L’altra partita (politica) di Djokovic

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L’altra partita (politica) di Djokovic

Nole a Wimbledon ha dettato legge anche fuori dal campo. Gli oppositori all’interno del Player Council si sono fatti da parte. Ma l’obiettivo rimane la successione di Kermode

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Novak Djokovic - Wimbledon 2019 (foto via YouTube, @Wimbledon)
 

Prima che l’edizione 2019 dei Championships avesse inizio, tra le mura dell’All England Club è andata in scena un’altra partita. O per meglio dire l’ennesimo set di un match che va avanti ormai dalla scorsa stagione. Quello tutto interno all’ATP Player Council, l’organo che rappresenta i giocatori del circuito maschile. Qui non si gioca a colpi di dritti a sventaglio, rovesci lungolinea, servizi slice e drop shot. Ma bensì a suon di strategie politiche, rapporti di fiducia consolidati e, secondo i maligni, interessi personali da difendere. 

A Wimbledon si è arrivati con due fazioni ormai ben delineate all’interno del Council. Da una parte della barricata ci sono quelli che potremmo definire “rivoluzionari”, capeggiata dal n.1 del mondo Novak Djokovic, presidente dell’organo. Costoro hanno intrapreso una vera e propria crociata in favore di un radicale ribilanciamento della distribuzione dei guadagni tra tornei e giocatori. Insomma, chiedono, con ottime ragioni, maggiori soldi per tutti i tennisti, soprattutto quelli che non navigano nelle primissime posizioni di classifica.

I rivoluzionari hanno identificato in Chris Kermode, attuale capo della ATP, un ostacolo al raggiungimento del loro obiettivo, ritenendolo troppo attento alle esigenze degli organizzatori dei tornei e troppo poco verso quelle dei giocatori. Come suo possibile sostituto avevano selezionato l’ex tennista americano Justin Gimelstob. Peccato che quest’ultimo sia stato travolto da diverse accuse di violenza, per le quali ha patteggiato in aprile, ammettendo implicitamente la sua colpevolezza. A causa della pressione di diversi tennisti di spicco, compresi Stan Wawrinka e Andy Murray, Gimelstob si è dovuto dimettere da rappresentante del board ATP. 

 

Nonostante ciò, i rivoluzionari, assumendo una posizione alquanto controversa, continuano a difendere l’ex tennista americano fino ad auspicarne un ritorno nelle istituzioni del tennis appena le vicende giudiziarie si concluderanno definitivamente. Le ragioni di questo imbarazzante sostegno a Gimelstob sono politiche ma anche di natura personale. Ad esempio, John Isner e Sam Querrey, altri due rivoluzionari del player council, sono amici di lunga data del loro connazionale.

Anche lo stesso Djokovic pare essere legato a Gimelstob da un solido rapporto. I due si sono infatti incontrati alla vigilia del torneo. E così il campione serbo ha preso di petto l’accusa di un giornalista di non avergli voltato le spalle. “Ne riparleremo in una prossima conferenza stampa quando avrò letto tutte le carte, non c’è motivo per te di attaccarmi“, ha affermato Nole in maniera garantista. “Se dovesse emergere la certezza che abbia commesso un crimine cambierebbe del tutto il suo status. Mentre sarebbe diverso se ciò non dovesse essere accertato. Ha sempre rappresentato i giocatori ATP nel migliore dei modi, questo non mi sembra sia in discussione”. Peccato che appunto, come ha sottolineato opportunamente il giornalista, Gimelstob sia già da ritenersi colpevole in termini strettamente giuridici. Successivamente, il serbo ha addirittura sostenuto che Gimelstob stia subendo una ingiusta “campagna mediatica” solo perché “è uno dei giocatori più impegnati nella lotta per i diritti dei tennisti”.  L’apologia ad ogni costo del 42enne del New Jersey insomma è ormai sbandierata.

Dall’altra parte della barricata, nel meeting londinese, c’erano una serie di giocatori che possiamo definire “moderati”. E diciamo c’erano perché dopo sette ore di discussione, dalle cinque di pomeriggio a mezzanotte, quattro di loro si sono dimessi. Si tratta dell’ex coach di Dimitrov Daniel Vallverdù e dei tennisti Robin Haase, Jamie Murray e Sergiy Stakhovsky. Pare che Haase non abbia atteso nemmeno la fine della riunione per andarsene dalla stanza. L’olandese ha affidato ad un tweet le motivazioni della sua decisione. Haase ha definito l’ultimo anno “improduttivo” per il player council e ha sostenuto che “i temi che ha portato sul tavolo non sono stati discussi abbastanza approfonditamente”. In un’altra dichiarazione, il n.76 al mondo è stato più severo nei confronti dei suoi colleghi. “Spero che facciano un buon lavoro. Ma non voglio farne parte”, ha detto.

