Australian Open, coach Furlan frena l'entusiasmo: "È un'occasione per Jasmine ma anche per le altre"

Australian Open

Australian Open, coach Furlan frena l’entusiasmo: “È un’occasione per Jasmine ma anche per le altre”

Chiacchierata in libertà con Renzo Furlan, allenatore di Jasmine Paolini. Il lavoro fatto, il lavoro da fare e gli obiettivi per la stagione in corso

Pubblicato

il

Renzo Furlan - Indian Wells 2022 (foto Ubitennis)
 

Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna”, disse un vecchio proverbio. Probabilmente però è anche vero il contrario, e sicuramente è vero anche per la n. 1 italiana Jasmine Paolini, per la prima volta agli ottavi di finale in uno Slam qui all’Australian Open 2024.

Nel giorno seguente la vittoria di terzo turno contr la russa Blinkova incontriamo Renzo Furlan, l’allenatore di Jasmine, nell’elegante ristorante giocatori di Melbourne Park mentre è intento a mangiare una prugna. Furlan è il coach a tempo pieno della tennista toscana dal 2020, dopo la fine del suo contratto con la Federazione serba. A quel tempo Paolini aveva 24 anni ed era a malapena dentro le prime 100 del mondo, quindi Furlan si prese un notevole rischio credendo nelle doti di Jasmine, e per il momento i risultati gli stanno dando ragione.

Quando Furlan ci vede arrivare per l’intervista che avevamo concordato mette via la prugna e ci dedica la sua completa attenzione.

Innanzitutto complimenti per il risultato. Era tanto tempo che si provava ad andare oltre il secondo turno, ora si è arrivati addirittura oltre il terzo? Era un risultato che vi aspettavate?

Beh, siamo arrivati qui come teste di serie, quindi il potenziale c’era, anche se negli Slam non si sa mai. Negli ultimi sei Slam, Jasmine è sempre stata sorteggiata con una testa di serie: due volte Kvitova a Wimbledon, Ostapenko allo US Open quando poi ha fatto quarti, l’anno prima Swiatek che poi ha vinto il torneo… Quindi il primo obiettivo era quello di arrivare qui da testa di serie, poi qui c’è stato un sorteggio un po’ più favorevole al primo turno, una bella rivincita con Maria al secondo, poi son saltate due teste di serie importanti e siamo qui. Avanti di giorno in giorno dando il massimo.

E adesso c’è un’occasione?

Però è un’occasione anche per le altre, quindi forse non è corretto chiamarla così. C’è una sezione di tabellone nella quale sono saltate Rybakina e Kasatkina, ma se Kalinskaya è arrivata lì è perché sta giocando bene, quindi bisogna giocare al meglio e provare a portare a casa il match.

Jasmine ha detto che lei non guarda mai il tabellone, non sapeva che avrebbe giocato con Kalinskaya prima della vittoria con Blinkova.

Neanche io, noi non guardiamo mai il tabellone, andiamo sempre turno per turno. Siamo abituati così, e poi quando si guarda il tabellone è come se si andasse un po’ avanti con la testa, e noi dobbiamo stare nel presente.

Però mi ha molto sorpreso che lei stesse guardando il match tra Stephens e Kalinskaya senza sapere che la vincente sarebbe stata l’avversaria eventuale nel caso di vittoria contro Blinkova.

Eh sì, non lo sapevo nemmeno io, stavamo guardando perché dovevamo scendere in campo dopo, ma non lo sapevamo. È stata una circostanza molto singolare.

Ho chiesto a Jasmine una valutazione della sua programmazione nella seconda metà del 2023, una programmazione molto lunga che l’ha portata a rimanere tre mesi lontana da casa, da agosto a ottobre, dagli Stati Uniti alla Cina e poi di ritorno in Italia passando per l’Africa. A posteriori, credi che sia stata la scelta giusta? Pensate di rifarla?

Lo scorso anno c’era una situazione di classifica e di calendario molto particolare: la Cina è stata inserita a metà anno, e bisognava andarci. E Jasmine era arrivata a metà anno con in classifica tutti primi turni nei Masters 1000, e quelli sono risultati che non possono essere scartati. San Diego e Guadalajara rappresentavano una buona occasione per fare punti in un 500 e in un 1000, anche se avrebbero richiesto un programma un po’ lungo e un po’ dispendioso. Quindi la scelta è stata fatta in quest’ottica.

Inoltre, Jasmine è una giocatrice che riesce ad andare in confidenza più sta nel torneo e più vince partite. Però bisognava gestire la situazione nella migliore maniera possibile, tanto che in quell’ultima parte dell’anno ci siamo portati dietro il preparatore atletico. Con il senno di poi è stata una programmazione estremamente lunga, ma ha dato anche tanti frutti, dato che c’erano parecchi punti in scadenza a fine anno e non solo sono stati difesi ma sono stati aumentati. Però non credo che si ripeterà, perché la sono state necessarie scelte anche pesanti.

Adesso con un ranking provvisorio intorno al 24° posto, che obiettivi vi ponete per il resto della stagione?

Il programma da fare al momento è abbastanza chiaro: dopo l’Australia andremo in Medio Oriente con Doha, Dubai e Abu Dhabi, poi Indian Wells e Miami in America, e poi, non essendoci la BJK Cup con l’Italia già qualificata per le Finali, sulla terra faremo Stoccarda, Madrid, Roma e Parigi.

Però non ci concentriamo su quali risultati ottenere nei singoli tornei, ci concentriamo sempre sul come preparare gli eventi, cosa limare nel gioco e cosa implementare.

