Nei dintorni di Djokovic: venti di Nole - Pagina 2 di 4

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Nei dintorni di Djokovic: venti di Nole

Sono trascorsi vent’anni dalla prima vittoria di Novak Djokovic a livello professionistico. Partiamo da quel giugno 2003 per ripercorrere la carriera del fenomeno di Belgrado attraverso dati, curiosità ed aneddoti delle sue tante prime volte. E l’intreccio con le carriere dei suoi grandi rivali, Roger Federer e Rafa Nadal

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Novak Djokovic – Roland Garros 2023 (foto: Roberto dell'Olivo)
 

I GRADINI SUCCESSIVI
Ma torniamo a Nole. Ad aprile debutta anche lui in Davis, battendo a risultato acquisito il lettone Skroderis. A maggio va a giocare in Ungheria e fa filotto: arriva la seconda vittoria in un Future, ma soprattutto la prima in un Challenger, a Budapest. Nella capitale magiara infila cinque vittorie di fila con dei top 400, dominando in finale contro l’italiano Bracciali. Trionfo che gli vale l’ingresso tra i top 400 e la possibilità di accedere alle qualificazioni del torneo ATP di Umago. Le supera, battendo nel turno decisivo tre set l’italiano di origine argentina Manuel Jorquera. Curiosamente, proprio l’avversario che l’aveva sconfitto l’anno prima nel primo Future a Belgrado. Al suo esordio in un main draw ATP perde in due set, ma facendo match pari nel primo set (perso al tie-break) contro il n. 4 del seeding e futuro finalista Filippo Volandri.

Si è detto molto spesso che il passaggio dal circuito Challenger a quello ATP non sia così facile da affrontare. Non per Djokovic: subito dopo Umago vince il suo terzo Future e a settembre ottiene la sua prima vittoria ATP contro Clement a Bucarest. Chiude l’anno conquistando il suo secondo Challenger in Germania, dove al primo turno supera un altro giovane tennista svizzero che ritroverà spesso lungo la sua strada: Stan Wawrinka. Vittoria che gli consente di chiudere l’anno tra i primi duecento al mondo. Nel frattempo, Nadal ad agosto vinceva il suo primo torneo ATP e a dicembre contribuisce alla vittoria della Spagna nella finale in Davis contro gli USA battendo nel secondo singolare il n. 2 del mondo Roddick. Ma Il 2004 è soprattutto l’anno in cui inizia a brillare la stella di Federer. E di un bagliore accecante. Il fuoriclasse di Basilea a 23 anni è il dominatore assoluto della stagione: vince tre Slam, tre Masters 1000 e la Masters Cup. Stagione fantastica, ma che – eh, gli intrecci – già conteneva i semi di quello che sarebbe accaduto da lì a breve: una di quelle sei sconfitte infatti, a Miami, gliela aveva inflitta proprio un diciottenne maiorchino di nome Rafael Nadal.

Il 2005 inizia con l’esordio di Djokovic nel tabellone principale in uno Slam. E a posteriori sappiamo che non poteva non accadere in Australia, lo Slam che lo vedrà trionfare in ben dieci occasioni. Entra nel main draw dopo aver superato le qualificazioni, battendo tra gli altri di nuovo Wawrinka. Come da prassi, il suo approccio al livello superiore inizia una sconfitta. Anche perché è un doppio approccio ai livelli superiori, considerato che si tratta anche del primo match contro un top ten. E non uno qualunque – se così si può dire di un top ten – dato che a batterlo è il futuro vincitore del torneo, Marat Safin. La prima vittoria Slam però è solo rimandata di qualche mese. Arriva a Parigi, contro il top 100 Ginepri. Eh sì, è proprio il primo dei 14 Roland Garros vinti da Nadal, che quell’anno inizia a dominare sul rosso e dopo Montecarlo, Barcellona e Roma trionfa anche sull’argilla parigina. Superando in semifinale Federer, che a Miami si era preso una sofferta rivincita in finale rimontando da due set sotto, ma che sul mattone tritato nulla può contro lo spagnolo. Un mese dopo a Wimbledon, mentre Federer si appresta a vincere per la terza volta di fila Church Road, arriva per Nole il primo terzo turno in un Major, che gli vale l’ingresso nella top 100. Proprio mentre sta per iniziare l’era del Fedal, dato che un paio di settimane dopo, dopo la vittoria di Rafa a Stoccarda, per la prima volta la classifica recita quello che sarà il mantra degli anni a venire: ai primi due posti, Federer e Nadal.

