Uno contro tutti: le 9 settimane di Marat Safin, le 43 di Guga Kuerten

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Uno contro tutti: le 9 settimane di Marat Safin, le 43 di Guga Kuerten

Dal novembre 2000 al novembre 2001, si avvicendano in vetta al ranking ATP due tra i tennisti più amati dal pubblico: Kuerten e Safin, che sarà (numeri alla mano) il peggior numero uno della storia per partite vinte

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Marat Safin - US Open 2000
 

Utopia, come il nome originale del galattico impianto edificato sulle rive del Tago, con il ponte Vasco de Gama alle spalle che fa tanto Brooklyn. Utopia, come sembrava essere la sua, prima di iniziare la Masters Cup 2000 nella capitale del Portogallo. Quando inizia il torneo dei maestri a Lisbona, Marat Safin è numero 1 del mondo da una settimana. Ha strappato la corona a Pete Sampras, giunto (come abbiamo ricordato nella puntata precedente) il 19 novembre alla fine del suo lungo e glorioso regno. Al termine di una stagione a dir poco equilibrata (quattro campioni diversi negli slam, otto nei nove Masters 1000), il russo Safin ha fatto valere i risultati ottenuti da agosto in poi e il settimo titolo, quello di Parigi Bercy, l’ha messo sul trono anche se, inevitabilmente, il colpo grosso l’ha messo a segno a Flushing Meadows, aggiudicandosi gli US Open.

Marat è il principale indiziato per chiudere l’anno in testa al ranking, anche perché Pete Sampras ha troppi punti da difendere, e l’unico che può insidiarlo è Gustavo Kuerten. Ma il brasiliano, pur giocando davanti a un pubblico che parla la sua stessa lingua, non è certo uno specialista dei tornei indoor e, comunque, ha la schiena a pezzi e parte con una sconfitta (contro Agassi) che lo mette già con le spalle al muro. Quando inizia il secondo turno del round robin, Guga ha una sola possibilità per diventare leader: vincere il torneo senza perdere più incontri e senza incontrare in finale Safin.

Utopia? Forse, ma non per Kuerten che, in un crescendo entusiasmante, infila quattro vittorie consecutive, batte uno dietro l’altro Kafelnikov, Sampras e lo stesso Agassi e si può inginocchiare sul campo del Pavilhao Atlantico con la bandiera del suo paese sulle spalle. Guga è il 19° numero uno nella storia dell’ATP e si porta in dote la carica nel 2001 ma a Melbourne, nel primo Slam stagionale, la sconfitta al secondo turno per mano di Greg Rusedski gli costa lo scettro, che Safin gli strappa pur non facendo molto meglio (battuto negli ottavi di finale dall’ammazzanumeriuno Dominik Hrbaty) di lui. Nelle successive quattro settimane, il russo gioca due tornei e un weekend di Davis ma i risultati sono piuttosto negativi: perde al terzo turno a Milano (con Rusedski) e al primo a Rotterdam (Mirnyi) così come a Bratislava contro gli slovacchi Hrbaty (ancora lui) e Kucera.

Nel frattempo, Kuerten ha scelto la terra americana e la vittoria a Buenos Aires lo rimette in vetta mentre il bis messicano ad Acapulco gli regala il primo titolo da re. Il divario con Safin, tuttavia, è minimo e nel Sunshine Double sono gli scarti a stabilire il nuovo sorpasso: Guga perde al terzo turno a Indian Wells con il quadrumane statunitense Jan-Michael Gambill e al secondo a Miami dove a fermarlo è lo svedese Thomas Johansson, che invece in California ha eliminato Safin al debutto. A questo punto poco importa se Marat esce all’esordio anche in Florida (per mano di Balcells) perché Kuerten lascia sul terreno a Crandon Park la finale del 2000 e non può far nulla per evitare di abdicare. Dal 2 al 22 aprile, Safin colleziona le ultime tre settimane del suo breve regno e perde malamente l’unico match giocato, a Monte Carlo con il bronzo olimpico Arnaud Di Pasquale. Nelle sue nove settimane di regno, Marat Safin fa registrare un primato assai poco invidiabile, ovvero quello di essere il peggior numero uno della storia in quanto a percentuale di incontri vinti: appena il 36% (4 su 11).

Marat Safin – US Open 2000

Con la terra rossa sotto le suole, Kuerten riprende a volare. Vinto Monte Carlo da numero 2, Guga perde in finale a Roma con lo spagnolo Juan Carlos Ferrero e al primo turno ad Amburgo con Max Mirnyi. Non ancora dedito esclusivamente al doppio (specialità nella quale vincerà 10 slam nonché l’oro olimpico sull’erba di Londra in coppia con Vika Azarenka), il bielorusso gioca un tennis offensivo di estrema qualità e dimostra di sapersela cavare bene anche sulla terra, sia pur quella rapida del Super 9 tedesco. Il KO di misura (6-3 3-6 7-6) rimediato ad Amburgo non demoralizza Kuerten che al Roland Garros conquista il suo terzo titolo parigino dopo quelli del 1997 e del 2000. Nell’Era Open, il brasiliano è tuttora l’unico tennista (tra quelli che ne hanno disputate almeno tre) ad aver vinto tutte le finali slam giocate.

