Kyrgios non può più sbagliare: l'ATP lo squalifica con la condizionale

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Kyrgios non può più sbagliare: l’ATP lo squalifica con la condizionale

L’australiano si vede infliggere uno stop di sedici settimane per le intemperanze di Cincinnati, ma la squalifica scatterà solo se nei prossimi sei mesi dovesse cadere ancora in violazioni comportamentali. E Panatta lo attacca duramente

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Nick Kyrgios - Montreal 2019 (foto via Twitter, @CoupeRogers)
 

Pugno duro, sulla carta: l’ATP ha inflitto a Nick Kyrgios una squalifica di 16 settimane – insieme a una multa di 25mila dollari – per le intemperanze di Cincinnati. Nella sostanza, una pena che sarebbe pesantissima se solo non ci fosse la condizionale. La sanzione non avrà infatti efficacia immediata, ma sarà subordinata a un periodo di “prova” di sei mesi in cui l’australiano non dovrà cadere nei soliti errori: abusi verbali sul campo, intemperanze verso il pubblico e ogni altro genere di comportamento antisportivo (l’elenco è abbastanza dettagliato).

Nel corso del match contro Karen Kachanov, ad agosto, Kyrgios aveva aggredito verbalmente il giudice di sedia Fergus Murphy accusandolo di concedergli meno tempo tra un punto e l’altro rispetto a quanto ne viene solitamente concesso ad altri giocatori. Recidivo in tal senso – era già stato sanzionato in passatoKyrgios dovrà affrontare ora il finale di stagione e l’avvio della prossima con una significativa spada di Damocle sulla testa. La sanzione si propone di essere anche rieducativa: nei sei mesi con gli occhi puntati addosso, l’australiano dovrà obbligatoriamente farsi seguire da un mental coach e affidarsi alle cure di uno specialista del comportamento in off season.

IL PRECEDENTE – Non è la prima volta che l’ATP impone a Kyrgios un percorso di supporto psicologico: il precedente risale alla sanzione rimediata nel 2016, quando venne punito per essersi sostanzialmente rifiutato di giocare i game conclusivi contro Mischa Zverev, a Shanghai. L’obbligo di assistenza psicologica fece ridurre lo stop da otto a tre settimane, lì dove la condanna era anche fondata sull’aver falsato il punteggio del match anche per la regolarità delle scommesse. Nessun beneficio evidente, però, nel prosieguo. Al punto che le “mental struggles” (battaglie mentali, per utilizzare una sua definizione) l’hanno coinvolto anche nella scorsa primavera. E sono state chiamate in causa a parziale giustificazione del misterioso – almeno fino a quel momento – forfait al Roland Garros.

COME FABIO – In assenza di ulteriori sviluppi negativi, la squalifica di Kyrgios potrebbe a questo punto rimanere soltanto sulla carta. Un po’ quel che accadde a Fabio Fognini dopo lo US Open 2017, quando si lasciò andare ad offese alla giudice di sedia durante il derby perso con Stefano Travaglia. In quel caso fu l’ITF a sanzionare l’azzurro con lo stop per i due successivi tornei dello Slam, pena sospesa a condizione di non ricadere in infrazioni analoghe nei Major del 2018 e del 2019. Le frasi infelici nel corso dell’ultimo Wimbledon, da questo punto di vista, non sono state considerare gravi a tal punto da far scattare la sanzione in sospeso (è arrivata solo un’ammenda).

Da segnalare come l’ATP abbia invece scelto di non procedere per l’ultimo caso, quello risalente allo US Open, quando Kyrgios accusò pubblicamente l’organizzazione di corruzione. Il chiarimento immediatamente successivo da parte del giocatore ha fatto però decadere l’ipotesi di “major offense”, evitando altra pioggia sul bagnato. Non sono infatti giorni felici per il numero 27 del mondo: dopo il forfait nella terza giornata della Laver Cup è arrivato il precoce ko a Zhuhai nel primo turno contro Andreas Seppi. Poi l’annuncio, nelle ultime ore, della rinuncia al proseguimento dello swing asiatico proprio a seguito dei problemi a una spalla che l’avevano frenato a Ginevra.

PANATTA ATTACCA – Chissà se sulla strada del ritorno in Australia – dove potrà riposarsi e recuperare la giusta forma – gli sarà arrivata l’eco delle considerazioni di Adriano Panatta sul suo conto. “Kyrgios è un cretino totale – ha dichiarato l’ex tennista azzurro ai microfoni di Radio 2 Rai. “Uno che gioca bene a tennis come lui ed è così cretino è davvero un peccato – riporta ADN Kronos -. Lui non perde la testa, è proprio cretino. McEnroe invece è un grande paraculo, perché lui sfruttava la scena, faceva la scena di arrabbiarsi ma ne traeva sempre vantaggio“. Senza giri di parole.

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