ATP Barcellona: Nadal è l'uomo del 9, anche Nishikori si arrende alle legge di Rafa

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ATP Barcellona: Nadal è l’uomo del 9, anche Nishikori si arrende alle legge di Rafa

Rafael Nadal conquista il nono titolo anche nel torneo ATP 500 di Barcellona. Superato in due set Kei Nishikori che non riesce a trovare il terzo successo consecutivo nella capitale catalana

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dal nostro inviato a Barcellona, Gabriele Ferrara

[1] R. Nadal b. [2] K. Nishikori 6-4 7-5

Nadal-Nishikori

 

Rafa Nadal è alla caccia del nono titolo a Barcellona, risultato che gli consentirebbe di eguagliare il record – che già gli appartiene – per quanto riguarda il maggior numero di titoli vinti in un torneo nell’Era Open (lo spagnolo ha già trionfato nove volte al Roland Garros e a Montecarlo) . Tra le altre cose, l’iberico oggi può raggiungere Guillermo Vilas a quota 49 titoli Atp sul rosso (sarebbe il 69esimo trofeo in totale su 101 finali giocate). Nishikori, dal canto suo, vanta undici titoli nel circuito maggiore, di cui cinque “500” – due in terra catalana, dove ha una striscia aperta di 14 vittorie consecutive, avendo vinto qui nel 2014 e nel 2015Gli head to head vedono il mancino di Manacor in vantaggio 8 a 1, avendo vinto l’ultima sfida ad Indian Wells e le uniche due sfide sul mattone tritato, rispettivamente negli ottavi di finale del Roland Garros 2013 e la sfortunata – per il giapponese – finale di Madrid dell’anno successivo.

Entrambi i giocatori sono arrivati fin qui senza perdere un set, nonostante Rafa abbia rischiato molto nel secondo parziale con Fognini, in cui l’italiano è stato 5-4 e 30-15 sul proprio servizio (in quello che, peraltro, è stato finora il set più bello del torneo). Per quanto riguarda il nipponico, invece, qualche problema solamente con Chardy e Dolgopolov rispettivamente nella seconda e nella prima frazione di gioco, in cui ha ceduto 5 giochi in entrambi i casi. Dopo molte giornate nuvolose e piovose, oggi a Barcellona c’è un sole splendente, con la temperatura che si aggira intorno ai 16-17°C con circa il 60% di umidità: le condizioni perfette per giocare una partita di tennis, peraltro molto attesa sia in Spagna che in generale nell’ambito del panorama tennistico internazionale. Sugli spalti l’atmosfera è meravigliosa, con il pubblico carico per la corrida e, allo stesso tempo, felice di godersi una partita di alto livello. Le note di “Beat it” di Michael Jackson sembrano riecheggiare in tutto il “Reial Club de Tenis de Barcelona”, suonando come un grido di battaglia per sospingere Rafa verso la conquista del trofeo.

Si parte con Nadal che cerca di allontanare dal campo l’avversario giocando drive carichi verso il centro del campo, così da far perdere campo al tennista di Shimane e facendo sì che non possa appoggiarsi sui suoi colpi – come invece è bravissimo a fare sul cemento – prendendo poi il centro del campo ed accelerando con il dritto inside out o con il rovescio in diagonale. Nishikori, invece, cerca di condurre il gioco con il proprio dritto cercando il rovescio di Rafa, per poi chiudere dall’altra parte con il lungolinea. Nel terzo game l’iberico sbaglia un dritto e due rovesci piuttosto evitabili, ma si salva con il servizio e con un gran dritto inside out. Nel gioco seguente arriva il break: Rafa si procura due chance di break con due buone accelerazioni di rovescio, approfittando poi di due gratuiti con il dritto del rivale, che però si riprende subito il break trovando un’ottima soluzione in back nei pressi della rete e due notevoli accelerazioni con il dritto, 3-2. Il nipponico adesso risponde alla grande ed appare estremamente in fiducia e sul 3 pari si procura tre break point consecutivi proprio con due risposte fulminanti che colgono Nadal impreparato. Tuttavia, il numero 6 del mondo commette tre errori con il rovescio e, dopo un buon servizio ed un ottimo dritto inside in del mancino di Manacor, quest’ultimo va avanti 4-3. Nel decimo gioco Rafa approfitta di due errori con il dritto dell’avversario, che poi sbaglia anche con il rovescio in diagonale: set point Nadal. Qui lo spagnolo è fortunato, anzi fortunatissimo: infatti il suo passante di rovescio diventa vincente grazie all’aiuto del nastro, che mette completamente fuori causa il nipponico.

