Fognini perde in singolare ma vince il doppio: prima vittoria italiana in ATP Cup

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Fognini perde in singolare ma vince il doppio: prima vittoria italiana in ATP Cup

Bolelli e Fognini siglano il punto decisivo dopo due rapidi singolari, con Travaglia vincente contro Durasevic e Fognini battuto da Ruud. Per la qualificazione è comunque dura

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Dopo la sconfitta all’esordio, l’Italia si è tenuta in vita battendo la teorica (ma esclusivamente tale) Cenerentola del girone, la Norvegia, reduce dal successo sugli Stati Uniti, e ha così conquistato in una sola botta i suoi primi punti e il suo primo tie nella nuova competizione a squadre che fa da antipasto agli Australian Open. Le quattro sconfitte in sei incontri fanno però sì che il percorso italiano verso la qualificazione sia ancora piuttosto accidentato, in attesa di saperne di più dopo la sfida tra Russia e USA.

POCHI TRAVAGLI, TANTO TRAVAGLIA – Match ad orari proibitivi in quel di Perth, orfana della Hopman Cup ma non del grande tennis, nella RAC Arena, la più grande a disposizione del nuovo torneo (13.500 posti). Ai 30 gradi della Western Australia, Stefano Travaglia ha conquistato il primo punto di sempre dell’Italia alla ATP Cup, battendo Viktor Durasovic per 6-1 6-1 in 56 minuti. 

Veramente poco da dire sulla sfida: Durasovic è n.332 ATP (con best ranking di 298), e ha esordito venerdì nel circuito con una parimenti rapida sconfitta per mano di Taylor Fritz, e mentre molti di noi rinuncerebbero a numerose estremità per poter dire di essere arrivati lì, la presenza di giocatori con la sua classifica è un indubbio punto debole del format, come dimostrato dai 6 game conquistati in 2 partite – va anche detto che è sempre un game in più di quelli portati a casa dai fratelli Cuevas messi assieme. Per quanto riguarda il nostro Travaglia, marchigiano, n.84 vicino al best ranking di 79 (potrà giocare gli Slam senza passare dalle quali per la prima volta), si è parzialmente riscattato dopo la grande occasione persa con Karen Khachanov (doppio break e servizio nel primo).

La cronaca della partita è fra il telegrafico e l’icastico: tripla palla break in apertura dopo un attacco profondo sul rovescio di Durasovic, e fuga al secondo tentativo in seguito ad un dritto in rete, fondamentale estremamente falloso per lo scandinavo. Di nuovo tre chance consecutive nel quinto game, e di nuovo break, stavolta su un rovescio lungo, e 6-1 definitivo su una volée larga di poco, per un totale di 27 punti a 12. 

Il secondo set non si è discostato minimamente dal canovaccio di cui sopra: Travaglia con percentuali Karloviciane di punti vinti al servizio (nonostante una percentuale di prime piuttosto bassa), break nel secondo game su un gratuito di dritto dell’avversario, e break definitivo nel sesto game… su un gratuito dritto dell’avversario, prima della perfuntoria chiusura di match in meno di un’ora. 

Due giorni fa avevo trovato le condizioni dell’arena molto diverse rispetto a quelle dei campi d’allenamento, mentre oggi mi sono trovato a mio agio da subito” ha detto Travaglia nel post-partita. “Credo di aver giocato ogni punto al meglio, sono felice di aver dato il primo punto al team italiano, e ora buona fortuna a Fabio” Dunque 1-0 Italia, ora sotto con Fognini-Ruud. 

