ATP Miami: Dimitrov e Marozsan danno spettacolo e si qualificano ai quarti di finale, eliminati Hurkacz e de Minaur

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ATP Miami: Dimitrov e Marozsan danno spettacolo e si qualificano ai quarti di finale, eliminati Hurkacz e de Minaur

Dimitrov si impone su Hurkacz al tie break decisivo in un match per palati fini, il talento purissimo di Marozsan sorprende de Minaur. Il bulgaro completa la sua personale collezione di quarti di finale nei Masters 1000, adesso affronterà Alcaraz

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Grigor Dimitrov - Parigi Bercy 2023 (foto Twitter @ATPTour_ES)
 

Il talento di Grigor Dimitrov e di Fabian Marozsan illumina la serata di Miami: Dimitrov elimina Hubert Hurkacz al termine di un match spettacolare durato quasi tre ore mentre Fabian Marozsan si impone su Alex de Minaur in una partita contrassegnata dalle montagne russe dei parziali. Il bulgaro nei quarti affronterà la testa di serie numero 1 Carlos Alcaraz mentre per Marozsan ci sarà il vincente della sfida tra Zverev e Khachanov.

[11] G. Dimitrov b. [8] H. Hurkacz 3-6 6-3 7-6(3)

Il match sulla carta più interessante, equilibrato e divertente degli ottavi di finale non ha deluso le aspettative: Grigor Dimitrov e Hubert Hurkacz hanno dato spettacolo per 2 ore e 42 minuti di gioco, mettendo in mostra doti da giocolieri e saggezza tattica. Si è imposto il bulgaro, per la quinta volta in altrettanti scontri diretti, in un finale piuttosto teso, in cui l’equilibrio è stato spezzato da un’invasione del polacco, che ha calpestato la rete sul 2 pari del tie break decisivo: la partita è di fatto terminata in quel momento perchè Hubi, travolto dal nervosismo, non è più riuscito a reagire. Dimitrov, che grazie a questa vittoria completa la collezione dei quarti di finale nei Masters 1000 (tra i giocatori in attività gli altri ad avercela fatta sono stati Nadal, Djokovic, Murray, Monfils, Cilic, Thiem, Tsitsipas e Zverev), ha vinto un match stupendo, mettendo a segno 46 vincenti (30 dei quali con il dritto) a fronte di 38 errori gratuiti. Anche Hurkacz, a testimonianza della qualità dell’incontro, ha chiuso con un saldo positivo tra vincenti e unforced errors (29 e 24): il polacco, dopo aver faticato a difendere i propri turni di servizio in apertura di match, aveva piazzato la zampata nell’ottavo game, breakkando all’improvviso e un po’ a sorpresa l’avversario alla prima occasione di tutta la partita, per poi chiudere il primo parziale con il punteggio di 6-3.

Nel secondo set il bulgaro, dopo aver annullato una pericolosissima palla break nel quinto gioco, strappava finalmente la battuta a Hurkacz grazie ad uno splendido passante in corsa di rovescio (5-2) prima di restituire all’avversario il 6-3 del primo set. Il terzo e decisivo parziale diventava un lungo e gustosissimo antipasto del tie break e i due protagonisti, tra i più talentuosi del circuito, sfoderavano tutto il loro nobile arsenale tecnico e tattico: smorzate, attacchi in controtempo, stop volley da leccarsi i baffi, grandi recuperi e scambi da copertina. Il gusto del pittino, la fantasia delle soluzioni più eleganti, la concretezza delle scelte giuste: questa è stata Hurkacz-Dimitrov, uno degli accoppiamenti più felici che il sorteggio di un tabellone possa regalare agli appassionati. I due continuavano a macinare tennis e perfino le giocate più ardite sembravano costruite e non casuali, parti integranti della ragnatela del gioco: un paio di palle break (una a testa) non erano sufficienti per spezzare l’equilibrio dell’incontro, che si concludeva inesorabilmente al tie break: Hurkacz recuperava subito uno svantaggio di 0-2 ma, sul 2 pari, arrivava l’episodio decisivo: il giudice di sedia Jimmy Pinoargote cancellava un recupero vincente del polacco, ravvisando un’invasione. Il replay confermava la (grande) chiamata dell’arbitro, ma Hurkacz, che quel replay non poteva vederlo, lanciava la racchetta a terra, perdendo per una volta il controllo dei nervi e della pazienza: “Non ho sentito la rete sotto il mio piede!”. E invece.

