Verso gli Australian Open: tabellone femminile pieno di incognite

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Verso gli Australian Open: tabellone femminile pieno di incognite

Raramente ci sono state tante giocatrici di vertice alle prese con problemi fisici più o meno gravi. Nel frattempo a Brisbane sono emerse Vika Azarenka e Samantha Crawford

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E’ stato l’inizio d’anno dei forfait e dei ritiri. E così per molte giocatrici di vertice manca qualsiasi riferimento utile per poter esprimere una valutazione in vista dei prossimi Australian Open, che si presentano ricchi di incognite come non mai; in molti casi non si può fare altro che sospendere il giudizio e rimanere in attesa dei responsi dei primi turni di Melbourne. Per fortuna i tornei sin qui disputati qualche indicazione su alcune protagoniste l’hanno data, e almeno su di loro è possibile ragionare.

– Le prime 16 teste di serie
Ecco il riepilogo relativo alle prime 16 teste di serie (tra parentesi il miglior risultato ottenuto in carriera agli Australian Open).

1. Serena Williams (6 vittorie: 2003, 2005, 2007, 2009, 2010, 2015)
Questo l’inizio di stagione di Serena: rinuncia al primo match di Hopman Cup, secondo match interrotto sul 5-7, 0-2 contro Gajdosova, e poi ritiro definitivo dalla manifestazione per problemi al ginocchio.
Dopo la sconfitta con Roberta Vinci agli US Open Serena aveva già parlato di problemi fisici quando aveva dichiarato: “Ho giocato con infortuni per la maggior parte dell’anno, sia che fosse il mio gomito, il mio ginocchio e, in alcuni momenti finali nel mio match a Flushing, anche il mio cuore”.
A quanto pare il ginocchio continua a essere un problema. Quanto serio lo si capirà a Melbourne.

2. Simona Halep (QF 2014, 2015)
Forfait a Brisbane per un dolore al tendine di Achille del piede sinistro, come già diverse volte l’anno scorso. Qualche indicazione si avrà dai match di Sydney, ma nel momento in cui scrivo non ha ancora esordito.

3. Garbiñe Muguruza (R16 2014, 2015)
Ritiro nel corso del primo match stagionale sul 6-7, 0-1 contro Varvara Lepchenko, per un problema alla pianta del piede sinistro. L’entità del problema si verificherà a Melbourne.

4. Agnieszka Radwanska (SF 2014)
Ha vinto il torneo di Shenzen, confermando il trend positivo di fine 2015. Ricordo però il ranking delle cinque avversarie sconfitte in Cina, senza peraltro perdere un set: numero 108, 139, 110, 95, 98.
Ha rinunciato a Sydney, ufficialmente per un problema alla gamba sinistra, ma potrebbe anche aver ritenuto sufficienti le partite fin qui disputate.

5. Maria Sharapova (1 vittoria nel 2008)
Forfait a Brisbane, per un problema avuto in allenamento all’avambraccio sinistro. Si è parlato di rinuncia precauzionale, ma per saperne di più anche per lei bisognerà aspettare Melbourne.

6. Petra Kvitova (SF 2012)
Come Muguruza, un solo set giocato, e perso per 2-6, contro Saisai Zheng e poi il ritiro per problemi gastrointestinali. Il ritiro di Shenzen è stato il primo nel corso di un match di tutta la carriera di Petra Kvitova. Poi è arrivata la rinuncia a Sydney (dove era campionessa in carica). Kvitova in passato ha dichiarato che preferisce preparare gli Slam giocando la settimana prima del torneo, e lo ha fatto anche prima dei due Wimbledon vinti. A differenza delle altre giocatrici che hanno dato forfait, il suo problema fisico non è riconducibile al tennis.

