Un'altra finale (ore 19) a Pasqua, ma questa di Miami è diversa: Sinner può spiccare il volo

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Un’altra finale (ore 19) a Pasqua, ma questa di Miami è diversa: Sinner può spiccare il volo

Dopo la Pasqua vincente di Fognini a Montecarlo 2019, l’Italia vuole il bis. C’è da battere l’amico e compagno di doppio Hurkacz, mai affrontato in singolare. Ore 19 su Sky Sport Arena

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Jannik Sinner - ATP Miami 2021 (via Twitter, @atptour) (1)
 

A distanza di due anni, il tennis italiano proverà di nuovo a festeggiare nel migliore dei modi la ricorrenza della Pasqua. Nel 2019 in quel di Montecarlo Fabio Fognini, dopo aver preso letteralmente a pallate in semifinale Rafa Nadal, entrò nella storia del tennis battendo in finale il serbo Dusan Lajovic e diventando il primo italiano a vincere un Masters 1000/Masters Series/Super 9 da quando è stata ufficialmente istituita questa categoria di tornei.

Toccherà a Jannik Sinner (ore 13 locali, 19 italiane) provare a bissare l’impresa di Fabio in quel di Miami. Sinner scenderà in campo contro il polacco Hubert Hurkacz per conquistare il suo primo 1000 alla terza partecipazione, la prima sul cemento.

Se due anni fa la vittoria di Fognini a Montecarlo era sembrata la dimostrazione della maturità agonistica del tennista ligure, che finalmente aveva aggiunto al suo talento la dovuta continuità fisica e mentale per compiere un’impresa simile, tutti gli addetti ai lavori sembrano concordi nel prevedere che la finale di Miami per Jannik sia la rampa di lancio nel tennis che conta, il progressivo avvicinamento alle prime posizioni del ranking che le capacità del giovane altoatesino fanno presagire da sempre. Già con la finale Sinner è certo di diventare numero 22 del mondo, il titolo lo proietterebbe in 14° posizione.

LA NUOVA EPOCA DEL TENNIS ITALIANO

Se Fabio aveva conquistato Montecarlo sull’amata terra rossa, amata non solo da Fognini ma tradizionalmente da tutti i tennisti italiani, l’exploit di Sinner sul veloce ci porta in una nuova epoca del nostro tennis, quella nella quale abbiamo ormai un movimento (da domani avremo 10 tennisti tra i primi 100 al mondo) che riesce a raccogliere soddisfazioni su tutte le superfici. Siamo entrati di diritto con i nostri atleti nella nuova dimensione del tennis, quella universale in cui bisogna saperci fare su ogni superficie. E da appassionati ci viene da dire, finalmente.

Entrambi i finalisti sono abituati a non fallire all’ultimo atto. Jannik ha vinto le due precedenti disputate, a Sofia l’anno scorso e nel torneo di Melbourne 1 quest’anno contro Travaglia; Hurkacz, n. 37 ATP (prima di Miami, adesso diventerà almeno 25), si è imposto a Winston-Salem nel 2019 e a Delray Beach quest’anno (senza però affrontare top 100 lungo il percorso), dimostrando peraltro una certa predilezione per la East Coast. Hurkacz è un tennista coriaceo, dotato di ottime capacità atletiche nonostante l’altezza, esplosivo da fondo campo (anche se forse non come Sinner), ma i quattro top 20 battuti nel torneo (due top 10 di fila tra quarti e semifinale) sono la dimostrazione che il polacco non è arrivato in finale per caso.

Sui record di precocità di Sinner (con tanto di confronti ambiziosi) è stato detto in questi giorni di tutto di più. Ricordiamo che è alla sua terza partecipazione in un Masters 1000 e soltanto l’israeliano Levy e il polacco Janowicz sono riusciti a raggiungere la finale in un torneo di questa categoria prima della terza presenza, entrambi all’esordio (Levy a Toronto nel 2000, Janowicz a Parigi indoor nel 2012). Sinner è il finalista più giovane in un Masters 1000 dal 2005 (Rafa Nadal a Madrid) ed è il secondo più giovane in finale a Miami, dietro sempre allo spagnolo che a 18 anni fu finalista in Florida nel 2005.

