Roland Garros, qualificazioni: al turno decisivo Nardi. Fuori Errani e Cocciaretto, nessuna azzurra rimasta in corsa

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Roland Garros, qualificazioni: al turno decisivo Nardi. Fuori Errani e Cocciaretto, nessuna azzurra rimasta in corsa

Out Caruso, Moroni e Vavassori. Sabbo si arrende al ritrovato Jarry, al torinese non bastano 50 vincenti contro Serdarusic nella prima lotta italica decisasi al match tie-break

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Luca Nardi – Roma 2022 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Dopo il primo turno del tabellone di qualificazione per accedere al main-draw del Roland Garros 2022, dei 19 azzurri al via ne sono rimasti in gara 11, di cui 9 tennisti in quello maschile e 2 giocatrici in quello femminile. Nella mattinata il bilancio è stato positivo, con tre nostri alfieri che si sono qualificati al round decisivo, e due che hanno dovuto interrompere la loro corsa.

NARDI NON SBAGLIA LA PROVA DEL NOVE Per quanto riguarda, invece, i restanti risultati di secondo turno, con giocatori italiani impegnati; abbiamo subito potuto ammirare all’ora di pranzo un’altra magnifica prestazione da parte di Luca Nardi. Il 18enne marchigiano, alla sua prima partecipazione nelle quali di uno Slam, dopo la convincente performance di ieri, – in cui aveva regolato in tre set la tds n. 31, lo slovacco Andrej Martin – sul Campo 12 si è confermato non mancando la prova del nove; contro un avversario decisamente inferiore rispetto a quello affrontato all’esordio e assolutamente alla sua portata: il 22enne britannico Paul Jubb, n. 231 ATP. Era il loro secondo confronto diretto, dopo il successo del ragazzo di York sul veloce del Future di Sharm El Sheikh 4, un anno fa. Il nativo di Pesaro ha passeggiato, chiudendo i giochi dopo nemmeno un’ora e un quarto con lo score di 6-4 6-1. Il primo parziale però si è rivelato molto equilibrato e tirato. Dominato dai servizi, con un solo game ai vantaggi e nessuna palla break concessa fino al 5-4 per il classe 2003.

A questo punto, dopo che era stato proprio lui a dover fronteggiare prima uno svantaggio di 15-30 e successivamente, sempre nel gioco d’apertura del match, le insidie che si celano in un turno di battuta da dover portare a casa ad oltranza; Luca ha piazzato la zampata decisiva nel decimo game. Nel quale, tutte insieme, si sono manifestate le prime chance in risposta dell’intera sfida. Un game fiume, -13 punti giocati – dove Nardi alla quarta palla break, nonché quindi al quarto set point ha messo le mani sulla frazione. Alla ripresa delle ostilità, il giovane azzurro ha innestato una marcia superiore aumentando i giri del motore. Questo innalzamento del livello di gioco da parte del n. 200 al mondo, ha frantumato qualsiasi speranza di Jubb, il quale non potendo reggere il nuovo ritmo imposto alla partita dal pesarese, si è visto tramortire abbandonando così ogni sogno di gloria. Nonostante Nardi abbia messo in campo poche prime, soltanto il 47%, si è dimostrato freddissimo nel farle fruttare convertendo l’87% di occasioni avute con il primo servizio (20/23). Bene anche il computo tra vincenti e non forzati, dove fa registrare un +3 (17 contro 14).

ERRANI HA FATTO IL SUO, NON GLI SI POTEVA CHIEDERE DI PIU’ – Dunque la seconda parte di giornata era cominciata nel migliore dei modi, ma il prosieguo al contrario non è stato altrettanto magnanimo. Una delle due nostre superstiti nel tabellone cadetto femminile; Sara Errani, si è arresa sul Campo 10 alla tds n. 14 Lesia Tsurenko. L’ucraina (n. 121 WTA) ha strapazzato la 35enne bolognese concedendole solamente tre giochi. Un 6-1 6-2 che dice tutto sulla distanza di livello emersa dall’incontro tra le due protagoniste. Eppure Sarita era partita molto bene, breakkando a freddo la sua avversaria. Il problema è che poi, non solo ha immediatamente restituito il favore, ma ha addirittura subito un parziale di 7 game consecutivi della 32enne ex n. 23 del ranking. Un filotto che è valso a Tsurenko, anche l’1-0 e servizio nel secondo set. Qui è arrivata la reazione d’orgoglio della n. 160 del mondo, che ha rimesso in pari la situazione. In realtà però è stata solo un fuoco di paglia, dando anzi il via ad una serie di break in fila. Si sono materializzati infatti 5 strappi in 6 giochi, con l’ultimo determinate per permettere all’ucraina di porre fine alla contesa. A fare la differenza i 32 vincenti di Lesia e il sempre balbettante fondamentale d’inizio gioco di Errani, male sia con la prima che con la seconda – rispettivamente 35% e 28% di concretizzazione.