Nella seconda frazione di gioco Nishikori parte forte e toglie la battuta all’avversario nel primo game con un bel drop shot, un gran dritto lungolinea ed una chiusura con il dritto inside out. Ciò nonostante, Kei nel secondo gioco è disastroso proprio con il medesimo fondamentale e, dopo aver sbagliato in lunghezza l’inside-in, subisce l’aggancio dello spagnolo, che poi mette il turbo e scappa sul 4-1, trovando un altro break nel quarto game grazie ai gratuiti del nipponico e ad un’accelerazione con il dritto ed una buona chiusura a rete, salvando poi una palla break sul 3-1 con lo schema servizio slice&dritto inside-out. Il campione del Sol Levante, però, non ci sta e nel settimo gioco trova in successione un bel dritto inside-out, una splendida risposta che finisce tra i piedi del rivale, un passante in allungo con il dritto in diagonale ed un altro drop shot di dritto che lascia fermo Nadal. Il fenomeno di Manacor però si procura un primo match point sul 5-4 grazie ad un vincente di dritto e a due errori dell’avversario. Qui il giapponese è bravo ad accelerare col rovescio lungolinea e a chiudere nuovamente con la smorzata di dritto, trovando poi un buon servizio ed un dritto inside-in che gli valgono il 5 pari. Sul 6-5 per lo spagnolo, però, Kei è di nuovo nei guai. Sul 15 pari, infatti, si gioca il punto più bello della partita: Nishikori attacca con il dritto, ma Rafa recupera bene la stop volley del rivale ed alza il pallonetto, il giapponese si inventa un’ottima veronica, ma lo spagnolo chiude con la volée di dritto: 15-30 e stadio in delirio. L’allievo di Michael Chang e Dante Bottini sbaglia l’ennesimo dritto in arretramento ed è match point Nadal, che stavolta chiude grazie al dritto inside out di Nishikori che finisce in rete: game, set and match Nadal 6-4 7-5 in due ore e quattro minuti di gioco. Come anticipato, 69esimo titolo in carriera per il maiorchino, 49esimo sul rosso, eguagliato dunque Vilas. Per Rafa in Catalogna un impressionante record di 48 vittorie e 3 sconfitte. Prestazione altalenante da parte di entrambi, nonostante abbiano raggiunto picchi di gioco davvero notevoli. Probabilmente non si è visto il Nadal di Montecarlo, ma anche questa vittoria potrà dargli molta fiducia, per un campione che – nonostante i 30 anni e una continuità di rendimento che non è più quella dei tempi migliori – sta cercando in tutti i modi di tornare competitivo ai massimi livelli, candidandosi come vera alternativa a Djokovic, almeno per quanto riguarda Madrid, Roma e Parigi. Delude, invece, Nishikori, che ha sì giocato a tratti un tennis meraviglioso, ma che nei momenti importanti si è puntualmente sciolto – come spesso gli capita da almeno un anno e mezzo – cercando eccessivamente il dritto e perdendo lucidità nelle fasi calde dell’incontro.

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ATP Chengdu: Zverev rimonta un ottimo Kecmanovic

Alexander Zverev esce vincitore da una maratona di quasi tre ore contro Miomir Kecmanovic. In semifinale trova Grigor Dimitrov, vincitore sull’australiano O’Connel

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Alexander Zverev - Chengdu 2023 (foto Twitter @ATPTour_ES)

[1] A. Zverev b. [7] M. Kecmanovic 5-7 7-5 6-2

Al Chengdu Open Alexander Zverev trova la settima semifinale stagionale venendo a capo di un match tutt’altro che semplice contro la settima testa di serie Miomir Kecmanovic . Il serbo è stato a due punti dalla vittoria nel secondo set, ma si è visto respingere dalla grande carica agonistica di Zverev che con un paio di punti da grande campione è riuscito a strappare di slancio la vittoria nel secondo parziale per poi involarsi nel set decisivo.

