Regalo di Ubitennis ai lettori: l’ultima newsletter stavolta l’apriamo a tutti

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Regalo di Ubitennis ai lettori: l’ultima newsletter stavolta l’apriamo a tutti

Ora sta a voi iscrivervi per riceverla tutti i venerdì come fanno oltre 7.000 appassionati che… se ne intendono, si informano e sorridono insieme al suo autore. L’ultimo warning 2023 e i 10 temi del 2024

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Pubblichiamo l’ultimo numero del 2023 della newsletter di Ubitennis, Warning, che quest’anno ha spedito 50 edizioni ad oltre 7400 appassionati. Potete iscrivervi di seguito, la newsletter arriva ogni venerdì. Una volta iscritti vi arriverà una mail di conferma.


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3×50
Ultimo Warning dell’anno, senza cliffhanger, che tanto la stagione è stata già rinnovata e in giro non è che ci sia molto meglio

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Questa notte torna il tennis, ammesso che consideriate tennis la United Cup, un torneo a squadre mezzo a inviti che si gioca un mese dopo la Coppa Davis ma nella quale le nazioni schierano le riserve, gente quasi presa a caso nei circoli tennis, con capitani di fortuna e che in Italia si vede su Super Tennis TV. Non stiamo esagerando, ne facendo gli snob. Per noi questo sport ha senso solo se si gioca seriamente, non se si gioca sorridendo con gli amici nel proprio angolo. Tutti i tentativi di rendere questo sport più spettacolare e attrattivo puntualmente non raggiungono i risultati sperati. Questo è uno sport nel quale serve il dramma, la serietà, le partite devono essere dei duelli con un morto figurato, credendo che si stia giocando per la vita, “survived” dicono gli inglesi quando si supera il turno. Ecco, per noi questo è il tennis, il doppio misto lo lasciamo al circolo sotto Natale.

Quindi, se pazientate un altro paio di giorni, è meglio seguire Brisbane, dove questa notte sono in campo Giannessi, Zeppieri e Gaio, impegnati nelle qualificazioni. C’è anche Thiem a giocarle. Con Brisbane (ATP e WTA) e la United Cup inizia la stagione 2024, che vedrà Sky grande protagonista con i 1000, i 500 e i 250. E Supertennis? Be’, trasmetterà la United Cup che potrete seguire a botte di “incredibile” e “pazzesco”, poi se Sky non subappalterà i tornei minori alla tv tennistica di stato allora molti telecronisti cominceranno a disegnare tramonti e spiagge sui loro taccuini, calcolando le statistiche su quanto impiegano i loro figli a raggiungere le scuole mentre sono sulla panchina al parco ricordando l’anniversario di quando commentavano il WTA 250 di Rivisondoli dicendo ai nonni di collegarsi per aumentare lo share.

Sono 18 le squadre che si contenderanno il titolo della United Cup, sono divise in sei gironi da tre. L’Italia sfiderà questa notte la Germania di Zverev e Kerber, due panzer contro i quali schiereremo Sonego e Paolini, Evander Holyfield contro Patrizio Oliva in pratica. L’altro match lo giocheremo contro la Francia. Dei giocatori forti c’è Djokovic, ma lui lo sapete: per la Serbia giocherebbe anche il torneo di tresette a chiamare. C’è Tsitsipas, che ha detto di desiderare per il 2024 una medaglia per la Grecia, alle Olimpiadi, per gli Slam c’è tutta la vita davanti immaginiamo. Ci sono anche Hurkacz e Fritz. Nel femminile c’è Iga Swiatek, ma anche Pegula, Sakkari e Vondrousova. Si gioca per soldi e per punti ATP. Anche per il prestigio ovviamente. Strano che non ci siano tutti i migliori, non capiamo francamente il perché.

