Andy Murray: “Kyrgios non è un bad boy, tutti fanno degli errori”

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Andy Murray: “Kyrgios non è un bad boy, tutti fanno degli errori”

Nonostante le tre vittorie in altrettanti scontri diretti Andy Murray non sottovaluta Nick Kyrgios e si mostra molto comprensivo nei suoi confronti. Un’estate troppo dispendiosa? Nessun problema, tutta fiducia. Il rapporto con la neo-mamma Amelie Mauresmo? Tra un mese ne parleremo, ora mi affido a Jonas Bjorkman

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Essendo il n.3 del ranking ATP, pescare al primo turno di un tabellone Slam il n.37 è una sfortuna che ti vorresti risparmiare. Se poi il n.37 del mondo è uno sfrontato 22enne che vanta già successi si Rafa Nadal e Roger Federer ancora di più. Tuttavia Andy Murray, grazie alle tre nette vittorie su tre scontri diretti, le ultime due in questa stagione a Melbourne e Parigi, dovrebbe dormire sogni relativamente tranquilli contro l’irrequieto talento del tennis australiano Nick Kyrgios, al centro delle cronache tennistiche estive per le sue scabrose dichiarazioni in un match contro Stan Wawrinka. Il campione scozzese però non si fida del suo avversario ed quindi è intenzionato a mantenere alta la concentrazione.

“Ogni incontro è diverso dall’altro”, ha affermato il campione olimpico di Londra 2012, “Si può imparare da quelli precedenti e capire cos’ha funzionato e cosa no. Ma lui potrebbe scendere in campo e fare qualcosa di completamente diverso questa volta. E io devo essere pronto. È un giocatore imprevedibile e te lo devi aspettare quando lo affronti.”

“Ho giocato bene le ultime tre volte ma lui è un top player.” ha proseguito Murray, “Non è inserito tra le teste di serie ma sarà un giocatore di vertice nei prossimi anni. Gli piace giocare sui grandi palcoscenici. È dove ha giocato meglio in carriera. Nella scorsa stagione ha vinto uno o due match fuori dagli Slam. Quest’anno i suoi risultati sono stati altalenanti ma nei Major ha fatto quarti in Australia, ci ho giocato al terzo turni in Francia e a Wimbledon è andato vicino a raggiungere ancora i quarti. Si galvanizza nei grandi eventi.”

 

Il 28enne nativo di Dunblane non si limita a tessere le lodi del Kyrgios tennista ma, a contrario di molti suoi colleghi, non si accanisce sul Kyrgios uomo, commentando l’ormai celeberrimo commento proferito dallo scalmanato Aussie in Canada. “Non è questione di stare dalla sua parte o contro di lui” ha detto il vincitore di due prove del Grande Slam “È un ragazzo giovane e tutti facciamo errori. Tutti quelli che ne discutono oggi a 19 o 20 anni hanno commesso errori. Nel suo caso è successo di fronte a milioni di persone. Penso che abbia sbagliato ma anche che sia un ragazzo giovane e che ognuno maturi con i suoi tempi. Non siamo tutti uguali. Imparerà da questa situazione”.

“Non è un cattivo ragazzo” ha aggiunto Murray, “Ma proprio per nulla. È un talento incredibile con un grande potenziale. Sarà ai vertici di questo sport per un po’ di tempo. Credo che sia necessaria un po’ di pazienza quando si parla di Nick perché non è facile crescere sotto i riflettori.”

Andy viene da un’estate piuttosto stressante ma piena di soddisfazioni: la gioia per la vittoria in Coppa Davis contro la Francia, il tanto agognato trionfo in finale a Montreal su Nole e la buona semifinale a Cincinnati. “Sì, è stata un’estate impegnativa e ci sono aspetti positivi e negativi” ha ammesso il n.1 del Regno Unito, “Sono in fiducia, colpisco la palla bene. Ho disputato molti incontri quindi il mio corpo è abituato ai match, il che è buono, e ho anche giocato un paio di match molto lunghi nelle ultime due settimane e fisicamente è un’ottima preparazione per il torneo. È l’ultimo Major dell’anno e le prossime 3 o 4 settimane, compresa la Coppa Davis, saranno cruciali per me.” Murray però è riuscito a riposarsi prendendosi un “paio di giorni” dopo le fatiche in Ohio.

