Ubi Oscar: ecco i migliori articoli della stagione

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Ubi Oscar: ecco i migliori articoli della stagione

“And the Oscar goes to…” scopri con la redazione di Ubitennis quali sono stati i migliori articoli dell’anno. Ma noi in realtà non ne capiamo niente di tennis, e lo sappiamo, per questo sarai tu a decidere a chi assegnare il premio votando il nostro sondaggio!

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È il momento che i redattori aspettano da sempre, quello del “parliamo tanto di noi”. Siccome scegliere vuol dire escludere, i codardi sono tutti scappati e si sono trincerati dietro il più classico “ma no, articolo migliore vuol dire che c’è il peggiore e, sapete, non esiste un articolo peggiore, sono tutti bellissimi. Niente Pulitzer quest’anno, impossibile scegliere, lo daranno alla testata”. Bah, meno male che tra tutti quanti dei cuori impavidi si trovano ancora: il trio Meravigliao si è riunito e ha stabilito che…

Carlo Carnevale: Primo, honoris causa, Alessandro Stella con la sua lettera di Roger Federer: talmente verosimile, che SuperTennis e la FIT l’hanno scambiata per vera, prendendo un granchio di discrete dimensioni. Stella ha scritto anche la missiva fittizia di Djokovic, a mio avviso tecnicamente ancora più valida, anche se priva del clamore mediatico che ha suscitato quella dello svizzero. Poi premio Giulio Fedele, che con brillante fantasia, la giusta irriverenza e la sua pregevole penna ha creato e coltivato la rubrica modaiola per quello che riguarda gli Slam: qui l’episodio degli US Open, nel quale potete trovare le puntate precedenti. Infine, statuetta a Roberto Salerno, per il misto di competenza e disperazione che traspare dalle righe scritte in terra turca, quando il nostro eroe si era lanciato a raccontare la prima edizione del torneo di Istanbul, vinta da Federer; considerando gli sforzi profusi per raggiungere la lontanissimi arena, premio meritatissimo.

Silvia Berna: E l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale va a… Daniele Malafarina con “Le mille sconfitte di Rafael Nadal.  Un viaggio emozionante nella mente di un campione incapace di arrendersi, nato per “vivere, combattere e vincere”. Un racconto geniale, incalzante, capace di tenere il lettore incollato allo schermo del computer fino all’emozionante conclusione: “Vinceremo perché io sono Rafael Nadal”.
Non è stato certo da meno Roberto Salerno con il suo Adeu Barcelona, tra rose, tennis e cielo grigio“. Non è solo l’articolo che tutti gli appassionati di tennis vorrebbero leggere seduti comodamente sul divano di casa, ma anche (soprattutto!) quello che ogni inviato pagherebbe per scrivere. Scuola Salerno.
Menzione d’onore per Raffaello Esposito che ha raccontato splendidamente la storia di “Killer Connolly, l’assassina con le trecce”. Se vi è malauguratamente sfuggito, recuperatelo al più presto. Non ve ne pentirete.

Roberto Salerno: Che bravi ragazzi, altro che quelli di Scorsese… Viene quasi da perdonarli per non aver citato la mia intera opera omnia, o almeno l’unico che valga la pena leggere, con l’assurda scusa che la scelta era limitata al 2015. Vabbè, magari adesso si aspettano che ricambi, ma per me è impossibile non pensare al tempista De Gaspari, agli abili giochi di parole di Fedele, alle sofferenze di Esposito, alle storie balcaniche di Vidovich, agli eleganti racconti tecnici di Baldi, coinvolto nel fosco reportage di Canevazzi, ai compleanni di Laura Guidobaldi, ad un qualsiasi nostro venerdì, al bonariamente spazientito Battifarano alla sobria competenza di AGF, ai ficcanti editoriali del nostro direttore. Niente Berna e niente Carnevale dunque, che pure qualcosa l’hanno scritta, visto che la prima ha spiegato Nadal come non sanno fare in molti e il secondo ha mandato delle splendide cartoline da Londra. Costretto a scegliere prendo due che non ci sono più ma che magari tornano, perché o da soli inventando rubriche uno e interviste l’altro, o insieme, bravi a non spezzare il filo sottilissimo della competenza ironica, Claudio Giuliani e Daniele Vallotto hanno scritto pezzi che non erano mai banali e che non può che far piacere rileggerli. Il primo posto però, in attesa di assegnarlo al prossimo articolo, non può che andare al compare di battaglie più divertenti che complicate, sodale e concausa di depressioni londinesi, col suo dannato vizio di leggere la Gazzetta, quell’Antonio Garofalo che proprio a fine anno ha scritto la migliore delle sue pagelle, e non sono sicuro che stavolta stesse scherzando.

E tu? Sei d’accordo con noi? Qual è stato il miglior Ubiarticolo dell’anno? Vota il tuo personale candidato con il nostro sondaggio! Sarà possibile votare fino al 20 dicembre. Ti ricordiamo che hai a disposizione tre voti, esattamente come noi.

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