SI INIZIA A FARE SUL SERIO
Il 2006 è l’anno dell’ingresso di Djokovic nei quartieri alti del tennis mondiale. E di conseguenza delle prime sfide con i suoi due futuri grandi rivali. A gennaio arriva la prima semifinale ATP, a Zagabria. A batterlo l’allora n. 5 del mondo Ivan Ljubicic. La curiosità? No, non che stiamo parlando del futuro allenatore di Federer, ma il fatto che in quel periodo i due condividevano allenatore, Riccardo Piatti. Che poco tempo dopo, a seguito della richiesta di Djokovic di seguirlo in via esclusiva, declinò e rimase con Ljubicic. Nole interruppe così la collaborazione e a giugno di quell’anno iniziò quella con colui che diverrà il suo coach storico, Marjan Vajda. Collaborazione che viene concordata proprio in occasione del Roland Garros, che vede il tennista serbo per la prima volta ai quarti di uno Slam: ad oggi sono 55 in tutto, a tre lunghezze dal primato di Federer. Viene battuto da Rafa Nadal (si ritira sotto due set a zero) in quello che a posteriori diventerà un match storico: il primo della più grande rivalità del tennis maschile dell’era Open per numero di sfide (59, 30-29 per il serbo). Roger Federer invece lo aveva incontrato per la prima volta un paio di mesi prima, a Montecarlo, perdendo in tre set. Non può non essere catalogata come storica anche quella partita, dato che la loro è la seconda rivalità dell’era Open per numero di partite (50, 27-23 per Nole) ma anche perché è la prima contro un n. 1 del mondo. Dopo Parigi – con Rafa che trionfa per la seconda volta a Bois de Boulogne – Djokovic entra tra i primi 50 giocatori del mondo.  Insomma, tutto è pronto per il primo sigillo nel circuito maggiore. Che infatti arriva puntuale un mese dopo in Olanda, ad Amersfoort.

Novak Djokovic trionfa ad Amersfoort nel 2006 (foto: novakdjokovic.com)

Sulla terra rossa olandese Djokovic alza il suo primo trofeo ATP, battendo in finale Massu. Arriva ad un passo dalla doppietta, ma deve ritirarsi in finale ad Umago durante il tie-break del primo set per dei problemi fisici, che in quegli anni ogni tanto fanno capolino quando il giovane serbo si spinge al limite. E così ad alzare il trofeo è – guarda un po’ chi si rivede – Stan Wawrinka. Il secondo trofeo ATP arriva a Metz in ottobre, dopo che la settimana prima si era “vendicato” di Wawrinka in Coppa Davis per poi capitolare di nuovo di fronte a Federer. Novak entra così per la prima volta nella top 20.

Il 2007 certifica che il teenager serbo ormai fa sul serio.  Dopo il terzo trofeo ATP ad inizio stagione, a Miami arriva la prima finale in un Masters 1000, sconfitto da Nadal, e l’ingresso per la prima volta tra i primi dieci al mondo. Ma quel “Sunshine Double” deve riservare altre gioie al dicianovenne belgradese: dieci giorni dopo a Indian Wells arriva la prima vittoria contro il maiorchino, nei quarti, e soprattutto il primo dei suoi 38 trionfi nei tornei “1000”, record assoluto. Nadal si vendica battendolo in semifinale a Parigi e a Wimbledon (dove Nole si ritira nuovamente per problemi fisici). Ma se negli Slam non è ancora al loro livello, nei match due su tre il gap è ormai colmato. A Montreal vince il suo secondo Masters 1000, battendo di fila i primi tre giocatori del mondo: Roddick, Nadal e Federer. È la prima vittoria contro Federer, la prima contro un n. 1 del mondo. Il lunedì dopo la classifica inizia a recitare il nuovo mantra: ai prime tre posti, Federer, Nadal e Djokovic. Un mese dopo, allo US Open, arriva la prima delle sue 34 finali Slam (altro record assoluto). A seguire vince il suo primo ATP 500 a Vienna, in finale sul quasi onnipresente Wawrinka, e a fine stagione si qualifica per la prima volta alla Masters Cup, dove chiude però con tre sconfitte nel girone.

LEGGI A PAGINA 1 Il primo titolo non si scorda mai

LEGGI A PAGINA 3 Il primo Slam e l’inizio dell’Era Nole

LEGGI A PAGINA 4 Il Nole Slam, il Buco Nero e la Leggenda

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