Prima di spostarsi negli Stati Uniti, per preparare la seconda parte di stagione sul duro, Kuerten mette in saccoccia un altro titolo sulla terra (Stoccarda) ma anche cambiando superficie i suoi risultati sono in linea con le aspettative. A Los Angeles perde in semifinale con Agassi e a Montreal esce al terzo turno per mano di un ragazzino non ancora diciannovenne con la dinamite nel servizio, un certo Andy Roddick. A Cincinnati, il numero 1 fa suo il quinto e ultimo Masters 1000 in carriera (unico sul duro) battendo Rafter, contro il quale si ritira nel primo set della finale di Indianapolis la settimana successiva. Kuerten sta giocando troppo e il fisico si lamenta ma allo US Open il ragazzo di Florianopolis trova la maniera di risalire la china di due set e battere Mirnyi 6-7 5-7 7-6 7-6 6-2 al termine di una sfida meravigliosa; nei quarti, però, la fatica accumulata nelle settimane precedenti si fa sentire tutta in una volta e con Kafelnikov rimedia appena sette giochi. Per Kuerten è l’inizio della fine.

Curiosamente, sarà proprio Kafelnikov a chiuderne la carriera da n°1 dopo che Guga ha collezionato una sequela di nove sconfitte quasi consecutive, interrotte solo dalla vittoria su Ulihrach a Bercy. In mezzo: Saretta a Costa do Sauipe, Ljubicic a Lione, Mirnyi a Stoccarda, Boutter a Basilea, Schalken a Bercy e la coppia Ivanisevic e Ferrero a Sydney, dove si svolge la Masters Cup che il brasiliano difende nel peggiore dei modi. Un anno dopo il clamoroso exploit di Lisbona, Kuerten conclude la sua esperienza sul trono con numeri “sporcati” in parte dal rendimento nelle ultime partite: 43 settimane in vetta, 63 incontri (46-17) in 19 tornei, di cui 4 vinti. I continui infortuni – soprattutto all’anca – limiteranno l’attività di Guga dal 2002 in poi e, salvo qualche sporadico buon risultato, gli impediranno di tornare a lottare per il vertice.

Vertice che, dalla Masters Cup di Sydney, è occupato dal più giovane n°1 della storia: Lleyton Hewitt. Ed è proprio di lui che parleremo la prossima settimana. 

TABELLA SCONFITTE N.1 ATP – DICIASSETTESIMA PARTE

ANNONUMERO 1AVVERSARIOSCORETORNEOSUP.
2000SAFIN, MARATSAMPRAS, PETE36 26MASTERS H
2000SAFIN, MARATAGASSI, ANDRE36 36MASTERS H
2001KUERTEN, GUSTAVORUSEDSKI, GREG64 46 36 62 79AUSTRALIAN OPENH
2001SAFIN, MARATRUSEDSKI, GREG06 67MILANOS
2001SAFIN, MARATKUCERA, KAROL63 64 36 57 26DAVIS CUPH
2001SAFIN, MARATHRBATY, DOMINIK36 16 46DAVIS CUPH
2001SAFIN, MARATMIRNYI, MAX76 46 36ROTTERDAMH
2001KUERTEN, GUSTAVOGAMBILL, JAN-MICHAEL67 46INDIAN WELLSH
2001KUERTEN, GUSTAVOJOHANSSON, THOMAS36 64 46MIAMIH
2001SAFIN, MARATDI PASQUALE, ARNAUD36 16MONTE CARLOC
2001KUERTEN, GUSTAVOFERRERO, JUAN CARLOS63 16 62 46 26ROMAC
2001KUERTEN, GUSTAVOMIRNYI, MAX36 63 67AMBURGOC
2001KUERTEN, GUSTAVOAGASSI, ANDRE76 36 36LOS ANGELESH
2001KUERTEN, GUSTAVORODDICK, ANDY76 46 26CANADA OPENH
2001KUERTEN, GUSTAVORAFTER, PATRICK24 RIT.INDIANAPOLISH
2001KUERTEN, GUSTAVOKAFELNIKOV, YEVGENY46 06 36US OPENH
2001KUERTEN, GUSTAVOSARETTA, FLAVIO64 26 46COSTA DO SAUIPEH
2001KUERTEN, GUSTAVOLJUBICIC, IVAN67 26LIONES
2001KUERTEN, GUSTAVOMIRNYI, MAX64 67 46STOCCARDA INDOORH
2001KUERTEN, GUSTAVOBOUTTER, JULIEN67 26BASILEAS
2001KUERTEN, GUSTAVOSCHALKEN, SJENG64 46 46PARIGI BERCYS
2001KUERTEN, GUSTAVOIVANISEVIC, GORAN26 76 46MASTERS H
2001KUERTEN, GUSTAVOFERRERO, JUAN CARLOS67 26MASTERS H
2001KUERTEN, GUSTAVOKAFELNIKOV, YEVGENY26 64 36MASTERS H

  1. Nastase e Newcombe
  2. Connors
  3. Borg e ancora Connors
  4. Bjorn Borg
  5. Da Borg a McEnroe
  6. Ivan Lendl
  7. McEnroe e il duello per la vetta con Lendl
  8. Le 157 settimane in vetta di Ivan Lendl
  9. Mats Wilander
  10. Lendl al tramonto e l’ultima semifinale a Wimbledon
  11. La prima volta in vetta di Edberg, Becker e Courier
  12. Sale sul trono Jim Courier
  13. Il biennio 1993-1994, da Jim Courier a Pete Sampras
  14. Agassi e Muster interrompono il dominio di Sampras
  15. La seconda parte del regno di Sampras, Rios re senza corona
  16. Moya, Rafter, Kafelnikov e Agassi nell’ultima fase del regno di Sampras
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