MALE FOGNINI – A dispetto degli auguri del compagno, poco dopo le 4:30 italiane il nostro numero 1 Fognini ha cercato di chiudere il tie, ma è stato battuto dal suo equivalente, Casper Ruud, per 6-2 6-2 in 66 minuti

Affare dinastico per Casper Ruud, preceduto all’ingresso in campo dal padre, Christian, al momento il norvegese con il miglior best ranking al n.39. Ruud aveva già fatto piangere i nostri colori a Parigi, dove aveva raggiunto il terzo turno lo scorso maggio precludendo a Matteo Berrettini un primo rendez-vous con Federer (a posteriori potrebbe essere stato meglio così…), e si è confermato oggi, mostrando tutti i miglioramenti al servizio e in accelerazione sul nuovissimo green set australiano (la stessa superficie su cui era uscito subito alle NextGen milanesi) che gli hanno già permesso di portarsi a casa lo scalpo macrocefalico di un altro ex-top 10, John Isner. 

Ruud è un atleta per certi versi amarcord, avendo colpi molto terraioli (secondo i dati ATP ha il rovescio bimane più arrotato sulle superfici rapide), una rarità in un tennis dove i colpi ormai si adattano quasi ineffabilmente fra le varie superfici, ed è quindi soggetto a perdere quel battito necessario a prendere l’iniziativa, finendo spesso a remare da dietro, ma se questo era vero fino a poco tempo fa, non si è certamente visto oggi – i frequenti soggiorni alla Academy di Rafa Nadal stanno pagando cospicui dividendi.

Bravo il norvegese a risalire da 0-30 nel primo game, proponendo schemi fondati su dritti liftati a buttare Fabio fuori dal campo, la fattualità di una partita dai pochi servizi vincenti ma giocata nei primi colpi subito acclarata. Fognini ha iniziato colpendo bene il dritto in uscita dal servizio, come già fatto nel primo e nel terzo set con Medvedev, ma per poco: si è fatto prendere dalla fretta nel quarto game, sbagliando quattro volte in un minuto per il 3-1 Norvegia, con Ruud a confermare il break soprattutto grazie al servizio da destra che l’azzurro non è quasi mai riuscito a leggere. 

Il set è scappato via rapidamente, date le ambasce del nostro al servizio (43% di prime in campo), e ogniqualvolta non arrivava il vincente immediato: Fognini ha salvato 2 palle del 5-1 semi-definitivo, rimanendo a contatto con un paio di gianduiotti – una stop volley non banale di rovescio e un passante di dritto lungolinea in corsa. Proprio quando l’alta percentuale di prime del n.54 ATP, unita alla penetrazione delle sue traiettorie alte, sembrava troppo per poter accarezzare la rimonta, nel sesto game si è presentata una chance grazie a un doppio fallo di Ruud, bravo però a uscire dai vantaggi con un raro ace esterno prima di uno smash in rete di Fognini. Capitan Giraudo, sparring partner del ligure, ha provato a riportarlo alla calma, ma il game successivo si è rivelato effimero e finale, concludendosi su una stecca di dritto di Fognini, già lento in precedenza a uscire dal servizio e ulteriormente innervosito da un fallo di piede, dando il set all’avversario per 6-2 in 35 minuti.   

Casper Ruud e Fabio Fognini – ATP Cup 2020 (via Twitter, @ATPCup)

Cambio di strategia nel mind coaching azzurro: il suggerimento per Fabio fra terzo e quarto game è stato di scuotersi attraverso una sfuriata all’indirizzo dell’arbitro e/o qualche imprecazione mirata (immaginiamo che si debba provarle tutte), ma la svolta non è arrivata nel senso voluto, anzi: il servizio di Ruud ha continuato a rimanere un Rubik, soprattutto per merito di una ottima varietà direzionale, e nel game successivo il norvegese ha giocato il suo tennis più spettacolare, breakkando per il 4-2 con una risposta vincente di dritto e un passante in corsa di bimane lungolinea. Game over quindi, con Ruud che ha tenuto rapidamente prima di salire a triplo match point su altrettanti errori dell’azzurro, trafitto al cuore da un passante di dritto che ha rimandato tutto al doppio. 

Interrogato sulla seconda vittoria su un top 20 nello spazio di un weekend, Ruud ha commentato: “Ho sempre voluto giocare qui a Perth, speravo di partecipare alla Hopman Cup prima o poi, ma con la ATP Cup ne abbiamo finalmente avuto la possibilità. Non sai mai come potrebbe giocare Fabio, speravo che avesse una giornata no, perché quando sta bene può battere chiunque, mentre io sono stato bravo a fare presto il break e a gestirlo”.

