Coppa Davis, Draper: “La pressione l’ho sentita, ma so che quando impari a gestirla puoi diventare un top player”

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Coppa Davis, Draper: “La pressione l’ho sentita, ma so che quando impari a gestirla puoi diventare un top player”

“Kecmanovic? Il suo miglior tennis è da top 10. Oggi è stato più solido di me, soprattutto al servizio” – le parole di Jack Draper in conferenza stampa dopo la sconfitta nel primo tie contro il tennista serbo

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Non è riuscito a confermare il pronostico l’inglese Jack Draper nel primo tie dell’ultimo quarto di finale in programma di queste Finals di Coppa Davis. Il britannico si è dovuto arrendere con un doppio tie-break in poco più di due ore di gioco al serbo Miomir Kecmanovic, sfavorito sulla carta ma sempre pericoloso se in buona forma. Con ciò il tennista serbo ha spianato la strada al numero 1 del mondo Novak Djokovic, che con il ruolo di netto favorito dovrà accaparrarsi il punto decisivo contro Cameron Norrie per poi poter raggiungere l’Italia alle semifinali, dopo che la nazionale azzurra sempre nella giornata di oggi è uscita vittoriosa al doppio decisivo contro l’Olanda. Ma tornando al recente finalista di Sofia, andiamo a vedere da più vicino le sue parole in conferenza stampa dopo la sua sconfitta.

D: Da fuori oggi è sembrato proprio che non riuscissi a performare bene nei game in risposta. Qual è stato il problema?

Draper: “Non so quale sia stata la sua percentuale odierna al servizio, ma penso proprio che i numeri siano alti (82% e 71% di punti vinti con prima e seconda da parte del serbo, ndr). Non ho certamente risposto incredibilmente oggi, ma quando sono riuscito a farlo lui è sempre stato abile nel comandare il punto in ogni caso. È stato decisamente meglio di me oggi sotto questo aspetto, sicuramente”.

D: Tutti sono rimasti sorpresi quando hanno visto il nome di Kecmanovic nel programma di gioco. Te lo sei stato? La tua preparazione pre-match quanto ha insistito sull’adattamento del tuo gioco sui possibili tre avversari?

Draper: “Non proprio, io e il team l’avevamo messo in considerazione Kecmanovic, anche se so che bene o male tutti avrebbero scommesso che sarebbe entrato in campo Djere. Io invece pensavo che Miomir (Kecmanovic, ndr) avrebbe potuto benissimo giocare, perché tutti siamo a conoscenza che il suo tennis possa raggiungere ottimi livelli. Quest’anno l’ho battuto a Lione, ma ho dovuto disputare un match veramente molto solido per avere la meglio. A volte il suo tennis penso che sia da primi 10 al mondo: sbaglia poco, la velocità di palla è alta con tutti i fondamentali e nel completo è un giocatore veramente compatto. Sono dell’avviso che debba trovare una stagione in cui riesca a tenere un ottimo livello per tutto l’arco dell’anno, perché appunto quando è in fiducia è veramente tosto da battere”.

D: Come hai trovato l’atmosfera? Diversa da Manchester? Da questo match, poi, hai imparato qualcosa?

Draper: “Qui è un po’ più rumoroso che a Manchester. I serbi sono piuttosto fragorosi, ma anche noi disponiamo di un’ottima tifoseria. Io comunque sono concentrato a giocare il mio match, ma resta il fatto che il valore di una sfida così, per me che sono un ragazzo giovane, è di inestimabile prestigio. Inoltre, è difficile entrare in campo sapendo che Cameron (Norrie, ndr) deve sfidare Djokovic a seguire. Di conseguenza, il mio incontro finisce quasi per essere un match da vincere quasi obbligatoriamente. Poi andrò a supportare Cam, ma rimane il fatto che entrare in campo con questa consapevolezza non è affatto semplice. Questo, però, è il genere di pressione che devo iniziare a conoscere e metabolizzare sempre meglio se vorrò diventare un top player”.

D: Oggi hai utilizzato più volte la palla corta. Come l’hai introdotta nel tuo repertorio? È importante per te sapere di poter giocare questi colpi anche sotto pressione?

Draper: “Non è che sia andata proprio bene oggi con le palle corte a dire il vero. Spesso sono state molto deludenti se devo proprio essere sincero, ma a volte mi sono riuscite bene nelle ultime settimane in cui ho giocato. Performare nel modo corretto, poi, è una cosa che mi è risultata molto difficile l’anno scorso, perché in molte situazioni in cui ero contro giocatori molto buoni non sono stato abbastanza coraggioso quando dovevo esserlo e non ho utilizzato la mia velocità di palla per indirizzare l’incontro secondo i miei dettami. Da questa stagione, invece, sento che c’è stato un cambiamento. Almeno, nelle ultime settimane di questa mia stagione e penso anche oggi. Continuando su questa scia so che posso solo migliorare e di conseguenza i risultati contro i top player arriveranno sicuramente col tempo. C’è solo da continuare a lavorare in questa direzione, ossia sull’aggressività in campo, perché d’altronde il tennis è verso questa strada che sta andando”.

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