IL MATCH- Sin da subito aggressivi in risposta ambo i giocatori, con un forcing costante e tanti scambi lunghi e pesanti. D’altronde entrambi amano trovare un buon ritmo per cercare poi l’accelerazione vincente, specie Kecmanovic, tra i due il meno provvisto di qualche jolly nel suo gioco. Annulla due palle break nel game d’apertura, se ne fa annullare una nel successivo, subendo uno Zverev offensivo. Il primo a strappare il servizio, nel quarto gioco, è però il serbo, nettamente superiore sulla diagonale destra, dove riesce sempre a trovare un colpo pesante che gli apra il campo o forzi l’errore di Sascha. Il tedesco rimane però una macchina da fondo, e quando la tds n.7 non riesce a muoverlo o mandarlo fuori tempo è lui a comandare lo scambio, soprattutto da centro con il rovescio, e così, approfittando anche di qualche errore, subito Zverev recupera il break. Proseguendo il match si trova stabilità nei servizi, tra i due è il tedesco a tenere in mano le redini del gioco. Ma, quando il tie-break sembra ormai imminente, e dopo aver sprecato una fondamentale palla break nell’undicesimo gioco, nel dodicesimo Zverev vacilla e crolla. Un paio di errori di manovra, con un ritmo un po’ scialbo nello scambio, conducono Kecmanovic a set point. Applausi poi per il serbo che aggancia con una risposta di dritto in allungo quello che era ormai un ace, e manda la pallina all’angolo del rettangolo del servizio, mettendo a segno il colpo della partita, che gli vale il primo set per 7-5.

 

Il n.1 del seeding è però bravo a non scomporsi, e inizia il secondo parziale a testa alta, partendo a dettare il ritmo sin da subito, impedendo a Kecmanovic di far suo il palleggio. La palla break arriva nel terzo game, subito capitalizzata al termine di uno scambio lunghissimo, giocato da entrambi in contenimento, con il serbo che è il primo a cercare di uscirne, incappando nell’errore. Il quarto game è un manifesto della differenza tra i due giocatori: il n.47 al mondo ha due chance di contro-break, ottenute trovando coraggio nello scambio. Ma Sascha su entrambe serve forte, quasi al limite, intessendo poi lo scambio più lungo dell’incontro sulla seconda, attendendo l’errore, per rimanere avanti. Tre palle break consecutive nel gioco successivo sembrano una definitiva condanna per il serbo, ma improvvisamente ritrova il meglio del suo gioco e, con una mano anche dal servizio, rimane attaccato. E, su questa scia, offrendo un tennis più contenitivo, e attingendo anche dal menu delle variazioni, opera il contro-break portandosi sul 4-4, mettendosi stavolta lui ad attendere l’errore che lo premi. Arriva poi anche a due punti dal match Miomir, sul 5-4, ma l’agonismo di Zverev, e la classe, tornano. Come si vede nell’undicesimo gioco, in cui, con un passante di rovescio in corsa quasi in tribuna va a strappare il servizio all’avversario, dopo una serie di punti giocati con massima spinta e precisione. Infine, con una prima vincente, di rabbia e foga, e dopo aver anche annullato una pericolosa palla break, Zverev chiude un secondo set in cui ha sofferto, ma ha alzato non di poco il proprio livello.

L’inerzia è chiaramente cambiata, tornando verso il tedesco, che apre con un break il terzo parziale, tramite un fantastico passante di dritto in corsa a cui, ad onor del vero, Kecmanovic si concede con un attacco un po’ casuale e con poco da offrire. Zverev appare avanti, e gioca a braccio sciolto, cercando di caricare la tensione sul serbo, che reagisce bene, annullando con coraggio una palla del doppio break e tenendo un buon palleggio da fondo, abbinato ad inusuali drop shot che contribuisce a tenere alto e godibile il livello dell’incontro. Si percepisce come però la stanchezza abbia ormai attanagliato la tds n.7, che non può resistere al ritmo imposto dal primo favorito del seeding, che con un settimo game ruggente in risposta, in cui il dritto e il rovescio cantano melodie troppo acute per Miomir, va a prendersi il doppio break. Chiude, Zverev, annullando anche un’ennesima palla break ottenuta da Kecmanovic, per 6-2, in 3 ore precise di gioco. Bravo a rimontare e mantenere la calma per esprimere il meglio del suo gioco e lasciare poco spazio al serbo, che nel terzo set mai praticamente è stato in campo e capace di reggere il tedesco.

