Serena Williams è al canto del cigno. Fognini con Zverev… yes you can

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Serena Williams è al canto del cigno. Fognini con Zverev… yes you can

PARIGI – Margaret Court e il record dei 24 Slam sembra abbastanza al sicuro. Nadal approdo in semifinale scontato contro… un rovescio a una mano. Federer, Mayer, Tsitsipas o Wawrinka

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Fabio Fognini - Roland Garros 2019 (Conferenza - foto Roberto Dell'Olivo)
 

Il nostro esperto di tennis femminile, notoriamente, è AGF, ma mi permetto un’invasione di campo e una profezia.  Se Serena Williams, 38 anni a settembre, non riuscirà a perdere peso e a crearsi una condizione atletica decente, i suoi 23 Slam resteranno tali e Margaret Court Smith resterà a lungo, forse per sempre, la ‘recordwoman‘ degli Slam a quota 24. Wimbledon è forse il solo torneo dove anche con una mobilità limitata si può sperare, se il servizio sostiene, di mettere d’accordo avversarie non troppo competitive, ma più passerà il tempo e più difficilmente Serena potrà tornare a imporsi. Certo quest’anno fra un infortunio e l’altro non ha avuto molte chance di allenarsi seriamente, ma si è più facilmente preda degli infortuni quando si è sovrappeso e si affrettano i tempi per tornare sui campi di gara. È un po’ il cane che si morde la coda.

Ormai è dall’Australian Open 2017 che Serena non vince più un Major. Ha dato alla luce la sua bambina, Olympia, il 1 settembre 2017 rischiando la vita durante il parto; si è sposata a novembre, ha continuato ad avere problemi di circolazione, ma soprattutto non si muove più come dovrebbe muoversi un’atleta e 34 errori gratuiti contro Kenin, che ne ha fatti la metà, la dicono lunga su quella che è la sua condizione.

Venus ha 39 anni e ha perso al primo turno pur essendo più longilinea. Ma è anche meno forte, ha vinto 7 Slam, di cui 5 a Wimbledon, da alcuni mesi ha perso decisamente competitività e viene quasi da chiedersi chi glielo faccia fare di continuare a giocare. Tra un po’ ci faremo la stessa domanda sul conto di Serena.

Serena Williams – Roland Garros 2019 (foto Roberto Dell’Olivo)

Serena avrebbe potuto approfittare ancora di questa fase di stallo del tennis femminile, dove il livello medio di base si è molto alzato ma dove le ragazze di vertice non sono per nulla affidabili in termini di continuità di risultati. Tutte possono perdere da (quasi) tutte. Osaka che rischiava di perdere sia al primo turno – 6-0 nel primo set contro Schmiedlova – e soprattutto al secondo – sotto un set e 4-2 con la Azarenka – ha perso al terzo facendo appena 6 game contro Siniakova. Ecco, premesso che la giapponese non è una tennista particolarmente adatta al tennis sulla terra rossa perché vuole sparare vincenti su tutti i colpi e da tutte le posizioni, quel che diceva Marion Bartoli l’altro giorno nel meeting dei testimonial di Eurosport lo sottoscrivo in pieno: “Una n.1 del mondo non può perdere malamente, giocando dei game imbarazzanti e prendendosi dei ‘buuuh’ dalla folla quando scende sul campo centrale del Roland Garros al primo turno”.

Sono d’accordo con Marion. Puoi perdere se sei in cattiva giornata da una Siniakova in buona giornata, ma non facendo soltanto 6 game. Est modus in rebus, dicevano i latini.

Non mi sorprende che la tennista più continua, soprattutto sulla terra rossa (e non certo sull’erba) sia Simona Halep: infatti la campionessa in carica è una delle tre teste di serie superstiti delle prime otto, assieme alla finalista di un anno fa Sloane Stephens e all’australiana Barty.

Se Serena fosse stata anche lontanamente vicina a quella che è stata, con questo lotto di concorrenti, avrebbe potuto dominare ancora per un po’. È stata sfortunata Kiki Bertens, che era tra le più in forma, ma insomma una tennista che assomigli alla Serena dominatrice di qualche anno fa proprio non c’è, né si intravede… a meno che fra le teenager emerse qua a Parigi ce ne sia qualcuna (Iga Swiatek che gode della stima di Vanni Gibertini?) che sbaragli il campo fra qualche anno.

