Un cerchio che si chiude. Naomi Osaka si presenta all’Australian Open 2022 da numero 14 al mondo. Si spinge sino al terzo turno e viene sconfitta al fotofinish, al tie-break del set decisivo, da Amanda Anisimova, che ha poi la meglio su di lei anche al primo turno del Roland Garros nella stessa stagione. Tre anni e mezzo dopo da quel match a Melbourne, ecco le due ritrovarsi di nuovo faccia a faccia in semifinale allo US Open. L’esito è sempre lo stesso: vittoria della 24enne statunitense. Ma se la sconfitta australiana finì per essere un tuffo nel baratro per Naomi, quella newyorchese non può far altro che stimolarla a tornare quella di un tempo. Per farla semplice, tre anni fa la freccia era rivolta verso il basso, ora punta in alto. E, neanche farlo apposta, dal prossimo lunedì la 27enne nipponica ricoprirà la posizione numero… 14 nel ranking. Destino.
Luce, buio pesto e voglia di tornare
Nel febbraio del 2021 Osaka vince il suo quarto Slam, il secondo Australian Open dopo quello intascato nel 2019 e il quarto Major considerando anche i titoli allo US Open 2018 e 2020. È ancora lì tra le migliori tenniste al mondo. Ma il prosieguo dell’annata non va come previsto. “E’ dura giocare quanto senti di avere un tennis di bassa qualità”, fa sapere Naomi a seguito di una delle sue brucianti sconfitte in quella stagione. Alcune soddisfazioni extra-campo la riempiono di gioia: il premio ai Laureus Awards, la possibilità di essere tedofora alle Olimpiadi di Tokyo. Ma dentro di lei si stanno piano piano insinuando dei demoni.
Al Roland Garros decide di non rilasciare conferenze stampa perché le persone, in questo caso i giornalisti, “non hanno il minimo riguardo verso la salute mentale degli atleti”. La multa non tarda ad arrivare. Così come il ritiro dal torneo, dopo aver vinto il primo turno, e la rivelazione di soffrire già da tempo di episodi depressivi. Molti atleti le mostrano il proprio supporto, ma la miccia lanciata da Naomi a Parigi diventa ben presto un fuoco ardente. Allo US Open Osaka perde al terzo turno e decide di prendersi una pausa.
Torna in campo già all’inizio del 2022, stupendo persino se stessa. Quindi il match contro Anisimova a Melbourne e, una volta per tutte, la messa in chiaro di uno degli aspetti più scontati, ma spesso dimenticati, dello sport in generale: “Non sono Dio, non posso vincere ogni partita”, afferma la nipponica, che dopo il torneo scivola oltre la 70esima posizione nel ranking. Per sua scelta decide di giocare pochi tornei, e in questi vorrebbe brillare il più possibile. Arriva in finale al WTA 1000 di Miami, dove perde in due set contro Iga Swiatek. E sembra che qualcosa stia cambiando, dato che questo risultato la riporta in top 40. Invece no, perché per la restante parte della stagione ottiene più sconfitte che vittorie.
Si separa dal coach Wim Fissette e a fine anno decide di parlare apertamente di salute mentale in mondovisione. Tutti si aspettano il suo ritorno a inizio 2023, ma i suoi piani sono altri e a inizio gennaio rivela che diventerà mamma. A luglio partorisce una bambina, Shai. “L’assenza mi ha fatto apprezzare cose che davo per scontate”, afferma la nipponica qualche settimana dopo la nascita di sua figlia. Naomi non si fa attendere e torna subito in campo ad allenarsi. Pronta come non mai per ricominciare la seconda parte della carriera in concomitanza con l’inizio del nuovo anno: il 2024.
Non tutto va come previsto
Il rientro non è però come lei e tutto il mondo si aspettavano. La campionessa non sembra più avere l’istinto vincente e fatica come non mai a tornare ai livelli che le appartenevano. Il miglior piazzamento dell’annata finisce per essere il quarto di finale al WTA 1000 di Doha e la miglior vittoria è quella contro l’allora numero 10 al mondo Jelena Ostapenko all’esordio dello US Open. A fine dicembre Osaka si ritrova attorno alla 70esima posizione in classifica.
“Giocherò per mia figlia e voglio vincere altri Slam”, le sue parole un anno prima, quando era rientrata nel circuito di nuovo a fianco di Wim Fissette. Qualche lampo della Osaka degli antichi fasti lo si è visto al Roland Garros, con quella straordinaria partita persa con match point a favore contro Iga Swiatek. Ma la linea di fondo mostra una Naomi perlopiù in difficoltà. “Sono delusa, ma convinta che il lavoro che sto facendo porterà a qualcosa”, dichiara a seguito dello Slam newyorchese. Sente di aver bisogno di aria fresca e decide così di lasciare la guida dello storico coach per abbracciare i consigli di Patrick Mouratoglou.
Quindi eccoci al 2025, che l’ex numero 1 al mondo inizia al meglio, raggiungendo la finale al 250 di Auckland, dove purtroppo è costretta a ritirarsi dopo aver vinto il primo set. “Se non raggiungo una certa classifica non giocherò per molto”, è il monito che dà Naomi a sé stessa e al mondo in vista della stagione attuale. Piano piano qualche vittoria in più arriva e con queste alcuni risultati di rilievo, come il quarto di finale al WTA 1000 di Miami e i terzi turni all’Australian Open e a Wimbledon. In ogni caso, niente a che vedere con la Osaka di un tempo. Gioca e vince un Challenger 125 a Saint-Malo e per mesi cerca la cosa più importante che le manca: la fiducia.
Nel frattempo, la mente vola: “Voglio il Roland Garros e Wimbledon per fare il Grande Slam”, afferma in febbraio. I mesi passano e la nipponica si costruisce settimana dopo settimana una condizione fisica sempre migliore. Mette in piedi tornei discreti e in altri finisce – come nel caso del Roland Garros in cui lascia la conferenza stampa in lacrime – per abbandonare tristemente la scena, quasi bloccata dai momenti topici che una volta erano pane per i suo denti. Ma non sa ancora ciò che l’estate americana le riserverà.
Le stimmate della campionessa
Torna in campo in Nord America, ma sotto la guida di un altro allenatore: Tomasz Wiktorowski, l’ex coach di Swiatek. E arrivano subito i fuochi d’artificio. Da numero 49 al mondo Osaka sconfigge quattro top 30 al WTA 1000 di Montreal e si arrende in finale alla favola di Victoria Mboko. “L’anno scorso ero troppo concentrata sulle vittorie, forse volevo troppo”, dichiara Naomi durante il percorso nel torneo canadese. “Sono più sicura di me”, aggiunge.
Poi lo US Open e la conferma di una condizione ritrovata non solo a livello tennistico, ma anche e soprattutto per quando riguarda la convinzione nei propri mezzi. Le vittorie contro Daria Kasatkina, Coco Gauff e Karolina Muchova sono una ventata di aria fresca per Osaka, che riesce a mettere da parte il nervosismo inziale per lasciare spazio al tennis. Al suo tennis. “Non ho mai pensato al ritiro, ho sempre creduto nel ritorno ad alti livelli”, rivela in una delle sue ultime conferenze stampa. L’amore per il tennis è tornato ai suoi massimi storici, se non addirittura maggiore rispetto a una volta. E nonostante la dolorosa sconfitta in semifinale, Naomi vede il bicchiere mezzo pieno.
“Non sono triste, sento di aver fatto il meglio che potevo”, le sue parole dopo il match. “È stato difficile tornare a giocare i Challenger, ma sono stata disposta ad accettare la fatica”. Ora il percorso continua. Naomi, per la prima volta dall’Australian Open 2022, dal prossimo lunedì tornerà in top 15, zona del ranking che le spetta. Dal 14esimo posto che occupava nel gennaio di tre anni fa alla stessa piazza che ricoprirà il prossimo 8 settembre 2025, Osaka è diventata un’altra persona. Ha superato momenti difficili, è diventata mamma, ha voluto tornare a giocare a tennis e con i suoi tempi è riuscita e sta riuscendo a ottenere finalmente il meritato successo. Come solo i veri campioni sanno fare.