[3] G. Dimitrov b. C. O’Connell 6-4 6-1 (Andrea Binotto)

Match agevole per Grigor Dimitrov, fresco del suo raggiungimento a quota 400 vittorie nel circuito ATP. Gli è servita un’ora e venticinque minuti al tennista bulgaro per regolare l’australiano Christopher O’Connell con cui aveva due soli precedenti (entrambi vinti, quest’anno a Ginevra in tre lottati set e nel 2017 all’Australian Open, vittoria in tre set sempre per Dimitrov). Ora il n.20 ATP sfiderà la prima testa del seeding Alexander Zverev per un posto in finale, la possibile seconda dell’anno, e magari sperare in un titolo che manca da quasi sei anni.

IL MATCH: Nel primo parziale una palla break annullata per parte sembrava traghettare entrambi i giocatori verso un inevitabile tie-break, ma Dimitrov nel decimo gioco ha fatto valere la sua esperienza brekkando al momento giusto, e quindi portandosi a casa il primo set in quarantanove minuti. Della seconda frazione c’è poco da dire: il tennista bulgaro ha da subito preso il largo lasciando le briciole all’avversario, per poi chiudere il match in un’ora e venticinque minuti. Poche prime per la terza testa di serie, ma comunque grandi percentuali di realizzazione con il servizio in aggiunta a 20 vincenti, 2 soli gratuiti e risposte decisive sulla seconda avversaria, hanno permesso a Dimitrov di surclassare l’australiano, che esce dal campo sconfitto con 14 onestissimi vincenti e appena 3 errori.

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Laver Cup: Team World avanti 10-2 ad un passo dal titolo

Basterà un successo nella giornata conclusiva al Team World per bissare il trionfo dello scorso anno. Ruud unico a vincere per la squadra europea

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Ben Shelton e Felix Auger-Aliassime - Laver Cup 2023 Vancouver (via Twitter @LaverCup)

Continua il momento no del Team Europe alla Laver Cup. Dopo la debacle della prima giornata con quattro sconfitte nei quattro match disputati, anche la seconda giornata di gioco alla Rogers Arena di Vancouver è a favore del Team World che conquista tre sfide su quattro e si porta sul 10-2 ad una sola vittoria dal titolo.

Come noto il regolamento della competizione a squadre tra l’Europa e il Resto del Mondo assegna un punteggio diverso in base alla giornata di gioco. Nel Day 1 ogni match vinto vale un punto, nel Day 2 vale due punti, nella giornata finale 3 punti.

Sul punteggio di 4-0 a favore del Team World che ha segnato la prima giornata, l’unico a regalare un sussulto alla squadra del vecchio continente è Casper Ruud, mentre Rublev e Hurkacz non possono nulla contro gli statunitensi Fritz e Tiafoe. Anche il doppio si rivela a senso unico, con Auger-Aliassime e Shelton che chiudono la pratica in due set. 

 

T. Fritz (Team World) b. A. Rublev (Team Europe) 6-2 7-6 (3)

In qualsiasi situazione in cui si gioca come una squadra, sento che il mio gioco diventa qualitativamente migliore“, ha dichiarato Taylor Fritz dopo il successo contro Andrey Rublev. Come dargli torto se si pensa al dominio dello statunitense nel primo set. Solo due punti ceduto al servizio, uno dei quali con un doppio fallo e il 100% di punti con la prima. 

La mano del russo trema sin dal primo game, con Fritz abile a strappare il servizio, capitalizzando subito la palla break, portando Rublev a sbagliare di rovescio. Il russo ha ceduto nuovamente il servizio nel quinto gioco trovandosi sotto 4-1 pesante. Per Fritz è stata una formalità chiudere il primo set.

Nel secondo le cose si sono fatte più complicate per lo statunitense, a causa di percentuali al servizio più basse e ad una maggiore aggressività del russo. Rublev scappa via sul 4-1, annullando anche una palla del contro break. Da lì riparte la rimonta del numero 8 ATP che prima rimette il set in equilibrio e poi è abile ad annullare anche un set point al russo. Il tie-break è a senso unico dal 3-2 Fritz piazza tre punti consecutivi, chiudendo al secondo match point.

Sento che le mie statistiche nei tornei a squadre sono davvero solide perché ho una squadra che fa il tifo per me. Mi sento su di giri. Sono entusiasta di giocare per loro. Aggiunge solo più pressione ma penso di giocare meglio in questo tipo di situazioni”. ha dichiarato Fritz a fine match,

Pressione che non ha spaventato lo statunitense che ha portato il Team World sul 6-0.