Halep meriterebbe di essere considerata la favorita, ma anche lei ogni tanto soffre la pressione. Ora sarà più favorita che mai, nonostante i set già lasciati per strada con giocatrici non trascendentali, Tomljianovic e Linette. Partite che tradiscono un qual certo nervosismo. Solo contro Tsurenko non l’ha accusato, ma l’aveva battuto 7 volte… ci mancherebbe.

IL TORNEO MASCHILE – Parliamo allora di uomini e per prima cosa dei nostri due. Fognini ha vinto e convinto. Qualche passaggio a vuoto con Bautista Agut c’è stato, quando ha servito per il set sia nel primo sia nel secondo set, però ha fatto una partita di sostanza, di concretezza. È stato importante vincere il primo lunghissimo set, 81 minuti! Nel tie-break è stato anche indietro di un break. Se perde quello sono cavoli. Anche psicologicamente sarebbe stato un brutto colpo. Si è rilassato un momento nel terzo set, ma nel quarto ha preso iniziativa e campo e Bautista Agut, schiumando rabbia, non è proprio riuscito ad opporsi. Fabio ha fatto quel che ha voluto, fino al match point trasformato con una smorzata deliziosa. Un tocco di fino che ha suggellato una partita giocata con intelligenza.

Così eccoci di nuovo tutti a far calcoli sull’ingresso fra i top-ten. Come già più volte detto, superato Isner, sia da Fabio sia da Khachanov, il pericolo n.1 per un Fabio oggi virtualmente n.10 è del Potro che ha dominato Thompson e che deve affrontare proprio Khachanov, quando Fabio affronterà Zverev. Se Fabio passa di nuovo sul corpo di Zverev, come a Montecarlo e diversamente da Roma un anno fa, e Khachanov perde Fabio lo scavalca. Se invece perdessero tutti e due allora occorrerà vedere in primis che farà del Potro, in secundis se un Wawrinka o un Monfils vincessero il torneo.

Zverev mi ha detto che si sente molto ma molto più in forma che a Montecarlo. Però potrebbe non bastare. Si devono fare i complimenti a Fabio che ha messo le mani avanti per il match con …il crucco (lo ha chiamato così… forse non sa che furono i croati durante la prima guerra mondiale a chiamare così gli austriaci affamati che chiedevano di continuo “Kruh, Kruh!” Pane, pane” ) dicendo “Il favorito è lui, è n.5 del mondo e un candidato a diventare il n.1 di domani quando non ci saranno più i soliti grandi”. Complimenti anche a Caruso che ha giocato senza assolutamente sfigurare con il n.1 del mondo anche se i game fatti dal bravissimo e miglioratissimo siciliano di Avola sono stati pochini. Ha avuto 5 palle break ma Djoko ha sempre messo dentro la prima. Non è un n.1 per caso.

Novak Djokovic – Roland Garros 2019 (foto Roberto Dell’Olivo)

Per il resto, al contrario di quel che è accaduto nel tabellone femminile, quasi tutte le teste di serie del maschile sono andate avanti. Ha perso solo Coric con Struff, hanno vinto Djoko (13 volte in ottavi negli ultimi 14 anni, ha mancato il 2009 e prima il 2005), Thiem, Zverev (che dovrebbe vincere anche qualche match in 3 o 4 set, ma quando arriva al quinto vince sempre …) del Potro, Khachanov e Monfils.

Oggi penso proprio che Federer batterà Mayer e Nadal farà altrettanto con l’argentino rivelazione, Londero. Francamente mi intriga molto di più il duello Wawrinka-Tsitsipas altro match, come quello fra Federer e Mayer, fra tennisti dall’elegante rovescio a una mano. Si trovano tutti e quattro nello stesso settore… insomma un giocatore con un rovescio a una mano sarà sicuramente in semifinale. L’altro, mi sento di prevedere, sarà Rafa Nadal perché non lo vedo perdente né con Londero (suvvia…) né con il vincente di Nishikori-Paire.


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