Tramite lo stesso social network, Stakhovsky ha ribadito il concetto ma con toni ben più accesi del collega. “Le cose che verranno alla luce presto gettano discredito sulla struttura del player council e sulla nostra autonomia di rappresentare i giocatori”, ha scritto Stakhovsky. È molto triste vedere che interessi personali e vendette sono alla base dei dissidi all’interno di questo organo”. Il tennista ucraino ha concluso affermando di essere “molto deluso” riguardo alla direzione presa dal council. La direzione impressa da Djokovic si intende in maniera implicita.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Jamie Murray. In una conferenza stampa in seguito all’eliminazione dal torneo di doppio, nel quale era impegnato insieme al connazionale Neil Skupsky, lo scozzese si è sfogato di fronte ai giornalisti. “Dallo scorso anno le cose si sono fatte molto più politiche all’interno del council, ha rivelato. “Ci sono persone che sono lì per il loro tornaconto personale e magari prendersi anche alcune rivincite. Mi sono stufato di stare seduto per sei o sette ore in questi incontri in cui non si parla di tennis. Non ho più voglia di perdere il mio tempo. Ci sono persone che cercano di prendersi il potere e portare avanti i loro interessi. Non voglio aver a che fare con questa direzione”. Parole al vetriolo insomma da parte di Murray. E viene ancora da pensare che siano dirette all’opposta fazione e al suo leader.

Jamie Murray at net, ATP Finals 2017 (foto di Alberto Pezzali Ubitennis)

Vallverdù, Haase, Murray e Stakhovsky, pur naturalmente condividendo l’obiettivo di dare ai tennisti una fetta maggiore della torta, non sono evidentemente convinti riguardo al modus operandi che sta seguendo il council. E, soprattutto, considerano Gimelstob ormai indifendibile. A far traboccare il loro vaso è stata la sostituzione ad interim di Gimelstob come rappresentante dei giocatori nel board con Weller Evans, navigato uomo ATP che secondo indiscrezioni sarebbe a favore della rimozione di Kermode. A Roma, poco meno un paio di mesi fa, il council si era equamente diviso per 5 a 5 tra lo stesso Evans e l’ex giocatore ecuadoriano Nicolas Lapentti. Una nuova elezione era stata messa in calendario nei prossimi mesi. Nel frattempo, però gli altri due rappresentanti dei giocatori del council, David Edges e Alex Inglot, hanno scelto Evans come sostituto pro tempore, mandando su tutte le furie i moderati. Che dietro ci sia lo zampino dei rivoluzionari, capaci di convincerli ad insediare il loro uomo prima del tempo?

Insomma, ad imporsi è sempre Djokovic, tanto in campo quanto nelle faccende politiche. Così come la finale contro Federer, il serbo sembra aver vinto anche questa partita. Per ritiro degli avversari, sfiniti dalla sua pressione continua e da stratagemmi a dir poco efficaci. La certezza assoluta l’avremo quando saranno nominati i nuovi membri del council e, in maniera ufficiale, il terzo rappresentante nel board ATP. Se apparterranno alla sua fazione, vorrà dire che i moderati sono stati definitivamente sconfitti. Ma il torneo del n.1 al mondo e dei suoi fiancheggiatori, quello che ha come primo premio la poltrona di Kermode, è ancora lungo e tutto da giocare.

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Asics Gel Resolution 9: l’innovazione di un grande classico

Il modello di ASICS per chi ama giocare da fondocampo si rinnova: Gel Resolution 9 è una scarpa ancora migliore di prima. Il nostro test in campo

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ASICS ha presentato i nuovi modelli 2023 delle scarpe GEL Resolution 9 e COURT FF 3, entrambe sviluppate in collaborazione con tennisti professionisti. Come sappiamo, ASICS ha studiato numerosi giocatori, pro e non, e ha individuato tre categorie principali di giocatori: chi gioca da fondo campo, chi ama sprintare verso la rete e la terza che è formata dal meglio di queste due tipologie.