Hai brevemente toccato la BJK Cup. Quello che è successo lo scorso anno a Siviglia è stato molto particolare, con un risultato probabilmente inatteso ottenuto in un momento personale molto difficile per la capitana Tathiana Garbin. Tu che hai potuto osservare dall’esterno quello che è successo, come credi che quegli eventi abbiano cambiato Jasmine dal punto di vista della maturazione personale?

In una competizione come quella si gioca non solo per vincere, ma si gioca per rappresentare la nazione. In quella specifica occasione ho visto un gruppo molto unito e molto stretto intorno alla capitana. Lei è stata incredibilmente brava e attenta a dare il meglio a queste ragazze, e le ragazze hanno capito quanto importante fosse vincere non solamente per loro ma anche per la loro capitana che aveva affrontato un percorso personale difficile nel mese precedente.

Ho visto un gruppo motivato e unito, ancora di più di quanto lo siano nei tornei individuali e si è vista una capitana che ha dimostrato una forza spaventosa, con un’efficienza incredibile per una persona appena reduce da un’operazione così importante.

Ma cosa è scattato in Jasmine che le ha fatto ottenere questi risultati?

Queste evoluzioni avvengono sempre in maniera graduale. Ci sono stati degli step nel corso degli ultimi anni che le hanno fatto capire che poteva giocare a questi livelli. Sicuramente c’è stato un lavoro tecnico molto importante che ha fatto si che lei slegasse la concezione del tennis dall’aspetto monodimensionale della velocità. Lei voleva sempre tirare forte, dritto per dritto, ma il tennis è più variegato di così. Abbiamo lavorato parecchio con la collaborazione di Danilo Pizzorno, che ci sta aiutando tantissimo, per migliorare questo aspetto e rendere Jasmine una giocatrice più completa, capace anche di difendersi e non solo di attaccare.

Poi c’è stato anche l’aspetto delle partite che si sono cominciate a vincere: nel 2021 si è vinto il primo WTA a Portoroz, qualche settimana aver giocato un bel match contro Azarenka allo US Open. Quel match le ha fatto capire che forse poteva giocarci con le avversarie forti. Poi a Indian Wells poco dopo batte Mertens, n. 12 del mondo che stava lottando per andare alle Finals, poi una semifinale a Courmayeur, i quarti a Linz dove se l’è giocata con Halep.

Poi è stato un lavoro di consolidamento di questo aspetto. L’anno scorso l’obiettivo era essere teste di serie negli Slam, e quel lavoro ci ha portati ad essere qui. Questo consolidamento fa si che lei abbia una base tecnico-tattica stabile, e abbia capito il modo di tirare fuori una performance e farlo con continuità.

Parlando sempre della settimana di BJK Cup di Siviglia, Jasmine ha detto “abbiamo tagliato i rami secchi”. Si possono tagliare i rami secchi anche nell’attività individuale oltre che nelle competizioni a squadre?

È un argomento di cui parliamo spesso con Jasmine, quello dei rami secchi. Io credo che oltre ad avere una strategia per raggiungere un obiettivo, bisogna però assicurarsi di liberare la strada dai rami secchi, quindi lavorare tanto, curare l’aspetto tecnico, curare l’aspetto tattico, lavorare dal punto di vista mentale con dei professionisti che hanno permesso a Jasmine di conoscere maggiormente se stessa.

Dal punto di vista tecnico, dove pensi ci sia stato il più grande miglioramento negli ultimi sei mesi?

Abbiamo lavorato molto sul servizio. L’obiettivo era di migliorare di un po’ la velocità e di molto la percentuale. Lei è una giocatrice che deve servire l’80% di palle in campo all’80% della velocità, quindi un servizio lavorato che le permetta di giocare di consistenza la prima toccata quando la palla torna indietro.

Inoltre si è lavorato molto nel modulare le rotazioni dalla parte del diritto, sia in difesa, sia nella palla in entrata e anche nella palla lunga. Ora è molto migliorata nella difesa dalla parte del diritto.

E a livello tattico si è lavorato per dare molto ordine, perché come si suol dire, “la potenza è nulla senza controllo”.

Qui Jasmine gioca il doppio insieme a Sara Errani. Ci ha detto che ci tiene molto, e che si diverte a giocare il doppio con Sara, la quale ci terrebbe molto a qualificarsi per quella che sarebbe la sua quinta Olimpiade in questa specialità. Tu come vedi l’inserimento del doppio nella programmazione, sapendo che a volte può anche interferire con i match in singolare?

Il fatto di giocare con Sara è straordinariamente importante per Jasmine, perché Sara è un’incredibile miniera di informazioni. Jasmine le sta accanto con grande entusiasmo e grande apertura mentale. Il doppio è una palestra utilissima per migliorare tantissimi aspetti: volée, servizio, risposta, posizione a rete, aggressività nello scambio, etc… per cui viene giocato con questa ottica.

La considerazione che il doppio potrebbe interferire nel singolare non viene mai fatta, perché è capitato in parecchie occasioni che si è dovuto giocare un match di doppio anche dopo una partita importante di singolare, e la prestazione non ne ha mai risentito. Non ho mai fatto calcoli di questo tipo, di saltare il doppio per concentrarci sul singolo, anche perché di solito portano una sfiga tremenda…

C’è un risultato da ottenere quest’anno per il quale firmeresti?

L’obiettivo primario è vincere un torneo e cercare di fare il meglio nei tornei dello Slam. Poi queste ragazze sentono anche Roma come appuntamento molto importante, oltre alla BJK Cup, quindi si possono considerare anche questi come obiettivi importanti. Noi ci focalizzeremo su questo.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement