Ben Shelton e l'amore per il tennis: "Quando ho iniziato a giocare il tennis non mi piaceva molto"

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Ben Shelton e l’amore per il tennis: “Quando ho iniziato a giocare il tennis non mi piaceva molto”

Arrivato in top 20 in poco meno di due anni lo statunitense ha un piano per il futuro: “Sono una persona competitiva. Voglio vincere ogni partita. Voglio battere chiunque si trovi dall’altra parte della rete”.

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Ben Shelton - Shanghai 2023 (X @atptour)
 

Una prima stagione a tempo pieno da ricordare quella di Ben Shelton. Il classe 2002 nativo di Atlanta si fece notare nel 2022 quando, entrato in tabellone con una wild card, sconfisse Sonego e Casper Ruud al Masters 1000 di Cincinnati.

Una stagione 2022 che lo vide comunque conquistare tre titoli a livello Challenger, risultati che contribuirono all‘ingresso in top100 dello statunitense.

Poi ecco la stagione 2023 con i quarti a Melbourne e la prima semifinale Slam davanti al pubblico amico in quel di New York, a cui si aggiunge il titolo all’ATP 500 di Tokyo. In due anni è passato da essere fuori dai primi 500 al mondo sino alla top 20.

Risultati del giovane statunitense che hanno catturato l’attenzione di Roger Federer. Shelton, infatti, nel 2023 ha firmato con On, società di abbigliamento svizzera che ha tra gli azionisti proprio il campione elvetico.

Eppure quello tra il tennis e Shelton non è stato amore a prima vista, questo almeno è quanto ha dichiarato uno dei più giovani e promettenti talenti di questo sport al sito On-Running.  “Quando ho iniziato a giocare a tennis, non mi piaceva molto.”

Il tennista era a Zurigo per dare il suo feedback sui nuovi prodotti On e per visitare il quartiere generale della società elvetica. Occasione che ha visto lo statunitense rispondere a diverse domande. Non è quindi mancata un pensiero su Federer: “Roger è una di quelle persone che sa fare tutto. Sul campo e fuori dal campo, al Met Gala o a Wimbledon.”

Talento che tuttavia scorreva nel suo sangue. Il padre è allenatore di tennis mentre la sorella era una atleta. Proprio la sorella è stata di ispirazione nella scelta di iniziare la sua carriera da atleta, ma non nel modo che si possa pensare. “Vedevo lei giocare tutti questi tornei, viaggiare e soggiornare in hotel, ho pensato che potevo anche io saltare la scuola per praticare sport, viaggiare e soggiornare in hotel”.

Una passione nata quindi dalla voglia di studiare meno. Tuttavia, il talento ha preso il sopravvento ed è emerso il gigante dal viso da bambino che si fa notare per il suo atteggiamento in giro per il mondo. Mancino dal dritto potente Shelton è fiero del suo stile di gioco: “Cerco di essere unico con il mio stile di gioco e di fare cose che gli altri giocatori non fanno. Ho preso alcune cose da Nadal perché anche lui è mancino come me, ma cerco di lavorare con le mie risorse e di essere unico”.

Nata come una passione per evadere dallo studio ora Shelton non nasconde la sua competitività: “Sto cercando di avere una mentalità orientata verso la crescita (Growth mindset). Sono competitivo e voglio vincere, ma devo ricordare a me stesso che non sono neanche lontanamente dove voglio essere per quanto riguarda alcuni aspetti. Spero di avere una lunga carriera davanti a me e tempo per affinare il mio stile”. Giovane età che però non lo porta a sottovalutare il duro lavoro: “Quando arriva il momento di mettersi davvero al lavoro, mi va bene essere il primo a presentarsi alla struttura o l’ultimo ad andarsene.”

La corsa di Shelton verso la top100 era stata effettuata tutta su suolo americano. La prima trasferta lontano da casa è arrivata ad inizio 2023 con il viaggio in Australia. “Penso che una delle sorprese più grandi per me sia quanto sia importante il tennis all’estero. Negli Stati Uniti non è nemmeno tra i tre sport più praticati. Più andavo avanti nel torneo, più il pubblico australiano iniziò davvero a tifare per me come se fossi uno di loro. È stato pazzesco: ero così lontano da casa, ma la gente sapeva chi ero”.

Shelton in breve tempo ha potuto sperimentare la differenza tra il tennis del college, che vive in una logica di squadra, a quello del circuito. ”È l’unica volta nella tua vita tennistica in cui hai un team a lungo termine. Il tennis è uno sport individuale e può essere uno sport solitario, ma al college avevo 10 o 11 compagni di squadra che erano tutti i miei migliori amici”.

Un ragazzo istrionico sul campo ma la sua vita durante il college non era quella del tipico studente: “Ho cercato di ridurre al minimo le feste. Ogni tanto mi piace uscire, vedere gente e fare cose diverse, ma in una giornata normale, sto bene anche restando a casa. Non mi piace andare in posti sovraffollati e rumorosi. Non sono mai stato a un concerto in vita mia.”

Giovane ma che non ha paura del grande pubblico: “ Sul campo da tennis non penso a dove mi trovi o alla folla che mi sta intorno. Credo di dare il meglio di me quando gioco davanti a un grande pubblico, adoro tutta quell’atmosfera.”

Lo statunitense non ha paura del grande pubblico e ha un piano chiaro per la sua carriera: “ So che non sono perfetto. Ho dei difetti e molto da migliorare, ma è questo che mi motiva a continuare a lavorare. Non posso fare grandi cose in questo gioco se non lavoro duro, o più duramente, di chiunque altro là fuori. Sono una persona competitiva. Voglio vincere ogni partita. Voglio battere chiunque si trovi dall’altra parte della rete”.

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