COCCIARETTO OCCASIONE MANCATA – Purtroppo è uscita di scena anche la seconda azzurra ancora in gioco: Elisabetta Cocciaretto. L’eliminazione della 21enne di Ancona, però è molto più dura da digerire rispetto a quella della veterana ex n. 5. Poiché la n. 159 WTA affrontava la russa Oksana Selekhmeteva, la quale dista ben 45 posizioni in classifica dalla tennista italiana. Inoltre la 19enne del 2003, proprio per via della sua giovanissima età possiede un’esperienza a queste latitudini tennistiche quasi nulla. Eppure è riuscita ad imporsi con un doppio 6-3 in 1h11. Dopo uno scambio di break in avvio, l’accelerata decisiva la russa l’ha piazzata nel settimo game, replicando due giochi più tardi ed insaccandosi la frazione. Il secondo set, invece, si è messo subito in discesa per Selekhmeteva con un 4-0 “pesante”, che ha indirizzato in maniera inesorabile l’esito finale del match. Elisabetta, dunque non riesce a continuare la sua ricorsa verso il quarto tabellone principale in un Major della sua carriera, nonostante un ottimo 82% di prime in campo a fronte del 65% della sua avversaria. Con questi due ko, sfumano tutte le possibilità – Di Sarra e Stefanini erano già cadute al primo turno – di incrementare la pattuglia delle donne italiche, ai nastri di partenza del main-draw – domenica 22 maggio – di Bois De Boulogne.

RINASCITA JARRY, PECCATO IL PRIMO SET PER CARUSO – Non ce l’ha fatta nemmeno Sabbo Caruso. Il siciliano si è arreso al set decisivo, contro il cileno e tds n. 25 Nicolas Jarry (n. 138 ATP) con il punteggio di 7-6(3) 4-6 6-3 in una battaglia che ha sforato le due ore e mezza di gioco. Peccato per il n. 207, che si è imposto nel secondo parziale, grazie all’allungo arrivato, al termine di tre break consecutivi – gli ultimi due a suo favore – nel fatidico settimo game. Ma i veri rimpianti per il 29enne di Avola sono da ritrovare nella frazione d’apertura, in cui non ha saputo gestire un vantaggio di 4-1 (un solo break). Rimesso in equilibrio l’incontro dal lungagnone sudamericano, con un altro servizio strappato a Salvatore sul 3-3; si è giunti al tie-break dove il 26enne di Santiago del Cile ha lasciato le briciole all’italiano portandosi rapidamente sul 6-2 e chiudendo un paio di punti più tardi. Straordinario il rendimento al servizio – sua arma principale insieme al dritto –  di Jarry, a livello di punti diretti: 17 ace.

Inoltre dalle statistiche si desume come sia stato il cileno a condurre il match, forte della sua maggiore potenza e che invece Caruso abbia provato ad intelaiare la sua solita rete di recuperi da fondo cercando di far valere la sua consueta e strenua abilità difensiva. Infatti i numeri recitano un eccezionale bottino di vincenti per Nicolas: 49 ma anche 51 errori a dimostrazione dei rischi presi. Dall’altro lato per l’ex n. 76, un borsino di -10 (13/23). Per il classe ’96, questa affermazione significa riscatto e opportunità di rimediare al passato ritornando nel grande tennis. Infatti Jarry è già stato n. 38 del mondo (2019) e sempre nello stesso anno del best ranking; ha ottenuto il primo titolo nel Tour maggiore a Bastad. Ma successivamente nel 2020 la sua carriera è stata stroncata da un controllo antidoping risultato positivo, che gli ha causato una lunga squalifica e lo ha costretto a ricominciare da zero – nel vero senso della parola, intesa come 0 punti ATP. Ora sembra finalmente aver voltato pagina.

