Focus
Nei dintorni di Djokovic: Olga Danilovic è tornata a casa. E a vincere
Dopo la vittoria al WTA di Mosca, un anno complicato per Olga Danilovic. Infortuni, crisi di risultati e di fiducia. Per ritrovarsi, la scelta di lasciare la Spagna e tornare a Belgrado (“Era quello di cui avevo bisogno”). La vittoria in un ITF in Svizzera pare essere il primo segnale che la 18enne serba sia sulla strada giusta

Dopo la clamorosa vittoria dello scorso anno a Mosca, prima giocatrice nata nel nuovo millennio a vincere un torneo WTA, di Olga Danilovic si erano un po’ perse le tracce. Ma ad inizio settembre è arrivata l’affermazione in un torneo ITF in Svizzera, che ha fatto riaccendere i riflettori sulla 18enne tennista serba. Soprattutto in patria, ovviamente, dove dopo il ritiro di Ana Ivanovic e Jelena Jankovic sono alla disperata ricerca delle eredi delle due ex n. 1 del mondo. Ecco perciò che la vittoria di Olga nel W60 di Montreux, dove ha lasciato per strada un solo set (il secondo del quarto di finale contro la 18enne tennista di casa Simona Waltert, vinto poi 6-1 al terzo), ha riacceso le speranze in tal senso a Belgrado e dintorni.
Logico quindi che sia arrivata anche l’intervista alla giovane promessa serba, per sapere come si sente dopo questa vittoria che si spera abbia definitivamente messo fine al suo periodo no. “Sono molto contenta. Prima di tutto perché torno a raccogliere i frutti di tutto il lungo e bel lavoro fatto. Sono anche molto soddisfatta perché per un po’ di tempo non ho ottenuto buoni risultati, non ho neanche giocato bene e al livello che mi aspettavo. Ma qualche mese fa c’è stato il ‘click’, come si dice in gergo. Negli ultimi due mesi mi sono allenata veramente bene e finalmente ho giocato un torneo come posso e so fare, e l’ho portato a casa. Questo mi rende felice e soddisfatta. Dal momento in cui sono scesa in campo ho sentito di essere in fiducia: un aspetto su cui avevo lavorato nell’ultimo periodo, ed evidentemente il lavoro ha pagato”.
Altrettanto logico chiederle cosa è successo dopo quella vittoria di Mosca, dato che nei 12 mesi successivi è arrivato solo un quarto di finale nel 125K di Guadalajara. Tanto che dopo l’eliminazione all’ultimo turno delle qualificazioni di Wimbledon Olga ha deciso di concentrarsi esclusivamente sui tornei ITF, dove nell’ultimo mese e mezzo ha conquistato una vittoria, una finale ed una semifinale. Decisione che avrebbe forse dovuto prendere prima, come ha implicitamente ammesso lei stessa nel raccontare come mai questo ultimo anno non sia andato come sperava dopo aver battuto la coetanea Anastasia Potapova nella finale del torneo moscovita ed essere entrata poco dopo tra le top 100. Infatti, mentre le altre tenniste nate nel 2001 si facevano valere – oltre al consolidamento della top 100 della citata Potapova, c’era infatti l’esplosione di Anastasia Anasimova, semifinalista al Roland Garros, e di Iga Swiatek, che si spingeva sino agli ottavi dello Slam parigino – Olga tra una sconfitta e l’altra scivolava nelle retrovie, fino alla 277esima posizione del ranking.
“Tutti pensano sia successo qualcosa. Semplicemente è accaduto che in quella settimana a Mosca tutti i tasselli si sono incastrati perfettamente. In seguito, invece, alcuni dettagli hanno influito in modo negativo. In primis alcune mie scelte sbagliate sui tornei da giocare, poi un paio di piccoli infortuni, ed infine anche qualche brutto sorteggio che in alcuni casi mi è costato la sconfitta. La mancanza di risultati ha avuto come conseguenza il crollo della fiducia. Insomma, ci sono state un po’ di cose: in realtà niente di tragico, ma in quel periodo le ho vissute come qualcosa di terribile. Non vedevo le cose come faccio ora, semplicemente come una serie di circostanze sfortunate”.
