evidenza
Pagelle US Open: abbassa la cornetta, Nole ha sete di vendetta
Novak Djokovic riscatta la sconfitta del 2021 e centra il ventiquattresimo slam. Primo trionfo per Gauff, mentre l’Italia di Davis si raduna in un clima entusiasmante

Il seguito del video è presente sulla sezione dedicata allo US Open 2023 del sito di Intesa Sanpaolo, partner di Ubitennis.
Clicca qui per vedere il video completo!
Siamo stati per la prima volta agli Us Open e tutto il torneo era giustamente tappezzato dai manifesti del cinquantennale dell’equal prize money ma la stessa Billie Jean King dopo la finale tra Sabalenka (8) e Gauff (10) ha dichiarato: “Se cinquant’anni fa mi avessero detto che quella che ho appena visto sarebbe stata una finale slam, avrei perso di proposito contro Riggs”.
L’Arthur Ashe è meraviglioso ma c’è un discreto baccano, musica, giochi di luci, gente che balla e si sposta di continuo, insomma non siamo a Wimbledon o al Roland Garros, ma è l’America bellezza e se a causa dei morsi della fame ti azzardi a comprare una margherita, è anche giusto che la paghi 18 dollari.
Ha fatto un caldo disumano, i giocatori si sono lamentati, qualcuno si è sentito male, qualcun altro ha detto che c’è una nuova variante covid che ha inciso su molti risultati.
Sascha Zverev (7,5) ha stroncato il nostro eroe al quinto giocando un grande tennis, ma si è lamentato del pubblico: nei campi secondari secondo il tedesco si sente puzza di marijuana, evidentemente negli Usa non c’è un Giovanardi di turno. Il tedesco è salito agli onori delle cronache per aver fatto cacciare dal campo un idiota che ha urlato una frase filo-nazista: marijuana, qualche birra di troppo o idiozia congenita, comunque bravo Sasha.
Paula Badosa ha informato il mondo che Tsitsipas (3) può “facilmente diventare numero 1 del mondo”. La fidanzata di Stricker dopo la partita ha di conseguenza annunciato: “Penso che Dominic possa agevolmente diventare lo svizzero più vincente della storia”.
Insomma, alla fine gli americani si sono dovuti sorbire una finale tra un russo e un no-vax, ma possono consolarsi con il gran torneo di Ben Shelton (8,5), che dovrà migliorare in alcuni colpi ma ha già dimostrato di avere una grande risposta rispetto alla simpaticissima e signorile esultanza di Djokovic.
Chiariamo subito per gli amici sostenitori del serbo: Novak Djokovic (10) è il più forte di tutti i tempi, il più grande sportivo di ogni epoca, il più simpatico, il più elegante, il più divertente, il più sportivo, il più signorile, il più educato, il più intelligente, il più bello, il più romantico, quello che ha più a cuore il tennis e i diritti di tutti i tennisti e dunque nessuno dovrà mai più permettersi di criticarlo o sollevare dubbi sulle sue immense qualità sportive e umane.
E anche il più incompreso in realtà, perché nella sua esultanza dopo la vittoria in semifinale con Shelton non c’era nessun intento denigratorio del suo giovane avversario: il gesto di Nole era un messaggio positivo rivolte alle nuove generazioni vittime dell’uso indiscriminato ed eccessivo dei dispositivi elettronici, un invito all’amore e alla vicinanza spirituale, “non state ore al telefono, incontratevi, abbracciatevi, amatevi”.
Daniil Medvedev (9) ha fatto fuori Alcaraz e sembrava pronto a ripetere il blitz del 2021 ma nulla ha potuto dinanzi alla vena del suo immenso rivale.
E’ stato un torneo particolare per i colori azzurri. Matteo Berrettini (SV) necessità di un viaggio a Lourdes o di una benedizione di qualche alto prelato, Lorenzo Musetti (4) un po’ meno perché se dovessero ascoltare gli audio delle sue partite rischia la scomunica. Per fortuna c’è stato il grande exploit di Matteo Arnaldi (8) che ci ha assicurato un contingente di due unità alla seconda settimana.
Che dire di Jannik Sinner (6)? Ha lottato per quattro ore e quaranta, ha perso contro un grande Zverev che ha giocato meglio di lui, capita. Ma poi, se Carlos Alcaraz (6), appunto Alcaraz, dice che non è ancora maturo per gestire certe situazioni in certe partite, non può esserlo anche Sinner?
