Da Wang a Wang: presente e futuro del tennis cinese

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Da Wang a Wang: presente e futuro del tennis cinese

I successi di Wang Qiang in WTA anticipano quelli delle promesse junior Wang Xiyu e Wang Xinyu?

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Wang Qiang è stata la protagonista del periodo successivo agli ultimi US Open. Da quando il circuito si è spostato in Asia, nell’arco di poco più di un mese ha totalizzato 19 vittorie e appena 4 sconfitte: ha vinto un torneo (Guangzhou) raggiunto una finale (Hong Kong), e tre semifinali (Pechino, Wuhan, Hiroshima). Un vero e proprio tour de force, che l’ha portata a giocare una settimana dopo l’altra senza interruzioni, scendendo in campo quasi ogni giorno utile, visto che ai match vanno aggiunti i trasferimenti. Vittoria dopo vittoria ha raccolto complessivamente 1310 punti (più di quelli che si ottengono per una finale Slam), e lo ha fatto mettendo in mostra un ottimo tennis. Da quando si è ritirata di Li Na, il tennis cinese, un movimento in costante espansione, cerca la sua erede: potrà essere lei?

1. La generazione di Li, Zheng e Peng
Oggi tutti noi ricordiamo Li Na come un unicum per il tennis cinese, e in effetti i suoi risultati sono stati ineguagliati; i due titoli Slam l’hanno portata a essere una figura popolarissima in patria e una delle tenniste più pagate in WTA (insieme a Sharapova e Serena) proprio per l’enorme seguito costruito in oriente. Ancora adesso, a quattro anni dal ritiro, Li Na guadagna dai 15 ai 20 milioni di dollari annui dagli sponsor.

Sulla scia dei suoi successi si è aperto al tennis il mercato di una nazione importante come la Cina, che per numero di abitanti e forza economica vale quanto un continente. Un solo dato per spiegare quanto incida oggi: al momento solo gli Stati Uniti organizzano più tornei WTA, e la certificazione dell’importanza dell’estremo oriente per il tennis femminile è data anche dalla scelta di giocare le Finals a Singapore.
Probabilmente senza Li Na non sarebbe accaduto, ed è per questo che la sua figura ha assunto una importanza epocale, oltre gli stessi stessi risultati del campo. Sarebbe però ingeneroso dimenticarsi che nei primi anni 2000 non è stata la sola a fare da apripista al tennis cinese. Prima che, a 28 anni compiuti, vincesse il primo Slam, insieme a lei c’era stata un’altra tennista che aveva contribuito a far crescere il movimento: Zheng Jie.

Li è nata nel 1982, Zheng nel 1983, e per un tratto hanno avuto due carriere parallele nei risultati. Per alcuni traguardi Zheng Jie è stata addirittura la prima: prima in top 15 e prima a raggiungere una semifinale Slam (Wimbledon 2008); più una seconda semifinale agli Australian Open 2010, torneo straordinario per il tennis cinese, visto che anche Li Na era arrivata in semifinale. Da lì in poi la crescita di Li Na sarebbe stata esponenziale: quattro finali Slam, di cui due vinte (Parigi 2011 e Melbourne 2014) e il best ranking da numero 2 del mondo. E sempre nel 2014 la semifinale di Peng Shuai agli US Open, più giovane di quattro anni di Li Na (Peng è del 1986).

Tutti questi risultati hanno contribuito ad aumentare notevolmente il seguito del tennis in Cina. Secondo la stessa Li Na (lo ha dichiarato in questa intervista) è stato importante anche l’oro alle Olimpiadi di Atene 2004 vinto in doppio da Li Ting e Sun Tiantian. Una medaglia olimpica colpisce sempre il grande pubblico, anche se i più esperti sanno che sul piano tecnico non è paragonabile agli altri traguardi citati.

Oltre che per i risultati, questa generazione è stata decisiva per la caparbietà con cui ha lottato per l’indipendenza rispetto all’autorità sportiva nazionale. Li Na ha minacciato il ritiro (e per due anni si era effettivamente ritirata, fra il 2002 e il 2004) per arrivare ad avere il diritto di scegliere la propria guida tecnica, la pianificazione del calendario agonistico e la riscossione dei premi senza passare dal filtro della federazione.

Nel tempo queste rivendicazioni individuali si sono rivelate decisive per far crescere il tennis cinese nel suo insieme. Le giocatrici hanno iniziato a collaborare con allenatori stranieri; per esempio Li Na con Thomas Hoegstedt e poi con Carlos Rodriguez (lo storico coach di Justine Henin). E questi allenatori spesso hanno finito per portare le loro conoscenze al movimento in senso più esteso. Rodriguez ha cominciato a insegnare in una Academy a Pechino, altre scuole con tecnici di provenienza occidentale sono nate in diverse città. E sono iniziate nuove collaborazioni tra federazione cinese e altri istruttori stranieri, con l’obiettivo di far crescere le migliori promesse.

Dopo le “apripista”, negli ultimi anni sono arrivate nuove leve, capaci di ritagliarsi uno spazio fra le prime 100 della classifica: Zhang Shuai (best ranking 23), Zheng Saisai (best ranking 58), Duan Ying-Ying (br 60) e Wang Yafan (br 71). Oggi la numero uno del movimento cinese è proprio Wang Qiang, che con gli ultimi risultati è salita al numero 23 del mondo, e ci si chiede fin dove potrà arrivare.

a pagina 2: Wang Qiang, una maturazione tardiva

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