La settimana degli italiani: il segno di Camila Giorgi, la tenacia di Sara Errani. Male gli uomini

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La settimana degli italiani: il segno di Camila Giorgi, la tenacia di Sara Errani. Male gli uomini

Settimana nel segno di Camila Giorgi e del torneo di Katowice. Brava anche Sara Errani a Charleston, solite cattive notizie dall’altra metà del cielo. Male Bolelli a Marrakech

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Camila Giorgi è ormai da quasi due settimane al centro dell’attenzione del mondo tennistico italiano: lo è stata prima fuori dal campo per aver annunciato, sul suo sito personale, la decisione di non partecipare al play-off che si terrà il prossimo week-end tra Spagna ed Italia, valevole per rimanere nel World Group della Fed Cup. Una scelta che, comunque la si pensi, ha creato un antipatico polverone mediatico arrivato anche a chi di solito non segue il mondo del tennis e che non può avere né vinti né vincitori. La speranza è che tutti, federazione da una parte e staff della Giorgi dall’altra, siano più realisti del re, non persistendo all’infinito in questioni di principio. Diciamo questo sia perché Camila è l’unica under 25 italiana tra le prime 250 del mondo e la nazionale avrà bisogno di lei in futuro, sia perché la marchigiana, con il rientro della Vinci e con la Errani meglio classificata e con migliori risultati rispetto a Camila, molto probabilmente non avrebbe neanche giocato. A ben guardare, la rinuncia della Giorgi nella pratica non causerà così nessun effettivo danno alle comunque non tante speranze di vittoria azzurre.

Questa settimana la marchigiana è stata per fortuna al centro dell’attenzione, come vorremmo accadesse sempre, anche per i buoni risultati sul campo: tornata a partecipare al torneo di Katovice, nel quale in due edizioni aveva raggiunto due finali (e per riuscirci due anni fa aveva sconfitto quelle che all’epoca erano due top 20 come la Vinci e la Suarez-Navarro, mentre l’anno scorso eliminò la Radwanska in semi, allora numero 9), quest’anno si è ripetuta ancora una volta con la terza finale in tre partecipazioni nella città della Polonia meridionale. Opposta al primo turno alla bielorussa Aliaksandra Sasnovich, numero 100 del ranking, pur commettendo diversi errori nell’arco di una partita non piacevole esteticamente, non ha avuto particolari patemi( se non parzialmente nel secondo parziale quando è stata sotto 4-2) per passare il turno con un duplice 6-4 in 1h32’.
Camila ha avuto decisamente più difficoltà nel corso dell’incontro di secondo turno, nel quale, opposta alla qualificata russa Ekaterina Alexandrova, numero 264 della classifica Wta, ma giocatrice con potenziale decisamente superiore per quanto fatto vedere contro la Giorgi, la quale, va detto, ha comunque profuso una prova non priva di ombre. Mai come in questo momento, tuttavia, era importante per Camila soprattutto il risultato, arrivato nonostante una partenza ad handicap, che le era costata il primo set, ed a tanti errori gratuiti che l’hanno costretta ad un arrivo in volata sul 4 pari del terzo, nel quale è stata brava a rimanere fredda e chiudere al sesto match point, dopo due ore e un quarto di partita, archiviata con lo score di 4-6 6-2 6-4.
Nei quarti l’avversaria da affrontare, la belga Flipkens, giocatrice al cinquantanovesimo posto del ranking Wta, era un avversario potenzialmente molto ostico per la nostra giocatrice, come dimostrato dai due confronti diretti vinti entrambi facilmente dalla belga, già semifinalista a Wimbledon nel 2013. Per fortuna, invece, al termine di una partita che ha cambiato improvvisamente inerzia e padrona più volte, Camila è riuscita ad avere la meglio, probabilmente in più tempo di quel che avrebbe potuto (ha avuto una palla per andare a servire per il match nel secondo parziale) sulla belga, sconfitta dopo due ore e dieci minuti di partita, con il punteggio di 6-2 5-7 6-4.
In semifinale, Camila ha dovuto affrontare la testa di serie numero 3, la giovanissima Jelena Ostapenko, stella emergente del circuito femminile, fattasi conoscere al grande pubblico con la finale al Premier 5 di Doha (stessa categoria di torneo degli Internazionali d’Italia).  La diciottenne lettone, numero 38 del ranking Wta, per fortuna non ha potuto nulla contro una Camila Giorgi ben centrata nei colpi e più attenta nelle fasi decisive dei due parziali, vinti entrambi con sufficiente facilità, con un punteggio finale di 6-4 6-3 che ha vidimato il suo terzo accesso consecutivo alla finale del torneo polacco.
Nell’ultimo atto del torneo la marchigiana ha trovato dall’altra parte della rete Dominika Cibulkova, attualmente numero 53 del mondo, ma giocatrice con ben altre potenzialità (due anni fa, quando raggiunse finale agli Australian Open, è stata top ten). Era un match difficile, ma i due precedenti, vinti entrambi da Camila, lasciavano speranze di assistere quantomeno ad un match combattuto: purtroppo lo è stato solo nel primo set, quando la Giorgi ha avuto, dopo un inizio ad handicap (4-0 sotto) due palle per andare sul 5 pari, annullate anche dalla mancanza di fortuna (vedasi nastri sfavorevoli). Il secondo set, scivolato via velocemente, finiva nelle mani della slovacca senza difficoltà, consentendole di conquistare il quinto titolo in carriera al termine di una finale archiviata col punteggio di 6-4 6-0 in un’ora e sedici minuti.

Resta comunque una settimana molto positiva per Camila, che nonostante una pressione mediatica molto forte nei suoi confronti, è riuscita ad isolarsi ed uscire dalla crisi di risultati che l’aveva attanagliata dalla vittoria del suo primo torneo ad S’Hertogenbosch lo scorso giugno: in un sol colpo ha migliorato questo sin qui disastroso 2016 (miglior risultato erano i quarti ad Hobart), raggiungendo la finale dopo aver sconfitto anche una top 40 come la Ostapenko. Per dire che la crisi sia terminata e che Camila abbia trovato la quadratura del suo cerchio occorre aspettare, ma resta un’ottima notizia per il nostro tennis il suo risultato di questa settimana.

Anche Francesca Schiavone ha disputato un ottimo torneo a Katowice: con i quarti di finale raggiunti in Polonia è tornata per la seconda volta quest’anno nella top 100 e soprattutto ha definitivamente dimostrato che la vittoria del torneo di Rio de Janeiro a febbraio non era stato un exploit isolato e fortuito per la nostra campionessa, ma il frutto di una voglia immensa di continuare a fare tanti sacrifici nonostante le grandi gioie già accumulate e l’inevitabile logorio psicofisico di una quasi ventennale carriera professionistica. In tal senso, il torneo polacco ha fugato ogni dubbio: non tanto per la vittoria agevole ottenuta al primo turno contro la lucky loser ucraina Valeriya Strakhova, numero 236 del mondo, liquidata col punteggio di 6-3 6-4 in un’ora e venti di gioco. Francesca torna infatti dalla Polonia con la gioia di aver battuto nuovamente una top 50 (non le accadeva dal luglio scorso, quando ad Istanbul vinse sulla Giorgi): al secondo turno ha infatti sconfitto la francese Alizè Cornet, quarantaseiesima giocatrice al mondo 7-6 (5) 6-1 in un’ora e quarantacinque minuti. Francesca scendeva in campo col vantaggio psicologico di aver vinto dieci degli undici precedenti con l’avversaria , nei quali aveva concesso solo due set, ma ogni partita è una storia nuova e gli stessi erano datati (gli ultimi nel 2013): il primo set è stato infatti molto combattuto, con la Cornet che nel tie-break è stata avanti anche 4-2, per poi cedere alla maggiore classe ed esperienza della nostra giocatrice, che, una volta vinti il gioco decisivo ed il primo parziale, durato 70 minuti, ha avuto vita facile per conquistare l’accesso nei quarti nel secondo set. Qui purtroppo Francesca ha dovuto arrendersi a colei che poi avrebbe vinto il torneo, la Cibulkova, contro la quale aveva perso tutti e tre i precedenti. La Leonessa ha lottato, pur manifestando problemi a mantenere il servizio (vi è riuscita solo tre volte) ed ha avuto le sue chance (ha servito per il primo set sul 5-3), prima di calare nel rendimento e cedere il passo all’avversaria, che ha passato il turno vincendo 7-5 6-1 in 1h17’.

Katowice non è stato invece un bel torneo per Karin Knapp: non tanto per l’eliminazione al primo turno contro Naomi Broady, britannica numero 78 del mondo che l’ha sconfitta 6-7(6) 6-4 6-4 in 2h20’, risultato che ci può stare se si ricorda che Karin, rientrata nel circuito a Miami un paio di settimane fa, era appena al suo secondo incontro da settembre scorso. La partita, anzi, ha mostrato quantomeno che la tennista di Brunico è pronta a lottare agonisticamente anche sopra le due ore di gioco (sebbene lo strappo decisivo a favore della Broady vi sia stato sul 4 pari del terzo). Quel che preoccupa è piuttosto il ritiro dal torneo di doppio al quale Karin era iscritta ed aveva guadagnato l’accesso al secondo turno: la speranza è che il problema alla caviglia destra che l’ha causato sia null’altro che un piccolo e fisiologico fastidio di un’atleta professionista lontano dalle gare per più di sei mesi.

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