Noi non vediamo una partita di tennis dalla semifinale di Coppa Davis, Djokovic contro Sinner, ma siamo praticamente pronti a tornare a vedere partite. Ma prima di farlo abbandoniamoci al bilancio di questa annata. Siamo andati a rileggere il primo numero di Warning del 2023, scrivemmo che per noi Berrettini avrebbe concluso l’anno come italiano più forte. Ebbene, da lunedì 8 gennaio Matteo Berrettini uscirà dalla top 100, quando si dice la competenza. Che non è prevedere il futuro, lo ricordiamo. Le rogne che ha avuto Matteo quest’anno sono state tante e diverse, e pure quando ha trovato il coraggio di lasciare la strada vecchia per intraprendere un percorso diverso con un altro coach è arrivato un nuovo infortunio. Ma d’altronde questo è un ragazzone che ci ha messo tempo ad arrivare in alto, è stato più di cinque anni di fila in top 100 e ora lo attende un anno a giocare qualificazioni dei tornei grandi, combattendo contro altri assetati di punti ATP. Con la consapevolezza però che Berrettini non appartiene a quel livello, ma quando ci sei, in quel livello, a questa cosa non bisogna pensare mai. Niente è dovuto nel tennis, il passato, il punto precedente come il best ranking, va dimenticato quando sei in campo pronto per giocare lo scambio.

Noi abbiamo fiducia in Berrettini, è ancora l’italiano con il miglior risultato negli Slam degli ultimi decenni. Poi certo, il 2023 ha detto che è Sinner l’italiano più forte, nel ranking ha già superato Berrettini ed eguagliato Panatta. Nessuno lo aveva mai visto giocare così bene come nel finale di questa stagione, però sempre al meglio dei tre set. Si, certo, la ricordiamo anche noi la semifinale di Wimbledon ma ricordiamo anche Cerundolo, Schwartzman, Halys, Galan, Safiullin, gente che non andreste a vedere gratis neanche nell’ITF di Pescasseroli se solo esistesse e voi abitaste là vicino.

Detto ciò pare che Djokovic e Alcaraz abbiano giocato una finale di una qualche coppa in Arabia Saudita, interessante come vedere Ibanez guidare la difesa dell’Al-Ahli contro l’Al-Nassr. Toccherà pure a noi vedere i tornei in Arabia Saudita, quelli importanti diciamo, in un prossimo futuro, salvo che Gaudenzi riesca ad arginare in qualche maniera questa specie di colpo di stato che gli Slam stanno portando avanti per creare il super Tour. Ma finché non ci sono i punti ATP no grazie, “‘sta roba ve la guardate voi”.

(citazione di un nostro vecchio vicino di Curva Sud, anni ‘90, che ogni volta che entrava in campo Gianni Guigou abbandonava lo stadio. Una volta se ne andò al trentacinquesimo del primo tempo).


