ATP Ranking: Murray chiude al n.1. Quanto durerà il suo regno?

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ATP Ranking: Murray chiude al n.1. Quanto durerà il suo regno?

Murray batte Djokovic, chiude l’anno al numero 1 per la prima volta e si assicura la vetta del ranking almeno fino agli Australian Open. Ripercorriamo la sua straordinaria cavalcata e guardiamo al 2017

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Sir Andrew Baron Murray, una vita trascorsa ad inseguire, a rincorrere, a cercare di uscire dall’ombra dei tre giganti di questa epoca, potrà finalmente sedersi al tavolo della storia senza sentirsi un intruso. Sconfiggendo Djokovic in due set e vincendo le sue prime ATP Finals, Murray conferma la prima posizione nel ranking (terza settimana) e chiude l’anno al numero 1, con un margine di 630 punti. È sicuro di restare in vetta almeno fino all’inizio degli Australian Open, ma sembra plausibile che riesca ad estendere il suo regno sino a Wimbledon senza rischiare troppo, ad esclusione proprio degli Australian Open.

Con la vittoria alle Finals, a Murray mancano soltanto 4 tornei importanti: Australian Open, Roland Garros, Montecarlo e Indian Wells. Di questi, soltanto a Montecarlo non è mai arrivato in finale (miglior risultato le semifinali del 2009, 2011 e 2016). Se guardiamo gli altri Fab-4, Murray ha vinto tutti i titoli che mancano a Djokovic, Federer e Nadal per completare la bacheca, ad esclusione di Monte Carlo, che manca anche a Federer:

 

– a Federer mancano Montecarlo, Roma ed Olimpiadi, Murray ha vinto Olimpiadi e Roma;
– a Djokovic mancano Olimpiadi e Cincinnati, Murray li ha vinti entrambi;
– a Nadal mancano Miami, Bercy e Finals, Nadal li ha vinti tutti e tre.

Il finale di stagione di Murray non ha eguali nella storia recente del tennis. Murray ha infatti vinto ben 5 tornei post US Open, impresa che nessuno tra Federer, Djokovic e Nadal è mai riuscito a compiere. In questo 2016, Murray ha vinto 9 titoli, il primo a maggio: Roma, Queen’s, Wimbledon, Olimpiadi, Pechino, Shanghai, Vienna, Bercy e Finals. Ha disputato ben 13 finali, perdendo contro Djokovic agli Australian Open, a Madrid ed al Roland Garros e contro Cilic a Cincinnati. Dopo il Roland Garros ha infilato due serie eccezionali (22 tra Queen’s e US Open; 24, ancora aperta, dalla vittoria contro Pella in Davis) ed ha recuperato moltissimi punti a Djokovic, che ad inizio giugno aveva un vantaggio che sembrava incolmabile (8,045 punti).

Oggi la top-10 recita questi numeri:

1] Murray 12,685
2] Djokovic 11,780
3] Raonic 5,450 (+1)
4] Wawrinka 5,315 (-1)
5] Nishikori 4,905
6] Cilic 3,650 (+1)
7] Monfils 3,625 (-1)
8] Thiem 3,415 (+1)
9] Nadal 3,330 (-1)
10] Berdych 3,060

Raonic e Cilic ottengono il proprio best ranking proprio in extremis, Thiem supera Nadal e lo spagnolo è sicuro di non poter essere tra i primi 8 agli Australian Open, a meno di ritiri. Oggi Murray ha 905 punti di vantaggio su Djokovic e ne avrà 630 settimana prossima quando (finalmente) gli scadranno gli ultimi punti della Davis 2015. Come abbiamo ripetuto fino alla nausea, se quest’anno le Olimpiadi e la Davis avessero assegnato punti, Murray ora avrebbe un vantaggio attorno ai 1,700 punti, frutto di una rimonta sensazionale che andiamo ad analizzare assieme ai possibili scenari per il 2017. Possiamo però anticipare che Murray è già certo di portare le settimane in vetta da 3 (oggi, 24esimo in Open Era) ad 11 (18esimo all time e “vicinissimo” a Becker e Roddick).

