TENNIS – Da Iva Majoli (1997) a Francesca Schiavone (2011), da Arantxa Sanchez (1989) a Myskina (2004), da Seles (1990) a Graf (1999). Abbiamo scelto di riproporre un articolo di Alessandro Mastroluca per ricordare dieci vittorie memorabili nella storia del Roland Garros femminile nell’era Open.
1976 Sue Barker
Non c’era Chris Evert, due volte detentrice del titolo e numero 1 del mondo. Non c’erano Billie Jean King, Martina Navratilova, Evonne Goolagong-Cawley e Virginia Wade che si erano unite al World Team Tennis.
Ma non per questo il percorso di Sue Barker verso il suo unico Slam è stato più semplice.
La britannica supera in due set i primi due turni contro l’australiana Gregory e la spagnola Perea-Alcala furono sconfitte in due set. Dal terzo turno cede sempre un set a partita: contro Mariana Simionescu, futura signora Borg (75 26 61), la cecoslovacca Marsikova (46 62 86) e la rumena Ruzici (63 16 62). Ritrova così in finale la tedesca Renata Tomanova, che ha sconfitto due settimane prima ad Amburgo.
Tomanova non è testa di serie ma è già arrivata in finale agli Australian Open perdendo da Evonne Goolagong-Cawley. “Non riuscivo a mangiare quella mattina” ha ricordato Barker, “così mi sono andata ad allenare ma non mettevo una palla in campo”.
Sul Centrale vince facile il primo set 62, perde il secondo 60 ma nel terzo ritrova la forma del primo e chiude 62 06 62. Non si dà alla pazza gioia, però. “Ho fatto la conferenza stampa, ho bevuto un po’ di champagne con i giornalisti inglesi e poi ho preso l’aereo per tornare da mamma e papà. Se avessi saputo che sarebbe rimasto il mio unico slam avrei festeggiato molto di più”.
1989 Arantxa Sanchez
È un anno di talenti precoci, a Parigi. Fabrice Santoro, che conquista il titolo junior, ha la stessa età di Michael Chang, che vince il torneo maschile, e uno in meno di Arantxa Sanchez che riesce nell’impresa di battere Steffi Graf, imbattuta in uno slam da 21 mesi, dalla finale degli Us Open 1987 persa da Martina Navratilova.
Sanchez salva sette palle break nei primi tre turni di battuta, va a servire per il set sul 5-4 ma si fa strappare il servizio, Graf manca due set point sul 6-5 con due errori di rovescio e si va al tiebreak. La spagnola risale da 2-4, Graf annulla una palla set con un passante vincente ma due punti più in là è Sanchez a celebrare il 7-6. Graf domina il secondo set a suon di dritti e, dopo aver mancato due set point sul 5-2, completa il 6-3. Ma nel primo game del terzo, da 40-15, la tedesca subisce il break. Ne firma due, consecutivi, al sesto e all’ottavo gioco, e si porta avanti 5-3 e servizio. Qui però perde il break a zero, Sanchez tiene a 15 e in poco tempo è 5-5, è di nuovo tutto in gioco. Sanchez continua a martellare, altro break a zero (e fanno 12 punti a 1 dal 3-5) con Graf che al cambio campo scappa negli spogliatoi. Non riesce però a raddrizzare la partita che termina su un suo rovescio a rete.
1990 Monica Seles
Il cambio della guardia. A 16 anni Monica Seles diventa la più giovane vincitrice nell’albo d’oro del torneo. Supera in semifinale Jennifer Capriati, a 14 anni la più precoce semifinalista alla Porte d’Auteuil.
Vince il titolo su Steffi Graf, alla 13ma finale slam consecutiva. Un anno prima Graf l’aveva battuta in semifinale al Roland Garros. Dalla successiva sconfitta in finale, Graf aveva infilato 66 vittorie di fila, la seconda miglior serie nella WTA dopo le 74 di Martina Navratilova, portando il bilancio dall’inizio del 1987 a 265-8, prima di perdere proprio da Monica Seles 62 64 nella finale del German Open, tre settimane prima del Roland Garros.
L’inizio di Monica è una dichiarazione d’intenti. Primo punto: risposta vincente. Seles firma tre break nei primi tre game di risposta, dopo che Graf aveva perso sei volte il servizio in tutto il torneo. In mezzo, prima del quinto game, la pioggia costringe a fermare il gioco per quasi un’ora. Steffi Graf riesce a risalire fino al tiebreak ed è qui che in pratica si decide la finale. Graf allunga 5-0 poi 6-2, ma i set point via via svaniscono e il doppio fallo che vale l’aggancio sul 6-6 sa di resa: 8-6 Seles, che si porta subito 3-0 nel secondo. Graf rimonta ancora, 4-4, ma subisce il quinto break del match e cede lo scettro alla sua rivale. Tre anni dopo Gunther Parche, patologico tifoso di Steffi Graf, fermerà nel sangue la scalata al successo di Monica accoltellandola alla schiena ad Amburgo.
