Rio 2016, italiani: l'azzurro splende ancora, un magnifico Fognini supera Paire

Olimpiadi

Rio 2016, italiani: l’azzurro splende ancora, un magnifico Fognini supera Paire

Quarta giornata di incontri ai Giochi di Rio. Fognini ci mette il cuore, annulla due match point e vince al tiebreak del terzo. Poi si rifiuta di parlare con Ubitennis, scusandosi con Vanni Gibertini. Seppi non ci prova neanche, Nadal vince con un doppio 6-3. Kasatkina cresce, nulla da fare per Errani sconfitta in due set. Audio Seppi, Nadal e Kasatkina

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La giornata di ieri

F. Fognini b. B. Paire 4-6 6-4 7-6(5) (Emmanuel Marian)

 

Stat Fognini Paire

È noioso anche per noi cominciare sempre allo stesso modo, anche una partita così piena di emozioni. Ma al termine di un incontro che Fognini aveva prima perso, poi riacciuffato, ancora perso quando ha annullato due match point e infine vinta al tiebreak, l’italiano ha parlato con tutti tranne che con Ubitennis, scusandosi con Vanni Gibertini perché “mi dispiace che ci vada di mezzo lei”. Ai lettori il giudizio, noi torniamo alla partita.

Una battaglia all’ultimo sangue tra due bizzarri talenti, verrebbe da dire. Il court 2 si è trasformato in un circo per il match di secondo turno tra il nostro Fabio Fognini e Benoit Paire; un circo fatto di improvvisi fuochi d’artificio e disperate sventatezze, utili a incendiare una tenzone che deve’essere stata spassosissima per gli spettatori, pochini, non coinvolti da questioni patriottiche. Italiani e francesi, invece, hanno vissuto un drammone sportivo gravato dallo spettro dell’ignoto: nessuno, fino alla stretta di mano finale, si sarebbe potuto ragionevolmente dire certo della vittoria di un contendente piuttosto che dell’altro. “Fognini è anche più pazzo di me“, aveva dichiarato Paire in un’intervista rilasciata qualche tempo fa. La questione, evidentemente, dà un certo qual fastidio a Benoit, che ha messo tutto l’impegno possibile per sorpassare il tennista ligure in questa speciale classifica.

Fogna parte male e cede a zero il servizio nel game inaugurale, complice una palla corta da urlo di Paire che è una dichiarazione d’intenti. L’azzurro sparacchia e ostenta un linguaggio del corpo poco rassicurante. A rassicurarsi è invece Benoit che, continuamente foraggiato dagli altrui regali, può mettere in pratica a cuor leggero le proprie ardite risoluzioni. L’estemporaneo avignonese si porta rapido sul quattro a zero cavalcando un terrificante parziale di sedici punti a due mentre Fognini, sempre più indispettito, scuote la testa e minaccia ripetutamente di violenze la malcapitata Babolat. Servirebbe un po’ di calma, qualità certamente non primaria nella palette caratteriale del ragazzo, eppure Fabio inizia a dare qualche segno di risveglio, seppur scostante. Finalmente nel quinto gioco muove lo score, e in quello successivo recupera uno dei due break perduti. Non gioca come vorrebbe, e alcune colorite espressioni che seguono i frequenti colpi malriusciti lo evidenziano: “Mi viene voglia di spaccare tutto”, esclama nel settimo gioco, subito prima di commettere il doppio fallo che gli costa un altro turno in battuta. Fogna, ora sotto per cinque a due, sfoga la frustrazione lungamente covata mettendo a segno un fuori campo che gli costa un warning ma lo rimette al mondo. Per recuperare il set è tardi, anche se si ha l’impressione che il taggiasco, mettendoci un pizzico di attenzione in più, potrebbe far partita pari. La rimonta del numero 40 ATP si ferma sul 5-4 e 15-0 esterno, ma l’andazzo della partita sembra mutato.

