione invece ci siamo concentrati maggiormente sul gioco da fondo e sul movimento dei piedi. È difficile trovare un solo aspetto su cui abbiamo lavorato, perché sai, nel tennis si sta attenti un pochino a tutto. Forse il punto principale è che sono meno arrugginita, anche grazie ai match già disputati la scorsa settimana a Bad Homburg”.

D. Ti volevo chiedere invece di Venus Williams, che gioca anche in questo torneo, nonostante l’età. Cosa ammiri maggiormente di lei dentro e fuori dal campo?

IGA SWIATEK: “Onestamente, guardando a ciò che sta facendo ora, mi sorprendo di come riesca a trovare ancora motivazioni. Deve amare davvero questo gioco. Non saprei immaginare come io possa essere fra 10 o 15 anni, ma spero che avrò ancora voglia di competere e di battermi, proprio come lei”.

D. Rimanendo su questo tema, lei ha detto che uno dei maggiori successi della sua carriera è stato quello di portare un prize money identico tra ATP e WTA, un risultato più importante rispetto ad aver vinto 5 volte Wimbledon. Quanto eri consapevole di ciò?

IGA SWIATEK: “Dovrei esserne più consapevole, te lo dico sinceramente. Avevo solo 6 anni, ed ero troppo giovane per capire che non sarebbe stata un’ovvietà quella di avere lo stesso montepremi degli uomini. Una volta cresciuta, ho iniziato ad apprezzare sempre di più il lavoro fatto dalle precedenti generazioni a questo riguardo, e ora ne sono più cosciente. Ma ammetto che devo proseguire nello studio sul tema”.

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