WTA Washington: Kanepi indemoniata travolge Saville, Samsonova fa un sol boccone di Wang

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WTA Washington: Kanepi indemoniata travolge Saville, Samsonova fa un sol boccone di Wang

Semifinali a senso unico al Citi Open, anche per via delle problematiche fisiche occorse alle giocatrici sconfitte. La tds n. 6 andrà a caccia di un titolo che manca da nove anni, Liudmila centra la seconda finale dopo Berlino 2021

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Kaia Kanepi
 

[6] K. Kanepi b. D. Saville 6-3 6-1

Alla sua prima partecipazione al Citi Open, Kaia Kanepi trova la prima finale della carriera sul suolo statunitense alla veneranda età di 37 anni e nella serata di domani proverà ad interrompere un digiuno dal successo lungo ben nove anni e tre mesi. L’ultima volta che la veterana estone aveva alzato un trofeo in un appuntamento del Tour, era stata nel lontano maggio 2013 quando vinse in finale a Bruxelles sull’oramai tristemente nota Peng Shuai. Oggi, nella torrida afa della capitale USA, la n. 37 WTA ha riassaporato il momento della conquista di un match valevole per il titolo e lo ha fatto attraverso una prestazione travolgente, con cui ha spazzato via dal campo la povera Daria Saville in poco più di un’ora. Quattro giochi complessivi raccolti dall’australiana, che ha avuto anche la sfortuna d’infortunarsi alla schiena durante il primo set ma ciò non toglie nulla alla performance da cineteca di Kaia, disarmante per la potenza di palla che è riuscita a sprigionare con il dritto.

Uno scontro che vedeva di fronte due giocatrici, che in passato hanno raggiunto il loro best ranking nello stesso mese ma a distanza di otto giorni e sei anni rispettivamente al 15° e al 20° posto della classifica mondiale, e che alla fine ha premiato la più esperta; la quale giocava nuovamente una semifinale WTA da Melbourne 2021, sempre nel ‘500’ australiano aveva disputato anche l’ultimo atto conclusivo – si arrese in finale a Mertens, dopo aver superato un’altra russa, Daria è stata naturalizzata aussie nel 2015, in semi: Alexandrova -. La stagione 2022 sembra dunque rappresentare una vera e propria seconda giovinezza per Kanepi, che ad inizio anno ottenendo i quarti all’Open d’Australia aveva completato l’accesso a quel turno in tutti e quattro i Majors. Non riesce invece la nativa di Mosca, a centrare la sua prima finale dalle tre conquistate nel 2017 – Strasburgo, New Haven, Hong Kong – in quella che era la sua prima semifinale da Acapulco 2018. Può consolarsi lo stesso osservando la risalita avuta nel ranking, a febbraio era ubicata alla 627esima posizione. Gli H2H adesso dicono 2-0 Kanepi, si erano incrociate la prima volta in un ITF ad Helsinki nel 2011 quando Saville aveva soltanto 16 anni. Inoltre parlando sempre di passato comune, va ricordato come entrambe da junior abbiano raggiunto la finale del Roland Garros: Kaia trionfando nel 2001 ai danni della due volte campionessa Slam Kuznetsova, Daria perdendo da Mladenovic otto anni più tardi.

 

IL MATCH – I quindici centimetri e i quattordici chili di differenza si fanno sentire tutti fin dai primi scampoli di partita. La pesantezza di palla di Kanepi è devastante, e inoltre le fiondate dell’estone si susseguono a ritmo martellante. Saville può fare veramente poco, non ha la minima possibilità di opporre resistenza. In questo momento la sua mobilità e la propria abituale capacità di essere solida e regolare è semplicemente sterile dinanzi alle bordate imprendibili della tds n. 6. La veterana di Haapsalu è totalmente indemoniata, il dritto viaggia che è un piacere ed è fonte di vincenti in successione da far tremare i polsi. L’ex n. 1 junior prende continuamente in mano lo scambio dal centro del campo, e a quel punto lascia andare il braccio eseguendo debordanti accelerazioni dal lato destro. L’australiana nativa di Mosca, può al massimo rimettere dall’altra parte un paio di difese, ma la verità è che neppure un’eventuale richiesta mistica agli dei del tennis può salvarla dalle pallate infuocate di Kaia, soluzioni che spazzano letteralmente via dal rettangolo di gioco la 28enne ex Gavrilova. La n. 37 del mondo è incontenibile, inizia anche spazzolare il campo direttamente in ribattuta pietrificando una regina dell’agilità come l’ex n. 20 del ranking. La classe ’94 mette anche qualche seconda di troppo, così è un gioco da ragazze per la numero 2 del tennis estone partire con uno scoppiettante parziale di 11 punti a 0.

