ATP Finals: per la ventesima volta nella storia una partita dei gironi si ripete in finale. Ma la statistica non è incoraggiante

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ATP Finals: per la ventesima volta nella storia una partita dei gironi si ripete in finale. Ma la statistica non è incoraggiante

Sinner-Djokovic non è un caso unico, e per undici volte lo sconfitto del round robin ha ribaltato il risultato

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La netta vittoria di Novak Djokovic contro Carlos Alcaraz segna l’ennesimo scalpo del cannibale, che pone un ulteriore freno a quella che alcuni ancora si ostinano a definire “fine carriera”. Una fine rassomiglia a un ago in un pagliaio. Djokovic c’è ancora, eccome. Ma non solo. Infatti, in quella che sarà la sua nona finale (5-2 il record, con 6 vittorie, una però causata dal forfeit di Federer), sfiderà Jannik Sinner, alla prima. I due si sono già affrontati nel round robin, e si ritroveranno in finale. Si tratta della diciannovesima volta nella storia del torneo in cui due giocatori si ritrovano in finale dopo aver giocato contro nella fase a gruppi.

In undici casi (una statistica non proprio incoraggiante) il giocatore che aveva perso nella fase a gironi ha poi trionfato in finale. Uno di questi casi ha visto protagonista proprio il serbo, alla O2 Arena di Londra, nel 2015. Dopo aver perso 5-7 2-6 nel gruppo contro Roger Federer, si prese la rivincita per 6-3 6-4 nell’atto conclusivo, per il suo quarto titolo di fila alle ATP Finals. Nel 2018 Nole subì però la sorte inversa, battendo 6-4 6-1 nei gironi Alexander Zverev, che vinse il torneo più importante della carriera, vincendo 6-4 6-3 il secondo incontro in pochi giorni. Citiamo anche, per completezza statistica, il caso eccezionale del 1987, quando la partita del round robin si ripeté in…semifinale. Derby svedese tra Edberg e Mats Wilander, con quest’ultimo che dopo aver perso 6-2 7-6 nei gironi si qualificò per la finale con il punteggio di 6-2 4-6 6-3, per poi perderla tre set a zero contro Lendl.

Per trovare la prima occasione in cui lo sconfitto del round robin si prese la rivincita in finale bisogna tornare al 1976, a Houston, quando Manuel Orantes batté in finale 5-7 6-2 0-6 7-6 6-1 Wojchiek Fibak, dal quale aveva perso 7-5 7-6 in precedenza. Solo tredici anni dopo, nello spettacolo del Madison Square Garden, avverrà di nuovo un episodio del genere, con protagonisti Stefan Edberg e Boris Becker. Lo svedese, che vinse in quell’occasione il suo unico Masters, si impose con il punteggio di 4-6 7-6 6-3 6-1, dopo che l’allora 22enne tedesco lo aveva battuto 6-1 6-4 nei gironi. L’anno dopo, a Francoforte, di nuovo venne a trovarsi Edberg in questa situazione, in quel caso con Andre Agassi, ma a ruoli ribaltati. Il 24enne da Vastervik infatti vinse 7-6 4-6 7-6 nei gironi, per poi cedere all’americano in finale, con il punteggio di 5-7 7-6 7-5 6-2.

Bisognerà aspettare poi 4 anni per un altro episodio di questa statistica, con ancora coinvolto Becker, insieme a Pete Sampras. 7-5 7-5 a favore del tedesco nella fase a gruppi in quel di Francoforte, 4-6 6-3 7-5 6-4 in direzione di Pistol Pete in finale, per regalargli il secondo titolo della carriera alle ATP Finals. Due anni dopo, sempre in Germania, ma in quel di Hannover, stessi attori e stesso finale. Nel round robin 7-6 7-6 a favore di Becker, che poi si arrese nuovamente in finale subendo una sconfitta al quinto per 3-6 7-6 7-6 6-7 6-4. Perdere nel girone per poi concentrare le forze quando conta di più: già riuscire una volta nell’impresa di perdere e poi vincere con lo stesso avversario non è roba da poco, ma riuscirci tre volte…Solo Sampras ne è stato capace, dato che oltre alle due vittorie sopra citate, lo fece anche una terza volta, nel 1999 di nuovo ad Hannover. L’avversario in quel caso era Agassi, che vinse con un netto doppio 6-2 nel round robin, per poi cadere in tre set, 6-1 7-5 6-4, nella finale che consegnò a Sampras il suo quinto e ultimo titolo di Maestro.

L’anno dopo, ad aprire il nuovo millennio, il “terraiolo” Guga Kuerten sfruttò l’assonanza linguistica con Lisbona per prendersi il titolo, con il benestare del pubblico. Batté in finale ancora Agassi, con un ordinario 6-4 6-4 6-4, dopo aver perso 4-6 6-4 6-3 da Andre nel round robin. Cinque anni dopo, a Shanghai, ancora un cuore sudamericano sugli scudi. David Nalbandian, buon esempio di uno di quelli nato “nel tempo sbagliato”, perse nel girone contro Roger Federer, in tre set, 6-3 2-6 6-4. Il destino li fece incontrare di nuovo in finale, ma il copione sembrava seguire lo stesso sviluppo: lo svizzero vinse i primi due set…e poi l’imponderabile. Nalbandian compì una clamorosa rimonta, vincendo il torneo e ribaltando la sconfitta dei gironi, con un ancor’oggi incredibile 6-7 6-7 6-2 6-1 7-6.

Abbiamo citato in apertura le due annate in cui ad alimentare questa statistica è stato Djokovic. Ma manca il riferimento più recente, avvenuto proprio qui a Torino del 2021. Protagonista di nuovo Alexander Zverev, unico insieme a Sampras ad aver vinto più di una volta le ATP Finals battendo in finale un avversario che lo aveva sconfitto nel round robin. Il malcapitato del caso è Daniil Medvedev, prima vincente 6-3 6-7 7-6 sul tedesco, per poi subire una netta sconfitta, 6-4 6-4, in finale. Undici casi storici, nomi che si sono iscritti nella leggenda del tennis anche grazie ad imprese di questo genere. Undici vittorie (e undici sconfitte) che sono statistica, non abbastanza per mettere una pulce nell’orecchio a Sinner, che dovrà sfruttare la vittoria di martedì per scendere in campo con la consapevolezza che può giocarsela alla pari contro il n.1 al mondo.

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