Intanto l’Italia si avvicina alla Coppa Davis di Bologna in un clima sereno e rassicurante. Sinner ha comunicato che non se la sente, troppo stanco dopo le quattro ore e quaranta della sconfitta contro Zverev (povera stella, eravamo stanchi e sudati noi che eravamo in tribuna, figuriamoci lui) ma in realtà il suo è un gesto di pura generosità, perché così ha dato la possibilità ad altri azzurri di recitare il ruolo da protagonista.
Nicola Pietrangeli, con la consueta pacatezza, ha infatti commentato positivamente la scelta di Sinner, precisando al fine di evitare strumentali polemiche: “Un anno di squalifica per chi rifiuta la maglia azzurra, ma io non mi riferivo di certo a Sinner che è tedesco”.
Fognini invece ha accettato con classe l’esclusione di capitan Volandri: “Mi spiace solo per l’equivoco, Volandri mi aveva fatto il gesto dell’ esultanza di Shelton ma io avevo capito che volesse chiamarmi. Non c’è nessun problema, l’importante è fare il tifo per la nazionale, per cui da domani forza Svezia”.
Il capitano azzurro ha comunque voluto mandare un messaggio a Fognini: “Le porte sono sempre aperte, c’è posto per tutti e in fondo Nargiso ha urgente bisogno di un compagno”.
Non ha voluto mancare all’appello l’ex capitano Barazzutti il quale ha ricoperto di complimenti Il suo successore e ha voluto dargli un importante suggerimento: “Per la formazione del doppio meglio tenere Panatta-Bertolucci fino a 5 minuti prima per poi apprendere gli avversari”.
Per fortuna in questo clima idilliaco è intervenuto il Presidente Binaghi, prossimo alla trecentosettantaquattresima rielezione: “Vedo troppa serenità e calma, ci vorrebbe un po’ più di pepe altrimenti non riusciamo a dare il meglio, per questo voglio annunciare di aver appena naturalizzato Kyrgios e Bublik per stuzzicare un po’ lo spogliatoio”.
ATP
Laver Cup, McEnroe dopo il trionfo del Team World: “Ci aspettavamo di vincere e ci siamo riusciti”
Applausi e grande entuasiasmo nella conferenza stampa del Resto del Mondo. Tiafoe invita McEnroe a restare Capitano ancora a lungo, Fritz spiega l’importanza di una competizione di questo genere

In principio furono quattro sconfitte: quattro sconfitte su quattro per il Team World. Così era iniziata la storia della Laver Cup e dopo il 14-1 firmato dall’Europa a Boston nel 2021 (in quella che rimane l’ultima vittoria dei ‘blu’) era legittimo chiedersi se il Resto del Mondo sarebbe mai stato all’altezza e dunque in grado di creare un’alternanza nell’albo d’oro della competizione. A distanza di due anni, molto è cambiato e la situazione si è ribaltata: a Vancouver anche l’Europa ha provato il sapore della disfatta. Il trionfo del Team World non è mai stato in discussione, forse già da quando le convocazioni sono diventate definitive.
D’altro canto, però, i favori del pronostico potevano rappresentare l’insidia più grande per una squadra comunque giovane e con alcuni esordienti come Shelton e Cerundolo. Se l’anno scorso gli occhi erano puntati altrove vista la presenza contemporanea di Federer, Nadal, Djokovic e Murray e il ritiro annunciato di Roger, in questa occasione “le aspettative erano molto più alte” – come dice capitan McEnroe – ma tutti sono riusciti a gestire al meglio la pressione, dominando in lungo e in largo. E allora, nella conferenza stampa conclusiva che ha assunto in più momenti i tratti di una vera e propria festa (soprattutto grazie al contributo del sempre pimpante Tiafoe), non poteva mancare un commento più colorito degli altri – ovviamente di Johnny Mac – che non tradurremo ma che riassume bene l’andamento di questa sesta edizione della Laver Cup: “We kicked some ass, baby”.
“A nome del Team World, sono orgoglioso di questi ragazzi. Abbiamo riunito un grande gruppo di giovani e di ragazzi più esperti che erano già stati in squadra. Tutti hanno giocato bene. È stata una settimana fantastica. Stiamo già pensando all’anno prossimo, perché vincere è molto meglio che perdere. Abbiamo faticato i primi anni, ma ora abbiamo assaporato il gusto della vittoria ed è una bella sensazione. Spero di aver portato energia e passione. Credo molto in questo evento e questo spirito va coltivato”. Così ha proseguito la leggenda americana, invitata da Tiafoe a restare a lungo sulla panchina del Resto del Mondo, in sala stampa prima di lasciare la parola ai suoi giocatori.