Per Djokovic la sconfitta di ieri può costare cara in vista di tre record che ora si fanno più lontani:

– Djokovic ha chiuso l’anno 4 volte al numero 1, Sampras con 6 volte diventa più difficilmente raggiungibile;
– Djokovic ha vinto le Finals 5 volte, Federer con i suoi 6 titoli resta primo in solitaria;
– Djokovic è quinto all-time con 223 settimane da numero 1, Federer è primo con 302 settimane.

Se Djokovic avesse vinto ieri, avrebbe terminato l’anno con 370 punti di vantaggio su Murray. Di conseguenza, gli sarebbe bastato arrivare in finale a Doha per restare sicuramente numero 1 fino all’inizio degli Australian Open, dunque la sconfitta di ieri gli è “costata” ben 9 settimane in vetta. Djokovic deve recuperare 79 settimane a Federer. Se tornasse numero 1 dopo gli Australian Open, potrebbe superare Federer non prima di agosto 2018. Se Murray dovesse resistere fino almeno a Wimbledon, Djokovic non potrà superare Federer prima di inizio 2019.

La rincorsa di Murray

Ma torniamo a Murray e ripercorriamo la sua straordinaria annata, conclusa ieri con 78 vittorie e 9 sconfitte (89,7%). Due serie di vittorie da record per lui (22 e 24 ancora aperta), ma anche una singola occasione in cui ha perso due match consecutivi, entrambi al quinto (QF US Open contro Nishikori, SF Davis contro del Potro). Murray quest’anno ha perso 3 volte contro Djokovic (unico con Delbonis a poter vantare h2h positivi contro Murray), 1 contro Delbonis, Dimitrov, Nadal, Cilic, Nishikori e del Potro. Ovviamente, la ripercorriamo con un occhio al ranking ed alla rimonta di Murray su Djokovic.

Dopo aver disputato la Hopman Cup (ed aver perso da Kyrgios), Murray non gioca altri tornei in preparazione agli Australian Open, dove perderà in finale da Djokovic, che aveva già vinto Doha nella prima settimana dell’anno.

– Fine gennaio // Djokovic 16,790 – Murray 8,845 // Djokovic +7,945

A febbraio i movimenti sono minimi, Djokovic si ritira a Dubai a causa di congiuntivite, Murray non disputa alcun torneo che dia punti, ma soltanto il 1T di davis, dove batte Nishikori al quinto set.

– Fine febbraio // Djokovic 16,580 – Murray 8,765 // Djokovic +7,815

A marzo Djokovic vince, come ha fatto in altre occasioni, sia ad Indian Wells che a Miami, mentre Murray perde in entrambi i casi al secondo incontro contro Delbonis e Dimitrov. Il divario si allarga notevolmente.

– Fine marzo // Djokovic 16,540 – Murray 7,815 // Djokovic +8,725

Ad aprile Murray recupera qualcosa a Djokovic. A Montecarlo lo scozzese perde in semifinale da Nadal, Djokovic viene eliminato a sorpresa da Vesely nelle prime fasi del torneo. È la prima crepa nelle mura inespugnabili di Nole.

– Fine aprile // Djokovic 15,550 – Murray 7,925 // Djokovic +7,625

A maggio i due si scambiano i ruoli. Prima Nole batte Andy in finale a Madrid, poi Andy batte Nole in finale a Roma. Questo mese ai punti termina in parità e nel ranking i movimenti sono minimi.

– Fine maggio // Djokovic 16,150 – Murray 8,435 // Djokovic +7,715

Djokovic vince il Roland Garros battendo proprio Murray che inizia la risalita vincendo il Queen’s. A fine giugno però, Murray è più lontano da Nole di quanto fosse dopo la finale di Roma.

– Fine giugno // Djokovic 16,950 – Murray 8,915 // Djokovic +8,045

Murray vince il suo secondo Wimbledon, Nole subisce il primo smacco clamoroso del 2016, perdendo al 3T da Querrey. Ma Nole vince a Toronto, torneo a cui Murray non partecipa e questo sembra compromettere le sue possibilità nella corsa a numero 1 di fine anno. Tuttavia, il divario inizia a diminuire e scende sotto ai 6 mila punti.

