Wimbledon, Cocciaretto dopo la sconfitta con Pegula: "Mi è mancato coraggio, a livello di gioco non sono inferiore"

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Wimbledon, Cocciaretto dopo la sconfitta con Pegula: “Mi è mancato coraggio, a livello di gioco non sono inferiore”

“In queste partite devo essere più libera. Mi faccio prendere dalla mia italianità, dal lamentio”. Eliminata per 6-4 6-0 da Jessica Pegula nel terzo turno, Elisabetta Cocciaretto parla apertamente delle sensazioni e degli aspetti caratteriali che deve ancora migliorare

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Elisabetta Cocciaretto - Wimbledon 2022
 

Si conclude al terzo turno l’esperienza londinese di Elisabetta Cocciaretto, che saluta l’erba di Wimbledon dopo aver perso contro la talentuosa tennista americana Jessica Pegula, numero 3 del mondo. Ecco le parole della tennista italiana dopo l’incontro:

Elisabetta, iniziata male finita peggio. Intanto come sta la caviglia?

Cocciaretto: Eh no, è stato un po’ imprevisto, non mi era mai successo in vita mia di arrivare e storcermi tutta la caviglia, infatti lì per lì ho avuto paura che fosse qualcosa di grave, però dopo continuando mi dava un po’ fastidio, mi tira un po’ il tendine d’Achille, però ho avuto paura che magari giocando mi potesse partire una fitta, però quello è un po’ condizionato, per carità, non voglio cercare alibi assolutamente. Li per lì poteva andarmi meglio, come potevo iniziare magari un po’ più sciolta. Sicuramente in queste partite qua devo giocare un po’ più libera, devo sempre giocare tutti i punti, lottare, non pensare al contorno, all’avversario, concentrarmi un po’ di più su di me, non è facile perché comunque ho poche esperienze e comunque devo ancora migliorare; quindi, cerco di prendere il meglio e portarlo avanti. […] Mi son fatta prendere un po’ troppo sopravvento dalle emozioni invece di rimanere molto fredda.

L’emozione è data da cosa? Dal campo, dal terzo turno, dall’avversario, il nome dell’avversario?

Cocciaretto: Secondo me tutto. Sono partita già stamattina che avevo un atteggiamento un po’ diverso rispetto agli altri giorni e forse me lo sono portato un po’ più in campo e quindi invece di rimanere umile sul mio piano, sul perseguire quello che devo fare, ho levato un po’ l’attenzione da quello e quindi secondo me un po’ in partita ho avuto questi alti e bassi, e con queste tenniste appena hai un basso ti montano sopra.

Al di là di questo, come è andata a livello proprio tecnico, cioè, lei è veramente così lontana?

Cocciaretto: No, ho avuto poco coraggio, mi manca il coraggio in quel momento lì. Cioè nel senso lei, in questo momento, è a livello superiore come gestione di atteggiamento, come gestione di queste partite, quello sì, però di gioco no. Io però devo avere più coraggio in certe situazioni sicuramente, lei invece ha avuto più coraggio, più cattiveria nel voler vincere il punto.

Sono curioso di chiederti un parere sulla settimana perché è stata particolare un po’ per tutti, no? Pioggia, freddo la sera, freschino il giorno, oggi molto caldo, partite posticipate, è stata un po’ caotica un po’ per tutti, no? Ma immagino anche per te e per tutti voi in realtà che avete routine ben dettagliate, che cercate di arrivare agli appuntamenti in maniera concentrata, tu hai la tua adattabilità alla situazione? Ti ha sorpreso, ti ha messo fuori il focus?

Cocciaretto: Sono una che di testa sta lì, che non si fa prendere da problematiche varie. L’unica cosa è che ho giocato tre partite consecutive e venivo da poco allenamento, poco adattamento su questa superficie, non è stato facile. Secondo me oggi ero un po’ più stanca, un po’ meno brillante. Però sicuramente i meriti sono soprattutto della mia avversaria, perché ha un ottimo livello, è forte, non c’è niente da dire. Forse l’unica cosa è un po’ questa, che avendo giocato tre partite consecutive, un po’ una rottura quello, però nel senso probabilmente l’avrei persa anche domani se avessi avuto questo atteggiamento così.

Che ti porti invece di bello, di buono? Cioè cosa metti nel bagaglio dopo questo Wimbledon?