D: Mi rivolgo al rookie [Shelton, ndr]. Puoi parlarci un po’ delle tue emozioni, visto quanto sei riuscito a fare nonostante la tua giovane età?
SHELTON: Questa settimana è stata pazzesca. Mi è piaciuto molto giocare per il Team World. Giocare per Johnny Mac è stato fantastico. Mi sono davvero goduto questo weekend, essere scelto per questa squadra è stato un sogno. Portare punti per il team è qualcosa che non avrei mai immaginato. Apprezzo molto la fiducia che i capitani hanno riposto in me, e aver contribuito alla vittoria finale è una sensazione fantastica.
D: Domanda per Felix [Aliassime, ndr]. All’inizio della settimana hai parlato molto di aspettative, di tutto ciò che hai affrontato in questa stagione con il tuo gioco e con l’infortunio. Cosa significa per te questa esperienza, nel tuo Paese e con il tuo livello di gioco che si è alzato. Quanto sei soddisfatto?
AUGER-ALIASSIME: Ogni volta che gioco per una squadra, mi sento davvero bene. Naturalmente mi sono divertito molto. Il circuito può diventare, giocando sempre in singolo, un po’ solitario a volte, e avere dei compagni di squadra e vincere di squadra è davvero speciale per me. È bello tornare un anno dopo, dopo quello che abbiamo fatto a Londra, e vincere qui a Vancouver. È quello che volevamo una settimana fa, quando siamo arrivati. Ci siamo impegnati, abbiamo affrontato la sfida e l’abbiamo realizzata. È stato un grande momento per me.
D: Francisco [Cerundolo, ndr], anche tu sei un esordiente… puoi parlarci dell’esperienza e dell’unione che si è creata con gli altri ragazzi?
CERUNDOLO: Sono davvero felice di essere stato parte della squadra e di aver portato un punto. Voglio ringraziare John, Patrick e tutti i ragazzi, perché sono l’unico non nordamericano ma mi hanno fatto sentire uno di loro fin dal primo giorno. È stata un’esperienza davvero positiva per me e mi sono divertito molto. Spero che i ragazzi abbiano apprezzato me e l’Argentina!
D: Visto che tutti vi state divertendo molto, qualcuno può condividere una storia da dietro le quinte di questa settimana che riassuma il grande senso di spirito di squadra che avete sviluppato tra di voi?
EUBANKS: Direi che il legame che si crea nello spogliatoio è probabilmente una delle cose più belle. Dopo che i ragazzi fanno il riscaldamento, entrano nello spogliatoio e Frances si mette in modalità DJ. Altri giocatori fanno richieste specifiche. Ben e Fritz ascoltano Central Cee prima di entrare in campo e in generale credo che condividere quei momenti sia un’esperienza che unisce. Gli spogliatoi sono piuttosto piccoli e siamo tanti ragazzi che stanno in compagnia e che cercano di viverla a pieno: che si tratti di caricarci a vicenda prima di scendere in campo, di dare tutta la fiducia di cui ha bisogno chi sta per giocare, di chiedere se hai bisogno che prenda la tua racchetta dall’incordatore, se hai bisogno di asciugamani, tutte queste piccole cose. Penso che questi momenti saranno probabilmente quelli che ricorderò di più, proprio perché si è tutti così vicini e si riesce davvero a vedere la personalità dell’altro e a godersi l’un l’altro.
D: Taylor [Fritz, ndr], parlaci un po’ della pressione che si prova a giocare in questo ambiente. Si ha l’impressione che ci sia molto sostegno da parte dei compagni di squadra, è divertente, ma dicci quanto sia effettivamente stressante in campo.
FRITZ: Beh, è diverso giocare con la sensazione di essere i favoriti rispetto a quanto è avvenuto negli anni precedenti, quando affrontavamo tutti i migliori giocatori del mondo come l’anno scorso. C’è più pressione. Abbiamo fatto molto bene nella prima e nella seconda giornata ma con questo format basta poco perché la situazione si ribalti nell’ultima giornata, se si perdono un paio di partite. Ma il livello di tutti i membri della squadra durante la settimana è stato incredibile. Tutti si sono presentati e hanno giocato al meglio delle loro possibilità. È diverso rispetto a quando vinci un torneo nel circuito. In questo caso si vince e si può festeggiare con altri ragazzi, con i tuoi amici più stretto. Ci si può divertire molto di più. Questo è l’aspetto più importante di questi eventi di squadra: bisogna goderseli al massimo perché non ci sono molte situazioni come questa in cui si può festeggiare in gruppo.