 Fine luglio // Djokovic 16,040 – Murray 10,065 // Djokovic +5,975

Ad agosto Murray vince le Olimpiadi, che non danno punti validi per il ranking, mentre Djokovic perde contro del Potro al primo turno. Questi 750 punti non entrati sarebbero potuti costare caro a Murray, che però arriva in finale a Cincinnati (forfait di Djokovic) e si avvicina ulteriormente, restando comunque ancora molto lontano.

– Fine agosto // Djokovic 14,840 – Murray 9,305 // Djokovic 5,535

A settembre Nole arriva in finale agli US Open, mentre Murray si ferma ai QF, ma Nole difendeva il titolo, perciò settembre è un mese favorevole a Murray nel ranking.

– Fine settembre // Djokovic 14,040 – Murray 9,345 // Djokovic +4,695

Ottobre è un mese cruciale. Murray vince a Pechino, a cui Djokovic rinuncia. Poi Murray vince anche Shanghai, dove Nole perde in semifinale da Bautista Agut. Per puntare al numero 1 Murray decide di andare anche a Vienna e vince il torneo. A fine ottobre i due sono ormai vicinissimi.

– Fine ottobre // Djokovic 12,900 – Murray 10,985 // Djokovic +1,915

A novembre Murray prosegue la sua striscia vincendo Bercy e Finals, Djokovic perde da Cilic nei QF a Bercy e proprio da Murray alle Finals. Tenendo conto dei 275 punti che verranno scalati a Murray settimana prossima, l’anno si chiude con Murray davanti a Nole per 630 punti.

– Fine novembre e Fine dicembre // Murray 12,410 – Djokovic 11,780 // Murray +630

Il regno di Murray nel 2017

Questo divario è incolmabile fino agli Australian Open, infatti Djokovic difende 250 punti a Doha, Murray nessun punto. Supponendo che Djokovic in finale a Doha batta proprio Murray, lo scozzese incrementerà il vantaggio che salirà a 780 punti. Se invece dovesse essere Murray a battere Djokovic in finale a Doha, lo scozzese si presenterebbe agli Australian Open con 980 punti di vantaggio. Nel primo caso (Djokovic batte Murray in finale a Doha) per restare numero 1 dopo gli Australian Open, a Murray basterebbe raggiungere le semifinali a Melbourne, nel secondo caso (Murray batte Djokovic in finale a Doha) gli basterebbe il 4T.

Ma proviamo ad andare oltre con lo sguardo. Scaliamo progressivamente i punti conquistati nella prima metà del 2016 per capire quanto possa durare il regno di Murray. Ovviamente, non teniamo conto di altre variabili (infortuni, programmazione diversa, ecc…).

Oggi – Murray +905
Fine 2016 – Murray +630
Doha – Murray +880
Australian Open – Murray +1,680
Dubai – Murray +1,770
Indian Wells – Murray +2,725
Miami – Murray +3,680
Montecarlo – Murray +3,330
Madrid – Murray +3,730
Roma – Murray +3,330
Roland Garros – Murray +4,130
Queen’s – Murray +3,630
Wimbledon – Murray +1,720
Canada – Murray +2,720
Cincinnati – Murray +2,120
US Open – Murray +2,960
Pechino – Murray +2,460
Shanghai – Murray +1,820
Vienna – Murray +1,320
Bercy – Murray +500
Finals 0

Se Murray supera indenne gli Australian Open, è quasi impossibile che perda la prima posizione fino al Roland Garros, ma anche oltre. Con un buon risultato a Wimbledon, Murray resterebbe tranquillo fino al prossimo autunno, dato che:

– Murray ha fatto 3,680 punti più di Djokovic dopo Miami;
– Murray ha fatto 4,130 punti più di Djokovic dopo il Roland Garros;
– Murray ha fatto 2,960 punti più di Djokovic dopo gli US Open.