C. Ruud (Team Europe) b. T. Paul (Team World) 7-6 (6) 6-2

Non è una stagione da ricordare al momento per Casper Ruud che, eccezion fatta per il Roland Garros, ha vissuto molti momenti negativi. Chiamato a tenere in vita un Team Europe ad una passo dal tracollo il tennista norvegese ha confermato la sua efficacia quando di fronte ha lo statunitense Tommy Paul, sempre sconfitto in campo. L’unica vittoria dello statunitense arrivò per ritiro di Ruud nel terzo set a Washington nel 2017. 

Ho davvero pensato che fosse giunto il momento di giocare forse la migliore partita dell’anno e non ci sono andato così lontano“, ha dichiarato Ruud.

Il norvegese è stato il primo a cogliere l’ occasione per un break, punendo una discesa a rete di  Paul con un passante di dritto, portandosi in vantaggio per 3-1. Il ventiseienne statunitense, alla sua prima partita in singolare in Laver Cup, si è subito costruito due chance del controbreak, negate dall’ottimo servizio di Ruud. Servizio che però ha tradito il norvegese nel settimo gioco (perso a zero). 

Si giunge ad un tie-break equilibrato, che Ruud porta a casa – annullando un set point- al termine di uno scambio da venti colpi, chiuso con un dritto inside out. 

Il momento è a favore del norvegese che piazza il break in apertura di secondo set e non concede più nulla al servizio per il 6-2 finale.

5 ace, l’ultimo dei quali sul match point, 11 vincenti di dritto e la capacità di convertire tutte le palle break ha fatto la differenza a favore di Ruud che ha riaperto per un momento la sfida.

F. Tiafoe (Team World) b. H. Hurkacz (Team Europe) 7-5  6-3

La sessione serale si apre sul punteggio di 6-2 a favore del Team World. E il vantaggio diventa ancora più ampio quando la furia di Frances Tiafoe si abbatte sul polacco Hubert Hurkacz. 

Il servizio è un fattore per entrambi, con la sfida che viaggia sui binari dell’equilibrio, sebbene il polacco mostri percentuali allarmanti sulla seconda.

Il polacco, numero 16 ATP, avrebbe anche l’opportunità di far girare la partita dalla sua parte. Ma sulla palla break che sarebbe anche set point Tiafoe si salva con il servizio. Break che arriva nel gioco successivo con Hurkacz che spara un dritto out sulla palla break. Per lo statunitense è una formalità chiudere il set. 

Sulla scia di quanto fatto nel primo set Tiafoe piazza il break in apertura e non concede più chance a Hurkacz, che capitola dopo un’ora e quindici di gioco. 

Ho giocato davvero bene stasera“, ha dichiarato sorridendo il numero 11 ATP. “Il fatto di far parte di una squadra è qualcosa di così atipico per noi tennisti, trattandosi di uno sport individuale, ma volevo giocare per loro e farlo bene per la squadra”. Ha concluso Tiafoe.

F. Auger-Aliassime/B. Shelton (Team World) b. H. Hurkacz/G. Monflis (Team Europe) 7-5  6-4

Sconfitto in singolare Hurkacz torna in campo in doppio a fianco di Gael Monflis. Per il duo europeo non c’è stato nulla da fare contro la coppia composta dal rinato Auger-Aliassime (assente per il suo Canada a Bologna in Davis) e Ben Shelton.  Successo in due set che vale il 10-2 Team World che si trova a un solo successo dal titolo. Basterà una vittoria domenica per chiudere la contesa e bissare quanto fatto lo scorso anno a Londra.

È incredibile, quando giochi a fianco di un ragazzo che serve e risponde come Felix. È un tennista atletico e quando torna indietro per recuperare i pallonetti, è un momento divertente“, ha dichiarato Shelton a fine match. “Lo chiamiamo Laver Cup Felix perché questa settimana si trasforma in un giocatore speciale. Sono felice di aver potuto condividere il campo con lui almeno una volta.”

“Do il meglio di me quando gioco non solo per me stesso ma anche per i compagni di squadra”, ha dichiarato Auger-Aliassime. “Ben è stato al mio fianco fino alla fine di quella partita. È stata dura per me portarla a casa”, ha aggiunto il canadese, riferendosi al quattro match point sciupati sul 5-3.

