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Nei dintorni di Djokovic: venti di Nole
Sono trascorsi vent’anni dalla prima vittoria di Novak Djokovic a livello professionistico. Partiamo da quel giugno 2003 per ripercorrere la carriera del fenomeno di Belgrado attraverso dati, curiosità ed aneddoti delle sue tante prime volte. E l’intreccio con le carriere dei suoi grandi rivali, Roger Federer e Rafa Nadal

Vent’anni. Tra qualche giorno saranno passati vent’anni esatti da quando un ragazzo di Belgrado, che ne aveva compiuto da poco sedici, vinse il suo primo match ufficiale a livello professionistico. E non contento, per far capire da subito che non era uno qualsiasi, vinse anche il torneo. Di chi stiamo parlando lo avrete già capito: Novak Djokovic, colui che una decina di giorni fa ha conquistato il suo 23esimo torneo del grande Slam, record assoluto in campo maschile.
E mentre appassionati e addetti ai lavori già si interrogano se il prossimo mese a Wimbledon il fuoriclasse serbo riuscirà addirittura a migliorare questo primato, aggiungendo un altro trofeo a questa prestigiosa collezione ed eguagliando così l’australiana Margaret Smith Court nella classifica assoluta dei plurivincitori Slam, noi abbiamo pensato di ripercorrere l’incredibile carriera di Nole partendo da quella prima vittoria. Per poi “surfare” tra tante altre sue prime volte (non tutte, sennò non finivamo più), aggiungendo qualche dato curioso qua e là, una spolveratina di aneddoti ed un pizzico dell’intreccio con le carriere dei suoi più grandi rivali: Roger Federer e Rafa Nadal. Nel suo discorso dopo la vittoria al Roland-Garros, infatti, Nole ha voluto sottolineare come non sarebbe diventato il giocatore che è oggi e non avrebbe ottenuto tutti questi successi se non si fosse dovuto confrontare per tutta la sua carriera con questi due incredibili fuoriclasse. Quindi non possiamo ripercorre la sua strada senza dare un’occhiata alla loro.
IL PRIMO TITOLO NON SI SCORDA MAI
Partiamo allora da quel giugno 2003. Il sedicenne Novak Djokovic, da qualche anno trasferitosi all’Accademia di Nikki Pilic a Monaco, aveva fatto il suo esordio a livello Future, perdendo, proprio qualche mese prima nella capitale bavarese. Ma dopo un’altra sconfitta nel primo torneo del circuito satellite che si disputava nella neocostituita Unione statale di Serbia e Montenegro (subentrata a febbraio alla Repubblica Federale di Jugoslavia, già composta dalle sole ex repubbliche jugoslave della Serbia e Montenegro, cancellando così l’ultimo legame, il nome – peraltro mai riconosciuto dalla comunità internazionale -, con la “vecchia” Jugoslavia di Tito) ecco che al Tennis Club Crvena Zvezda di Belgrado arriva la prima vittoria a livello ITF, contro il connazionale Madjarovski, classificato tra i primi 500 al mondo. Ma il giovane Nole non si ferma lì e infila altre quattro vittorie per alzare il suo primo trofeo in campo professionistico. Curiosità: Djokovic ai tempi era tesserato per il TK Partizan, il club belgradese dove era cresciuto tennisticamente prima di trasferirsi alla corte di Pilic, storico sodalizio rivale – a partire dagli sport più popolari come il calcio e il basket – proprio della Crvena Zvezda, di cui peraltro Nole è da sempre grande tifoso.

La vittoria porta al giovane Novak i primi punti ATP e di conseguenza il primo ingresso nel ranking, alla posizione n. 767. Se dividiamo per due, sono più o meno le sue attuali settimane di permanenza al n. 1… Non possiamo però chiudere il capitolo della sua prima vittoria, senza andare a vedere come già in quei giorni il suo destino stava iniziando ad intrecciarsi con quelli di Federer e Nadal. Infatti, mentre Nole vinceva i suoi primi match “pro” anche gli altri due erano alle prese con delle loro prime volte. E che prime volte, soprattutto una! Rafa faceva il suo esordio a livello Slam a Wimbledon, conquistando anche le sue prime vittorie e raggiungendo il terzo turno. Sì, proprio Wimbledon 2003, quello del primo trionfo Slam di Roger Federer. Pare incredibile a farci caso adesso: pochi giorni dopo il primo trionfo ITF di Nole, iniziava di fatto l’epopea dei Big Three, con la conquista del primo dei loro 65 Slam complessivi.
Nella seconda parte del 2003, dopo altre due semifinali raggiunte sempre nello stesso circuito di tornei ITF a Belgrado che gli permettono di salire nel ranking di un’altra sessantina di posizioni, Djokovic gioca solo (e poco) a livello juniores, ma dopo la semifinale a gennaio nel singolare junior dell’Australian Open, inizia a dedicarsi esclusivamente ai tornei “pro”. Disputerà solo ancora un torneo junior qualche mese dopo, vincendo in agosto la European Summer Cup a Verona.
A febbraio fa il suo esordio a livello Challenger, sempre nella natia Belgrado. Anche in questo caso inizia con una sconfitta e ad infliggergliela è un tennista svizzero. Ovviamente non Federer, che proprio in quei giorni, dopo la vittoria all’Australian Open, saliva per la prima volta al vertice della classifica mondiale. A batterlo, tanto per confermare quanto i loro destini si stessero già intrecciando, è l’amico di infanzia di Roger e suo compagno di allenamenti a livello juniores, Marco Chiudinelli. Ok, volete sapere cosa stava facendo Rafa? Ebbene sì, erano giorni importanti anche per lui. Già top 50 da qualche mese, dopo aver raggiunto qualche settimana prima ad Auckland la prima finale ATP, in quel primo weekend di febbraio faceva il suo esordio in Coppa Davis. E come poteva esordire, a 17 anni, il più grande fighter della storia del tennis se non vincendo il singolare decisivo contro Stepanek per il 3-2 Spagna?
LEGGI A PAGINA 2 Dal debutto in Davis ai primi successi
LEGGI A PAGINA 3 Il primo Slam e l’inizio dell’Era Nole
LEGGI A PAGINA 4 Il Nole Slam, il Buco Nero e la Leggenda
ATP
ATP Shanghai: Fognini e Schwartzman tra le wild card
Il tennista ligure sarà il quinto italiano presente in tabellone, dopo Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi e Lorenzo Sonego

Dal 2 al 15 ottobre tornerà sotto ai riflettori il Rolex Shanghai Masters, penultimo appuntamento 1000 dell’anno, assente dal panorama tennistico da quasi un lustro. Infatti, l’ultima edizione risale al 2019 e il campione fu Danil Medvedev, che ai quarti di finale sconfisse proprio Fabio Fognini in due set.
Con un tabellone adeguatosi alle direttive ATP per quanto riguarda l’estensione, il torneo ha potuto concedere cinque wild card e una ci interessa da vicino. Dopo un periodo un po’ arduo a causa di un infortunio, del successivo rientro in campo nei Challenger e, infine, dell’esclusione dalla Coppa Davis, Fognini torna a giocare in un tabellone ATP e lo fa proprio a Shanghai con una wild card assegnatagli dagli organizzatori. Tenterà, dunque, di scalare ancora una volta la classifica, come d’altronde vorrà fare anche Diego Schwartzman, anche lui ex top ten che negli ultimi mesi non se la sta passando molto bene a livello di risultati.
Per quanto riguarda gli altri tre inviti, gli organizzatori hanno prevedibilmente concesso la corsia preferenziale a tre giocatori di casa: il primo è il giovanissimo classe 2005 Juncheng Shang, poi sarà presente il ventunenne Yunchaokete Bu, mentre per finire l’onore di esordire in un tabellone 1000 lo avrà anche Rigele Te, attualmente numero 494 al mondo. I primi due, invece, si trovano rispettivamente al 160esimo e al 187esimo scalino del ranking, e cercheranno senza alcun dubbio di onorare la wild card caricandosi con il pubblico di casa durante i loro match. Grande responsabilità, quindi, ma anche enorme occasione di brillare sotto le stelle della bandiera cinese.
ATP
ATP Astana: Shevchenko vince facile, Medjedovic sfrutta il ritiro di Djere
La WC di casa Mikhail Kukushkin non sfrutta un match point nel secondo set e si arrende a Borges. Prima vittoria da fidanzato per Alexander Shevchenko

Al via anche l’edizione 2023 dell’Astana Open, torneo che l’anno scorso vide alzare il trofeo a Novak Djokovic, che invece quest’anno ha preferito riposarsi e magari giocare a golf nel periodo pre Finals. I pochi match che si sono giocati nella prima giornata hanno visto sfidarsi il neofidanzato di Anastasia Potapova, Alexander Shevchenko, con l’olandese Botic van de Zandschulp non proprio nel suo miglior periodo di forma. Infatti, il n.85 ATP ha sempre mantenuto il controllo del match, imponendosi per 6-4 6-3 in un’ora e trentotto minuti, nei quali ha performato leggermente meglio dell’avversario sia in risposta che al servizio.
Dettagli che gli hanno permesso di vincere il primo scontro diretto con l’avversario – tornando al successo in una partita di un main draw ATP dopo quasi due mesi, ossia dal 500 di Washington – e di accedere al secondo turno, dove se la vedrà con il giovane serbo Hamad Medjedovic. Quest’ultimo ha sfruttato il ritiro del connazionale Laslo Djere, quando il primo era sopra 6-3 2-1 nel punteggio, per passare il turno e onorare la WC ricevuta, proprio come ha fatto Shevchenko.
Più intenso ma anche più infelice alla fine dei conti è stato l’incontro tra il beniamino di casa – sempre WC – Mikhail Kukushkin e il portoghese Nuno Borges, opposti in campo per la prima volta l’uno contro l’altro. È da tempo ormai che il tennista kazako ex n.39 al mondo si dedica principalmente al circuito Challenger, ma nonostante questo il giocatore portoghese ci ha messo quasi tre ore per arrivare al successo, che ha ottenuto con lo score di 5-7 7-6(6) 6-4.
Il 36enne russo, naturalizzato kazako, nel tie-break del secondo parziale era arrivato a match point, ma non è riuscito a chiudere lasciando così il passo al suo avversario, che nel terzo set gli ha strappato il servizio in apertura mantenendo poi il break fino alla fine. Per Borges sfida al secondo turno contro il vincente del match Korda-Popyrin.
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ITIA: sospeso Madaras, il tennista dei record nel circuito ITF
L’Agenzia anticorruzione del tennis ha confermato la sospensione provvisoria del giocatore svedese numero 220 ATP, che avrebbe dovuto essere un avversario degli azzurri in Coppa Davis a Bologna

Non esattamente l’età dell’oro per quanto riguarda il tennis svedese. Negli ultimi mesi lo sport della racchetta ha visto da quelle parti un brusco cambiamento, avviato in primis dal numero uno Mikael Ymer. Come si sa, dopo la sospensione del tennista svedese che aveva mancato, secondo l’ITIA, i tre controlli antidoping con conseguente interruzione istantanea dalle competizioni, l’ex 50 al mondo ha deciso di ritirarsi dal tennis lasciando tutti di sasso. Poi, nella parentesi Coppa Davis la nazionale traghettata dal fratello di Mikael, Elias, non ha certamente brillato in quel di Bologna, dove è arrivata con la squadra meno attrezzata di tutti ed è sprofondata malamente in fondo alla classifica, arrivando quindi quarta nel girone.
Ora, invece, un altro tennista svedese deve fare i conti con l’ITIA (International Tennis Integrity Agency), e si tratta dell’attuale numero 220 al mondo (ex 191) Dragos Nicolae Madaras. Il mancino rumeno, naturalizzato svedese, è stato protagonista di un’annata da record che l’ha visto come leader indiscusso del circuito ITF. Infatti, Madaras è diventato il primo tennista della storia a trionfare in ben dieci tornei Futures nello stesso anno e ci è riuscito con l’ultimo titolo nel mese di luglio, quindi poco dopo metà stagione. Dichiarato come un obiettivo di quest’anno, il giocatore svedese aveva aperto il 2023 vincendo quattro titoli consecutivi con ben ventuno successi filati, che l’hanno condotto partita dopo partita a un’impressionante cifra di, appunto, dieci allori, sessantasette vittorie e solo cinque sconfitte. Inoltre, quest’anno ha partecipato per la prima volta a uno Slam, Wimbledon, dove è riuscito a superare un turno nel tabellone cadetto. Come ciliegina sulla torta, Madaras era perdipiù stato convocato per la Coppa Davis a Bologna ma, infine, non vi ha preso parte. E chissà perché…
Una stagione più che positiva, dunque, per il ventiseienne svedese, salvo il fatto che dal 17 agosto gli è stato vietato di partecipare ai tornei professionistici per “non aver ottemperato a una richiesta”, recita il TACP – Tennis Anti Corruption Program – in riferimento al suo caso. Una sospensione provvisoria, però, che attende accertamenti dall’ITIA. Il giocatore ha già provveduto a presentare ricorso contro il provvedimento, ma il 22 settembre è stata respinta, ed è questo il motivo per cui nel frattempo non ha potuto – e per ora non potrà – presenziare in Coppa Davis e nemmeno in qualunque altro torneo approvato dagli organi di governo dello sport. Rimaniamo quindi attesa di un’eventuale sentenza per ulteriori novità sul caso Madaras.