Questo significa che Murray può restare numero 1 dopo gli US Open anche facendo quasi 3 mila punti meno di Djokovic nei primi 8 mesi e mezzo del 2017. Se così non fosse, ci stupiremmo, ma questo finale di 2016 ci ha insegnato che fare pronostici è divertente, ma portare la verità in tasca (“è impossibile che succeda”) può rivelarsi molto pericoloso.

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ATP Ranking: Djokovic torna sul trono. Sinner perde una posizione, Berrettini scivola al n.66

Arnaldi, gli ottavi valgono il best ranking al n. 47. Jannik è quarto nella Race, le ATP Finals si avvicinano. Il punto su Ranking e Race to Turin nel link all’interno dell’articolo

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Novak Djokovic - US Open 2023 (Twitter @atptour)
Novak Djokovic - US Open 2023 (Twitter @atptour)

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Non bisogna mai sottovalutare il cuore di un campione”

 

Facciamo nostra la frase che Rudy Tomjanovich pronunciò riferendosi di Akeem Holajuwon all’indomani della vittoria dei suoi Houston Rockets nel campionato NBA ’95; la usiamo a proposito del cuore di Daniil Medvedev che il 99% degli appassionati di tennis di tutto il mondo dava per sicuro perdente alla vigilia della semifinale contro l’ex numero 1 del mondo Carlos Alcaraz.

Daniil da campione li ha smentiti ponendo così momentaneamente fine al monopolio esercitato dalla premiata coppia Djokovic&Alcaraz nelle finali che contano nella seconda metà della stagione.

Il suo sogno di bissare il successo del 2021 si è infranto contro il cuore e la classe di un Campione ancora più grande di lui, Novak Djokovic, che ha così suggellato da par suo l’ennesima riconquista della prima posizione mondiale. Per lui anche la soddisfazione di avere eguagliato il record di Margaret Court Smith per numero di major vinti in singolare: 24.

Il preannunciato annunciato sorpasso al primo posto effettuato da Djokovic ai danni di Alcaraz è la principale ma non l’unica novità che troviamo ai vertici del ranking; le più significative sono rappresentate dal ritorno di Alexander Zverev tra le prime dieci posizioni dopo quasi un anno di assenza e il debutto di Ben Shelton, grande protagonista dello slam statunitense, tra i primi venti giocatori del mondo.

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WTA Ranking: Sabalenka è la ventinovesima n.1 della WTA. Gauff in terza posizione

La sconfitta agli ottavi a New York fa perdere il n.1 a Iga Swiantek, che cede lo scettro a Aryna Sabalenka. Coco Gauff si porta subito dietro alla bielorussa e alla polacca. Balzo in avanti di Lucia Bronzetti

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Aryna Sabalenka - US Open 2023 (Twitter @usopen
Aryna Sabalenka - US Open 2023 (Twitter @usopen)

Il seguito del video è presente sulla sezione dedicata allo US Open 2023 del sito di Intesa Sanpaolo, partner di Ubitennis.

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Dopo una rincorsa durata tutta la stagione, finalmente Aryna Sabalenka ce l’ha fatta e, nella classifica di oggi, supera Iga Swiatek. Sabalenka è la ventinovesima tennista a raggiungere questo risultato. La striscia di settimane al vertice di Swiatek si conclude, quindi, a 75, appena sopra Caroline Wozniacki (71) ma ancora lontana da Lindsay Davenport (98). Aryna non è riuscita a coronare questo traguardo con la conquista del suo secondo titolo slam. Tuttavia, con un Australian Open, una finale a New York e due semifinali nei restanti major, non può che essere lei la legittima regina del ranking. Recentemente, Sabalenka aveva affermato che ciò che davvero le importa non è solo diventare n.1 ma soprattutto riuscire a terminare la stagione al vertice. Considerando i punti in scadenza a lei e alla sua diretta inseguitrice, ha ottime possibilità di riuscirci. L’ultimo major dell’anno, quindi, ci regala una nuova campionessa Slam, Coco Gauff. La vittoria a Flushing Meadows (ma più in generale un’estate da sogno con le vittorie nel WTA 500 di Washington e nel WTA 1000 di Cincinnati e poi, appunto, a New York) la proietta alle spalle di Sabalenka e Swiatek. Sarebbe scontato affermare che Gauff possa ambire a vincere altri major e che, prima o poi, si prenderà il n.1. La storia della WTA è ricca di atlete che, dopo uno slam, non sono riuscite, per svariate ragioni, a tener fede alle aspettative (Raducanu, Stephens, Andreescu per esempio). Non sembra il caso di Coco, che sotto la sapiente guida di Brad Gilbert sembra aver raggiunto un livello di gioco mai visto prima. E le italiane? Cocciaretto e Paolini sono state eliminate al primo turno. Mentre Elisabetta retrocede ed esce dalla top30, Jasmine guadagna qualche posizione e stabilisce un nuovo best ranking. Il terzo turno a New York fa recuperare a Lucia Bronzetti 16 posti, ma resta lontana dal suo miglior piazzamento.