D: Congratulazioni. John [McEnroe, ndr], tornando alla vittoria dell’anno scorso, penso che ti venga in mente il volto di Felix per il modo in cui ha giocato e per come ha chiuso i conti. Ben [Shelton, ndr] ha coniato l’espressione “Laver Cup Felix” ieri sera. E quest’anno? Quali momenti iconici ricorderete? Quale volto ti verrà in mente per questa edizione?
MCENROE: Tutti i giocatori che avevamo, riserve comprese, hanno fatto al massimo quello che dovevano e hanno creato un bellissimo mix. È stato un vero lavoro di gruppo. Sapevamo di avere una grande possibilità e ovviamente eravamo più convinti dopo la vittoria dell’anno scorso. Ci aspettavamo davvero di vincere questa volta. Gli altri anni non eravamo così sicuri. Quindi è una sensazione bellissima. Tutti meritano il titolo di MVP. Vincere non stanca mai, ovviamente. L’anno scorso è stato incredibile con il ritiro di Roger e la presenza anche di Rafa, Nole e Andy, e siamo riusciti a superare una sfida complicatissima. Quest’anno le nostre aspettative erano molto più alte e credo che i giocatori stessi mi abbiano aiutato a vincere. Io ho fatto molto poco. Ma è stato fantastico essere là fuori e tutti noi abbiamo portato intensità, divertimento ed energia.
evidenza
L’eterna lotta tra il vecchio e il nuovo: la Laver Cup è una minaccia al futuro della Coppa Davis?
Anche dopo un’edizione in sordina (assenti Djokovic, Alcaraz, Medvedev, Rune e Tsitsipas) la Laver Cup continua la sua storia di successo commerciale. E la posizione che occupa nel calendario farebbe molto comodo alla Coppa Davis. Per il bene del tennis potrebbe essere necessario un suo spostamento

Con la schiacciante vittoria del Team World per 13-2 (e la conseguente pesante riduzione del programma della terza giornata) si è conclusa anche la sesta edizione della Laver Cup, la seconda vinta dalla squadra “rossa” del Resto del Mondo. È inevitabile constatare come la manifestazione quest’anno si sia svolta decisamente in tono minore: di certo era impossibile superare le vette epiche raggiunte nell’edizione di Londra del 2022 con l’ultimo match ufficiale di Roger Federer in doppio col suo eterno rivale Nadal, le lacrime generalizzate, tutti i Fab 4 riuniti nella stessa squadra, etc… ma l’assenza di quasi tutti i Top 10 dal team “blu” dell’Europa ha reso la competizione molto più insipida, oltre che oggettivamente squilibrata.
Le cifre ufficiali dell’evento parlano di 72.251 fans che hanno riempito la Rogers Arena di Vancouver nel corso delle cinque sessioni, ma non era difficile notare anche dalle immagini televisive parecchi posti vuoti nel corso delle giornate di gara, e controllando sui siti di rivendita attivi nella zona di Vancouver si potevano trovare, soprattutto per la giornata di venerdì, parecchi biglietti in vendita sul mercato secondario a poco più di 10 dollari canadesi (circa 8 euro), segno che la domanda per i tagliandi non fosse certo alle stelle nella città del British Columbia.
La sede lontana: un’arma a doppio taglio
Di sicuro uno dei fattori su cui gli organizzatori della Laver Cup (tra cui l’agenzia di management fondata da Federer, Team8, e Tennis Australia) puntavano per rendere la tappa canadese della manifestazione un successo è la relativa lontananza di Vancouver dai circuiti abituali del grande tennis. Infatti oltre a un torneo Challenger nel corso dell’estate (cui si accompagna anche un ITF femminile da 100.000 dollari), in questa zona del Canada è molto complicato riuscire ad assistere dal vivo a incontri di tennis professionistico di massimo livello, tanto meno tra stelle di prima grandezza come erano in ogni caso quelle impegnate in questa Laver Cup. Il torneo importante più vicino a Vancouver è il BNP Paribas Open di Indian Wells, che si trova comunque a più di tre ore di volo.
Questo elemento ha probabilmente aiutato il botteghino nelle prime fasi della prevendita, quando ancora le squadre non si erano delineate e si è potuto spuntare prezzi importanti sulla falsariga di quelli fatti pagare nelle precedenti edizioni. Nel British Columbia i prezzi di listino partivano da 35 dollari canadesi (circa 25 euro) per i posti più lontani della sessione diurna di venerdì fino agli 825 dollari (circa 575 euro) dei posti più pregiati per le altre sessioni. Ma come detto, all’avvicinarsi dell’inizio delle gare i prezzi sul mercato secondario sono scesi parecchio.