DOPPIO DECISIVO E VINCENTE – Tutto rimandato al doppio, allora, con tre dei quattro protagonisti del singolare nuovamente chiamati in causa, e il solo Simone Bolelli ad esordire nel tie rispolverando l’argenteria australiana conquistata cinque anni or sono proprio con il suo partner odierno, Fabio Fognini. E il pedigree non ha tradito, con il duo azzurro che ha conquistato il match con il punteggio di 6-3 7-6 (3) in un’ora e mezza.

Poche emozioni nelle prime battute: il doppio norvegese era reduce dalla vittoria decisiva contro gli americani Krajicek a Ram (in quella che era la sfida fra i Paesi più vincenti nella storia delle Olimpiadi invernali), e nonostante un affiatamento minore (e nonostante gli errori di Durasovic) ha tenuto botta all’inizio. Nel sesto game, però, con Fognini sugli scudi e servizio Durasovic, è arrivata la prima palla break, vanificata da un challenge avventato di Fabio e una ottima prima esterna del norvegese. 

Sopravvissuti, gli scandinavi si sono portati 0-30 sul servizio di Fognini, ma un salvataggio a rete da Jedi di Bolelli ha subito ribaltato l’inerzia, ispirando il 4-3 Italia, e cambiando il momentum dell’incontro probabilmente in maniera definitiva. Un’altra palla break è seguita, ancora grazie allo sciagurato Durasovic, dapprima centrato da un dritto di Fognini e poi colpevole per aver lasciato un altro colpo in recupero dell’azzurro, prima che un dritto lungo di Ruud offrisse il break decisivo agli azzurri, che non si sono potuti esimere dal portare a casa il set in 33 minuti al termine di un braccio di ferro brutale fra Bolelli e Ruud.

Nel secondo parziale l’Italia ha cercato lo strappo immediato: un paio di belle giocate di Bolelli nel terzo game (un lob difensivo e una bella volée a pressare Ruud) hanno generato un 15-40, ma un rovescio lungo di poco e un punto spettacolare chiuso da smash multipli di Durasovic hanno cavato d’impaccio i norvegesi, con Ruus bravo a leggere il poaching di Bolelli sul deciding point. A quel punto è stata la Norvegia a crearsi un’opportunità, ma una risposta lunga di Durasovic ha riportato il punteggio in parità. 

Il set è allora proseguito sui binari dell’equilibrio a dispetto dell’occasionale variazione sul tema, come una Video Review richiesta da Fognini e un po’ di sana vaudeville doppistica: 

Una chance è giunta sul 5-5, quando una bella difesa di entrambi gli azzurri ha generato una palla break prossima al match point, ma una bella prima di Ruud e uno scambio in pressione sul rovescio di Bolelli hanno garantito il tie-break alla Norvegia, tie-break nel quale sono stati raggiunti dagli azzurri poco dopo.

Il mini-break è stato immediato, con Ruud che si è imballato giocando uno smash fiacco, ma una volée sbagliata da Fognini ha restituito il favore. Bravo però il nostro numero 1 a cambiare l’inerzia dello scambio sorprendendo Durasovic con un inside-in per il 3-1 Italia, da cui i nostri non si sono più guardati indietro. Un dritto lungo ha portato Bolelli a servire su un triplo match point, subito concretizzato con un servizio vincente.

È stato un tie molto intenso, una vittoria che difficilmente verrà eternata da epinici di varia natura, ma che proietta gli azzurri nel pieno della lotta per i ripescaggi, in attesa del match fra la Russia e gli USA, prossimi avversari dell’Italia martedì dalle 17:30 locali – alle 10:30 qui da noi. Il passaggio del turno sarà complicato, ma una vittoria per 3-0 potrebbe garantire una chance di ripescaggio. 

Tommaso Villa

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