Australian Open junior: il ragazzo che sussurrava alle racchette

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Australian Open junior: il ragazzo che sussurrava alle racchette

La spontaneità e il sorriso di Rei Sakamoto al debutto sul grande palcoscenico. Il ragazzo ora è chiamato a diventare un “big man”

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Rei Sakamoto - Australian Open 2024 (foto Eurosport)
 

Il seguito del video è presente sulla sezione dedicata all’Australian Open 2024 del sito di Intesa Sanpaolo, partner di Ubitennis.

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In un tennis sempre alla ricerca di nuovi personaggi freschi da dare in pasto ai fans e alla loro insaziabile fame di reels, la vittoria del giapponese Rei Sakamoto nel torneo juniores maschile dell’Australian Open deve aver fatto sorridere più di un executive dell’ATP. Il diciassettenne di Nagoya, attualmente n. 7 della classifica junior ITF, ha celebrato la sua vittoria con il gesto del samurai che, inginocchiato, estrae la spada.

Sono circa sei mesi che lo faccio – ha detto Sakamoto nella sua buffissima conferenza stampa – vuol dire samurai

Con una naturalezza pari alla sua ingenuità, Rei ha affrontato la sua prima conferenza stampa importante (o da “big man” come ha detto lui quando ha confermato che non farà più attività junior ma soltanto attività, appunto, da… big man) come un bambino che entra per la prima volta a Disneyworld, armato di un inglese piuttosto rudimentale (nonostante si alleni in Florida) che sicuramente migliorerà con i mesi passati “on the road” a giocare tornei per grandi.

Mentre il moderatore presentava il vincitore e faceva le prime domande di rito, Sakamoto si guardava intorno abbastanza smarrito, indossando l’akubra (il cappello tipico australiano, quello di Indiana Jones per intendersi) vinta due settimane fa al torneo junior di Traralgon  (Australia) che si era fatto dare sul campo prima della premiazione.

Alle domande introduttive del moderatore è seguito un imbarazzato silenzio durante il quale Sakamoto si è reso conto che forse le domande erano per lui, e quindi si è girato verso il moderatore stesso dicendo “sorry, what?”
A quel punto le domande gli sono state ripetute: “ci puoi parlare della partita e di cosa provi ad avere quel trofeo di fianco a te?

Sakamoto, dopo un attimo di riflessione ha detto di essere contento di aver vinto il torneo, e per quel che riguarda il trofeo… lo ha guardato, lo ha accarezzato, e ha detto: “Non sento nulla, perché il trofeo non è mio. Sono contento di aver vinto il torneo.”

In effetti il trofeo originale, così come capita anche per le coppe dei “grandi” rimane di proprietà di Tennis Australia con il nome del vincitore che viene solamente inciso sulla coppa. Il giocatore riceve poi una replica più piccola.

Ma il “Rei Show” non è finito lì: dopo aver spiegato il gesto celebrativo del samurai e la passione per l’akubra ha detto di non aver mai incontrato Naomi Osaka ma di aver palleggiato con Kei Nishikori, anche lui residente in Florida, e di aver tratto ispirazione dalle gesta tennistiche di entrambi.

E poi il momento clou. Alla domanda classica su come avesse iniziato a giocare a tennis ha risposto: “Avevo 10 anni, o forse 12, non ricordo. I miei genitori mi diedero una racchetta, e dal primo momento che l’ho presa in mano ho sentito di essere nato per giocare a tennis”. E facendo il gesto di prendere in mano la racchetta ha continuato: “Avete presente, prendi in mano la racchetta, e sentivo di poterci parlare. Tipo, una conversazione”.

Che dire,… speriamo che prima o poi la sua racchetta parli anche a noi raccontandoci dei suoi risultati. In bocca al lupo nel tennis dei “big man”, Rei, speriamo di vederci presto!

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