E se da una parte la posizione geografica di Vancouver ha creato un mercato “captive” per la Laver Cup, dall’altra è indubbio che ha costituito un ostacolo al reclutamento dei nomi più pregiati. Con molti dei primi della classe che hanno dovuto spostarsi dallo US Open a New York ai raggruppamenti di Coppa Davis in Europa, una tappa sulla Costa Ovest del Canada, a 12-13 ore di volo e 9 ore di fuso orario dalle sedi della Coppa Davis, per poi dover attraversare direttamente il Pacifico (e sciropparsi altre 10-11 ore di volo e 9 ore supplementari di fuso orario) verso lo swing asiatico è parsa a tanti davvero poco allettante.
È lecito aspettarsi che il prossimo anno alla Mercedes-Benz Arena di Berlino la faccenda sarà parecchio differente, con diversi assenti di questa edizione che torneranno a rendersi disponibili per una manifestazione che, seppur controversa, si sta ritagliando un posto nel cuore (e nei portafogli) dei giocatori.
Una presenza ingombrante
E lo spazio se lo è ritagliato anche nel calendario dell’ATP, uno spazio che avrebbe fatto davvero tanto comodo alla Coppa Davis. Al momento la ITF ha a disposizione quattro settimane l’anno per la competizione a squadre più vecchia dello sport, le stesse settimane che erano state assegnate quando la formula era quella tradizionale. Ma se prima, con tutte le partite che si disputavano durante i fine settimana, le settimane immediatamente dopo gli Slam potevano essere una collocazione accettabile (anche se fino a un certo punto), ora che a settembre si giocano gironi all’italiana con partite distribuite da martedì a domenica sarebbe stato meglio avere una settimana di pausa tra la fine dello US Open e la Coppa Davis. Soltanto che in quella settimana si è piazzata la Laver Cup, che con grande destrezza ha occupato un posto pregiato nel calendario e non lo mollerà tanto facilmente. Anche perché dopo aver ottenuto il patrocinio dell’ATP (che ha addirittura inserito i risultati della Laver Cup nelle statistiche ufficiali), sarà abbastanza difficile che l’evento della Team8 venga spodestato per fare spazio alla gallina dalle uova d’oro dell’ITF.
Si tratta di un complicatissimo gioco a incastri, di un tetris con un’elevatissima posta in palio soprattutto ora che la Coppa Davis ha abbandonato il la guida di Kosmos e deve trovare una sua identità sotto l’egida del riconfermato presidente Haggerty, colui che da tanti è additato come il “traditore” che aveva venduto la Tradizione dell’Insalatiera ai dollari (peraltro mai totalmente materializzatisi) del fondo d’investimento guidato da Piqué. Certamente Haggerty non è immune da colpe, specialmente per come la riforma della Davis venne approvata a Orlando nel 2018, ma almeno ha avuto il merito di gettare un sasso in uno stagno putrefatto che stava ingoiando la gloria della Davis, ingessata in una formula ormai anacronistica e con un appeal commerciale ormai decaduto e lanciata sempre più verso l’oblio.
La quadratura del cerchio
Il famoso T-7, ovvero il consiglio delle sette entità che governano il tennis (ATP, WTA, ITF e i quattro Slam) fortemente voluto dal Presidente ATP Andrea Gaudenzi e che dovrebbe mettere un po’ d’ordine e armonia in un mondo nel quale ognuno pensa al proprio giardino senza preoccuparsi del bene comune, è probabilmente la chiave per trovare la quadratura di questo cerchio, l’unica speranza per poter eliminare alcuni dei vincoli che bloccano la Coppa Davis e la sua capacità di trovare una nuova identità capace di conciliare il fascino antico e le esigenze del business “tennis”.
La soluzione, che dovrà necessariamente passare per la riformulazione della strategia commerciale e il reperimento di nuovi sponsor, verrebbe resa molto più semplice da un approccio più elastico per quel che riguarda la collocazione in calendario e anche l’eventuale assegnazione di punti per la classifica ATP. L’accordo scaduto e mai rinnovato nel 2016 che assegnava punti validi per il ranking mondiale (proprio nel 2016 Andy Murray poté contare su ben 1200 punti provenienti dalla Davis nella sua rincorsa al n. 1) potrebbe favorire il ritorno in auge della Coppa Davis aumentandone l’attrattiva per tutti i giocatori, tranne forse i primissimi, e di conseguenza anche degli sponsor.
Al momento l’ITF sembra decisa a continuare con la formula attuale che però sembra in disperato bisogno di aggiustamenti. L’eliminazione della Spagna, nazione ospite della fase finale di novembre, ha messo in luce una crepa del meccanismo che dovrà essere sistemata al più presto: gli incontri di Davis in campo neutro faticano tremendamente a produrre quell’atmosfera che per più di un secolo ha reso speciale la Davis, e il conciliare questa verità di fondo con il grande potenziale commerciale dei gironi all’italiana sarà fondamentale per trovare la strada giusta per il futuro.
Ma riuscirà la Federazione Internazionale a ottenere le concessioni di cui ha bisogno dagli altri membri del T-7 per avere il margine di manovra necessario per i cambiamenti del caso? E riuscirà a trattare anche con un elemento “ibrido” come la Laver Cup che, nonostante abbia ricevuto investimenti pesanti da Tennis Australia e dalla USTA e abbia l’appoggio dell’ATP, è comunque un’ entità indipendente?
Saranno le risposte a queste domande che probabilmente ci diranno che direzione prenderà l’opera di definizione della Coppa Davis 3.0.
evidenza
Classifica WTA: Sakkari sale al n.6. Trevisan e Kenin tornano in top50. Dolehide +69 posti
La vincitrice del WTA 1000 di Guadalajara consolida la sua posizione in top10. Ma sono martina Trevisan, Sofia Kenin e Caroline Dolehide a far registrare i progressi maggiori tra le atlete in top50

Che peccato per Martina Trevisan. Nel Guadalajara Open AKRON Presented by SANTANDER, dopo aver battuto Ons Jabeur, ci si aspettava che superasse la prova del nove contro la n.111 del mondo, Caroline Dolehide, e che raggiungesse la sua prima semifinale in WTA 1000 dopo quella al Roland Garros di un anno fa. L’italiana non concretizza quattro match point e si ferma nei quarti, che sono comunque un ottimo traguardo. Martina rientra di slancio in top50, un piazzamento che è possibile migliorare ulteriormente, visto che ha solo 160 punti in scadenza nel prosieguo della stagione in corso. Statunitensi protagoniste anche questa settimana: Dolehide ha poi sconfitto Sofia Kenin in una semifinale tutta stelle e strisce prima di arrendersi a Maria Sakkari nell’atto conclusivo del torneo. Per Caroline e Sofia 22 e 69 posti in più in classifica che segnano, per entrambe, l’ingresso nelle cinquanta. La greca, invece, fa un salto di tre posizioni e c’è la concreta possibilità di terminare la stagione per il terzo anno di fila in top10. Un risultato eclatante per una che a Guadalajara ha vinto solo il suo secondo titolo in carriera dopo quello a Rabat nel 2019. Sakkari sta dimostrando (se ce ne fosse bisogno) che è possibile mantenersi ad alti livelli per anni anche solo con piazzamenti, sebbene di tutto rispetto (ricordiamo la finale a Indian Wells e Guadalajara nel 2022 e le semifinali a Parigi e New York nel 2021). L’altro torneo in programma, il Galaxy Holding Group Guangzhou Open, è stato vinto da Xiyu Wang su Magda Linette. La cinese fa registrare un +30 posizioni, riavvicinandosi al suo best ranking. Infine, Ana Bogdan ha portato a casa il WTA 125 Parma Ladies Open. Questa vittoria la riporta vicino alle prime sessante del ranking. Andiamo a vedere come è cambiata la classifica di oggi 25 settembre 2023.