Nel quarto game, sotto 0-3, ovazione del pubblico al primo quindici messo a referto da Saville, che si dimostra molto simpatica nell’accompagnare lo stupore degli spalti con un sorriso di autentica genuinità. Si conoscono però alla perfezione le doti da combattente di Daria, attualmente 88 delle classifiche, che pian piano carbura e complice la forte intensità dei raggi solari che – si abbattono sul William H.G. FitzGerald Tennis Center – disturbano Kanepi al servizio; riesce a recuperare uno dei due break di svantaggio. Adesso la giocatrice aussie è entrata finalmente in partita, soprattutto ora è in grado di far muovere maggiormente l’avversaria per invischiarla in scambi prolungati, poco avvezzi alle lunghe leve dell’estone. Anche il servizio funziona meglio ed è più chirurgico, questo innalzamento del livello della battuta le dà la possibilità di allontanare la tennista di Haapsalu dalla linea di fondo e di conseguenza dalla sua zona di comfort.

Se infatti la sesta forza del tabellone è costretta a fare il tergicristallo e ad abbandonare il posizionamento con i piedi dentro il campo, il match cambia diametralmente dinamica; anche perché in questa situazione tattica l’elastica Daria può verticalizzare di più venendo a rete per togliere il tempo all’avversaria. Sul 4-2, 15-15 tuttavia arriva come un fulmine a ciel sereno un infortunio alla schiena per l’australiana, che all’improvviso dopo il servizio si piega in due mostrando una chiara smorfia per via del dolore. Inevitabile il MTO, che però viene effettuato negli spogliatoi a testimonianza della gravità del problema occorso a Saville. La moscovita rientra comunque fiduciosa, incrociando lo sguardo con il suo angolo e fornendo feedback positivi. Sembrerebbe dunque tutto risolto e per la verità quando si ricomincia la più in difficoltà, contrariamente a quello che ci si poteva aspettare, è proprio l’ex top 15 del Mar Baltico. Kaia infatti appare rigida, probabilmente la sua imponente mole fisica si è imballata durante la pausa prolungata. Ma presto le difficoltà fisiche accusate alla fascia lombare da parte della vincitrice Junior dello Us Open 2010, si rivelano tutt’altro che superate: è abbastanza evidente l’impossibilità da parte di Daria d’inarcare la schiena per sprigionare velocità elevate. Questo fa sì che Kanepi possa investire l’avversaria con le sue fenomenali sbracciate, perciò ecco nuovamente puntuale il doppio break che suggella il 6-3 dopo 36 minuti.

Saville continua a non mollare nulla, mostrando costantemente a tutti i presenti il suo essere guerriera e prova a risalire la china incitandosi frequentemente. Ma la frustrazione per la piega che ha preso la partita è palpabile: prima l’inizio travolgente dell’estone, poi il fastidio fisico. La classe ’85 inoltre torna a macinare gioco e sassate con il suo letale dritto. L’australiana ci prova, varia l’altezza dei colpi ma oggi non ce ne per nessuno. E’ inarrestabile l’esperta 37enne, le sue catenate macellano anche le ultime convinzioni, di una tennista indomita come Gavrilova, di ribaltare il match. A riprova della performance strabiliante di Kanepi, va evidenziato come al drittone implacabile della versione odierna, che è impressionate per potenza di fuoco, si è affiancato un rovescio allo stesso modo efficacie ma che predilige la precisione. L’artiglieria estone è di primo ordine, fa vedere anche recuperi choppati laterali – non certo punti di forza del suo gioco – e quindi lo scoramento aussie aumenta a dismisura: per cui non può non essere confezionato il 6-1 a senso unico, con break maturati nel quarto e nel sesto gioco.