Che anno è stato il 2023

Sinner si infortuna subito giocando contro Korda e poi perde a Melbourne contro Tsitsipas, che inizia l’anno molto bene ma poi si arrende a una delle migliori annate di sempre di Novak Djokovic. Il serbo si riposa a febbraio mentre Sinner gioca molto bene, vince a Montpellier ma poi perde in finale a Rotterdam contro Medvedev. Intanto torna a giocare Alcaraz, che ha saltato il primo Slam dell’anno, vince a Buenos Aires e poi perde la finale di Rio de Janeiro contro Cameron Norrie, che ha giocato bene una sola settimana in tutto il 2023, quella. Medvedev intanto è il giocatore da battere, anche perché Djokovic non può giocare i tornei americani. Il russo vince in Europa e poi vince anche a Miami, battendo facilmente Sinner. Intanto Alcaraz è entrato in forma e vince a Indian Wells. A Estoril, sulla terra battuta e quasi a metà stagione, si rivede Casper Ruud, che vince un torneo dopo un inizio anno pessimo. Sulla terra battuta domina Alcaraz, che vince a Barcellona e Madrid, i tornei più importanti, poi a Roma si riposa e così vince addirittura Medvedev, battendo Tsitsipas e poi Rune. Sinner delude, più che altro ha giocato bene a Monte Carlo ma si è fatto fregare come un polletto dai giochetti di Rune, che poi è riuscito dopo tutta quella fatica a perdere una finale già vinta contro Rublev, che finalmente riesce a vincere il suo primo 1000 a 26 anni. Però Sinner a 22 è un fallito per molti perché ancora non ci è riuscito. E Rublev è in top 10 praticamente da sempre. C’è il secondo Slam, Parigi, c’è Djokovic e non Nadal, quindi roba serba. Novak domina e arriva a Wimbledon da favorito. Alcaraz pure però, lo spagnolo vince il Queen’s, dove nessuno vince per caso, neanche Berrettini, pensate, ed ecco che nella partita dell’anno si sfidano proprio i due migliori tennisti del 2023. Alcaraz vince compiendo un’impresa, secondo slam battendo Djokovic in finale a Wimbledon, non Ruud a New York. Capite bene la differenza. In attesa dell’America, dove potrà tornare a giocare Djokovic, in Europa vincono i comprimari, i campioni si riposano. Tsitsipas vince un torneino, ma giusto perché in finale c’è de Minaur, che poi fa vincere anche il primo 1000 a Sinner, così l’altoatesino respira un pochino dalle incessanti critiche sulle sue qualità. A Cincinnati in finale giocano Djokovic e Alcaraz, la partita è spettacolare, vince il serbo. Djokovic è in super forma, vince anche a New York: è lo Slam numero 24, terzo su quattro giocati nell’anno, a 36 anni. No ma parlate ancora del Goat, prego. Si torna a giocare a tennis in Cina, che a Peng Shuai vogliamo bene ma senza soldi non si canta messa, Sinner torna in forma splendida. Vive 40 giorni nei quali batte Medvedev per la prima volta, poi lo batte ancora, Jannik vince il torneo a Pechino, poi vince pure a Vienna mentre Hurkacz vince il 1000 di Shanghai, ovviamente Djokovic vince un altro 1000, quello di Parigi Bercy prendendosi pure la rivincita su Rune, che l’aveva battuto nel 2022 proprio in quel torneo. Sinner è in forma strepitosa, ma alle Finals vince il tennista più forte, che poi lascia la Coppa Davis all’Italia perché si distrae un paio di minuti, quando gioca male tre matchpoint consecutivi proprio contro Sinner a Malaga, così l’Italia può festeggiare come se avesse vinto il mondiale di calcio quando in realtà abbiamo vinto la Nations League. Questo è stato il 2023.

Djokovic ha dimostrato di essere molto più forte di tutti gli altri, ma molto più forte. Sinner è migliorato tantissimo ma per ora solo al meglio dei tre set, Medvedev si è esaurito a metà stagione, meglio di Tsitsipas che è durato un mese. Zverev è tornato a giocare bene dopo l’infortunio ma si è accontentato di qualche risultato di poco conto, distratto dalle donne, quelle che mena e quelle che bacia. Delle volte sono le stesse. Rublev ha vinto finalmente un 1000, Rune ha cambiato dodici allenatori e ha deluso molto, ma è un anno che gioca; Ruud si è perso definitivamente, ma nei due anni precedenti aveva consumato le energie mentali di 10 tennisti insieme per arrivare ad un match dal numero uno ATP. Dei tanti giovani che abbiamo imparato a conoscere solo Ben Shelton è quello che ha dato l’impressione di bruciare le tappe, ha raggiunto la semifinale Slam molto prima di Sinner, per dire, che ha impiegato tre anni buoni di Tour per farcela. Per l’americano era il primo. Altri giovani arriveranno, per ricambio generazionale ovviamente, ma nessuno sembra essere meglio di Shelton. Insomma un 2023 nel quale Sinner è progredito molto, Alcaraz però ancora una volta ha bruciato le tappe rispetto al suo rivale presente e futuro. E poi Djokovic, quello del 2023 è ancora più forte e completo tecnicamente di quello del 2011 e del 2015. Per i numeri è il più forte di sempre.