MORONI FUORI A TESTA ALTA – Fuori anche Gianmarco Moroni. Il 24enne romano, n. 166, dopo lo scalpo Feliciano Lopez (tds n. 4 del seeding delle qualificazioni) – con questa affermazione ha interrotto la striscia di partecipazioni consecutive nei Major del serve&voller di Toledo – è stato superato dall’argentino Pedro Cachin. Il n. 152 delle classifiche ha ottenuto il pass per il terzo turno per 7-6(0) 6-3 in oltre un’ora e quaranta. Di fatto la sfida si è decisa nel primo set, lottatissimo e durissimo sul piano fisico. Solamente due game ai vantaggi, ma intensità sempre elevata. Il primo ha rischiare è stato Jimbo sul 4-4, costretto ad annullare tre palle break. Poi è stato il turno del 27enne di Cordoba, che nel dodicesimo gioco servendo per rimanere nel parziale ha cancellato 4 break point, i quali però corrispondevano a dei set point – in un gioco maratona da 11 punti. Sfumate queste chance il bufalo laziale è crollato psicologicamente, perdendo il deciding game addirittura a 0. Per Moroni è stato come subire un uno-due gancio montante che l’ha mandato ko. Diretta conseguenza dell’andamento della prima, la seconda frazione è stata a senso unico: un 6-3 bugiardo. Il tennista albiceleste, ha infatti avuto a disposizione un’altra palla break nel quarto gioco e altre due ancora nel sesto game. Sarebbe potuto essere un 6-1 e non avrebbe rubato nulla Pedro. Grandi meriti per il sudamericano: 4 ace, l’87% di punti vinti con la prima e un grandioso +6 nel resoconto dei vincenti e degli unforced (27/21) a raccontare la sua prestazione maiuscola. Jimbo esce comunque dal torneo a testa alta, grazie all’eccezionale performance con il veterano iberico.

VAVASSORI QUANTI RIMPIANTI, ANCORA MALEDIZIONE CROAZIA – Italia- Croazia, ormai sembra essere diventata una classica dello sport della racchetta. Dopo lo scontro tra i due team di Davis, lo scorso novembre a Torino, nei quarti di finale con successo della squadra di Vedran Martic e il remake che andrà in scena il prossimo settembre, alla Unipol Domus Arena di Casalecchio di Reno, nella gara di esordio delle due rappresentative nella fase a gironi; anche lo Slam parigino ci sta regalando derby balcanico-italici. A dare seguito alla sfida di lunedì tra Gojo e Mager, nell’ultimo incontro di giornata per allineare il tabellone cadetto al round finale; sul Campo 4 autentica lotta sovraumana tra Andrea Vavassori e Nino Serdarusic (n. 188 ATP). Il 27enne torinese, attualmente n. 241 del mondo, è stato il primo azzurro ad affrontare in queste qualificazioni il tie-break decisivo, ovvero quello a 10 punti nel terzo set. Ahi noi, ancora una volta è stata la Croazia a prevalere. Serdarusic ha trionfato 10 punti a 8 nel match tie-break, con il risultato finale che parla di un 7-6(4) 3-6 7-6(8), maturato dopo un’infernale battaglia durata la bellezza di 2h58.

Dispiace perché Andrea si era portato avanti 8 punti a 6, ma quando è andato a servire per sigillare la qualificazione al terzo turno ha tremato perdendo 4 punti consecutivi ed uscendo così di scena. Inoltre nell’intero terzo parziale, c’è stata un’unica palla break proprio a favore dell’azzurro nell’undicesimo gioco, che però ha mancato la chance. E i rimpianti non finiscono qui, poiché nella prima frazione il n. 82 di specialità – quest’anno finalista in coppia con il polacco Jan Zielinski nell’ATP 250 di Marrakech – ha gettato al vento un vantaggio di 4-2. Entrambi molto bene con il servizio: 5 ace a testa, con Andrea che si fa preferire per percentuali e Nino per concretezza sul primo servizio. Ma ciò che balza all’occhio in maniera più sorprendente è il dato sui vincenti del piemontese. Un valore numerico, che se viene analizzato in sé ha già dell’incredibile; ma che addirittura se viene correlato ai non forzati assume connotati ispiegabili: 50 contro 29. Un +21 che in situazioni normali porterebbe automaticamente alla vittoria, invece oggi non è stato così. Per il 25enne di Zagabria, un borsino tra winners e gratuiti nettamente inferiore: +9 (31/22). Dunque rimandato ancora il primo main-draw Slam per Vavassori.

Il tabellone maschile delle qualificazioni

Il tabellone femminile delle qualificazioni

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