L. Samsonova b. [LL] X. Wang 6-1 6-1

Liudmila Samsonova, cresciuta tennisticamente in Italia – ha rappresentato il Bel Paese per quattro stagioni dal 2014 al 2018 -, dopo aver centrato nel successo del turno precedente contro Raducanu la seconda vittoria su una Top 10 (la prima ottenuta ad aprile su Pliskova a Stoccarda), raggiunge la seconda finale della carriera strapazzando la lucky loser Wang, campionessa allo Us Open junior 2018. La 23enne russa aveva stupito tutti, a giugno 2021, trionfando nel WTA 500 di Berlino partendo addirittura dalle qualificazioni. Quella sull’erba tedesca è stata però l’unica semifinale vinta dalla nativa Olenegorsk nel Tour maggiore, perdendo le successive tre di Lussemburgo, Courmayeur e Stoccarda. La classe ’98 ha dunque riaggiustato il mirino, ma soprattutto sta continuando questa settimana a risollevarsi sul cemento americano, visto che arrivava da 7 ko negli ultimi 8 incontri prima del torneo. Inoltre cercherà di laurearsi la quarta campionessa russa del torneo, giunto alla sua decima edizione. La mancina cinese, da par suo, può comunque ritenersi soddisfatta per il percorso compiuto, dato che aveva perso nelle quali da Chirico. Ma ripescata, ha ottenuto contro la tds n. 4 Azarenka la seconda semifinale nel circuito WTA – Acapulco 2020, sconfitta da Watson – e la terza affermazione su una Top 20 oltre a diventare la seconda giocatrice del suo Paese dopo Li Na a battere la bielorussa negli ultimi 15 anni. Un solo precedente, maturato nel turno finale delle quali di Melbourne Park 2020: vittoria in tre set di Samsonova.

IL MATCH – Si affrontano due tenniste che basano il loro tennis sui colpi d’inizio gioco, cercando di prendere in mano lo scambio fin dal primo colpo in uscita dal servizio o direttamente in risposta nei game di ribattuta. Dunque si prospetta una partita che regalerà soluzioni tennistiche agli amanti dello stile classico contemporaneo, costituito principalmente da potenza e scambi piuttosto brevi. Xiyu Wang, da non confondere con la quasi omonima Xinyu Wang – anche lei classe 2001 e che tra l’altro verrà scalzata lunedì proprio dalla “nostra” Wang dal ruolo di n. 3 di Cina – è delle due in campo quella a partire peggio. La 21enne cinese difatti sembra non essere del tutto apposto fisicamente, si muove male ed è quasi sempre in ritardo nel preparare il primo colpo in uscita dal fondamentale d’inizio gioco. Inoltre a confermare l’impressione che la n. 95 WTA abbia qualche problema fisico o che semplicemente stia soffrendo più del dovuto le condizioni climatiche – anche nella giornata odierna a Washington temperatura costantemente sopra i 30° – arrivano a sostegno delle scellerate smorzate giocate dall’asiatica, puntualmente lunghe e che vengono trasformate in facili chiusure del punto da parte di Samsonova.

Liudmila dal canto suo si limita ad allungare il palleggio quanto basta, per poi raccogliere i regali della mancina d’Oriente che pedissequamente cade nell’errore. La 23enne russa mette in mostra anche un ottimo dritto in avanzamento, che unito alla caratteristica più sorprendente del 2022 della n. 60 al mondo, ovvero la sua resa praticamente impeccabile con la seconda – è la giocatrice che ha vinto più punti con questo fondamentale in stagione -; la porta facilmente sul 5-1 con doppio break di vantaggio (arrivati nel terzo e nel quinto gioco). La giornata no della giovane cinese si evince a tuttotondo, quando subisce il secondo strappo dove commette addirittura due doppi falli nei primi due punti. Wang è pachidermica in campo, oltre che goffa in alcune situazioni come un tentativo di recupero su un lob avversario in cui non trova neanche la palla. Meriti però ad un’attentissima e sempre sul pezzo Samsonova, che non molla niente neppure sul 5-1 dove rimonta dal 30-0 e strappando per la terza volta il servizio chiude il parziale dopo 28 minuti.

Prima che la contesa riprenda, MTO off court per Xiyu che conferma qualche problemino fisico. La musica però è sempre quella, un bottino di 27 punti vinti negli ultimi 31 ad inizio secondo set certificano l’assoluta predominanza russa. La nativa di Taixing è perennemente poco reattiva, in pratica totalmente surclassata: nel suo primo turno di servizio sale 40-15, ma si spegne definitivamente – se mai si fosse accesa – con il break immediato. Il 3-0 diventa presto un altro 6-1 (35 minuti). La differenza è stata dettata dalla resa con la seconda: il 78% contro il 30%.

NIENTE SPECIAL EXEMPT – Sia Kanepi che Saville avrebbero dovuto prendere parte alle qualificazioni del WTA 1000 di Toronto, ma non avendo il dono dell’ubiquità ed essendo Washington un ‘250’, quindi un torneo di due categorie di differenza rispetto al Canadian Open, non può essere applicato lo special exempt. Per cui, le due tenniste che si contenderanno domani il titolo nella capitale degli States hanno dovuto dare forfait ai loro incontri con le wild card di casa Harrison e Min.

IL TABELLONE DEL WTA 250 DI WASHINGTON

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Laver Cup: trionfa il Team World con la vittoria in doppio di Tiafoe e Shelton

Il Resto del Mondo bissa il successo del 2022 imponendosi per 13-2. Un solo match vinto dall’Europa, con Ruud nella seconda giornata, e chiusura anticipata dei giochi nel Day 3

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John McEnroe e Ben Shelton, Vancouver - Laver Cup 2023 (Photo by Matthew Stockam/ Getty Images for Laver Cup)

Resto del Mondo b. Europa 13-2

Forte del 10-2 maturato al termine della seconda giornata, al Team World bastava una sola vittoria per mettere le mani sul titolo ed è stata portata dal doppio formato da Frances Tiafoe e Ben Shelton che si sono imposti su Andrey Rublev e Hubert Hurkacz per 7-6(4) 7-6(5) in oltre un’ora e mezza di tennis godibile.

Proibitivo il compito dell’Europa alla quale era richiesto un complicato quattro su quattro per ribaltare la situazione nel Day 3, quando ogni match vale tre punti. Oppure, in subordine, di non perdere il doppio iniziale, così da prolungare lo spettacolo. Invece, alla squadra capitanata da Bjorn Borg non è riuscito neanche il compito minimo perché Rublev e Hurkacz si sono arresi in due tie-break a Tiafoe e Shelton nella sfida che ha aperto il programma. Annullati quindi i tre singolari “potenzialmente” previsti, quelli con Ruud, Rublev e Hurkacz opposti rispettivamente a Fritz, Tiafoe e Auger-Aliassime, vanno in campo per un doppio gli alternate Eubanks/Raonic contro Fils/Davidovich Fokina. Un doppio che è un dead rubber – in italiano, incontro individuale inutile ai fini della vittoria dell’incontro fra le due squadre. Ma può davvero diventare “inutile” un match di un’esibizione ancorché ufficiale?

 

Con il 13-2 finale che “vendica” la débacle (14-1) di due anni fa a Boston, il Resto del Mondo – in questa edizione quattro statunitensi più Auger-Aliassime e Fran Cerundolo – bissa così il successo del 2022 a Londra dopo le quattro vittorie europee: possiamo allora parlare di un’aria di cambiamento negli equilibri mondiali? Per adesso, l’unico top 10 non europeo presente nel ranking è il numero 8 Taylor Fritz e a Vancouver mancavano i primi cinque del mondo.

B. Shelton / F. Tiafoe (Team World) b. H. Hurkacz / A. Rublev (Team Europe) 7-6(4) 7-6(5)

Coppie schierate con il colpo migliore di ognuno al centro, parte Hurkacz in battuta, trascinato ai vantaggi, poi Shelton pareggia senza problemi. Hubi protagonista al quarto gioco con tre bei punti, ma due volte da sinistra Rublev non risponde sulla palla break. È un doppio piuttosto diverso da quelli giocati dagli specialisti del Tour, ogni tanto qualcuno si ritrova fuori posizione, ma la coppia al servizio continua a fare il proprio dovere e il pubblico apprezza qualche scambio divertente, come quello che apre l’undicesimo gioco.

Il tie-break va alla squadra capitanata di John McEnroe, con un notevole ace in slice di Shelton verso il corpo di Andrey che vale il doppio set point a separare due volée da dimenticare – una a testa – dei ragazzi di Borg.

Hurkacz non ci sta e prova a vincerla da solo andando a cercare la palla come se non ci fossero né un domani né soprattutto un Rublev al suo fianco. Il polacco non ottiene quanto sperato e si tranquillizza il giusto.

La qualità del match è ottima, nessuna chance per la risposta ed è di nuovo tie-break. Un gran punto di Hubi manda Rublev a servire sul 5-4, ma la pressione di Tiafoe e un nastro fortunatissimo offrono il Laver Cup point al Team World, trasformato con la volée bassa che a Hurkacz non passa: 13-2 e tutti a casa. Dopo i festeggiamenti, s’intende.

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Rybakina critica la WTA: “Grazie per aver cambiato le regole all’ultimo momento”

Niente bye a Elena Rybakina al WTA di Tokyo nonostante sia la terza testa di serie, “sorpassata” da Sakkari e Garcia in virtù di una regola non nuova ma forse neanche esistente

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Elena Rybakina (Twitter @OBNMontreal)
Elena Rybakina (Twitter @OBNMontreal)

Non fortunatissima con ranking, tabelloni e seeding, Elena Rybakina, che non ha ricevuto uno dei quattro bye al primo turno del WTA 500 di Tokyo nonostante fosse – e sia – la terza testa di serie al Toray Pan Pacific Open in programma a partire da lunedì 25 settembre. Esclusione che ha commentato piccata su Instagram.

Già lo scorso anno Rybakina aveva detto di non sentirsi la vincitrice di Wimbledon per via dei 2000 punti mancanti in seguito alla decisione della WTA di non assegnarli all’AELTC. Di conseguenza, niente balzo in classifica né Finals, con l’ulteriore beffa che, a differenza del regolamento ATP, quello del Tour femminile non prevede un posto al Master per la vincitrice Slam tra arrivata tra l’ottava e la ventesima posizione. Quest’anno, invece, aveva puntato il dito contro la WTA a Montreal dopo il suo match con Kasatkina, iniziato dopo le 23 e terminato quasi alle 3. “Poco professionale da parte – non direi del torneo perché penso che il ruolo fondamentale sia della WTA in questo caso” aveva detto al riguardo. “La dirigenza è debole al momento, ma speriamo che cambi qualcosa perché quest’anno ci sono state molte situazioni che proprio non capisco”. Elena sarebbe poi stata sconfitta nella semifinale canadese, al secondo match in quel di Cincinnati e al terzo turno (dopo un walkover) allo US Open, ultimo torneo disputato.