7. Angelique Kerber (R 16 2013, 2014)
A Brisbane ha raggiunto la finale (vittorie contro Giorgi, Brengle, Pavlyuchenkova e Suarez Navarro) giocando un tennis solido e perdendo solo da Azarenka in ottime condizioni di forma. A Sydney ha iniziato battendo Svitolina, ma poi ha allungato la lista dei ritiri precauzionali (per un problema allo stomaco). A me Angelique sembra pronta per l’appuntamento di Melbourne; se non le capiterà un tabellone impossibile potrebbe migliorare il suo record in Australia, visto che sino a oggi è l’unico Slam in cui non è riuscita ad arrivare almeno ai quarti di finale.

8. Venus Williams (F 2003)
Per gli effetti del ritiro definitivo di Flavia Pennetta e del forfait di Lucie Safarova (che non ha superato del tutto l’infezione batterica che l’ha colpita l’autunno scorso), Venus Williams, attuale numero 10 del ranking, dovrebbe essere testa di serie numero 8 agli Australian Open.
Ha perso al primo turno ad Auckland, dove era campionessa in carica, per 6-7 6-3 6-3 da Daria Kasatkina. Kasatkina, appena diciottenne, è la campionessa al Roland Garros junior del 2014, e in grande crescita in classifica dopo i risultati del 2014. Purtroppo non ho visto il match, che si presentava come uno dei più interessanti della prima settimana di tornei, quindi non posso esprimere giudizi sulle condizioni di Venus.

9. Karolina Pliskova (R32 2015)
Ha aperto l’anno alla Hopman Cup, un evento non ufficiale, dove ha perso il match più probante contro Elina Svitolina. A Sydney (l’anno scorso arrivò in finale) ha esordito sconfiggendo Ana Ivanovic e poi Pavlyuchenkova.
Pliskova nel 2015 ha scalato le classifiche e ottenuto ottimi risultati nei tornei WTA, mentre ha deluso negli Slam, dove in carriera (a parte il terzo turno di Melbourne 2015) ha sempre perso al primo o al secondo turno. Per questo penso che per lei uno degli obiettivi fondamentali del 2016 sia quello di riuscire finalmente a fare strada in un Major approdando almeno alla seconda settimana, come la sua testa di serie suggerisce. Deve imparare a gestire la pressione e giocare come sa, superando il blocco che nel 2015 l’ha portata a perdere da avversarie di ranking molto inferiore, come Mitu (Roland Garros) e Tatishvili (US Open).

10. Carla Suarez Navarro (QF 2009)
A Brisbane ha sconfitto Tomljanovic, Stosur e Lepchenko, ma perso abbastanza nettamente da Kerber. A Sydney, in una giornata caldissima, è subito uscita dal torneo per mano di Sara Errani. Aveva finito l’anno senza più energie, tutte profuse nella prima parte di stagione, ma le vacanze dovrebbero averla ricaricata.

11. Timea Bacsinszky (R32 2015)
Per Bacsinszky comincia un anno importante: dopo i grandissimi progressi del 2015 affronta la stagione delle conferme. L’anno scorso aveva esordito a Shenzhen arrivando sino in finale, sconfitta da Simona Halep (ma dopo aver battuto Kvitova); quest’anno ha perso già due volte al primo turno: a Brisbane contro Pavlyuchenkova, a Sydney contro Schmiedlova.
Timea aveva concluso il 2015 con un ritiro per un infortunio al ginocchio, e quindi rimane da capire se ha avuto il tempo necessario non solo per guarire completamente, ma anche per prepararsi a sufficienza.

12. Belinda Bencic (R64 2015)
Molto efficace contro Sara Errani a Brisbane, Bencic è stata sorpresa da Samantha Crawford al secondo turno, in un match che purtroppo non ho visto. Iscritta anche a Sydney, ha superato due avversarie insidiose come Lucic-Baroni e Pironkova. Pur essendo giovanissima, Belinda dimostra di essere ormai piuttosto affidabile e costante: a meno di colpi bassi dal sorteggio, dovrebbe riuscire a migliorare il suo record a Melbourne (secondo turno l’anno scorso) incrementando di conseguenza il ranking in vista di un ingresso in top ten.

13. Roberta Vinci (R32 2006, 2010, 2013)
Ha giocato bene a Brisbane (vittorie su Jankovic e Cibulkova, sconfitta da Azarenka), mentre a Sydney ha perso 7-5 al terzo da Stosur. A me è parso che abbia ripreso il 2016 con lo stesso piglio con cui ha concluso il 2015: atleticamente a posto, tecnicamente centrata, mentalmente convinta. Se il tabellone di Melbourne non sarà particolarmente sfortunato, penso che dovrebbe riuscire a migliorare il secondo turno dello scorso anno, facendo un importante passo avanti verso l’ingresso in top ten che rimane uno dei suoi obiettivi principali.

14. Victoria Azarenka (2 vittorie: 2012, 2013)
Su Azarenka rimando al paragrafo più avanti.

15. Madison Keys (SF 2015)
Keys, semifinalista l’anno scorso agli Australian Open, non ha ancora giocato un match nel 2016: anche per lei forfait a Sydney. Si è infortunata durante le vacanze all’avambraccio sinistro, e le notizie che la riguardano non sono del tutto confortanti: sembra che la rinuncia non sia solo precauzionale ma determinata da condizioni un po’ più gravi. Anche per lei solo a Melbourne si capirà di più.

16. Caroline Wozniacki (SF 2011)
Sconfitta in semifinale ad Auckland in due set da Sloane Stephens, non mi pare in un momento di particolare forma. Per la verità un po’ tutto il suo 2015 è stato complessivamente deludente, e quindi sembra continuare il rendimento non eccelso. Forse quello che Wozniacki deve augurarsi è di trovare condizioni di gioco molto impegnative: se a Melbourne ci saranno giornate particolarmente calde, la grande resistenza fisica di Caroline potrebbe diventare un fattore importante.

– Le italiane
Ritirata Flavia Pennetta, ancora ferma Karin Knapp dopo l’operazione al ginocchio, Sara Errani, Camila Giorgi e Francesca Schiavone sono le giocatrici che completano la presenza italiana a Melbourne.

Sara Errani, eliminata subito da Bencic a Brisbane, agli Australian Open dovrebbe essere testa di serie numero 17 e, come Wozniacki, in caso di condizioni ambientali impegnative potrebbe far valere la sua notevole resistenza. Una conferma la si è avuta a Sydney, dove ha superato Carla Suarez Navarro in una giornata di caldo al limite della sopportabilità e poi sconfitto in due set durissimi (7-6, 7-6) Jelena Jankovic.

Camila Giorgi a Brisbane ha perso 7-5, 3-6, 0-6 all’esordio contro Angelique Kerber, in una match dai due volti: inizio di grande qualità e poi, dopo alcune occasioni mancate per il break a proprio favore nel secondo set, una serie negativa di 9 game a zero.
E’ ancora in corsa a Hobart, dove ha sconfitto Diyas e Hibino. Camila mi è sembrata in buone condizioni, pronta per Melbourne, dove però se non ci saranno ritiri prima della compilazione del tabellone dovrebbe essere fuori dalle teste di serie per un solo posto, prima delle escluse. Significa poter capitare, ad esempio, contro Serena al primo turno; quindi per lei conterà avere un po’ di fortuna nel sorteggio.

In buone condizioni fisiche anche Francesca Schiavone che affronta le qualificazioni per gli Australian Open alla ricerca del record di partecipazioni consecutive in uno Slam per le donne. Ad Auckland ha perso un match lottatissimo contro Tamira Paszek, che poi è stata in grado di arrivare sino in semifinale. Paszek a dispetto del ranking (questa settimana è numero 126, in quella scorsa numero 172) è una giocatrice che quando è fisicamente a posto, e in Nuova Zelanda lo era, vale ben altra classifica; per questo penso che Schiavone possa guardare con ottimismo alle qualificazioni che la attendono. Ma nelle qualificazioni Slam conta molto il sorteggio, visto che il meccanismo non prevede un’unica vincitrice come nei tornei normali e quindi a volte si può raggiungere l’obiettivo anche con percorsi piuttosto agevoli. Altre volte, invece, ci si ritrova contro avversarie con classifiche sottostimate, e allora l’impresa si fa estremamente ardua.

– Oltre la testa di serie numero 16
Scorrendo la classifica oltre le prime 16 teste di serie, ci si rende conto di quanto il livello medio del circuito WTA si sia alzato negli ultimi anni in termini di competitività; rispetto al passato si potrà forse discutere sul valore dei primissimi posti al mondo, ma mi pare invece abbastanza evidente che, anno dopo anno, la cosiddetta profondità del movimento femminile sia in costante crescita. Tanto che diventa difficile scegliere qualche nome fra i tanti che potrebbero fare strada a Melbourne, magari proprio approfittando delle incertezze di salute delle prime in classifica.

Tenniste esperte, come Jankovic, Kuznetsova, Ivanovic, Stosur, ispirate dall’impresa di Flavia Pennetta agli US Open, possono pensare di tornare protagoniste; ma anche giocatrici che hanno recuperato da infortuni e che in Australia in anni recenti hanno ottenuto risultati importanti, come Cibulkova e Makarova.
Possibilità anche per giovani in crescita come Svitolina, Mladenovic, Schmiedlova, Garcia, Gavrilova, o in recupero, come Stephens e forse Bouchard. Ho fatto questi nomi, ma in realtà in questo momento è difficile scartare a priori qualcuna tra le giocatrici comprese tra il ventesimo e il cinquantesimo posto del ranking, perché la possibilità di arrivare alla seconda settimana a mio avviso ce l’hanno quasi tutte. E quando i valori sono molto vicini sono il tabellone e le condizione di forma a fare la differenza.

– Samantha Crawford e Victoria Azarenka
A mio giudizio due giocatrici sono emerse su tutte nei tornei della prima settimana: Samantha Crawford e Victoria Azarenka; entrambe impegnate a Brisbane, dove si sono anche affrontate direttamente.
Non avevo mai visto giocare Crawford, e devo dire che mi ha colpito moltissimo. Ricordo innanzitutto che pur non avendo un ranking sufficiente (oggi è numero 107, ma era ancora 142 sette giorni fa) prenderà parte agli Australian Open, perché ha ottenuto una wild card tramite la federazione statunitense, nell’ambito della politica di scambio tra le quattro nazioni organizzatrici degli Slam, che si riservano reciprocamente posti per i propri giocatori.

Venti anni (è nata il 18 febbraio 1995, lo stesso giorno di Roberta Vinci, ma dodici anni dopo) a Brisbane era proveniente dalle qualificazioni; nel tabellone principale ha sconfitto giocatrici dal palleggio molto solido come Bencic e Petkovic, e si è fermata solo in semifinale contro Azarenka.
La velocità dei colpi da fondo è impressionante, tanto che in alcuni momenti ho avuto la sensazione di assistere a un salto di livello generazionale: rapidità di palla quasi mai vista prima. Credo che un dato possa essere significativo: nel match contro Andrea Petkovic, se non ricordo male, ad un certo punto la regia televisiva ha fornito il valore della velocità media del suo dritto: 131 km/h. Probabilmente il rovescio di Crawford non viaggia quanto il dritto, per cui la media complessiva sarebbe potuta scendere leggermente, ma i numeri sono comunque degni di nota. Per avere un termine di paragone: Madison Keys era stata misurata come la giocatrice con la maggior velocità media nei colpi da fondo con 120,6 km/h (75 miglia orarie), Seconda Sharapova a 112,6 km/h. terza Serena a 111 km/h.

Certo, la pesantezza di palla la determina anche la rotazione impressa, e sotto questo aspetto altre giocatrici (come Serena o come Stosur) sono su livelli superiori rispetto ai colpi piatti di Crawford; ma resta il fatto che una differenza vicina ai 20 chilometri orari rispetto ai grandi nomi citati rimane degna di nota.
Crawford è molto dotata anche al servizio, colpo che però tende a eseguire sempre allo stesso modo: non ha, per il momento, mostrato la capacità di “lavorare” la battuta con kick o slice insidiosi, fondamentali soprattutto sulla seconda palla. La ripetitività in battuta potrebbe rendere più semplice per le avversarie prenderle le misure, anche se certe velocità creano problemi in ogni caso, incluse le situazioni in cui si riesce a intuire la direzione della palla.