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US Open, caccia al numero uno: Djokovic vede da vicino la vetta, Sabalenka riuscirà a prendersi lo scettro?

Al serbo basta raggiungere il secondo turno allo US Open per tornare in cima senza guardare Alcaraz, mentre tra la bielorussa e Swiatek è sfida a chi arriva più avanti

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L’inizio dello US Open della è ormai alle porte – primi incontri del tabellone principale pronti a scattare lunedì 28 agosto – e freme l’attesa non solo per capire chi alzerà il trofeo quest’anno, ma anche per sapere chi sarà il numero della classifica mondiale dopo l’ultimo Slam della stagione. La lotta per la vetta del ranking sia tra Novak Djokovic e Carlos Alcaraz sia tra Iga Swiatek e Aryna Sabalenka tiene banco ormai da settimane. A Flushing Meadows potrebbero avvenire sostanziali cambiamenti.

A Novak Djokovic basterà, infatti, raggiungere il secondo turno dello Slam newyorkese per essere sicuro di tornare numero uno del mondo indipendentemente da ciò che farà Carlos Alcaraz. Com’è possibile? Presto detto. Djokovic l’anno scorso non ha partecipato allo US Open a causa delle note questioni legate al vaccino anti Covid-19 e, di conseguenza, non ha punti in uscita in questa edizione. Il distacco tra il serbo e Alcaraz è minimo – appena 20 lunghezze di vantaggio per lo spagnolo – e quest’ultimo deve invece difendere la vittoria dello scorso anno. Tradotto in altri termini: Alcaraz può perdere o confermare i 2000 punti del titolo 2022, mentre Djokovic guadagnerà solamente. I 45 punti ottenuti con un passaggio al secondo turno basterebbero al serbo per scavalcare il rivale e ritoccare così il suo record di settimane in vetta alla classifica: da 389 a 390. 

Storia un po’ più complicata per quanto riguarda la lotta in campo femminile tra Iga Swiatek e Aryna Sabalenka. Le due sono separate attualmente da 1.209 punti – 9.955 punti la polacca, 8.746 punti la bielorussa –, ma Iga deve difendere la vittoria a Flushing Meadows del 2022. Questo significa che, come per Alcaraz, ha in scadenza una cambiale da ben 2000 punti, mentre Sabalenka vedrà uscire “solo” i 780 della semifinale persa proprio contro la polacca. 

 

In virtù di questi numeri la distanza tra le due non è poi così ampia. Anzi dando uno sguardo alla classifica live – cioè quella che tiene presente in tempo reale tutti i movimenti di punti – notiamo che Sabalenka da lunedì 28 sarà in testa di 11 lunghezze. Margine ridottissimo che apre a tre scenari: Swiatek ancora numero a fine US Open se avrà passato un turno in più della bielorussa; Aryna numero uno se o le due contendenti dovessero uscire allo stesso punto del torneo o la polacca perdesse prima di lei. Un’altra ghiotta occasione per Sabalenka di arrivare alla tanto agognata vetta del ranking, uno dei suoi dichiarati obiettivi stagionali, magari proprio con un trionfo in finale su Swiatek.

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