Rafa Nadal e Jannik Sinner – Roland Garros 2020 (via Twitter, @rolandgarros)

Non esistono precedenti tra i due tennisti, che oltretutto sono stati compagni di doppio in due tornei in questo 2021 e quindi non solo hanno un ottimo rapporto fuori dal campo (Sinner ha detto che è il suo migliore amico nel circuito) ma si conoscono abbastanza bene dal punto di vista tecnico. Sarà la quinta finale più giovane per somma di età dei finalisti in 36 anni di storia del torneo di Miami, particolare classifica capeggiata da quella del 1991 in cui si sono sfidati Jim Courier e David Wheaton

Hurkacz ha cinque anni in più di Sinner. Nei Masters 1000 non era mai andato oltre i quarti di finale (Indian Wells nel 2019) e come Sinner, dopo Miami, raggiungerà il suo best ranking che in precedenza era stata la posizione nr.28 raggiunta a febbraio di quest’anno. In qualche modo Hurkacz è l’erede di Jerzy Janowicz (citato prima, finalista a Parigi Bercy e semifinalista a Wimbledon), trentenne, che come Hurkacz è un tennista molto potente ma è stato limitato da tantissimi problemi fisici; ancora di più, Hurkacz sembra poter raccogliere l’eredità di Wojtek Fibak, forse il più famoso rappresentante (di sesso maschile) del tennis polacco, ottimo giocatore ai tempi di Panatta e Barazzutti, ex top 10 e anche buon doppista negli anni 70′ e 80′. Fibak vanta ben 77 finali giocate nella specialità ed è stato due volte vincitore del Master di specialità.

Il percorso di Hurkacz a Miami è stato tutt’altro che semplice. Da testa di serie n.26 ha battuto al 1° turno l’americano Kudla, poi Denis Shapovalov, Milos Raonic (al terzo set), Stefanos Tsitsipas (rimontando un set e un break di svantaggio) e in semifinale il russo Andrey Rublev, uno dei giocatori più in forma del momento. Ottimo servizio, gran forma fisica, da fondo campo è molto potente. Solo Jean-Michael Gambill è riuscito a raggiungere le finali di Delray Beach e Miami (che distano appena 90 chilometri) nello stesso anno, vincendo la prima e perdendo la seconda (da italiani, ci auguriamo che Hurkacz lo imiti!). Contando il percorso netto di Delray Beach, Hurkacz vanta quindi un bilancio di 9-0 in Florida; come ci ha confermato Tomasz Tomaszewski nell’intervista con il direttore Scanagatta, per gli allenamenti Hurkacz fa base proprio in Florida e nel 2020 ci ha trascorso cinque mesi, nel pieno della pandemia. Dunque è molto abituato all’ambiente, così come al clima.

Sinner sulla carta ha avuto un tabellone più semplice. Travolto il francese Gaston, ha vinto la maratona con Khachanov al secondo turno, ha battuto con estrema facilità il finlandese emergente Ruusuvuori, ha eliminato nei quarti l’estroso kazako Bublik in due set “duri” e poi ha vinto la partita più difficile del suo torneo, la semifinale contro il “robot” spagnolo Bautista-Agut con una prestazione da vero top 10 soprattutto sotto il profilo mentale.

La finale appare molto equilibrata ed è banale dire che chi partirà meglio come approccio, non pagando dazio all’emozione per la posta in palio davvero alta, probabilmente diverrà il favorito strada facendo. Da questo punto di vista è vero che Hurkacz è più maturo e ha più esperienza nel circuito, ma Jannik (lo abbiamo detto svariate volte) sembra molto più navigato di quanto non suggeriscano la sua età e i suoi trascorsi. Mettendo da parte il patriottismo, Sinner sembra comunque un pizzico favorito (i bookmakers la pensano allo stesso modo) e pronto a entrare in top 20 per spiccare il volo. Appuntamento alle 19, in diretta su Sky Sport Arena (canale 204).

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