Nel corso di un suo intervento per Radio Sportiva, il direttore Scanagatta parla dell’argomento più caldo del momento, la separazione di Jannik Sinner dal suo storico mentore Riccardo Piatti. “Già mentre si trovava in Australia ad inizio anno, ricordo che Sinner aveva espresso la volontà di affiancare a Piatti un super-coach del calibro di Boris Becker o John McEnroe. Secondo me sarebbero stati un’aggiunta importante dal punto di vista del marketing, visto il loro prestigio, ma non so quanto sarebbero stati efficaci come allenatori, in quanto visti i loro mille impegni per loro sarebbe stato più un impiego part-time”.
Per il Direttore è un “duro colpo” anche in termini economici quello accusato da Riccardo Piatti, che dopo sette anni di investimenti e collaborazione si trova costretto a perdere la “sua gallina dalle uova d’oro”, proprio sul più bello. Si passa quindi ai motivi che a suo dire hanno spinto l’altoatesino a guardarsi intorno: “Credo che Sinner si sia accorto, giocandoci contro ripetutamente, che esiste ancora un grosso gap tecnico tra lui e i giocatori più forti al mondo. Se riflettiamo, contro avversari come Djokovic e Nadal ha sempre perso in maniera netta, ed anzi nelle sfide successive il gap sembrava aumentare sempre di più”. D’altronde “a 20 anni è legittimo avere dubbi, ed è giusto che provi a cambiare qualcosa, se lui aspira alla Top-3 e non si accontenta di stare nei primi 10. Forse si è reso conto di avere delle armi limitate.”
Chiosa finale sul probabile nuovo coach di Sinner, Magnus Norman: “E’ un profilo che mi sembra più adatto per Jannik. Vorrei ricordare che in carriera ha preso due giocatori come Wawrinka e Soderling da una posizione nel ranking simile a quella attuale di Sinner e li ha portati al successo. Wawrinka in particolare sotto la sua guida ha vinto tre Slam ed ha raggiunto la posizione di numero 3 al mondo.”