(per il tennis femminile ci pare più elegante soprassedere sulla mediocrità del circuito WTA; non è un buon momento per il tennis femminile, mancano campionesse affidabili, gente che giochi bene a tennis – Ash dove sei – e che sia capace di appassionare, creare rivalità interessanti e dire pure qualcosa di interessante, ogni tanto. No, non ci basta vedere un rovescio in back ogni tanto, sorry)


10 cose da seguire nel 2024

  • Quali saranno i tennisti che si toglieranno di mezzo?
    Pensiamo che per Andy Murray sia arrivata l’ora di dire basta, il suo 2023 è stato molto deludente. Un pochino meglio Wawrinka però con un anno di più sulle gambe cosa potrà fare di più che qualche buon partita o qualche buon torneo? Loro si divertono, così dicono, ma c’è anche da considerare che non hanno fatto altro nella vita che prendere aerei, fare check-in in hotel e poi allenarsi. Ci sarebbe la famiglia, ma Wawrinka è uno che ha abbandonato la figlia per giocare a tennis, almeno Murray è riuscito a vincere Slam tenendosela sempre stretta.
  • Cosa potrà combinare Dimitrov?
    Grisha è uno che non ha vinto granché a parte le ATP Finals e un 1000 e sappiamo tutti perché. Però è stato sempre il tennista che tutti i fan andavano a cercare nei campi dei tornei, delizia per gli occhi, croce per i risultati (ma se questo sport premiasse di più chi gioca bene allora anche noi saremmo in seconda categoria invece che terza). Quest’anno, a tratti, si è visto un grande Dimitrov, a Bercy avrebbe meritato il titolo ma purtroppo Djokovic era di turno. Il finale di carriera di un giocatore che è consapevole di aver dato già il meglio di sé può essere anche più appagante delle volte, perché si gioca con il cuore più leggero e la testa più sgombra, meglio quindi. Non sarebbe strano vedere Grigor essere protagonista di un exploit. Vedere, vabbé: sperare.
  • Invece Ben Shelton?
    Primo anno vero di Tour, primo titolo 500, una semifinale Slam e la top 20 comoda. Ha un anno meno di Sinner ma sembra imparare più in fretta, i risultati sono arrivati subito, forse merito della personalità spiccata. Come tutti giovani, deve imparare ancora tante cose, in campo e fuori, e inevitabilmente migliorerà. Però è uno che potrebbe vincere un 1000 e non ci sarebbe niente da dire. Ma pure fare un’annata deludente.
  • Zverev, Tsitsipas e Rublev vinceranno qualcosa di grande?
    No.
  • Medvedev riuscirà a vincere uno Slam?
    E cioè: riuscirà a vincere gli US Open? In Australia ha perso due finali, una nettamente contro Djokovic e una al quinto contro Nadal, questa molto malamente. Però è in USA che Danilo ha dimostrato di essere il più forte. Nel 2023 ha vinto molto, ma niente di eclatante a parte il torneo di Roma e Miami, ha perso posizioni nel ranking, e nel finale di stagione è sembrato andargli bene. Il 2024 dirà molto sulle ambizioni di questo russo.
  • Holger Rune che 2024 farà?
    Il 2023 è stato una delusione per il danese, che ha giocato decentemente solo sulla terra battuta europea. Poi ha perso sempre. Ha cambiato 27 coach, ora ha preso Becker, poi ha aggiunto Luthi. E nel suo box ci sarà sempre la madre. A noi sembra che abbia una naturale predisposizione per incasinarsi la vita tennistica, ma magari lui prospera nell’entropia, il carattere quello è, così almeno ci pare di aver capito. Tennisticamente c’è poco da dire, deve solo fare risultato.
  • Alcaraz vincerà il terzo slam in tre anni?
    Non vincesse uno Slam nel 2024, potremmo dirci delusi da Alcaraz? Beh, vediamo. Nel 2023 non ha giocato in Australia, a Parigi è stato bloccato dalla tensione, a Londra ha vinto e a New York ha perso malino contro Medvedev. Sul fatto che arrivi in fondo nei tornei che contano non ci sono dubbi, le stimmate del fuoriclasse quelle sono, però Carlos dà ancora l’impressione di dover trovare un equilibrio che duri più di qualche settimana di fila. Quindi lo vincerà? Boh.
  • Sinner vincerà il primo?
    Se Alcaraz è chiamato a vincere il terzo immaginate l’ansia di Sinner, che deve vincere il primo Slam della sua carriera dopo aver battuto Djokovic e Medvedev a fine 2023, però al meglio dei tre set. Così poi i giornalisti lasceranno in pace Panatta, Pietrangeli dirà che lui ha vinto più di Jannik (a meno che Sinner non faccia già doppietta nel 2024) e poi Binaghi dirà che il merito di tutto ciò è della Federazione che ha sempre investito nelle strutture dell’Alto Adige oltre che organizzare le prequali degli Internazionali d’Italia. Insomma Jannik, forse è meglio non vincerlo questo Slam, poi però vedi tu.
  • Djokovic sarà oro olimpico?
    Per giocare le Olimpiadi del 2020 forse Novak ci ha rimesso il Grande Slam. Vediamo quanto sarà disposto a sacrificare della sua stagione per arrivare fresco mentalmente a Parigi 2024, specie dopo aver giocato già il Roland Garros, lo Slam per lui più difficile da vincere. Vincerlo due volte di fila, giocando a luglio sul rosso, forse è troppo pure per lui. Ma poi, per noi tutta questa frenesia di vincere l’oro olimpico nel tennis è ingiustificata. Il tennis non c’entra niente con le Olimpiadi. Come il calcio. Ricordiamo che Massu e Rosset sono entrambi medaglia d’oro.
  • Che fine farà Rafael Nadal?
    Questo non solo torna a giocare, con il carattere e la tigna che ha è capace che vince pure qualche torneo, magari anche un altro Roland Garros così poi rimane ancora in giro e noi veniamo assaliti dalla disperazione. Per carità, i suoi fan saranno felici, ma vorremmo essere ancora vivi quando Nadal avrà smesso di giocare a tennis. Djokovic pure eh. Eppure c’è qualche disagiato a cui mancano proprio le finali Slam di questi due, ore e ore di interminabili palleggi, partite di cinque o sei ore, di cui due ore buone di rimbalzi di pallina prima del servizio, mezz’ora buona di sistemazione di slip vari e un buon 40, 45 minuti di un Workshop intitolato “Logistica delle bottiglie sui campi da tennis: disposizione e orientamento verso la costellazione di Orione rispetto all’emisfero nel quale si gioca il torneo”. Dio non ci voglia ancora testimoni di una roba del genere.

