Pagelle US Open: abbassa la cornetta, Nole ha sete di vendetta

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Pagelle US Open: abbassa la cornetta, Nole ha sete di vendetta

Novak Djokovic riscatta la sconfitta del 2021 e centra il ventiquattresimo slam. Primo trionfo per Gauff, mentre l’Italia di Davis si raduna in un clima entusiasmante

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Il seguito del video è presente sulla sezione dedicata allo US Open 2023 del sito di Intesa Sanpaolo, partner di Ubitennis.

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Siamo stati per la prima volta agli Us Open e tutto  il torneo era giustamente tappezzato dai manifesti del cinquantennale dell’equal prize money ma  la stessa Billie Jean King dopo la finale tra Sabalenka (8) e Gauff (10) ha dichiarato: “Se cinquant’anni fa mi avessero detto che quella che ho appena visto sarebbe stata una finale slam, avrei perso di proposito contro Riggs”.

L’Arthur Ashe è meraviglioso ma c’è un discreto baccano, musica, giochi di luci, gente che balla e si sposta di continuo, insomma non siamo a Wimbledon o al Roland Garros, ma è l’America bellezza e se a causa dei morsi della fame ti azzardi a comprare una margherita, è anche giusto che la paghi 18 dollari.

Ha fatto un caldo disumano, i giocatori si sono lamentati, qualcuno si è sentito male, qualcun altro ha detto che c’è una nuova variante covid che ha inciso su molti risultati.

Sascha Zverev (7,5) ha stroncato il nostro eroe al quinto giocando un grande tennis, ma si è lamentato del pubblico: nei campi secondari secondo il tedesco si sente puzza di marijuana, evidentemente negli Usa non c’è un Giovanardi di turno. Il tedesco è salito agli onori delle cronache per aver fatto cacciare dal campo un idiota che ha urlato una frase filo-nazista: marijuana, qualche birra di troppo o idiozia congenita, comunque bravo Sasha.

Paula Badosa ha informato il mondo che Tsitsipas (3) può “facilmente diventare numero 1 del mondo”. La fidanzata di Stricker dopo la partita ha di conseguenza annunciato: “Penso che Dominic possa agevolmente diventare lo svizzero più vincente della storia”.

Insomma, alla fine gli americani si sono dovuti sorbire una finale tra un russo e un no-vax, ma possono consolarsi  con il gran torneo di Ben Shelton (8,5), che dovrà migliorare in alcuni colpi ma ha già dimostrato di avere una grande risposta rispetto alla simpaticissima e signorile esultanza di Djokovic.

Chiariamo subito per gli amici sostenitori del serbo: Novak Djokovic (10) è il più forte di tutti i tempi, il più grande sportivo di ogni epoca, il più simpatico, il più elegante, il più divertente, il più sportivo, il più signorile, il più educato, il più intelligente, il più bello, il più romantico, quello che ha più a cuore il tennis e i diritti di tutti i tennisti e dunque nessuno dovrà mai più permettersi di criticarlo o sollevare dubbi sulle sue immense qualità sportive e umane.
E anche il più incompreso in realtà, perché nella sua esultanza dopo la vittoria in semifinale con Shelton non c’era nessun intento denigratorio del suo giovane avversario: il gesto di  Nole era un messaggio positivo rivolte alle nuove generazioni vittime dell’uso indiscriminato ed eccessivo dei dispositivi elettronici, un invito all’amore e alla vicinanza spirituale, “non state ore al telefono, incontratevi, abbracciatevi, amatevi”.

Daniil Medvedev (9) ha fatto fuori Alcaraz e sembrava pronto a ripetere il blitz del 2021 ma nulla ha potuto dinanzi alla vena del suo immenso rivale.

E’ stato un torneo particolare per i colori azzurri. Matteo Berrettini (SV) necessità di un viaggio a Lourdes o di una benedizione di qualche alto prelato, Lorenzo Musetti  (4) un po’ meno perché se dovessero ascoltare gli audio delle sue partite rischia la scomunica. Per fortuna c’è stato il grande exploit di Matteo Arnaldi (8) che ci ha assicurato un contingente di due unità alla seconda settimana.

Che dire di Jannik Sinner (6)? Ha lottato per quattro ore e quaranta, ha perso contro un grande Zverev che ha giocato meglio di lui, capita. Ma poi, se Carlos Alcaraz (6), appunto Alcaraz, dice che non è ancora maturo  per gestire certe situazioni in certe partite, non può esserlo anche Sinner?

Intanto l’Italia si avvicina alla Coppa Davis di Bologna in un clima sereno e rassicurante. Sinner ha comunicato che non se la sente, troppo stanco dopo le quattro ore e quaranta della sconfitta contro Zverev (povera stella, eravamo stanchi e sudati noi che eravamo in tribuna, figuriamoci lui) ma in realtà il suo è un gesto di pura generosità, perché così ha dato la possibilità ad altri azzurri di recitare il ruolo da protagonista.

Nicola Pietrangeli, con la consueta pacatezza, ha infatti commentato positivamente la scelta di Sinner, precisando al fine di evitare strumentali polemiche: “Un anno di squalifica per chi rifiuta la maglia azzurra, ma io non mi riferivo di certo a Sinner che è tedesco”.

Fognini invece ha accettato con classe  l’esclusione di capitan Volandri: “Mi spiace solo per l’equivoco, Volandri mi aveva fatto il gesto dell’ esultanza di Shelton ma io avevo capito che volesse chiamarmi. Non c’è nessun problema, l’importante è fare il tifo per la nazionale, per cui da domani forza Svezia”.

Il capitano azzurro ha comunque voluto mandare un messaggio a Fognini: “Le porte sono sempre aperte, c’è posto per tutti e in fondo Nargiso ha urgente bisogno di un compagno”.

Non ha voluto mancare all’appello l’ex capitano Barazzutti il quale ha ricoperto di complimenti Il suo successore e ha voluto dargli un importante suggerimento: “Per la formazione del doppio meglio tenere Panatta-Bertolucci fino a 5 minuti prima per poi apprendere gli avversari”.

Per fortuna in questo clima idilliaco è intervenuto il Presidente Binaghi, prossimo alla trecentosettantaquattresima rielezione: “Vedo troppa serenità e calma, ci vorrebbe un po’ più di pepe altrimenti non riusciamo a dare il meglio, per questo voglio annunciare di aver appena naturalizzato Kyrgios e Bublik per stuzzicare un po’ lo spogliatoio”.

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