A New York naturalmente non ci sarà Amelie Mauresmo nel suo angolo, da poco diventata mamma. “Tornerà probabilmente a Parigi (Bercy) alla fine dell’anno.” ha dichiarato Murray, “Non abbiamo discusso ancora della sua permanenza. Per il momento aspettiamo e vediamo. Le cose sono cambiate per lei ed è una sua decisione. Ma ci siederemo tra un mese circa e ne discuteremo meglio”. A seguirlo, come nei precedenti appuntamenti negli USA, ci penserà lo svedese Jonas Bjorkman, semifinalista a Flushing Meadows nel 1997 in singolare e vincitore del torneo di doppio nel 2003. “Jonas sarà il mio coach qua e per il momento sta facendo un gran lavoro”.

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Laver Cup: trionfa il Team World con la vittoria in doppio di Tiafoe e Shelton

Il Resto del Mondo bissa il successo del 2022 imponendosi per 13-2. Un solo match vinto dall’Europa, con Ruud nella seconda giornata, e chiusura anticipata dei giochi nel Day 3

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John McEnroe e Ben Shelton, Vancouver - Laver Cup 2023 (Photo by Matthew Stockam/ Getty Images for Laver Cup)

Resto del Mondo b. Europa 13-2

Forte del 10-2 maturato al termine della seconda giornata, al Team World bastava una sola vittoria per mettere le mani sul titolo ed è stata portata dal doppio formato da Frances Tiafoe e Ben Shelton che si sono imposti su Andrey Rublev e Hubert Hurkacz per 7-6(4) 7-6(5) in oltre un’ora e mezza di tennis godibile.

Proibitivo il compito dell’Europa alla quale era richiesto un complicato quattro su quattro per ribaltare la situazione nel Day 3, quando ogni match vale tre punti. Oppure, in subordine, di non perdere il doppio iniziale, così da prolungare lo spettacolo. Invece, alla squadra capitanata da Bjorn Borg non è riuscito neanche il compito minimo perché Rublev e Hurkacz si sono arresi in due tie-break a Tiafoe e Shelton nella sfida che ha aperto il programma. Annullati quindi i tre singolari “potenzialmente” previsti, quelli con Ruud, Rublev e Hurkacz opposti rispettivamente a Fritz, Tiafoe e Auger-Aliassime, vanno in campo per un doppio gli alternate Eubanks/Raonic contro Fils/Davidovich Fokina. Un doppio che è un dead rubber – in italiano, incontro individuale inutile ai fini della vittoria dell’incontro fra le due squadre. Ma può davvero diventare “inutile” un match di un’esibizione ancorché ufficiale?

 

Con il 13-2 finale che “vendica” la débacle (14-1) di due anni fa a Boston, il Resto del Mondo – in questa edizione quattro statunitensi più Auger-Aliassime e Fran Cerundolo – bissa così il successo del 2022 a Londra dopo le quattro vittorie europee: possiamo allora parlare di un’aria di cambiamento negli equilibri mondiali? Per adesso, l’unico top 10 non europeo presente nel ranking è il numero 8 Taylor Fritz e a Vancouver mancavano i primi cinque del mondo.