La scarpa GEL Resolution è il modello dei cosiddetti baseliner, chi gioca prevalentemente da fondo campo; Matteo Berrettini e Iga Swiatek sono i testimonial principali di questa scarpa. Ma è una scelta super popolare per chi paga per averla, e questo fatto vale più di ogni recensione.

Nel proprio istituto di scienze sportiva, dove Asics progetta, innova e testa ogni modello prima di immetterlo sul mercato, hanno pensato di migliorare ancora di più quelle caratteristiche necessarie a stare al passo con il gioco “che si evolve con ritmi sempre più alti che richiedono movimenti altrettanto rapidi, recuperi rapidi e cambi di direzione repentini”, come ha affermato Azumi Taoka.

 

Per questo ASICS ha introdotto due sostanziali novità sulla Resolution 9. La prima è l’estensione del DYNAWALL (presente nella versione 8), la tecnologia che facilita i movimenti laterali del piede per poi favorirne il ritorno nella posizione di partenza, fin sotto il tacco della scarpa. Queste consente di avere movimenti più dinamici, una scelta arrivata proprio dopo lo studio dei movimenti dei tennisti in campo. E poi maggiore stabilità con la suola di nuova costruzione, che ora ha un contatto con il terreno più ampio per aumentare quindi la stabilità. ASICS dichiara una frenata migliorata del 4,4% rispetto alla Gel Resolution 8.

Altre tecnologie impiegate includono il classico GEL in zona rearfoot e forefoot, per ammortizzazione degli impatti al suolo e restituzione di energia, AHARPLUS nella suola per incrementarne la durata e PGUARD per rinforzare ulteriormente la zona del tallone.

TEST IN CAMPO

La Gel Resolution 9 è una scarpa pronta all’uso, e già questa è una prima differenza con la Resolution 8, che necessitava di qualche ora di gioco per trovare il comfort giusto. Adesso, con la nuova nuova tomaia più morbida ed elastica grazie alla tecnoogia DYNAWRAP, c’è un alloggiamento più comodo per quanto riguarda il piede e quindi fin da subito è una scarpa ready to play. Si percepisce subito anche il gran lavoro di supporto e stabilità frutto del sistema DYNAWALL. A livello estetico si nota il cambio del disegno della parte superiore della scarpa, lì dove non c’è contatto con il terreno e che quindi ASICS ha alleggerito ancora, usando meno materiale possibile proprio per contenere il peso e rendere ancora più morbida quella sezione. E cambia anche il sistema di allacciatura rispetto alla versione 8. Si percepisce un feeling di solidità maggiore rispetto al passato, si scivola sulla terra, si riparte duramente sul veloce per poi frenare all’improvviso per un cambio di direzione e la scarpa risponde prontamente, con un gran comfort e la sensazione di avere il piede protetto e sempre al sicuro. Detto della stabilità, che rimane la qualità principale di questo modello, riscontriamo un comfort migliorato e decisamente percepibile. Inoltre, la Gel Resolution 9 nella misura 44 è  più leggera del modello precedente di circa il 2% (siamo sui 430 grammi circa). Infine le due suole, quella per tutte le superfici e quella specifica per terra battuta, hanno praticamente la stessa resa sui campi in terra. Abbiamo provato quella all-court sulla terra battuta e sull’erba sintetica, la scarpa non ha mai perso aderenza col terreno. Le scalanature classiche della suola da terra favoriscono ulteriormente la dispersione della terra rossa, ma come detto le differenze sono impercettibili giocando sul rosso.

CONCLUSIONE

La stabilità è sempre stata la caratteristica principale di questo modello e anche la versione 9 non fa che ribadirlo, specie chi vuole tenere al sicuro le proprie caviglie senza preoccuparsi dei movimenti repentini troverà in questa Gel Resolution 9 una fedele alleata.

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ATP

Il tabellone maschile di Miami 2023: possibile un’altra semifinale Sinner-Alcaraz

Berrettini e Musetti hanno un bye: possibili secondi turni contro McDonald e Lehecka. Ci sono Fognini-Lestienne e Sonego-Thiem

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Carlos Alcaraz - Miami Open 2022 (foto Twitter @MiamiOpen)
Carlos Alcaraz - Miami Open 2022 (foto Twitter @MiamiOpen)

Neanche il tempo di tirare le somme del primo Master 1000 della stagione, Indian Wells, che il circuito e il Sunshine Double si spostano in Florida, nella relativamente nuova location dell’Hard Rock Stadium, casa, nel resto dell’anno, della squadra locale di football americano, i Miami Dolphins. Quello che andrà in scena a Miami sarà un master 1000 sulla falsariga di quello che abbiamo visto in California: due settimane di gara, novantasei giocatori di altissimo livello coinvolti. Come ad Indian Wells, tuttavia, le assenze si faranno sentire: non saranno al via né Rafa Nadal (out per infortunio, tornerà a Montecarlo), né Novak Djokovic, il cui forfait è stato ufficializzato qualche giorno fa per la ricorrente problematica della mancata vaccinazione del numero uno serbo. 