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ATP Chengdu: Musetti in carrozza. Batte tranquillamente Rinderknech e si regala Safiullin

Prestazione eccellente e matura dell’azzurro, che nella terza semifinale del suo 2023 se la vedrà con il russo

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Lorenzo Musetti - Stoccarda 2023 (Twitter @federtennis)
Lorenzo Musetti - US Open 2023 (Twitter @federtennis)

[2] L. Musetti b. A. Rinderknech 6-3 6-3

Lorenzo s’è desto. A quasi un anno di distanza Lorenzo Musetti ritrova una semifinale sul cemento, che gli mancava dall’ATP250 di Napoli, torneo che poi vinse. Agguanta per la terza volta un posto tra gli ultimi quattro del torneo in questo 2023, dopo le sconfitte con Tsitsipas a Barcellona e con Ruud a Bastad. Stavolta la situazione sarà un po’ diversa, dato che giocherà da favorito contro un avversario decisamente alla portata, per quanto in crescita, come il russo Roman Safiullin, che ha approfittato del ritiro di Jordan Thompson, dopo aver vinto 7-6(1) il primo set, per raggiungere la terza semifinale della carriera (ultima a Tel Aviv 2022, perse contro Djokovic). Musetti arriverà al match contro il russo con il vento in poppa, dopo aver disposto come voleva di uno spento Arthur Rinderknech, che mai ha saputo tenere botta al ritmo incalzante, vario e mai banale dell’azzurro. Un Lorenzo spettacolare sicuramente, ma anche molto cinico e maturo nel gestire i punti nell’incontro odierno, contando tanto sugli errori e i dubbi del francese per vincere senza troppi problemi e in poco tempo.

Il match- Non solidissimo inizio da parte del francese, che è obbligato a tenere buoni numeri nello scambio, specie sul dritto, per contenere Musetti. L’azzurro, da parte sua, dovrà tentare di sfruttare queste lacune soprattutto in risposta, così da imporre il suo ritmo anche sul pericoloso servizio di Rinderknech. In un quarto game da cancellare, indotto sotto pressione da una buona propensione in ribattuta, il n.67 al mondo commette un doppio fallo e tre gravi errori di dritto, regalando il break all’azzurro. Che, con il progredire della partita, cambia drasticamente passo. Viene fuori un Musetti scanzonato, bravo ad esprimere il meglio del proprio tennis, manovrando lo scambio e lanciando lob, smorzate, discese a rete che hanno quasi del sublime, per stanare il francese. Questi, da parte sua, pur raddrizzatosi un po’ al servizio continua a sbagliare tanto da fondo, incapace di tenere il passo dell’azzurro. Con l’81% di punti con la prima, maturati più dallo scambio conseguente che dal servizio in sé, Musetti mette le mani per 6-3 su un primo set dominato. Tranne il primo game ai vantaggi, Rinderknech è arrivato massimo a 30 in risposta, senza mai godere di palle break. Un tennis fresco, divertente ed efficace, manda meritatamente in vantaggio una versione di primissima qualità di Lorenzo.

 

Il secondo parziale si apre come si era chiuso il primo: tanti, quasi solo, errori di dritto da parte di Rinderknech, che permette così a Musetti di scappare subito sul 2-0 con il break nel primo game. La tds n.2 comunque brilla nel commettere pochi errori e non offrire riferimenti allo già smarrito francese. Il ragazzo di Gassin sembra trovare un po’ di fiducia con l’evoluzione del parziale, inizia a sbagliare un po’ di meno, pur prendendosi qualche rischio in più, tra colpi vicino alla riga e discese a rete, per non lasciare l’iniziativa all’avversario. Ciononostante a Lorenzo basta un minimo variare il ritmo per far riemergere le incertezze di Arthur, che nel settimo game ritorna ai soliti errori, concedendo due palle break. Per una volta nell’incontro ritrova solidità, così da annullarle entrambe sfruttando servizio e dritto. Ma è un fuoco fatuo: con un game finale di altissimo livello, in cui si esalta (tardivamente) anche il francese, Musetti infila il doppio break che gli vale la vittoria. Un paio di passanti al limite del possibile, ottenuti solleticando le lunghe leve di Rinderknech per farlo venire a rete, sono manifesto della gran partita dell’italiano: divertente al punto giusto, qualche vezzo qua e là senza esagerare, grande solidità e capacità di sfruttare le lacune di un avversario decisamente al di sotto del suo livello. Miglioramenti netti in confronto alla sfida con Sekulic, che lasciano buone sensazioni in vista della semifinale.

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