Come avete visto mancano molte risposte. Ma noi non siamo maghi, anche se un paio di settimane fa, ad una serata di stand-up comedy dei poveri a Roma, abbiamo conosciuto uno che ha detto che faceva il mago. Quando gli abbiamo chiesto dove si esibisse, lui ha detto “per ora alle feste dei bambini”. Per ora noi ci accontentiamo di fare le domande giuste, per le risposte serve un mago. Vero.


La migliore cena di Natale del 2023

Non siamo grandi fan (eufemismo) dei podcast, ascoltare l’heavy metal ci dà molta più soddisfazione. Menchemeno siamo fan di chi si mette a commentare il tennis sui social per un’ora e mezza per pagarsi un aperitivo, se gli va bene. Peggio stanno messi gli ascoltatori, perché sprecano tempo che si può impiegare in mille modi migliori; ad esempio Mubi ora ha in cartellone una retrospettiva di Kaurismaki e ogni film del maestro finlandese dura proprio un’ora e mezza circa. Però, se mettete intorno ad un tavolo Benoit Paire, Casper Ruud e Sascha Bublik e ogni tanto versate del vino, noi sì che non ci perdiamo questo spettacolo.

La cena di Natale più bella del 2023 dice molto dei tennisti professionisti, delle loro difficoltà, abitudini, peculiarità. E ci aiuta a comprendere meglio personaggi come Paire e Bublik, specie quando si confrontano con un top player come Ruud, arrivato a un paio di set dall’essere numero uno del mondo. A Casper, i due chiedono come fa a essere così stabile, specie il giorno dopo che si è vinto un torneo. “Dopo una vittoria mi concedo 24 ore di festeggiamento e poi è di nuovo back to business” dice Casper. “Sì ma cosa significa per te festeggiare?” chiede Paire. “Una buona colazione, mi prendo dei pancakes, una buona cena”. “Quindi di solito tu non mangi i pancakes?” chiede Bublik ridendo, con Paire che dà di gomito al compare. Sublime.