In realtà qualcosa è successo. Gli infortuni, le sconfitte la sfiducia, hanno portato ad una decisione importante: il cambio del coach ed il ritorno in Serbia. “Non sono in più in Spagna, sono tornata a Belgrado che adesso è la mia base per gli allenamenti. Ho lasciato l’accademia di Alex Corretja: ci siamo separati perché lui aveva troppi impegni e a causa di tutte le altre attività di cui si occupa non era in grado di viaggiare con me nei tornei. Mi ha sempre aiutato per quanto ha potuto, ma abbiamo deciso comunque di interrompere la nostra collaborazione. Ora mi alleno con Tatjana Jecmenica (ex giocatrice, attuale capitano della nazionale serba di Fed Cup ndr), con la quale avevo già lavorato prima di trasferirmi in Spagna. Sono a Belgrado dalla fine del Roland Garros e posso dire tranquillamente che questo cambiamento e il ritorno a Belgrado era quello di cui avevo bisogno”.

Il cambiamento ha ovviamente coinvolto anche le altre figure del team di Olga e mai come in questo caso si può parlare di un vero e proprio ritorno a casa. Il suo preparatore fisico è adesso Vlada Radonijc, per lungo tempo preparatore fisico della squadra di basket del Partizan Belgrado, quella in cui papà Sasha ha iniziato la sua favolosa carriera e di cui è stato in seguito vice-presidente e presidente, una volta appese le scarpette al chiodo. “Da quanto abbiamo iniziato a lavorare assieme non mi sono mai sentita così bene. Questo vuole dire molto per me, perché influisce molto sulla fiducia in campo. Vlada Radonjic è molto esigente, ma devo ammettere che con lui sono cresciuta molto. Prima di tutto, lavorando con lui sono riuscita a riprendermi dagli infortuni che ho avuto ed ho trovato una soluzione ai problemi che si sono presentati dopo essere cresciuta tanto velocemente. Mi sono rafforzata, ora mi sento più stabile e forte e sento che posso reggere gli sforzi più intensi”.
La stagione si sta avviando verso la conclusione, ma si spera che per Olga ci sia il tempo di prendersi ancora qualche soddisfazione. Lo conferma lei stessa, anche se la risposta evidenzia come abbia imparato la lezione di questo ultimo anno: nessuna aspettativa eccessiva, nessuna pressione. L’obiettivo è continuare a crescere. “Mantenendo questa continuità negli allenamenti e in partita, giocherò qualche Challenger, ma entro la fine dell’anno ho in programma anche un paio di tornei WTA. Sono molto contenta di aver migliorato la classifica (con la vittoria in Svizzera è rientrata tra le top 200 ndr), ma non mi pongo obiettivi troppo ambiziosi o qualche altro tipo di pressione, quello che conta è proseguire con questo ritmo e tutto sarà ‘super’!”.
Chissà che non sia così “super” da permettere alla giovanissima tennista serba di ripercorrere la stessa strada di un’altra 18enne, quella che batté lo scorso anno al primo turno delle qualificazioni dello US Open e che in quel periodo stazionava anche lei attorno alla 200esima posizione mondiale. Di chi parliamo? Eh sì, proprio della neocampionessa Slam Bianca Andreescu. Più “super” di così…
Flash
WTA Miami: Kvitova piega Alexandrova al terzo, trova Cirstea in semifinale
La ceca non aveva mai raggiunto il penultimo atto in Florida e lo giocherà da favorita contro la rumena

Dopo i ritardi causati dalla pioggia il tabellone femminile ha la sua seconda semifinale: Petra Kvitova ha battuto sul Centrale del Miami Open all’Hard Rock Stadium, Ekaterina Alexandrova dopo un match di grande tensione da parte di entrambe per la posta in palio. L’esperienza della ceca le vale un ruolo da favorità nella semifinale di venerdì contro Sorana Cirstea, pur reduce dallo scalpo prestigioso di Sabalenka. Si tratta della dodicesima stagione in cui la ceca raggiunge almeno una semifinale a livello di WTA 1000, un record da quando esiste la categoria
[15] P. Kvitova b. [18] E. Alexandrova 6-4 3-6 6-3
L’unico precedente (+ un walkover) tra le due giocatrici è ormai lontano 3 anni, pur dominato da Petra all’Australian Open 2020. Oggi le due ragazze sono molto più vicine in classifica e nel rendimento.
