AO: spettacolo Vandeweghe! Venus non vuole invecchiare - Pagina 2 di 2

Australian Open

AO: spettacolo Vandeweghe! Venus non vuole invecchiare

Prestazione perfetta di CoCo, che seppellisce Muguruza a suon di vincenti. Prima semifinale Slam. A 36 anni, la maggiore delle Williams raggiunge la sua terza semifinale a Melbourne, quattordici anni dopo la prima. È la ventiduesima nei Major

Pubblicato

il

 

[13] V. Williams b. [24] A. Pavlyuchenkova 6-4 7-6(3) (Tommaso Voto)

Un sorriso sincero e raggiante illumina il volto di Venus Williams, che batte la n.24 del seeding Pavlyuchenkova e,  dopo 14 anni, centra la semifinale agli Australian Open (l’ultima risale  al 2003, quando poi perse in finale da sua sorella Serena) ed ora attende la vincente della sfida tra Muguruza e Vandeweghe. Visione di gioco e rovescio sono stati gli elementi fondamentali del successo della californiana, che ha saputo contenere la veemenza della russa ed uscire dalle difficoltà con classe e “mestiere”. Anastasia è una ragazza potente, ma fa molta fatica a muoversi lateralmente, mentre la tds n.13 sembra aver cristallizzato il tempo, infatti  i suoi gesti, seppur meno efficaci, sono ancora leggiadri ed eleganti. I precedenti, giocati sempre sul cemento, vedevano Venus avanti 3-2 (il più recente e significativo è stato giocato nel 2014 a Montreal ed aveva visto prevalere l’ex n.1 del mondo in tre set) e questa supremazia è stata confermata anche in terra australiana. Ad Anastasia è mancata la capacità di difendersi e di prolungare lo scambio, perché sul braccio di ferro  e sul “breve”Venus è ancora competitiva. La ragazza di Samara, che da juniores – nel 2006 e nel 2007 – ha vinto due titoli Slam australiani, è alla sua prima volta ai quarti di finale nel torneo maggiore e l’emozione ha certamente inciso, in quanto sotto pressione Pavlyuchenkova è stata molto contratta e troppo confusa tatticamente. Diverso è stato l’approccio alla partita di Venus, che dall’alto delle sue 73 partecipazioni nelle prove dello Slam (record dell’era Open) nonché per la 17esima volta ai nastri di partenza degli Australian Open, altro record in coabitazione con Serena, è abituata a  gestire  match di questo livello.

A 36 anni suonati la Venere Nera del tennis mondiale continua a calcare i campi da gioco con voglia e determinazione. La sindrome di Sjogren, diagnosticata durante gli US Open del 2011 dopo il forfait contro Sabine Lisicki, ha certamente minato il fisico statuario dell’americana, che ha saputo accettare questa situazione con una forza d’animo decisamente fuori dal comune. Un’alimentazione vegana, associata ad un lavoro atletico mirato, ha permesso alla maggiore delle Williams di rimanere nel circuito e di fare della sua carriera, seppur in fase discendente rispetto ai fasti degli anni 2000, un’icona di resistenza e di volontà. Venus è uno dei grandi personaggi del circuito: ricca, famosa, carismatica, potrebbe tranquillamente dedicarsi alle sue passioni, oltre che alle attività commerciali (è un’imprenditrice di successo nel campo dell’abbigliamento sportivo, infatti al suo marchio EleVen, linea di sportwear fondata nel 2007, si è aggiunta Epitome, che si concentra sul look per il viaggio ed il tempo libero), ma ama ancora profondamente questo sport e vederla competere -alla pari- con avversarie più giovani è un esempio straordinario di vitalità. Chiaramente l’esplosività del servizio è diminuita, ma il rovescio è ancora un colpo con cui l’ex n.1 del mondo riesce a comandare lo scambio.