B. Shelton / F. Tiafoe (Team World) b. H. Hurkacz / A. Rublev (Team Europe) 7-6(4) 7-6(5)

Coppie schierate con il colpo migliore di ognuno al centro, parte Hurkacz in battuta, trascinato ai vantaggi, poi Shelton pareggia senza problemi. Hubi protagonista al quarto gioco con tre bei punti, ma due volte da sinistra Rublev non risponde sulla palla break. È un doppio piuttosto diverso da quelli giocati dagli specialisti del Tour, ogni tanto qualcuno si ritrova fuori posizione, ma la coppia al servizio continua a fare il proprio dovere e il pubblico apprezza qualche scambio divertente, come quello che apre l’undicesimo gioco.

Il tie-break va alla squadra capitanata di John McEnroe, con un notevole ace in slice di Shelton verso il corpo di Andrey che vale il doppio set point a separare due volée da dimenticare – una a testa – dei ragazzi di Borg.

Hurkacz non ci sta e prova a vincerla da solo andando a cercare la palla come se non ci fossero né un domani né soprattutto un Rublev al suo fianco. Il polacco non ottiene quanto sperato e si tranquillizza il giusto.

La qualità del match è ottima, nessuna chance per la risposta ed è di nuovo tie-break. Un gran punto di Hubi manda Rublev a servire sul 5-4, ma la pressione di Tiafoe e un nastro fortunatissimo offrono il Laver Cup point al Team World, trasformato con la volée bassa che a Hurkacz non passa: 13-2 e tutti a casa. Dopo i festeggiamenti, s’intende.

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Rybakina critica la WTA: “Grazie per aver cambiato le regole all’ultimo momento”

Niente bye a Elena Rybakina al WTA di Tokyo nonostante sia la terza testa di serie, “sorpassata” da Sakkari e Garcia in virtù di una regola non nuova ma forse neanche esistente

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Elena Rybakina (Twitter @OBNMontreal)
Elena Rybakina (Twitter @OBNMontreal)

Non fortunatissima con ranking, tabelloni e seeding, Elena Rybakina, che non ha ricevuto uno dei quattro bye al primo turno del WTA 500 di Tokyo nonostante fosse – e sia – la terza testa di serie al Toray Pan Pacific Open in programma a partire da lunedì 25 settembre. Esclusione che ha commentato piccata su Instagram.

Già lo scorso anno Rybakina aveva detto di non sentirsi la vincitrice di Wimbledon per via dei 2000 punti mancanti in seguito alla decisione della WTA di non assegnarli all’AELTC. Di conseguenza, niente balzo in classifica né Finals, con l’ulteriore beffa che, a differenza del regolamento ATP, quello del Tour femminile non prevede un posto al Master per la vincitrice Slam tra arrivata tra l’ottava e la ventesima posizione. Quest’anno, invece, aveva puntato il dito contro la WTA a Montreal dopo il suo match con Kasatkina, iniziato dopo le 23 e terminato quasi alle 3. “Poco professionale da parte – non direi del torneo perché penso che il ruolo fondamentale sia della WTA in questo caso” aveva detto al riguardo. “La dirigenza è debole al momento, ma speriamo che cambi qualcosa perché quest’anno ci sono state molte situazioni che proprio non capisco”. Elena sarebbe poi stata sconfitta nella semifinale canadese, al secondo match in quel di Cincinnati e al terzo turno (dopo un walkover) allo US Open, ultimo torneo disputato.

Decisamente meno pesante come conseguenze eppure piuttosto ambiguo dal punto di vista regolamentare è appunto l’episodio di questi giorni, sempre a seguito di una decisione dell’Associazione del Tennis delle Donne. Terza testa di serie a Tokyo, dicevamo, Elena giocherà il primo turno contro Linda Noskova invece di partire dal secondo turno, ciò a dispetto dei quattro bye inseriti in tabellone e che, naturalmente, vanno assegnati alle teste di serie secondo l’ordine discendente. “Performance bye” ha commentato su un storia di Instagram sopra al tabellone di Tokyo. “Grazie per aver cambiato le regole all’ultimo momento. Fantastiche decisioni come sempre @WTA”. Con tanto di applauso, clown e tendone del circo…

 

La spiegazione di quanto accaduto risiede nelle prime due parole della kazaka: a Sakkari e Garcia, dietro di lei in classifica, sono stati assegnati due “perfomance bye” in quanto semifinaliste a Guadalajara e i due restanti sono andati alle prime due del seeding, Swiatek e Pegula. Sakkari, quarta del seeding, sarebbe stata esentata dal primo turno anche senza questo tipo di bye; Garcia invece è quinta. Ma cos’è un performance bye?