Presenti in ogni caso tutti gli altri top ten: a guidare il tabellone sarà Carlos Alcaraz, detentore del titolo, seguito da Stefanos Tsitsipas e Casper Ruud, finalista uscente. Poco più in basso ecco comparire Daniil Medvdedev, finalista come Alcaraz del BNP Paribas Open, indubbiamente il giocatore del momento. 

Cinque, poi, gli italiani al via: guida la pattuglia azzurra Jannik Sinner, reduce dalla grande settimana californiana. Oltre a lui presenti Matteo Berrettini (eliminato ai quarti del challenger di Phoenix), ancora alla ricerca di una degna condizione, e poi Lorenzo Musetti (anche lui in un momento di crisi), Lorenzo Sonego ed infine, come ultimo ammesso al tabellone principale, Fabio Fognini. 

 

Il tabellone – Parte Alta

Il tabellone – Parte Bassa

Ottavi teorici

(1) Alcaraz vs Paul (16)
(9) Fritz vs Rune (7)
(3) Ruud vs Zverev (13)
(10) Sinner vs Rublev (6)

(8) Hurkacz vs Norrie (11)
(15) De Minaur vs Medvedev (4)
(5) Auger-Aliassime vs Tiafoe (12)
(14) Khachanov vs Tsitsipas (2)

Primi turni degli italiani

[10] J. Sinner vs bye / 2T vs Qualificato / Djere
[19] M. Berrettini vs bye / 2T vs Galan / McDonald
[18] L. Musetti vs bye / 2T vs Coria / Lehecka
F. Fognini vs Lestienne
L. Sonego vs Thiem

Informazioni sul torneo 

Tabellone a 96 giocatori (32 teste di serie con un bye al primo turno) 

4 wild card 

Copertura televisiva 

Come per Indian Wells, Sky dedicherà due canali anche all’ATP di Miami: Sky Sport Uno e Sky Sport tennis. 

Calendario di gioco 

Mercoledì 22: primo turno 

Giovedi 23: primo turno 

Venerdì 24: secondo turno 

Sabato 25: secondo turno 

Domenica 26: terzo turno 

Lunedì 27: terzo turno 

Martedì 28: quarto turno 

Mercoledì 29: quarti di finale 

Giovedì 30: quarti di finale 

Venerdì 31: semifinali 

Sabato 1: finale di doppio 

Domenica 2: finale di singolo 

Punti/montepremi 

Vincitore: 1000 punti/ $ 1,262,220 

Finalista: 600 punti/ $662, 360 

Semifinalista: 360 punti/ $ 352, 635 

Quarti di finale: 180 punti/ $ 184, 465 

Ottavi di finale: 90 punti/ $ 96, 955 

Terzo turno: 45 punti/ $ 55, 770 

Secondo turno: 25 punti/ $ 30, 885 

Primo turno: 10 punti/ $ 18, 660 

Record del torneo 

Maggior numero di titoli in singolare: Andre Agassi, Novak Djokovic (6) 

Maggior numero di titoli in doppio: Bob/Mike Bryan (6) 

Campione più anziano: Roger Federer, 2019 (37 anni) 

Campione più giovane: Alcaraz, 2022 (18 anni) 

Ultimo campione casalingo: John Isner, 2018 

QUI IL LINK AL TABELLONE DEL MASTERS 1000 MIAMI

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ATP

Presentato a Torino il Piemonte Open Intesa Sanpaolo: “Un bel regalo per appassionati italiani”

Il torneo si disputerà nella seconda settimana degli Internazionali d’Italia a Roma. Previsto un importante parco giocatori

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Paschina (Intesa Sanpaolo) e Di Palermo (direttore del torneo) - foto Andrea Pellegrini / FITP
Paschina (Intesa Sanpaolo) e Di Palermo (direttore del torneo) - foto Andrea Pellegrini / FITP