PRIMO SET – Primo game del match subito particolarmente lungo: Alexandrova sbaglia un dritto in diagonale e commette un doppio fallo, concede una palla break, ma la annulla con un meraviglioso rovescio lungolinea in controbalzo. La russa mette più volte la prima e riesce così a tenere il servizio. Kvitova ha altre due palle break per un altro doppio fallo della russa, ma la ceca sbaglia due dritti. La chance buona è la terza, con Alexandrova che concede ancora con il dritto. La tennista boema è solida con la battuta, meno la russa che rischia di lasciare ancora qualcosa per strada, ma tiene i successivi due turni. La ceca lascia andare i colpi avanti 5-3 in risposta, incide in un paio di casi con la risposta di dritto e la 28enne di Čeljabinsk commette un doppio fallo: è poi brava a risalire con un ace e uno splendido lungolinea di rovescio. Kvitova va a servire per il set e si conferma intoccabile, scagliando anche un ace di seconda e chiudendo il primo set per 6-4, tenendo la battuta a zero.
SECONDO SET – Alexandrova rischia già qualcosa all’inizio del secondo set con una risposta vincente di Kvitova, ma la numero 18 del mondo si salva aggrappandosi alla prima di servizio ai vantaggi. La due volte campionessa di Wimbledon concede per la prima volta palla break nel match con un doppio fallo, ma la annulla prontamente con una curva da sinistra al servizio e con un dritto debordante in lungolinea. L’attuale numero 12 del mondo concede un’altra palla break, annullata da un’altra prima vincente. Aumentano però gli errori per la ceca che commette un secondo doppio fallo nel quarto gioco, ma la russa sbaglia la risposta e Kvitova riesce ad uscire da un turno di servizio avendo annullato ben quattro palle break. Alla fine il break per la russa arriva con una splendida smorzata e una risposta in allungo stretta di rovescio, per salire al comando sul 4-2. La russa non concede più chance sul suo servizio, è fredda e chiude il secondo set con il punteggio di 6-3.
TERZO SET – Il terzo set, iniziato dopo una lunga pausa, fila via liscio come l’olio fino al 3 pari e come spesso accade è la seconda metà del set decisivo a condensare tutte le emozioni di un match così teso ed equilibrato. Kvitova annulla una delicata palla break nel settimo gioco ed esulta come se avesse vinto quando tiene il turno di servizio: di fatto lascia intendere che il turning point del match è appena passato. Sarà così sul serio, dopo il cambio di campo la tensione tradisce Alexandrova che commette due doppi falli gravissimi prima di cedere la battuta ai vantaggi. Sul 5-3 la russa è incredula quando un suo dritto in ginocchio esce di pochi millimetri e scaglia a terra la racchetta con rabbia. Anche Kvitova si concede un doppio fallo sul primo match point, ma il secondo è quello buono per centrare la semifinale e sfoderare il suo classico, bellissimo sorriso.
ATP
ATP Miami: Khachanov travolge uno spento Cerundolo
Francisco Cerundolo dura solo pochi game poi è un assolo di Khachanov. Nella sua quarta semifinale ‘1000’ sarà derby con Medvedev

Francisco Cerundolo lotta per pochi giochi poi, dal 3-2 nel primo set, sprofonda in un vortice di errori ed esitazioni, facendosi così travolgere da un Karen Khachanov solido, aggressivo ed estremamente efficace. Il russo chiude un match a senso unico con lo score di 6-3 6-2 in un’ora e 15 minuti, accedendo alla sua quarta semifinale in un torneo ‘1000’. Dall’altra parte della rete ci sarà un altro russo, Daniil Medvedev (vittorioso contro Eubanks), che sale a 27 vittorie stagionali (con sole 3 sconfitte).