1997 Iva Majoli
Iva Majoli, 19 anni, è la più bassa testa di serie ad aver vinto il Roland Garros.
Da nona favorita del seeding, ferma in finale la corsa di Martina Hingis, numero 1 del mondo, dopo 37 vittorie consecutive.
È una finale senza storia, che la 19enne croata conclude 64 62 in un’ora e 20.
Col suo power tennis ha ottenuto bel 17 palle break senza concederne nemmeno una. Ne ha convertite solo tre, ma non ha avuto bisogno di altro per firmare una delle più grandi sorprese nella storia del torneo.
Eppure era stata vicinissima all’eliminazione negli ottavi di finale. Lindsay Davenport si era trovata in vantaggio 75 40 e al servizio, con tre palle per salire 50. Majoli era riuscita a rimontare e chiudere 57 64 62. E’ il punto di svolta del torneo più straordinario della sua carriera.
1999 Steffi Graf
C’era una volta il Lovebird Double, l’accoppiata dei piccioncini Connors e Evert a Wimbledon 1974. Il loro fidanzamento finì presto, per le ragioni che Jimbo ha svelato, certo con poco tatto, nell’autobiografia Outliner.
A Parigi, nel 1999, Andre Agassi completa il Career Slam ventiquattro ore dopo che Steffi Graf, l’amore della sua vita, ha alzato al cielo il 22mo e ultimo major della sua carriera.
Ha quasi 30 anni Fraulein Forehand, che di lì a poco annuncerà il ritiro dalle scene. Ma diventa l’unica giocatrice a vincere uno Slam battendo le prime tre teste di serie: Davenport (n.2) nei quarti, Seles (n.3) in semifinale e in finale la 19enne Martina Hingis, numero 1 del mondo.
A parte mamma Melanie e il suo fidanzato Mario, tutto il Philippe Chatrier è per Steffi Graf, che però perde il primo set 64 e si ritrova sotto 20 nel secondo.
Nel terzo game, con la tedesca al servizio, il giudice di linea chiama fuori un dritto buono di Hingis. Scende l’arbitro Anne Lasserre, e non trova il segno.
Allora Martina oltrepassa le convenzioni e la rete e va a cercarlo direttamente il segno.
Deve intervenire il supervisor Gilbert Ysern, ma a Martina resta il punto perso e il penalty point per le proteste.
Quel diritto (buono) le costa due quindici, e praticamente la partita. Martina perde il secondo set e riesce ad annullare un match point con un servizio da sotto. Ma non va come a Chang contro Lendl dieci anni prima.
Graf vince 46 75 62. “Oggi mi sono sentita francese” dice mentre l’ovazione del pubblico accompagna l’epilogo dell’ultima finale del millennio.
2001 Capriati
“Dall’inferno al paradiso” titolavano i giornali francesi alla vigilia. Non è certo una bella finale quella tra Jennifer Capriati e la 18enne Kim Clijsters, segnata da 155 errori su 257 punti giocati. Capriati, che ha vinto il Roland Garros junior a 13 anni, inizia male: doppio fallo e break Clijsters che si invola verso il 61. Ma la 25enne statunitense, già vincitrice agli Australian Open a inizio anno, chiude il secondo set 64. Il terzo è una maratona di equilibrio e di errori che dura 22 game.
Per quattro volte Clijsters si trova a due punti dalla vittoria, sul 65 e sull’87. Ma è un dritto vincente di Capriati a chiudere il terzo set, durato da solo 79 minuti.
È la bandiera a stelle e strisce che campeggia nella cerimonia di premiazione. Jennifer corre ad abbracciare il fratello Steven, il padre Stefano e mamma Denise.
Mentre Maurice Green e Chris Evert le consegnano il trofeo, Capriati dedica la vittoria a Corinna Morariu, 23 anni e campionessa in doppio 2 anni prima a Wimbledon, colpita da una grave forma di leucemia.
2004 Myskina
E’ Anastasia Myskina la prima russa a vincere uno Slam.
Lo fa nella prima finale tutta russa in un major, approfittando della tensione dell’amica Elena Dementieva.
Sono le prime due russe a giocarsi il titolo in uno slam dal 1974 quando Olga Morozova, coach di Dementieva, perse a Wimbledon.
Prima del 2004, Myskina in carriera ha vinto una sola partita al Roland Garros. Quell’anno, però, sorprende Venus Williams e Jennifer Capriati.
Il derby delude. Myskina vince 61 62 in 59 minuti. È la finale più sbilanciata in uno Slam dal 60 62 di Graf a Sanchez-Vicario agli Australian Open del 1994. Al Roland Garros non si vedeva una sfida per il titolo così squilibrata dal doppio 60 di Steffi Graf a Zvereva nel 1988.
2010 Schiavone
“All’inizio del Roland Garros” scriveva Ubaldo Scanagatta, scommettere su Francesca Schiavone “c’era chi su Betfair ti offriva 300 volte la tua puntata se volevi campionessa del torneo”. Eppure credo che quella scommessa non l’abbia fatta nessuno.