Decisamente meno pesante come conseguenze eppure piuttosto ambiguo dal punto di vista regolamentare è appunto l’episodio di questi giorni, sempre a seguito di una decisione dell’Associazione del Tennis delle Donne. Terza testa di serie a Tokyo, dicevamo, Elena giocherà il primo turno contro Linda Noskova invece di partire dal secondo turno, ciò a dispetto dei quattro bye inseriti in tabellone e che, naturalmente, vanno assegnati alle teste di serie secondo l’ordine discendente. “Performance bye” ha commentato su un storia di Instagram sopra al tabellone di Tokyo. “Grazie per aver cambiato le regole all’ultimo momento. Fantastiche decisioni come sempre @WTA”. Con tanto di applauso, clown e tendone del circo…

 

La spiegazione di quanto accaduto risiede nelle prime due parole della kazaka: a Sakkari e Garcia, dietro di lei in classifica, sono stati assegnati due “perfomance bye” in quanto semifinaliste a Guadalajara e i due restanti sono andati alle prime due del seeding, Swiatek e Pegula. Sakkari, quarta del seeding, sarebbe stata esentata dal primo turno anche senza questo tipo di bye; Garcia invece è quinta. Ma cos’è un performance bye?

È quello, chiariscono le WTA Rules aggiornate al 19 settembre scorso, “assegnato alla giocatrice sulla base della prestazione della settimana precedente, come stabilito dalla WTA in fase di approvazione del calendario e delle dimensioni dei tabelloni”. Quindi non sembrano un’invenzione dell’ultimo momento, anzi, in passato erano previsti anche per le finaliste di Anversa che avrebbero preso parte al Premier 5 di Dubai. Andando però a leggere il Regolamento WTA aggiornato al 19 settembre scorso, nell’articolo relativo ai bye si legge solo di quattro perfomance bye da assegnare alle semifinaliste del 1000 di Wuhan (peraltro, se Pechino è tornato in calendario quest’anno, Wuhan continua la sua assenza). Nessun accenno a Guadalajara/Tokyo.

Nell’inevitabile discussione su Twitter è intervenuta la doppista top 20 Nicole Melichar-Martinez, obiettando che “le regole non sono cambiate all’ultimo momento. L’informazione del performance bye era scritta nella scheda informativa del torneo…”.

Nella scheda di Guadalajara, almeno nel classico articolo della WTA “draws, dates, prize money and what you need to know”, non c’è traccia dei performance bye. Se ne parla invece in quella del Toray Pan Pacific Open, datata 15 settembre: “Le prime teste di serie, da quattro a sei (in attesa dei performance bye in base ai risultati di Guadalajara), riceveranno un bye al primo turno”. Per prima cosa, dunque, che fine ha fatto la parte per cui sarebbero state sei? Inoltre, siamo moderatamente sicuri che esista una differenza tra “le regole” citate da Rybakina e Melichar-Martinez e un’informazione contenuta nella di quell’evento.

Ancora nessuna precisazione da parte della WTA, che tuttavia, poche ore dopo, ha twittato una foto di Elena: “La sua prima qualificazione alle WTA Finals. Elena Rybakina sarà a Cancun!”.

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ITF, David Haggerty rieletto Presidente

Terzo mandato consecutivo per Haggerty che riceve oltre il 70% dei voti

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David Haggerty all'assemblea generale ITF, Lisbona 2019 (foto ITF)

Con un’ampissima maggioranza che supera il 70% (per la precisione ha ottenuto il 72.94% di voti) David Haggerty è stato rieletto Presidente della International Tennis Federation. Per venir eletti erano necessari 219 voti su 436 e lui ne ha ricevuti 418. Questo sarà il terzo mandato da quattro anni per Haggerty a capo della ITF, alla fine dei quali non potrà più ricandidarsi dato che vige la regola di massimo tre mandati.

“Vorrei ringraziare i membri dell’ITF per aver riposto la loro fiducia in me per un ulteriore mandato. La nostra strategia di crescita sostenibile a lungo termine, ITF 2024, ha portato i finanziamenti dell’ITF per lo sviluppo del tennis quasi a raddoppiare in pochi anni dalla sua introduzione – queste le parole del 65enne americano. “Non vedo l’ora di lavorare a fianco del nostro esecutivo e del nostro consiglio di amministrazione per rivedere e aggiornare la nostra strategia per la prossima fase. Ci assicureremo di porre le competizioni dell’ITF su basi solide e continueremo ad alimentare gli investimenti nello sviluppo globale del nostro gioco per realizzare la missione del tennis dell’ITF per le generazioni future”.

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