LA CLASSIFICA WTA DI TENNIS AGGIORNATA
Classifica WTA | Variazione | Giocatrice | Tornei | Punti |
1 | 0 | Aryna Sabalenka | 17 | 9266 |
2 | 0 | Iga Swiatek | 19 | 8195 |
3 | 0 | Coco Gauff | 20 | 6165 |
4 | 0 | Jessica Pegula | 19 | 5755 |
5 | 0 | Elena Rybakina | 18 | 5665 |
6 | +3 | Maria Sakkari | 25 | 4360 |
7 | 0 | Ons Jabeur | 19 | 3875 |
8 | -2 | Marketa Vondrousova | 17 | 3830 |
9 | -1 | Karolina Muchova | 18 | 3765 |
10 | +1 | Caroline Garcia | 26 | 3335 |
11 | -1 | Barbora Krejcikova | 21 | 3165 |
12 | 0 | Madison Keys | 21 | 2940 |
13 | 0 | Daria Kasatkina | 25 | 2790 |
14 | 0 | Petra Kvitova | 17 | 2695 |
15 | 0 | Belinda Bencic | 21 | 2655 |
16 | 0 | Jelena Ostapenko | 23 | 2505 |
17 | +6 | Victoria Azarenka | 21 | 2225 |
18 | 0 | Beatriz Haddad Maia | 22 | 2215 |
19 | 0 | Veronika Kudermetova | 23 | 2170 |
20 | +1 | Donna Vekic | 20 | 2125 |
21 | -1 | Ekaterina Alexandrova | 23 | 2120 |
22 | -5 | Liudmila Samsonova | 22 | 2000 |
23 | -1 | Qinwen Zheng | 21 | 1873 |
24 | 0 | Elina Svitolina | 13 | 1809 |
25 | +2 | Magda Linette | 24 | 1786 |
26 | -1 | Sorana Cirstea | 20 | 1760 |
27 | -1 | Anastasia Potapova | 23 | 1685 |
28 | 0 | Anhelina Kalinina | 28 | 1572 |
29 | 0 | Elise Mertens | 23 | 1514 |
30 | 0 | Marie Bouzkova | 23 | 1453 |
31 | +22 | Sofia Kenin | 23 | 1391 |
32 | 0 | Elisabetta Cocciaretto | 21 | 1390 |
33 | -2 | Lin Zhu | 24 | 1388 |
34 | -1 | Mayar Sherif | 26 | 1385 |
35 | -1 | Danielle Collins | 21 | 1376 |
36 | 0 | Karolina Pliskova | 24 | 1330 |
37 | -2 | Jasmine Paolini | 29 | 1330 |
38 | -1 | Xinyu Wang | 27 | 1316 |
39 | -1 | Sloane Stephens | 24 | 1270 |
40 | 0 | Anna Blinkova | 28 | 1263 |
41 | +13 | Martina Trevisan | 24 | 1217 |
42 | +69 | Caroline Dolehide | 32 | 1211 |
43 | +2 | Alycia Parks | 31 | 1208 |
44 | -3 | Linda Noskova | 25 | 1204 |
45 | -3 | Marta Kostyuk | 24 | 1200 |
46 | +3 | Emma Navarro | 31 | 1198 |
47 | -4 | Peyton Stearns | 25 | 1186 |
48 | -4 | Varvara Gracheva | 30 | 1178 |
49 | -10 | Petra Martic | 18 | 1173 |
50 | -4 | Lesia Tsurenko | 17 | 1152 |
Questa è la classifica delle prime cinquanta. Oggi sono stati scalati i punti del Toray Pan Pacific Open Tennis di Tokyo, del Budapest Open 125 e del Hana Bank Korea Open, vinti rispettivamente da Liudmila Samsonova, Tamara Korpatsch e Ekaterina Alexandrova nel 2022. Possiamo notare che:
- In top10, sale al n.6 Maria Sakkari. Retrocede di due posizioni Marketa Voundrousova (n.8). Rientra nelle dieci Caroline Garcia (+1, n.10), che fa scivolare al n.11 Barbora Krejcikova.
- Rientrano in top 20 Victoria Azarenka (+6, n.17) e Donna Vekic (+1, n.20). La abbandonano Ekaterina Alexandrova (-1, n.21) e Liudmila Samsonova (-5, n.22).
- In top50, si rivede al n.31 Sofia Kenin, che in tre settimane ha guadagnato la bellezza di 70 posizioni. Balza dal n.111 al n.42 l’altra statunitense protagonista a Guadalajara, Caroline Dolehide. Ovviamente per lei si tratta di best ranking. La nostra Martina Trevisan si mette alle spalle 13 posti e si porta al n.41. Perdono quota, invece, Petra Martic (-10, n.49) e Tatjana Maria (-5, n.53).
- Per quanto riguarda le altre posizioni, Xiyu Wang sale al n.58, a nove posizioni dal suo best ranking. In ascesa anche Leylah Fernandez (+14, n.60) e Ana Bogdan (+10, n.61). Ritorna tra le cento Taylor Townsed (+12, n.89) e sale di 60 posti la rivelazione di Guadalajara, Emiliana Arango (n.120). Retrocedono pesantemente Claire Liu (-14, n.83), Viktoriya Tomova (-13, n.98) e Tamara Korpatsch (-29, n.107).
LA CLASSIFICA WTA DELLE TENNISTE ITALIANE
Martina Trevisan (+13, n.41) è l’italiana che progredisce di più questa settimana. È stabile Elisabetta Cocciaretto (n.32), perde due posti Jasmine Paolini (n.37), ne guadagna quattro Camila Giorgi (n.52). Retrocedono Lucia Bronzetti (-5, n.65) e Sara Errani (-1, n.105).