Venus è la prima a servire ed è subito costretta a salvare una palla break, anche perché la russa ha le idee chiare, ovvero tirare forte e centrale. La 7 volte campionessa Slam si salva e muove il punteggio, ma la statunitense ha un solo obiettivo possibile, comandare lo scambio ed evitare il diritto della ragazza di Samara, che sembra ben centrata. I guai al servizio per la Venere nera continuano, infatti una risposta fulminante di rovescio di Anastasia produce il break ed il 2-1 europeo. Come spesso capita nel tennis femminile, la n.24 del seeding, fino a quel momento quasi perfetta, si irrigidisce ed un paio di gratuiti (sanguinoso il doppio fallo su palla break) portano Venus sul 2-2, ma c’è anche da dire che l’ex n.1 del mondo sfrutta meglio gli angoli e inizia a far muovere la russa, che quando è fuori dalla sua confort zone perde la distanza con la palla ed i suoi colpi scappano via. C’è poco spettacolo ed il pubblico non riesce ad essere coinvolto più di tanto, tuttavia arriva un altro break per la russa, che quando prende il comando delle operazioni con il diritto fa decisamente prevalere i suoi muscoli. Il match scorre veloce, Venus ha una grinta incredibile e con un guizzo imprevedibile pareggia sul 4-4 (deliziosa la stop volley con cui si procura la prima chance del controbreak). Anastasia è anche sfortunata perché sul 40-40 (con un punto ormai conquistato) ad un ball boy scappa una palla e la giudice di sedia è costretta a far rigiocare lo scambio. Qui viene fuori la classe di Venus che, non solo torna prepotentemente nel primo set, ma addirittura si aggiudica il parziale con un’altra risposta di rovescio vincente. Un 6-4 incredibile per le modalità con cui si è realizzato, ma che dimostra ancora una volta la tenacia di Venere che con esperienza e calma riesce ad andare oltre i suoi limiti fisici ed anagrafici. Pavlyuchenkova ha molto su cui riflettere, perché è stata per molti game in pieno controllo ma non ha saputo distanziare la sua avversaria che forte dei suoi 23 anni di carriera (ha esordito nel 1994) sa bene come ribaltare i momenti no. Vincere il primo set è vitale per l’americana, sia per una questione fisica ma soprattutto dal punto di vista psicologico, anche perché Anastasia tende a scomporsi nelle difficoltà.

Un lunghissimo secondo game del secondo set (durato ben 11 minuti) rischia di segnare le sorti in negativo per la russa, che è costretta agli straordinari dalla sempre più aggressiva Venus. Salvate le tre palle break, Anastasia si riporta avanti nel punteggio strappando la battuta alla statunitense, che quando non comanda lo scambio da fondo non riesce a predisporre una difesa convincente. La storia si ripete, perché Anastasia non concretizza il vantaggio appena conquistato e Venere va sul 2-2, con un passante difensivo vincente. La 5 volte campionessa di Wimbledon gioca a fiammate, ma è molto attenta a variare il servizio (quello al corpo ha dato molti punti diretti) ed a caricare sul diritto della russa, che in più di una circostanza si scompone. Venus, al nono quarto di finale a Melbourne (bilancio negativo 2 vittorie e 6 sconfitte), in risposta torna propositiva ed il suo avanzare all’interno del rettangolo di gioco si fa sempre più incalzante. Anastasia ha il difetto di avere poche alternative allo schema “picchia e picchia”, infatti è del tutto assente il gioco di volo e la palla corta, soprattutto contro una avversaria non proprio bambina è stata utilizzata troppo poco. Si torna a soffrire in casa Williams, poiché Anastasia opera il break (fortunata con un paio di stecche che diventano dei colpi anomali che mettono in crisi Venus) e come già successo nel primo parziale si porta sul 4-3. Il film è lo stesso, l’americana angola la risposta e Pavlyuchenkova è pigra negli spostamenti e insacca in rete tutti i colpi. In un attimo si passa 5-4 per Venus, che si siede soddisfatta al proprio angolo mentre la russa sembra disorientata. Stavolta Nastija lotta e sfugge dalla morsa della Williams, che aumenta i giri dei suoi colpi e delle urla, ma non ottiene il set sperato. Il tie break è la conclusione naturale di un parziale lottato, in cui Venus parte molto male e si trova sotto 3-1, poi Anastasia si scopre “generosa” negli errori e subisce il sorpasso americano.
Sul 6-3 la russa fa l’ennesimo doppio fallo (saranno 9 alla fine) e la Venere nera e conquista la vittoria n.50 Agli Australian Open, mentre Anastasia si consola avendo conquistato i quarti di finale in tutti gli Slam e con il ritorno nella top 20.

Risultati:

[13] V. Williams b. [24] A. Pavlyuchenkova 6-4 7-6(3)
C. Vandeweghe b. [7] G. Muguruza 6-4 6-0

AO: ancora Roger. E adesso Stan

AO: Tsonga non c’è, Wawrinka torna in semifinale [AUDIO]

AO 2017: ordine di gioco, tabelloni, programmazione tv

Pagine: 1 2

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement