Australian Open, Arnaldi: “Oggi non sono sceso in campo, c’è poco da dire. Nella mia programmazione ci sono le Olimpiadi”

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Australian Open, Arnaldi: “Oggi non sono sceso in campo, c’è poco da dire. Nella mia programmazione ci sono le Olimpiadi”

“I tornei in Australia non sono andati come volevo”, ha detto Matteo Arnaldi dopo la sconfitta con Alex de Minaur. “Avevo altre aspettative”

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Matteo Arnaldi – Coppa Davis 2023 (foto di Roberto dell'Olivo)
 

Uno degli italiani impegnati oggi all’Australian Open era Matteo Arnaldi, reduce dal convincente successo contro Adam Walton. Il n. 41 del mondo, però, si è trovato di fronte un avversario in formato deluxe in questo avvio di stagione, il ‘demone’ Alex de Minaur, che non gli ha lasciato scampo e lo ha superato 6-3 6-0 6-3 in 2h e 02’ di gioco. Il 22enne è poi intervenuto in conferenza stampa per rispondere alle domande dei giornalisti presenti. Ecco le sue parole.

D: Grandissime difficoltà, non sei riuscito a trovare una soluzione. Qual è l’aspetto che ti ha infastidito di più del suo gioco?

Matteo Arnaldi: “Non credo di essere entrato in campo oggi, quindi non ho tanto da dire sulla partita. Sono abbastanza deluso di come ho giocato e di come sono sceso in campo. Della partita non c’è tanto da parlare, non ero presente e credo che si sia visto. Sono entrato un po’ in partita verso la fine del terzo set, ma niente di speciale”.

D: L’approccio è stato proprio sbagliato?

Matteo Arnaldi: “Non credo che sia sbagliato, penso che mi sia capitato una volta nella mia vita di giocare una partita del genere. Capita, succede: magari non vuoi che succeda e non vuoi che succeda al secondo turno di uno Slam, magari sul campo centrale. Sulla partita non credo che ci sia tanto da analizzare o da parlare”.

La stagione prevede una riconferma del livello raggiunto l’anno scorso, ma che ha anche degli obiettivi di crescita. Che cosa ti sei prefisso, se ti sei prefisso qualcosa con delle scadenze?

Matteo Arnaldi: “Più che una riconferma spero di andare avanti, quindi non la chiamerei proprio riconferma, però ci sono degli obiettivi come li hanno tutti i giocatori. Questi tre tornei in Australia non sono andati come speravo, per carità non ho giocato male, però avevo altre aspettative rispetto a com’è andata. Ci sarà da lavorare ancora di più e cercare di imparare da questo inizio di stagione”.


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D: Il mese di febbraio è quello che consente più scelte. Tu cosa pensi di fare?

Matteo Arnaldi: “In teoria dovrei andare in America. Gioco Delray Beach, Los Cabos, Acapulco e poi faccio Indian Wells e Miami per continuare sul cemento: questa è l’idea. Dovrei avere il doppio domani, poi mi prenderò qualche giorno off, torno a casa e mi alleno e poi vado uno o due mesi negli Stati Uniti”.

D: Quest’anno è l’anno delle Olimpiadi e il taglio può portare massimo quattro singolaristi. Quanto valgono le Olimpiadi nella programmazione della tua annata?

Matteo Arnaldi: “Le Olimpiadi credo che siano sottovalutate, nel senso che per noi magari non è il torneo più importante, ma fa sempre piacere giocarle. Sarebbe la prima volta per me, quindi sarebbe una cosa importante. Nella programmazione lo abbiamo messo, sperando che tutto vada come deve andare. Sarà un’estate diversa dagli altri anni, un po’ per tutti, anche perché poi si passa a giocare dalla terra al cemento da una settimana all’altra. Quando arriveranno le Olimpiadi per me sarà un anno un anno e mezzo che sono nel circuito, quindi per me sarà ancora tutto nuovo e rappresenterà un’altra esperienza da aggiungere”.

Fabio Barera

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