Cocciaretto: Sicuramente arrivata qui non pensavo di fare il terzo turno, nel senso, non è mai scontato, perché comunque l’avversaria del primo turno era ostica (Osorio Serrani, ndr), io la conosco bene, è una che comunque ha giocato bene anche a Eastbourne, sapevo che era una partita difficilissima, ho giocato due ottime partite secondo me. Il mio storico mostra comunque sempre poca continuità in queste cose; porto sicuramente delle bellissime emozioni perché comunque giocare su questi campi è emozionante, però allo stesso tempo con la consapevolezza che per crescere devo avere più continuità se voglio andare avanti in questi tipi di tornei, perché durando due settimane devo avere proprio continuità e questo parte anche fuori dal campo, negli allenamenti, nella gestione di vita quotidiana proprio. E soprattutto migliorare l’atteggiamento perché in certe situazioni sono molto negativa.

Senti, una come Jessica potrebbe essere una sorta di punto di riferimento per te perché non è molto alta, ha un tipo di tennis paragonabile al tuo, la spinta, il contrattacco. Lei stessa ha detto a più riprese quello che hai detto tu un paio di giorni fa, che lei si ritiene una che cerca di usare l’intelligenza in campo. Lei è tre del mondo… insomma, diciamo una cosa, potresti dire tu ‘vorrei provare a fare quello che ha fatto lei’, ci pensi?

Cocciaretto: Certo, perché comunque siamo più o meno caratteristiche simili, lei sicuramente è impassibile, mi dà l’idea di essere impassibile in campo, fredda, proprio una maschera si mette addosso e va avanti per la sua strada. Io da quel punto di vista devo migliorare tanto perché posso salire, posso essere su alle stelle come posso essere giù, ho tanti alti e bassi da quel punto di vista e sicuramente devo prendere esempio da lei su questo, sulla gestione dell’atteggiamento in campo perché è veramente una delle migliori e sulla continuità perché comunque non ha magari mai vinto uno Slam ma è continua in tutti i tornei. In tutti i tornei non la vedi mai perdere. Forse era successo a Roland Garros che ha steccato una partita, ma è il minimo. Ha una continuità spaventosa. Poi non la vedi mai fasciata. Eppure, vedendola così, non è un atleta che dici che è pazzesca. Però non è mai fasciata, è sempre precisa. In doppio è una delle più forti al mondo, ha una continuità allucinante e quindi su quello è da prendere proprio come esempio.

Come si allena questa cosa qua? E come fai a smettere di avere alti e bassi?

Cocciaretto: No, secondo me con un po’ di esperienza, con un po’ più di consapevolezza. Secondo me loro sono molto più consapevoli di me di quello che sanno fare, dei limiti, delle gestioni. Io invece magari sono ancora molto inconsapevole, un po’ immatura e quindi secondo me con un po’ più di lucidità, un po’ più di consapevolezza posso anche io avere più continuità.

Nei giorni scorsi ci hai raccontato che il tuo coach quando è uscito al campo magari ti parla di tutt’altro. Oggi?

Cocciaretto: Oggi non l’ho ancora visto.

E cosa ti dirà?

Cocciaretto: L’atteggiamento. Non gli è piaciuto il mio atteggiamento e era l’unica cosa che mi aveva chiesto dell’atteggiamento, io però non sono riuscita oggi.

Ma tu ne parli sempre in maniera molto aperta, sembri perfettamente consapevole che il tuo atteggiamento è una cosa che devi migliorare, che non va bene, non ti porta ad ottenere risultati, ma è una cosa che tu riesci, tu valuti soltanto da fuori a posteriori oppure anche quando sei in campo ti rendi conto “sto facendo la cosa sbagliata” ma semplicemente non riesci a fare qualcosa di…

In alcuni momenti sì, in altri momenti mi faccio prendere, è brutto da dire, ma dalla mia italianità che esce fuori, del lamentio, dell’alibi e purtroppo è così, io sono sincera proprio e purtroppo esce perché non sono mai stata non educata cioè, nel senso, lui mi ha educato ad avere un certo tipo di atteggiamento, io però mi ritrovo ancora, come ero piccola a lamentarmi, ad arrabbiarmi, a non pensare al punto dopo, però non è che io sono quella che cerca alibi: vento, palline… non mi sentirete mai dire questo, ma me la prendo tanto con me stessa, cioè, su di me sono la persona più critica del mondo. Non penso mai di aver detto qualcosa all’avversario, nel senso, “guarda questa che culo”, mai. Anzi, dico “sono io che non l’ho presa perché non sono rapida” …, secondo me sarebbe meglio ogni tanto che magari dessi la colpa in giro di qua e di là, di su e di giù. Però a parte questo, a parte gli scherzi, devo essere un po’ più professionale in quello e magari in campo rendermene conto subito e cercare di migliorarmi. Invece tante volte presa un po’ dal panico, paura, tensione eccetera, fuggo. E non è la via per migliorare.

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