Crawford, alta 1,88 (come Maria Sharapova), non è agilissima in campo e in generale ha dato l’impressione di dover lavorare ancora sulla fase di contenimento. Ma in fondo ha solo 20 anni e molto tempo per migliorare davanti a sé. E quando si dispone di colpi-base tanto incisivi, anche se la varietà non è eccelsa si diventa comunque un’avversaria estremamente impegnativa. Purtroppo non l’ho vista contro Belinda Bencic (sconfitta 7-5, 7-5), ma devo dire che contro Petkovic (battuta 6-3, 6-0) ha messo sotto l’avversaria semplicemente con la velocità della sua palla: in molte occasioni Andrea non è letteralmente riuscita ad organizzare in tempo il movimento necessario per replicare alle traiettorie che le venivano incontro. La domanda che mi facevo mentre la vedevo è: ma questo livello di gioco è quello della classica settimana di grazia, che si vive una volta o due nella vita, oppure stiamo assistendo all’inizio di una possibile grande carriera?

Per avere la risposta alla domanda occorrerà attendere gli eventi futuri, ma intanto a Brisbane per eliminarla (6-0, 6-3, punteggio un po’ troppo severo, visti i molti game ai vantaggi) c’è voluta una Azarenka in grandissima forma, capace di utilizzare aggiustamenti tecnici specifici per arginarla: a volte riducendo l’ampiezza dell’apertura dello swing, per riuscire ad impattare la palla prima che fosse ormai passata (cosa che Petkovic non era riuscita a fare), oppure in altre occasioni non completando la chiusura del colpo per tenere in campo una palla che arrivava così veloce da richiedere di essere “frenata”, per evitare che finisse contro i teloni di fondo.
Vika è stata fenomenale, rapida negli spostamenti e fortissima di gambe nell’ammortizzare la potenza dei colpi avversari. Non solo contro Crawford, ma in tutta la settimana Azarenka ha mostrato una condizione che non aveva dal 2013. Non è quindi un caso che sia tornata ad aggiudicarsi un torneo dopo due anni e mezzo (Cincinnati 2013, finale vinta contro Serena).

In questo momento, fra le tenniste di prima fascia, è lei la maggiore certezza al via degli Australian Open. Giocasse come a Brisbane credo ci vorrebbe una giocatrice di vertice (come Serena o Sharapova) in grande forma per tenerle testa, altrimenti ci sarebbero molte possibilità di veder salire a tre le sue vittorie agli Australian Open.
Allo stato attuale, oltre naturalmente alla forza delle avversarie, per Azarenka ipotizzerei due possibili insidie: la prima è quella di una giornata caldissima, che potrebbe mandarla “in cottura” (in passato le è già successo due volte a Melbourne, nel 2009 e nel 2010). La seconda potrebbe essere l’incertezza al servizio: si sa che quando la situazione si fa stressante Vika può andare incontro a giornate-no in battuta, che le fanno scendere la percentuale di prime e perdere sicurezza sulla seconda palla. Le conseguenze sono l’aumento dei doppi falli e seconde troppo attaccabili, che la portano progressivamente a minare le basi del suo intero gioco. E di sicuro lo stress nervoso di Brisbane non è quello che comporta uno Slam, soprattutto quando si parte sapendo che c’è la concreta possibilità di vincere.
In conclusione credo che una valutazione dovrebbe risultare condivisibile: la sua testa di serie a Melbourne (probabilmente sarà numero 14) appare ampiamente sottostimata rispetto ai valori mostrati nella prima settimana di tornei.

Per rinfrescare la memoria, chiudo con una tabella di riepilogo sul rendimento delle prime 16 teste di serie alle ultime edizioni degli Australian Open:

Australian Open - ultimi 5 anni

Come già accaduto l’anno scorso, questa rubrica si ferma durante lo Slam. Ritornerà fra tre settimane, al termine degli Australian Open.
Buon torneo a tutti.

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