[14] K. Khachanov b. [25] F. Cerundolo 6-3 6-2
Un avvio di match dagli scambi prolungati ed estenuanti quello tra Karen Khachanov (16 ATP) e Francisco Cerundolo (31 ATP). L’argentino cerca di ubriacare il russo con i suoi palleggi martellanti e, alla terza occasione di break, gli strappa la battuta portandosi sul 3-2 e servizio. Nonostante una buona resistenza da fondocampo, Karen non sempre riesce a fronteggiare il ritmo frenetico del tennis avversario. Tuttavia, il russo reagisce nel migliore dei modi, dimostrandosi sempre molto aggressivo e propositivo, tanto da infliggergli il controbreak e il sorpasso sul 4-3.
Da questo momento, l’argentino perde totalmente il controllo del proprio gioco, produce un tennis disordinato e disattento, subendo l’aggressività di Khachanov. Cerundolo continua a snocciolare errori mentre Karen realizza un rapido sprint di quattro giochi consecutivi, intascando il primo parziale 6-4 in 37 minuti.
Il secondo set è del tutto a senso unico. Continua il festival degli errori da parte dell’argentino, totalmente in confusione e, in men che non si dica, Karen prende il largo sul 4-1 per poi chiudere l’incontro 6-2 grazie al settimo ace. Si tratta per lui della quarta semifinale in un Masters 1000, la prima dall’Open del Canada del 2019. Nel penultino round affronterà il connazionale e amico Daniil Medvedev.
ATP
ATP Miami, Medvedev non brilla, ma è in semifinale: la favola Eubanks si esaurisce in due set
Il russo gioca un match pieno di imperfezioni e non continuo, ma basta per venire a capo dell’americano

[4] D. Medvedev b. [Q] C. Eubanks 6-3 7-5

Daniil Medvedev è in semifinale al Miami Open presented by Itaù: il russo ha qualche passaggio a vuoto all’interno del suo match, ma alla fine piega 6-3 7-5 la resistenza di Christopher Eubanks che esce ai quarti di finale in un torneo in cui è partito dalle qualificazioni. Per Medvedev la 27a vittoria stagionale e una candidatura sempre più forte per un posto in finale nella parte bassa del tabellone.
Inizio di partita ricco di errori da entrambe le parti: Medvedev disastroso soprattutto dalla parte del dritto soffre spesso il back di rovescio basso di Eubanks che interpreta il match venendo spesso avanti dietro al servizio per far pagare al russo la posizione arretrata in risposta. Lo statunitense si procura anche cinque palle break nel quarto gioco, ma non riesce a sfruttarle tra errori con la risposta di rovescio e prime vincenti del russo. Dopo cinque game arriva l’interruzione per pioggia in un momento più favorevole al padrone di casa. Al termine della pausa l’ex numero 1 del mondo torna più concreto e determinato in campo, si fa più aggressivo sulla seconda e ottiene il break sul 3-3 grazie anche ad un nastro vincente, oltre ad una percentuale di prime di Eubanks decisamente ridotta rispetto a inizio partita. Medvedev tira su un muro, non sbaglia più, ottiene un altro break per chiudere il primo set sul 6-3.
Il secondo set segue l’ordine dei servizi inizialmente senza troppi sussulti: l’attuale numero 5 del mondo sembra accontentarsi di fare il classico “compitino” e non si spreme più di tanto. Il break arriva sul 3-2, quando il numero 119 del mondo sbaglia un dritto comodo in uscita dal servizio e viene infilato un paio di volte nel tentativo di fare serve and volley. Eubanks però non si dà per vinto, azzecca due risposte d’anticipo con il dritto e prende sul tempo Medvedev in uscita dal servizio. Il russo sbaglia ancora qualcosa in ribattuta, tornando ad una posizione più arretrata e il tennista di Atlanta rientra sul 4-4. Il servizio torna ad essere dominante nella parte finale del set, entrambi trovano continuità e precisione con questo colpo. Nel dodicesimo gioco l’americano commette un paio di errori di fretta all’uscita dal servizio e concede così due match point, ma lo statunitense li annulla con due bellissimi guizzi a rete. Dalla parità arriva una risposta incredibile di Medvedev da quattro metri dal campo e un errore di Eubanks su un dritto facile da metà campo per mettere fine al secondo set con il punteggio di 7-5. Adesso il russo avrà uno tra Cerundolo e Khachanov in semifinale, per bissare la finale di Indian Wells.