Classifica WTA | Variazione | Giocatrice | Tornei | Punti |
32 | 0 | Elisabetta Cocciaretto | 21 | 1390 |
37 | -2 | Jasmine Paolini | 29 | 1330 |
41 | +13 | Martina Trevisan | 24 | 1217 |
2 | +4 | Camila Giorgi | 19 | 1087 |
65 | -5 | Lucia Bronzetti | 30 | 962 |
105 | -1 | Sara Errani | 35 | 663 |
118 | 0 | Lucrezia Stefanini | 27 | 611 |
207 | +3 | Nuria Brancaccio | 27 | 352 |
263 | +2 | Silvia Ambrosio | 26 | 256 |
273 | +1 | Camilla Rosatello | 26 | 238 |
364 | +3 | Dalila Spiteri | 19 | 163 |
389 | -1 | Martina Colmegna | 25 | 153 |
390 | -1 | Giorgia Pedone | 23 | 153 |
406 | -10 | Miriana Tona | 19 | 144 |
418 | -2 | Aurora Zantedeschi | 20 | 138 |
446 | -2 | Matilde Paoletti | 9 | 124 |
454 | -1 | Jennifer Ruggeri | 12 | 118 |
489 | -5 | Sofia Rocchetti | 20 | 107 |
500 | +10 | Lisa Pigato | 14 | 100 |
506 | -3 | Deborah Chiesa | 18 | 98 |
NEXT-GEN RANKING: LE GIOVANI TENNISTE IN ASCESA
Non ci sono movimenti belle prime sei posizioni del Next Gen ranking, la classifica delle giocatrici nate dopo il 1° gennaio 2003. Scende al n.9 Brenda Fruhvirtova. Ne approfittano Celine Naef (+1, n.7) e Maria Timofeeva (+1, n.8). Entra per la prima volta in classifica Petra Marcinko (n.10), vincitrice a Caldas da Rainha. La croata prende il posto di Robin Montgomery.
Posizione | Variazione | Giocatrice | Anno | Classifica WTA |
1 | 0 | Coco Gauff | 2004 | 3 |
2 | 0 | Linda Noskova | 2004 | 44 |
3 | 0 | Mirra Andreeva | 2007 | 62 |
4 | 0 | Ashlyn Krueger | 2004 | 75 |
5 | 0 | Diana Shnaider | 2004 | 85 |
6 | 0 | Linda Fruhvirtova | 2005 | 117 |
7 | +1 | Celine Naef | 2005 | 126 |
8 | +1 | Maria Timofeeva | 2003 | 127 |
9 | -2 | Brenda Fruhvirtova | 2007 | 135 |
10 | – | Petra Marcinko | 2005 | 143 |
LA RACE
Sono già qualificate per le Finals le prime quattro della RACE. Salgono di sette posti sia Maria Sakkari (n.9) che Caroline Garcia (n.19). Entra nelle prime venti della RACE Victoria Azarenka (+3, n.20). La salutano Liudmila Samsonova (-4, n.21) e Qinwen Zheng (-3, n.22). I quarti a Guadalajara fruttano cinque posti in più a Martina Trevisan (n.42).
Posizione | Variazione | Giocatrice | Tornei | Punti |
1 | 0 | Aryna Sabalenka | 14 | 8210 |
2 | 0 | Iga Swiatek | 16 | 6905 |
3 | 0 | Coco Gauff | 17 | 5620 |
4 | 0 | Elena Rybakina | 16 | 5476 |
5 | 0 | Jessica Pegula | 16 | 4405 |
6 | 0 | Marketa Vondrousova | 14 | 3661 |
7 | 0 | Karolina Muchova | 14 | 3650 |
8 | 0 | Ons Jabeur | 17 | 3316 |
9 | +7 | Maria Sakkari | 20 | 3010 |
10 | -1 | Madison Keys | 17 | 2737 |
11 | -1 | Petra Kvitova | 15 | 2590 |
12 | -1 | Belinda Bencic | 18 | 2570 |
13 | -1 | Barbora Krejcikova | 18 | 2471 |
14 | -1 | Jelena Ostapenko | 20 | 2455 |
15 | -1 | Daria Kasatkina | 21 | 2240 |
16 | -1 | Beatriz Haddad Maia | 19 | 2210 |
17 | +1 | Veronika Kudermetova | 21 | 2000 |
18 | +2 | Ekaterina Alexandrova | 21 | 1945 |
19 | +7 | Caroline Garcia | 23 | 1920 |
20 | +3 | Victoria Azarenka | 19 | 1905 |