È quello, chiariscono le WTA Rules aggiornate al 19 settembre scorso, “assegnato alla giocatrice sulla base della prestazione della settimana precedente, come stabilito dalla WTA in fase di approvazione del calendario e delle dimensioni dei tabelloni”. Quindi non sembrano un’invenzione dell’ultimo momento, anzi, in passato erano previsti anche per le finaliste di Anversa che avrebbero preso parte al Premier 5 di Dubai. Andando però a leggere il Regolamento WTA aggiornato al 19 settembre scorso, nell’articolo relativo ai bye si legge solo di quattro perfomance bye da assegnare alle semifinaliste del 1000 di Wuhan (peraltro, se Pechino è tornato in calendario quest’anno, Wuhan continua la sua assenza). Nessun accenno a Guadalajara/Tokyo.

Nell’inevitabile discussione su Twitter è intervenuta la doppista top 20 Nicole Melichar-Martinez, obiettando che “le regole non sono cambiate all’ultimo momento. L’informazione del performance bye era scritta nella scheda informativa del torneo…”.

Nella scheda di Guadalajara, almeno nel classico articolo della WTA “draws, dates, prize money and what you need to know”, non c’è traccia dei performance bye. Se ne parla invece in quella del Toray Pan Pacific Open, datata 15 settembre: “Le prime teste di serie, da quattro a sei (in attesa dei performance bye in base ai risultati di Guadalajara), riceveranno un bye al primo turno”. Per prima cosa, dunque, che fine ha fatto la parte per cui sarebbero state sei? Inoltre, siamo moderatamente sicuri che esista una differenza tra “le regole” citate da Rybakina e Melichar-Martinez e un’informazione contenuta nella di quell’evento.

Ancora nessuna precisazione da parte della WTA, che tuttavia, poche ore dopo, ha twittato una foto di Elena: “La sua prima qualificazione alle WTA Finals. Elena Rybakina sarà a Cancun!”.

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ITF, David Haggerty rieletto Presidente

Terzo mandato consecutivo per Haggerty che riceve oltre il 70% dei voti

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David Haggerty all'assemblea generale ITF, Lisbona 2019 (foto ITF)

Con un’ampissima maggioranza che supera il 70% (per la precisione ha ottenuto il 72.94% di voti) David Haggerty è stato rieletto Presidente della International Tennis Federation. Per venir eletti erano necessari 219 voti su 436 e lui ne ha ricevuti 418. Questo sarà il terzo mandato da quattro anni per Haggerty a capo della ITF, alla fine dei quali non potrà più ricandidarsi dato che vige la regola di massimo tre mandati.

“Vorrei ringraziare i membri dell’ITF per aver riposto la loro fiducia in me per un ulteriore mandato. La nostra strategia di crescita sostenibile a lungo termine, ITF 2024, ha portato i finanziamenti dell’ITF per lo sviluppo del tennis quasi a raddoppiare in pochi anni dalla sua introduzione – queste le parole del 65enne americano. “Non vedo l’ora di lavorare a fianco del nostro esecutivo e del nostro consiglio di amministrazione per rivedere e aggiornare la nostra strategia per la prossima fase. Ci assicureremo di porre le competizioni dell’ITF su basi solide e continueremo ad alimentare gli investimenti nello sviluppo globale del nostro gioco per realizzare la missione del tennis dell’ITF per le generazioni future”.

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