Ci sono perle bellissime, ma le parti migliori sono quelle di Ruud che guarda basito Paire e Bublik mentre raccontano le loro fragilità cercando rifugio nel vino, con Benoit che ha ormai capito che difficilmente tornerà quello di una volta e allora si gode la vita cercando di galleggiare nel Tour. Il francese racconta di quanto è per lui difficile essere fidanzato e giocare a tennis, Sascha invece ha già in testa il finale della sua carriera. Casper pensa più che altro a mangiare (a bocca aperta, purtroppo), sembra proprio il soggetto ideale di una presa in giro collettiva, ma è buono di cuore, è uno di quelli che non veniva mai invitato alle feste, è un po’ a disagio in un posto senza righe a dargli i riferimenti per la posizione. Ci sono momenti di grande ilarità, quando ad esempio Bublik immagina di fronteggiare Zapata Miralles (“Check the factsheet man!”), oppure di quando racconta di aver abbandonato il campo a Monte Carlo contro Carreno a metà terzo set perché gliel’aveva promesso in caso di break subito. Ci sono molti aneddoti, la cena è divertente, ha un buon ritmo, e consente di imparare TANTE cose sulla vita dei tennisti professionisti, che cambia tantissimo se si è tra i primi dieci, come Ruud, fra i primi 50 come Bublik o se si è caduti in disgrazia come Paire.

Guardate il video, anche perché è la cosa migliore fatta dall’UTS, altro che Break Point, di cui abbiamo visto il trailer della nuova stagione, allettante anche più della prima, che abbiamo abbandonato dopo tre puntate. Noi intanto speriamo in Zapata Miralles – Bublik nel 2024, se dio vorrà.

Qui una parziale trascrizione della cena.


Foto della settimana

Amiamo J. J. Wolf in versione country, meno in versione spiaggia. Meno male che a breve si rivestirà da tennista.

Altre cosucce


👀 Cambia il sistema di punteggio dei tornei, che premierà – pensate un po’ – i più forti. Obiettivo dell’ATP è fare in modo di creare una top 100 praticamente inscalfibile, più riconoscibile e vendibile quindi, ci saranno infatti meno punti per chi perde presto nei tornei ATP e Challenger e di più per chi arriva in fondo (650 per il finalista 1000 da 600, 1300 per il finalista Slam da 1200). Andrà peggio per chi già annaspa, grande classico del capitalismo.

💙 Federer ha fatto anche cose buone: ha aiutato due milioni e mezzo di bambini con la sua Fondazione.

😍 Nadal tornerà in campo per il suo match ufficiale già nel 2023 (vabbè, ultima cazzata dell’anno, scusateci).


Disegno a matita di Don Chisciotte

“Chi si sta allenando con Nadal rimane impressionato dal livello già raggiunto. La cosa non mi stupisce: lui non torna per fare passerella. Se ha deciso di rientrare è perché sente di poter vincere ancora uno Slam. Tante volte lo hanno dato per finito, esattamente come hanno fatto con me, ma si sbagliavano. Dobbiamo aspettarci grandi cose da lui nel 2024”

— Novak Djokovic


3×50 ✅
Ultimo ringraziamento dell’anno per tutti i lettori, tanti, grazie anche a tutti quelli che mi hanno scritto email, compresi i mitomani che scrivono poesie o fanno domande alle quali abbiamo risposto molte volte. Va bene qualsiasi cosa perché qui si predica l’umiltà, c’è gente che pensa di essere capace giusto perché scrive qualcosa da qualche parte, ma qui no. Warning è un bel progetto, cresciuto bene, che conta 7400 iscritti e che ha un tasso di apertura quasi del 50%. So bene che Warning potrebbe essere migliore, forse più professionale, ma per me può esistere solo in questa maniera, perché deve rispecchiare il mio essere imperfetto, minimale, romantico ed essenziale. Come insegna il maestro finlandese Ari.

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