Il ritiro di Sinner e l'organizzazione disastrosa di Parigi Bercy: il cambio di sede potrebbe non bastare

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Il ritiro di Sinner e l’organizzazione disastrosa di Parigi Bercy: il cambio di sede potrebbe non bastare

Dal 2025 il torneo parigino dovrebbe spostarsi nell’Arena più grande d’Europa: le strutture oggi a disposizione non sono consone ad un Masters1000

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Jannik Sinner - ATP Parigi Bercy 2023 (foto: twitter @atptour)
 

La notizia più importante del pomeriggio di giovedì 2 novembre è indubbiamente il ritiro di Jannik Sinner dal Masters1000 di Parigi Bercy. Nel suo match d’esordio, infatti, l’altoatesino aveva battuto Mackenzie McDonald alle 2.37 parigine, stabilendo il record assoluto del torneo per la partita terminata più tardi. Ho finito il match quando erano quasi le 3 del mattino e sono andato a letto solo qualche ora più tardi – ha scritto su X il n°4 del mondo, che tra conferenza stampa, doccia, cena e massaggi sicuramente non sarà andato a dormire prima delle 5/5.30 del mattino. Avevo meno di 12 ore per riposarmi e preparare la prossima partita, devo prendere la decisione giusta per la mia salute e il mio corpo – ha spiegato ancora il 22enne italiano.

Considerando i prossimi impegni – le settimane a venire con le ATP Finals in casa e la Coppa Davis saranno importantissime”la decisione di Jannik e del suo team è più che ragionevole, volta a prevenire scomodi infortuni a dieci giorni esatti dall’inizio del Master di fine anno. Una scelta, anzi, probabilmente neanche troppo difficile e dolorosa per l’altoatesino, già certo di arrivare a Torino da testa di serie n°4, che significa evitare certamente Daniil Medvedev e uno tra Novak Djokovic e Carlos Alcaraz nel round robin.

Parigi Bercy, l’inadeguatezza della struttura e le possibilità di trasloco

Ciò che non è ragionevole, al contrario, è la programmazione di un evento importante come un Masters1000, che vista la carenza strutturale si vede costretto a programmare sei partite sul Campo Centrale. Tre campi – appunto il Centrale, il Campo 1 e il Campo 2 – sono decisamente pochi per un tabellone a 56 giocatori, cui vanno comunque aggiunti anche i match di doppio. Come se non bastasse, i campi esterni (specialmente il n°2) sono decisamente inadeguati per un torneo ‘1000’, tra soffitti troppo bassi e tribune troppo piccole: diversi top player si rifiutano di giocare lì. Ed è un peccato, perché in confronto il Centrale è uno spettacolo.

Questa spiacevole situazione si tradurrà, con ogni probabilità, in un cambio di sede a partire dal 2025, che come anticipato da L’Équipe dovrebbe essere la Défense Arena di Nanterre, situata nella zona nord-ovest di Parigi. Inaugurata nell’ottobre 2017, la Défense è l‘arena più grande d’Europa, con una capacità massima di circa 40.000 posti per i concerti (ospiterà le gare di nuoto e la fase finale di pallanuoto dei Giochi Olimpici di Parigi 2024). La decisione del trasloco sarebbe in primis legata al tentativo di constrastare l’avanzata saudita: si è già parlato più volte di un Masters 1000 in Arabia, ma il calendario sembra troppo fitto per un nuovo inserimento. Decisamente più verosimile parrebbe una sostituzione con un altro ‘1000’, senza aumentare il numero di questi tornei.

In secundis per impedire il declassamento di Parigi Bercy ad ATP500, che sarebbe uno smacco non da poco per la FFT (l’equivalente della FITP in Francia). In passato è già accaduto ad Amburgo, la cui licenza tra il 2008 e il 2009 è passata da ‘1000’ a ‘500’, perdendo inevitabilmente grande appeal e subendo anche spostamenti in calendario per favorire i tornei divenuti più importanti. Ciò premesso, almeno per la prossima stagione non cambierà nulla, dunque è facile pensare che anche nelle prime giornate dell’edizione 2024 si presenteranno nuovamente questi problemi.

Perché Sinner non è stato programmato di nuovo in sessione serale?

Qualcuno ha avanzato l’ipotesi di far iniziare gli incontri un’ora prima (alle 10 anziché alle 11 di mattina, come già avveniva in passato), ma sarebbe comunque cambiato poco. Finire all’1.37 anziché alle 2.37, per Sinner come per chiunque altro, resta inaccettabile. “Rispettiamo la sua posizione” – ha detto il direttore del torneo Cédric Pioline, intervistato da L’Équipe in merito alla decisione di Jannik. Fa parte della vita di un tennista professionista, a volte c’è la stanchezza e la fatica accumulata con le grandi sfide che lo attendono”.

Bisogna ricordare che, dopo aver conquistato a Vienna il quarto titolo del suo straordinario 2023 (mai nessun italiano nell’Era Open era riuscito a vincere quattro tornei in una stagione), il n°4 del mondo aveva espressamente richiesto di esordire mercoledì. Certo è difficile credere che la sua volontà fosse quella di disputare l’ultimo match della giornata, ma a quel punto era anche interesse degli stessi organizzatori – dopo aver perso il giorno prima Carlos Alcaraz e, in mattinata, anche Daniil Medvedev – tutelare quanto più possibile Sinner. Senza di lui e senza gli altri due nomi, infatti, al ‘1000’ parigino resta ora soltanto Novak Djokovic come nome altisonante. Con il massimo rispetto per il campione uscente Rune, il n°5 del mondo Rublev, o chi come Tsitsipas, Zverev e Hurkacz si giocava l’accesso alle ATP Finals, è innegabile che oggi siano prima di tutto quei quattro nomi a generare grande hype.

Proprio il serbo, tra l’altro, è uno dei due motivi per cui Jannik non è stato nuovamente riprogrammato nella sessione serale di giovedì. Gli organizzatori, infatti, volevano avere Djokovic e Rune (il secondo motivo) in questa sessione serale, in modo da poter eventualmente dedicare loro la sera di venerdì per la rivincita della finale del 2022. “C’è un filo logico nella programmazione, anche se non riusciamo a seguirlo ogni volta, per rispettare una certa forma di equità tra i giocatori e i settori del tabellone – ha spiegato ancora Pioline. “A volte dobbiamo scendere a compromessi complessi laddove non esistono soluzioni valide. Dobbiamo assumerci la responsabilità delle scelte”.

Che cosa dice il regolamento ATP e le reazioni alla vicenda dei giocatori

Ma che cosa dice il regolamento? Dal rulebook dell’ATP si legge che iniziare partite dopo la mezzanotte non è consigliato, mentre cominciare dopo l’una dovrebbe essere vietato. Tutto comprensibile, certo, se non fosse che infarcire una regola di condizionali equivale di fatto ad autorizzarne il liberi tutti. È evidente che iniziare a giocare dopo mezzanotte non è raccomandabile, ma se succede non c’è molto che i tennisti possano fare. O boicottano l’evento o, molto più verosimilmente, scendono in campo. E facendo così gli organizzatori possono sostanzialmente agire come vogliono.

Già lunedì con la sfida tra Stan Wawrinka e Dominic Thiem, vinta da quest’ultimo alle 2.23, aveva suscitato dubbi e polemiche, poi affievolitesi poiché l’austriaco avrebbe giocato il suo match successivo mercoledì. Con il caso Sinner alcuni giocatori hanno alzato la voce, evento comunque decisamente raro visto che, di solito, praticamente nessuno tende ad esporsi.

In mattinata ci aveva pensato Casper Ruud, scrivendo su X: “complimenti all’ATP, bel modo di aiutare il recupero di uno dei migliori giocatori al mondo, costretto a prepararsi dopo aver finito di giocare alle 2.37 di mattina. 14 ore e mezzo per recuperare, è uno scherzo!” – ha sentenziato il norvegese. “È una follia, al torneo non interessa e l’ATP segue semplicemente quanto vuole il torneo. È sempre la stessa storia – ha risposto Stan Wawrinka sotto il tweet dell’ex n°2 del mondo, che in seguito è stato anche retwittato da Diego Schwartzman.

Poco dopo l’annuncio del ritiro di Sinner, è arrivato anche il commento di Vasek Pospisil: “all’ATP non è mai interessato dei suoi giocatori. Nel 2018 ho concluso una partita di tre ore all’una meno un quarto di notte e il giorno dopo il mio match è stato programmato all’una di pomeriggio” – ha raccontato il canadese, che poi racconta: “il giorno successivo, dopo quattro game, mi sono provocato un’ernia del disco dopo quattro game: ho dovuto operarmi e stare fuori nove mesi.

Anche la PTPA, fondata da Djokovic insieme allo stesso Pospisil, è intervenuta in merito: “ora più che mai è importante per i giocatori avere una voce unica per contrastare gli orari dei match.

Non è certo la prima volta che ciò accade e probabilmente non sarà l’ultima. Indimenticabile fu uno Zverev-Brooksby dello scorso anno, costretti a giocare fino alle 4.55 del mattino ad Acapulco. Lo stesso tedesco, un paio di mesi più tardi, fu costretto a scendere in campo nella finale a Madrid praticamente senza energie, prosciugategli dagli organizzatori che lo hanno sempre fatto iniziare a tarda ora nelle giornate precedenti.

Ciò che più intristisce, in ogni caso, è che salvo qualche pubblico intervento la maggior parte dei giocatori guardi sempre e solo al proprio orticello. Quello degli orari sempre più tardi è un problema che riguarda tutti in maniera diretta e, come ha scritto su X Paolo Bertolucci, trovo vergognoso che i giocatori lascino da solo un collega e non si espongano collettivamente contro lo scempio degli orari cui sono sottoposti. Perché continuare a giocare oltre la mezzanotte non beneficia nessuno, né i giocatori, né gli spettatori, né le TV. Eppure si continua a voltarsi dall’altra parte.

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