Nei dintorni di Djokovic: Olga Danilovic è tornata a casa. E a vincere

Nei dintorni di Djokovic

Nei dintorni di Djokovic: Olga Danilovic è tornata a casa. E a vincere

Dopo la vittoria al WTA di Mosca, un anno complicato per Olga Danilovic. Infortuni, crisi di risultati e di fiducia. Per ritrovarsi, la scelta di lasciare la Spagna e tornare a Belgrado (“Era quello di cui avevo bisogno”). La vittoria in un ITF in Svizzera pare essere il primo segnale che la 18enne serba sia sulla strada giusta

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Olga Danilovic - Mosca 2018 (foto via Facebook, @BalticOpenTennis)
 

Dopo la clamorosa vittoria dello scorso anno a Mosca, prima giocatrice nata nel nuovo millennio a vincere un torneo WTA, di Olga Danilovic si erano un po’ perse le tracce. Ma ad inizio settembre è arrivata l’affermazione in un torneo ITF in Svizzera, che ha fatto riaccendere i riflettori sulla 18enne tennista serba. Soprattutto in patria, ovviamente, dove dopo il ritiro di Ana Ivanovic e Jelena Jankovic sono alla disperata ricerca delle eredi delle due ex n. 1 del mondo. Ecco perciò che la vittoria di Olga nel W60 di Montreux, dove ha lasciato per strada un solo set (il secondo del quarto di finale contro la 18enne tennista di casa Simona Waltert, vinto poi 6-1 al terzo), ha riacceso le speranze in tal senso a Belgrado e dintorni.

Logico quindi che sia arrivata anche l’intervista alla giovane promessa serba, per sapere come si sente dopo questa vittoria che si spera abbia definitivamente messo fine al suo periodo no. “Sono molto contenta. Prima di tutto perché torno a raccogliere i frutti di tutto il lungo e bel lavoro fatto. Sono anche molto soddisfatta perché per un po’ di tempo non ho ottenuto buoni risultati, non ho neanche giocato bene e al livello che mi aspettavo. Ma qualche mese fa c’è stato il ‘click’, come si dice in gergo. Negli ultimi due mesi mi sono allenata veramente bene e finalmente ho giocato un torneo come posso e so fare, e l’ho portato a casa. Questo mi rende felice e soddisfatta. Dal momento in cui sono scesa in campo ho sentito di essere in fiducia: un aspetto su cui avevo lavorato nell’ultimo periodo, ed evidentemente il lavoro ha pagato”.

Altrettanto logico chiederle cosa è successo dopo quella vittoria di Mosca, dato che nei 12 mesi successivi è arrivato solo un quarto di finale nel 125K di Guadalajara. Tanto che dopo l’eliminazione all’ultimo turno delle qualificazioni di Wimbledon Olga ha deciso di concentrarsi esclusivamente sui tornei ITF, dove nell’ultimo mese e mezzo ha conquistato una vittoria, una finale ed una semifinale. Decisione che avrebbe forse dovuto prendere prima, come ha implicitamente ammesso lei stessa nel raccontare come mai questo ultimo anno non sia andato come sperava dopo aver battuto la coetanea Anastasia Potapova nella finale del torneo moscovita ed essere entrata poco dopo tra le top 100. Infatti, mentre le altre tenniste nate nel 2001 si facevano valere – oltre al consolidamento della top 100 della citata Potapova, c’era infatti l’esplosione di Anastasia Anasimova, semifinalista al Roland Garros, e di Iga Swiatek, che si spingeva sino agli ottavi dello Slam parigino –  Olga tra una sconfitta e l’altra scivolava nelle retrovie, fino alla 277esima posizione del ranking.

Tutti pensano sia successo qualcosa. Semplicemente è accaduto che in quella settimana a Mosca tutti i tasselli si sono incastrati perfettamente. In seguito, invece, alcuni dettagli hanno influito in modo negativo. In primis alcune mie scelte sbagliate sui tornei da giocare, poi un paio di piccoli infortuni, ed infine anche qualche brutto sorteggio che in alcuni casi mi è costato la sconfitta. La mancanza di risultati ha avuto come conseguenza il crollo della fiducia. Insomma, ci sono state un po’ di cose: in realtà niente di tragico, ma in quel periodo le ho vissute come qualcosa di terribile. Non vedevo le cose come faccio ora, semplicemente come una serie di circostanze sfortunate”.

In realtà qualcosa è successo. Gli infortuni, le sconfitte la sfiducia, hanno portato ad una decisione importante: il cambio del coach ed il ritorno in Serbia. “Non sono in più in Spagna, sono tornata a Belgrado che adesso è la mia base per gli allenamenti. Ho lasciato l’accademia di Alex Corretja: ci siamo separati perché lui aveva troppi impegni e a causa di tutte le altre attività di cui si occupa non era in grado di viaggiare con me nei tornei. Mi ha sempre aiutato per quanto ha potuto, ma abbiamo deciso comunque di interrompere la nostra collaborazione. Ora mi alleno con Tatjana Jecmenica (ex giocatrice, attuale capitano della nazionale serba di Fed Cup ndr), con la quale avevo già lavorato prima di trasferirmi in Spagna. Sono a Belgrado dalla fine del Roland Garros e posso dire tranquillamente che questo cambiamento e il ritorno a Belgrado era quello di cui avevo bisogno”.

Olga Danilovic

Il cambiamento ha ovviamente coinvolto anche le altre figure del team di Olga e mai come in questo caso si può parlare di un vero e proprio ritorno a casa. Il suo preparatore fisico è adesso Vlada Radonijc, per lungo tempo preparatore fisico della squadra di basket del Partizan Belgrado, quella in cui papà Sasha ha iniziato la sua favolosa carriera e di cui è stato in seguito vice-presidente e presidente, una volta appese le scarpette al chiodo. “Da quanto abbiamo iniziato a lavorare assieme non mi sono mai sentita così bene. Questo vuole dire molto per me, perché influisce molto sulla fiducia in campo. Vlada Radonjic è molto esigente, ma devo ammettere che con lui sono cresciuta molto. Prima di tutto, lavorando con lui sono riuscita a riprendermi dagli infortuni che ho avuto ed ho trovato una soluzione ai problemi che si sono presentati dopo essere cresciuta tanto velocemente. Mi sono rafforzata, ora mi sento più stabile e forte e sento che posso reggere gli sforzi più intensi”.

La stagione si sta avviando verso la conclusione, ma si spera che per Olga ci sia il tempo di prendersi ancora qualche soddisfazione. Lo conferma lei stessa, anche se la risposta evidenzia come abbia imparato la lezione di questo ultimo anno: nessuna aspettativa eccessiva, nessuna pressione. L’obiettivo è continuare a crescere. “Mantenendo questa continuità negli allenamenti e in partita, giocherò qualche Challenger, ma entro la fine dell’anno ho in programma anche un paio di tornei WTA. Sono molto contenta di aver migliorato la classifica (con la vittoria in Svizzera è rientrata tra le top 200 ndr), ma non mi pongo obiettivi troppo ambiziosi o qualche altro tipo di pressione, quello che conta è proseguire con questo ritmo e tutto sarà ‘super’!”.

Chissà che non sia così “super” da permettere alla giovanissima tennista serba di ripercorrere la stessa strada di un’altra 18enne, quella che batté lo scorso anno al primo turno delle qualificazioni dello US Open e che in quel periodo stazionava anche lei attorno alla 200esima posizione mondiale. Di chi parliamo? Eh sì, proprio della neocampionessa Slam Bianca Andreescu. Più “super” di così…

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