Torino val bene un Super Challenger. Nella mattinata di oggi, lunedì 20 marzo, è stato presentato il nuovo “Piemonte Open Intesa Sanpaolo”, torneo in programma dal 14 al 20 maggio 2023 appartenente alla neonata categoria ATP Challenger 175, quella che comprende anche gli eventi di Phoenix (andato in scena nella settimana appena conclusa, con la vittoria di Nuno Borges) e Cagliari (si gioca dall’1 al 7 maggio). Si tratta di un ristrettissimo elenco di eventi “Premium” che si collocano di fatto a metà tra il circuito Challenger e quello ATP per punti, montepremi e parco partecipanti. L’idea, come noto, è stata quella di collocare questi tornei durante la seconda settimana dei Masters 1000 con tabelloni a 96 giocatori, in modo da consentire ai tennisti eliminati nei primi turni di avere una possibilità per rifarsi in tornei logisticamente collegabili. A Torino si giocherà dunque nella seconda settimana degli Internazionali d’Italia a Roma.

Il Challenger 175 della capitale piemontese non è certo paragonabile alle ATP Finals, ma ne è in qualche modo parente, non foss’altro perché si gioca nella struttura che a novembre funge da Training Center per il torneo dei maestri. Ovviamente, cambia la stagione e la collocazione nel calendario, dunque la superficie sarà la terra rossa. “La prima edizione del Challenger ATP ‘Piemonte Open Intesa Sanpaolo’ è una grande notizia per il Circolo della Stampa Sporting e per il movimento tennistico piemontese, per almeno tre motivi – dice Pietro Garibaldi, presidente del Circolo -. Innanzitutto il torneo segna il ritorno del grande tennis nel restaurato Campo Stadio del Circolo della Stampa Sporting che ospitò gli Internazionali del 1961 e degli incontri di Coppa Davis degli anni ‘70. Il secondo motivo riguarda il movimento tennistico piemontese; con il torneo di prequalificazione che si svolgerà presso il Circolo della Stampa Sporting a partire dal 23 aprile 2022, daremo a tutte le giovani leve tennistiche piemontesi e del resto d’Italia la possibilità di qualificarsi per un torneo internazionale di primo livello. Infine, il Challenger ATP ‘Piemonte Open Intesa Sanpaolo’ conferma il ruolo del Circolo della Stampa Sporting come casa del tennis piemontese in stretto legame con tutte le istituzioni che ci hanno sostenuto in questi anni: il Comune di Torino, la Regione Piemonte, la Camera di commercio di Torino, la Sovrintendenza ai Beni Architettonici, le Fondazioni ex bancarie e lo sponsor Intesa Sanpaolo”.

Proprio nella forte presenza di Intesa Sanpaolo, title sponsor dell’evento, si ravvisa un altro elemento di contatto con le ATP Finals. Così Fabrizio Paschina, Executive Director Comunicazione e Immagine Intesa Sanpaolo: “Nel percorso di sostegno al tennis intrapreso da Intesa Sanpaolo con le Nitto ATP Finals e le Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals si apre oggi il nuovo capitolo del torneo Challenger 175. Gli atleti che si sfideranno al Circolo della Stampa Sporting, del quale sosteniamo il rilancio, esprimono capacità, energia, passione – le stesse della Banca nell’accompagnare ogni giorno lo sviluppo del Paese. Grazie a questo nuovo evento Torino si consolida come sede ideale per i grandi eventi sportivi e culturali”.

 

Direttore del torneo sarà Giorgio Di Palermo. “Il Challenger 175 ‘Piemonte Open Intesa Sanpaolo’ rappresenta un bel regalo per gli appassionati italiani e una nuova grande occasione per tutti i tennisti impegnati in quei giorni sulla terra rossa europea. I campioni usciti di scena nei primi giorni del Foro Italico avranno, infatti, l’opportunità di confrontarsi da domenica 14 a sabato 20 maggio al Circolo della Stampa Sporting; sugli storici campi torinesi troveranno le condizioni ideali per acquisire punti importanti per la classifica mondiale ATP. Questa nuova categoria premier garantisce, infatti, un alto tasso di qualità di tutti i partecipanti e rappresenta un’ottima opportunità per i giovani azzurri in rampa di lancio sul tour”, ha detto.

Le partite del torneo di Torino saranno trasmesse live sulla tv della Federazione Italiana Tennis e Padel SuperTennis Tv e sulla piattaforma digitale SuperTenniX. I biglietti per il torneo sono acquistabili a questo link: https://www.ticketone.it/artist/piemonte-open-intesa-sanpaolo/

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