E forse, non l’avrebbe fatta nemmeno lei, che pure fin da bambina sognava di vincere proprio questo torneo e quattro anni fa l’aveva anche detto: “Penso di avere il potenziale per vincere uno Slam”. Pochi l’avevano presa sul serio.
Molti le avevano dato della sognatrice, alcuni della presuntuosa. Il suo è stato un crescendo capace di far invidia a Gioacchino Rossini.
Match dopo match Francesca Schiavone ha giocato sempre meglio. Dopo il primo set perso (5-7) con la russa Koulikova, al primo turno, ha vinto 13 set di fila.
Una cavalcata trionfale: 6-3 6-4 il secondo e il terzo set alla Koulikova, 6-2 6-2 all’australiana Ferguson, 6-4 6-2 alla cinese Na Li n.11 del mondo, 6-4 6-4 alla russa Kirilenko, 6-2 6-3 alla danese Wozniacki n.3, 7-6 alla terza russa Dementieva n.5 prima del suo ritiro, 6-4 7-6 all’australiana Stosur in finale dopo un’ora e 38 minuti di tennis condotto sempre all’attacco, con sette volee vincenti su sette. Tali da entusiasmare la miglior tennista di tutti i tempi Martina Navratilova. Lo speciale di Ubitennis
2011 Na Li
“Non è arrivato, purtroppo, il sospirato bis richiesto da tutta l’Italia. Ma, dall’altra parte, c’erano 50 milioni di cinesi che sognavano il loro primo trionfo in uno Slam e l’Italia in fondo l’aveva già vissuto un anno fa. Un po’ per uno…” commentava Ubaldo Scanagatta.
“Il momento più brutto, quello più fastidioso per me, l’ho vissuto lassù sul palco della premiazione dov’ero stata un anno fa: è stato quando ho visto la bandiera cinese che saliva su e quella italiana che restava in basso” avrebbe detto la Schiavone pochi minuti dopo una sconfitta apparsa quasi inevitabile fino al 6-4,3-1 e pallabreak per il 4-1 pesante (quando la Na Li ha fatto uno dei pochi regali del suo match quasi perfetto, un dritto piuttosto comodo in rete e quando ancora la Schiavo gridava al suo angolo: “Non riesco, non riesco!”), ma apparsa invece improvvisamente evitabilissima quando Franci è stata a due punti dal set, sia sul 5-4 e 15-30 sul servizio della Na li, sia sul 6-5 30 pari e 40 pari.
E sarebbe arrivata addirittura al setpoint se quella ragazza svedese, Louise Enzell, non avesse commesso un clamoroso errore sul 6-5 40 pari imponendo un over-rule fuori luogo.
Il rovescio della Na Li era out, il giudice di linea aveva visto bene, seppur tardivamente, favorendo con la sua incertezza i dubbi della Na li prima, della Enzell poi.
Il Roland Garros al femminile viene così archiviato con un 6-4 7-6 che per l’appunto è lo stesso score con il quale Francesca un anno fa liquidò Sam Stosur che pure era la favorita della finale.
Il segreto, per Na Li, è stato il divorzio da Jiang Shan, mantenuto come marito e licenziato come coach poche settimane prima dell’inizio del torneo. “Passavamo insieme 24 ore su 24 e alla fine non sapevo mai se stavo parlando con il marito o con l’allenatore” ha spiegato lei. Un po’ troppo forse.
Talmente troppo che sia il tennis sia il matrimonio stavano perdendo un filo logico: quattro sconfitte di fila al primo turno dopo la storica finale di Melbourne. Il colpo di genio è stato quindi divorziare dal punto di vista tecnico e assumere come allenatore il danese Michael Mortensen.
2012 Sharapova
Maria Sharapova non è più una mucca sul ghiaccio sulla terra battuta.
“Maria che sin da giovanissima è stata abituata a calcare questi palcoscenici conquista il quarto Slam della sua carriera, l’unico che le mancava; cogliendo il suo “Grande Slam personale”, a distanza di 8 anni dal suo primo trionfo, quando solo 17enne conquistò il tempio di Wimbledon e si fece conoscere al mondo per la sua avvenenza e per i suoi gridolini” racconta Daniele Flavi.
Dopo di allora ne vinse altri due e sempre negli anni pari; gli US open nel 2006 e gli Australian Open nel 2008.
“Con questa vittoria”, 63 62 alla straordinaria Sara Errani che cancella lo zero alla voce vittorie contro le top 10 ed entra per la prima volta tra le migliori 10 del ranking, “ torna ad essere anche la numero 1 del mondo in un tennis femminile alla disperata ricerca di una leader vera, che ha visto gli ultimi 6 tornei dello Slam essere vinti da 6 giocatrici diverse. Potrà ora Maria, che comunque ancora ha soli 25 anni, tornare a dominare la scena agonistica? Anche perché per quanto riguarda il gossip e gli aspetti extra tennistici è sempre stata la numero 1 indiscussa”.