La corsa al n.3 d'Italia di Sonego, Fognini e Musetti: momenti non facili, pochi punti da difendere e la Davis alle porte

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La corsa al n.3 d’Italia di Sonego, Fognini e Musetti: momenti non facili, pochi punti da difendere e la Davis alle porte

I due Lorenzo e Fabio non stanno attraversando un buon periodo. C’è però lo spazio per riprendersi: serve essere pronti per la Nazionale

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Sonego e Musetti con membri dei loro team: foto tratta da Instagram
Sonego e Musetti con membri dei loro team: foto tratta da Instagram
 

La settimana svedese si è conclusa già al martedì. A Bastad nessuno degli azzurri in tabellone ha superato il primo turno: out Sonego, Fognini e Musetti. Tutti e tre avevano partite ostiche, ma ad essere onesti nessuno degli avversari (Karatsev, Baez e Djere rispettivamente) rappresentava un ostacolo insormontabile. Non sono però le sconfitte in sé ad essere preoccupanti: il vero allarme sta nel fatto che, anzi, queste non abbiano sorpreso più di tanto, perché andatesi a infilare nel solco tracciato da un periodo negativo che dura ormai da troppo per l’intera seconda linea azzurra. Tra Sinner e Berrettini e gli altri si è aperto un gap notevole e, purtroppo, non è merito delle nostre prime punte: Jannik e Matteo hanno infatti avuto una prima metà di stagione a dir poco laboriosa, oscillando incessantemente tra uno scherzo del destino e un infortunio e in questo moto continuo sono riusciti ad afferrare pochi risultati degni del loro livello.

Lo swing sull’erba è stato però incoraggiante per entrambi, nonostante la mazzata morale subita dal romano quando è stato costretto a vedere dalla sua camera di albergo Garin che superava i primi turni dei Championships con relativa facilità. I prodromi per una seconda parte di stagione in grado di far dimenticare la prima ci sono tutti. Lo stesso, però, non si può dire – almeno al momento – per gli altri azzurri menzionati in apertura. I due Lorenzo e Fabio, tutti vicinissimi in classifica, sono chiamati a un’inversione di tendenza. In gioco c’è il terzo gradino del podio della squadra maschile azzurra e non si tratta solo di un riconoscimento ideale. Il girone di Davis di Bologna, infatti, non è lontano e l’esperienza ci dice che è di cruciale importanza avere un terzo elemento in forma che possa sostituire uno dei due big per farlo rifiatare o in caso di infortunio (si facciano pure tutti i gesti apotropaici del caso).

Se lo scorso novembre a Torino, in assenza di Berrettini, si era fatto affidamento senza troppi dubbi su Sonego, già a Bratislava contro la Slovacchia Lorenzo era stato rimpiazzato dal suo omonimo per il match decisivo sul 2-2. Il torinese giocò infatti al di sotto delle sue possibilità sia contro Gojo al Pala Alpitour che contro Horansky a inizio marzo, perdendo in entrambi i casi. A dire il vero, però, queste due sconfitte non sono stati gli unici momenti negativi attraversati da Sonego negli ultimi mesi: il 2022 gli ha dato fin qui una sola semifinale sulla terra di Buenos Aires. Troppo poco se paragonato ai primi sei mesi del 2021, in cui Lorenzo aveva disputato due finali, vincendo a Cagliari. Questo calo di rendimento ha avuto ripercussioni anche sul ranking: il classe 1995 ha iniziato l’anno da numero 27, ha ottenuto il suo miglior posizionamento al numero 21 subito dopo il torneo argentino e ora è invece alla 63esima casella.

Per questo il ruolo di terza punta è assolutamente in discussione, sebbene la prima metà del 2022 non sia stata molto più ricca di soddisfazioni per Musetti e Fognini. Dal giocatore di Carrara ci si aspettava una quantomeno parziale consacrazione ad alti livelli dopo i primi exploit dell’anno scorso. Senza girarci troppo attorno, possiamo affermare che fin qui non è arrivata (i due set vinti con Tsitsipas al Roland Garros non possono bastare): Lorenzo si è spinto oltre i quarti solo nel Challenger di Forlì, poi vinto, ed è in striscia negativa da quattro partite. Anche per lui c’è stato un passo indietro nel ranking: dal 59 di gennaio al 67 attuale. Rispetto a Sonego e Fognini è però quello che ha racimolato più punti quest’anno: è infatti 44esimo nella Race, mentre gli altri due sono rispettivamente #48 e #55.

Fabio, però, non può essere considerato il più deludente dei tre in questo 2022. È il veterano del gruppo, la carta d’identità dice 35 anni alla voce età. Ma a giustificarlo non ci sono solo i dati anagrafici visto che è l’unico ad aver raggiunto due semifinali fin qui e ad aver vinto un titolo ATP, seppur in doppio. Tra l’altro, lui e Bolelli sono in piena corsa per qualificarsi alle Finals nella disciplina. Al momento Fognini è numero 64 del mondo e segna un -27 rispetto a inizio anno.

Insomma, chi ha deluso di più? A conti fatti, si potrebbe dire Sonego. Chi farà meglio da qui a fine stagione? Se già è difficile dare un giudizio su quanto ormai entrato negli archivi, ancora di più lo è prevedere il futuro. I tornei sul cemento – indoor e outdoor – che saranno protagonisti da agosto in poi, potrebbero favorire lo stesso giocatore nato a Torino.

Il calendario ATP ora offre, però, una breve serie di eventi sul rosso: solo Fognini ha una manciata di punti da difendere (23 ad Amburgo). C’è dunque spazio per tutti per risalire la classifica e poter entrare nel main draw di Cincinnati (e di altri importanti tornei autunnali tra cui soprattutto i 1000 di Shanghai e Bercy), mentre per Montreal il tempo è già finito: tutti e tre partiranno dalle qualificazioni. Anche da agosto in avanti nessuno ha troppi punti in scadenza: Sonego ne ha 240, Fognini 223 e Musetti solo 160. L’unica cambiale sostanziosa è di Lorenzo che dovrà difendere gli ottavi di finale a Cincinnati. Dei tre, infatti, solo il 2002 di Carrara ha superato un turno allo US Open dell’anno scorso.

A due mesi esatti dall’inizio del girone di Coppa Davis con Argentina, Croazia e Svezia, la situazione nella squadra italiana è quindi tutt’altro che definita. Se diamo per certe – mentre ripetiamo i gesti apotropaici di cui sopra – le convocazioni di Sinner, Berrettini e Bolelli (quest’ultimo nel ruolo di quinto uomo in quanto doppista puro), rimangono solo due maglie per tre giocatori. Un po’ come 40 anni fa prima del Mundial : le certezze di Bearzot erano Pablito Rossi, Graziani e Altobelli. Gli altri due posti se li giocarono Massaro, Selvaggi e Pruzzo e a sorpresa restò fuori quest’ultimo, per motivi tattici e soprattutto di spogliatoio. Anche Volandri si troverà davanti a una scelta difficile in sede di convocazioni, forse per la prima volta da quando guida la Nazionale di Davis. Uno tra Sonego, Fognini e Musetti rischia seriamente di essere escluso e i risultati delle prossime settimane potrebbero fare la differenza nella testa del Capitano.

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