Da quel momento il tie break non era più un tie break ma una veloce agonia: il polacco continuava a ripensare al (presunto ma non vero) torto subito mentre per Dimitrov diventava improvvisamente sufficiente ributtare la palla dall’altra parte, in attesa di raccogliere tutta la frustrazione dell’avversario. Grisha, stremato dalla stanchezza, chiudeva il match vincendo quattro degli ultimi cinque punti (7-3) senza però godersi fino in fondo il successo, anche lui deluso da un finale anti-climatico e in netta controtendenza con una partita così bella e divertente. La stretta di mano tra due dei tennisti più corretti del circuito era in ogni caso affettuosa con Dimitrov che quasi si scusava per aver approfittato di un episodio piuttosto occasionale, valutato però- ricordiamolo ancora una volta- in maniera corretta dal giudice di sedia. Nei quarti di finale Grigor andrà a caccia dell’impresa con Carlos Alcaraz (3-1 i precedenti a favore dello spagnolo con Dimitrov che ha però vinto l’ultima sfida a Shanghai).

F. Marozsan b. [9] A. de Minaur 6-4 0-6 6-1

Le montagne russe di Miami premiano Fabian Marozsan (24 anni), che sconfigge la testa di serie numero 9 Alex de Minaur con il punteggio di 6-4 0-6 6-1 al termine di un match oggettivamente complesso da leggere e giudicare, un match di alti e bassi durato appena un’ora e 43 minuti. L’ungherese, al secondo quarto di finale 1000 della carriera dopo quello di Shanghai 2023, sconfigge il secondo top ten del suo torneo (dopo Rune) e si regala il best ranking di numero 38 del mondo. La partita era cominciata sui binari ordinati dei turni di battuta, prima di deragliare dal decimo game del primo set in poi: l’ungherese in quel momento piazzava infatti il primo break dell’incontro, mettendo in mostra tutta la fluidità del suo tennis. Marozsan, sull’onda dell’entusiasmo e dell’adrenalina, chiudeva il set (6-4) con una serie di conigli dal cilindro, compreso un attacco in chop di dritto vincente. Nel primo game del secondo set la luce ungherese si spegneva però all’improvviso, il talento abbandonava Marozsan e l’avversario ne approfittava, aprendo un parziale che si sarebbe chiuso solamente mezz’ora dopo. De Minaur dominava il secondo set con il punteggio di 6 giochi a zero, concedendo appena una manciata di punti al rivale, mettendo le basi per una rimonta a quel punto scontata.

Ma la sregolatezza di Marozsan lasciava nuovamente spazio al genio dell’ungherese, che all’inizio del terzo e decisivo set ritrovava improvvisamente energie e coraggio, ricomincando a mancinare tennis e geometrie. Dicono che le partite dei tennisti di talento siano contrassegnate da parziali, da momenti di onnipotenza e di depressione tecnica e, nel caso di Marozsan, dicono bene. De Minaur, per certi versi stupito dall’improvvisa reazione dell’avversario, si arrendeva in pochi minuti: un break nel quarto game (4-1 Marozsan), un break nel sesto (5-1) e l’ungherese poteva rapidamente festeggiare una delle vittorie più importanti della vita. De Minaur, colpevole di non aver azzannato la preda all’inizio del terzo set, veniva travolto dallo strapotere tecnico di Marozsan (con questa vittoria Fabian si porta 14-3 in carriera nei Masters 1000, 4-1 il suo record coi top 10), che dipingeva con facilità il campo grazie alla fluidità del suo tennis: un vero e proprio piacere per gli occhi. Il nuovo numero 38 del mondo nei quarti di finale affronterà il vincente della sfida tra Zverev e Khachanov.

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