L’inizio del secondo set non parrebbe dare questa impressione, a dirla tutta, perché Paire borseggia subito il servizio all’italiano dopo un punto da cinema sulla palla break; un pazzesco recupero su smorzata di Fognini seguito da gran volée dorsale a vanificare il lob tentato da quest’ultimo. Il tennista azzurro ha però cambiato atteggiamento e riesce a riemergere assestando subito il contro break, da quel momento concedendo un solo punto al servizio nell’intera seconda frazione e dando la netta impressione di esserne in controllo. Il ritrovato buonumore del nostro portacolori si palesa alla fine del nono gioco quando, con la gentile collaborazione di un attore consumato qual è il barbuto francese, esalta il pubblico con un siparietto comico: il suo recupero è facile preda di Benoit che deve solo appoggiare dall’altra parte del net, ma vista la compromessa situazione del game il numero 32 del mondo decide di chiudere con un colpo in mezzo alle gambe al salto che termina lungo. Sullo slancio Paire finisce nel campo dell’italiano e i due vanno a sedersi affiancati, mentre Fogna offre il “cinque” all’avversario in segno di approvazione. Tuttavia, la sedicesima testa di serie del torneo olimpico perde il sorriso nel decimo game, quando un propositivo Fognini piazza la zampata in risposta nel momento più opportuno: si va al terzo.

Il favorito, a questo punto, sembra il ligure, che scatta tenendo ancora a zero il primo turno in battuta del parziale decisivo, ma qualcosa all’improvviso si rompe. Il francese ritrova d’incanto il pestifero rovescio mentre Fabio, persi un paio di punti alquanto sfortunati, si disunisce, finendo in un batter d’occhio con la testa sott’acqua. Sul 3-1 Francia e 0-30 con l’ex numero 13 del mondo al servizio sembra finita, ma Fabio, che nel frattempo ha chiesto l’intervento del trainer per un presumibile problema all’adduttore, anche grazie a una clamorosa demi-volée rovescia giocata con le spalle rivolte alla rete rimane in vita. Sul 5-3 piazza un gran game in risposta e si procura la palla break che riaprirebbe tutto, ma Benoit trova tre servizi vincenti che profumano d’intervento divino. Fabio però adesso lotta, cerca di procrastinare la stretta di mano, mette tutto sé stesso. Salva anche due match point nell’interminabile nono gioco durato venti punti per concedersi un’estrema possibilità e viene premiato. Intento a servire per il match Paire è preso d’assalto, finisce sotto 0-30 con il dritto che torna ballerino come nei momenti bui, si salva dallo 0-40 con un pallonetto irreale quando ormai era spacciato ma infine cede, e pochi minuti dopo deve tornare in battuta per guadagnare almeno il tie break, che in effetti agguanta. Nel gioco decisivo il francese esordisce piazzando un mini break, ma cede quattro punti consecutivi che somigliano a una condanna. Fabio si issa sul 6-3 con tre match point a disposizione: Benoit annulla il primo con il servizio e sul secondo il falco decreta fuori di mezzo millimetro un rovescio altrimenti vincente dell’italiano. Rimane una possibilità che Fogna si gioca con la seconda; Paire prova a sparigliare e avanza, ma viene infilato dal passante lungo linea definitivo.

Fognini ha vinto perché ha resistito un minuto più del solito alla malia dell’autodistruzione. O forse, più prosaicamente, perché per una volta ha capito che nulla è perso finché non è perso davvero, e che le cose umane, anche giunte al loro più basso punto di miseria, a un certo punto devono risalire la china dal lato opposto. Si faccia coraggio, Fabio, e soprattutto si rilassi: nel prossimo turno affronterà Murray, e non sarà certo lui ad avere molto da perdere. I precedenti, peraltro, parlano di due vittorie a testa e ricordano quella che resta l’impresa più bella nella carriera del Nostro, la sfolgorante vittoria in Coppa Davis, nella primavera del 2014, davanti al Golfo di Napoli.

 

[3] R. Nadal b. A. Seppi 6-3 6-3 (Raffaello Esposito, erresse)

Stat Nadal Seppi

Andreas Seppi, se non alle Olimpiadi,, quando? Il cemento lento di Rio, quasi un ossimoro oltre la rima, non favoriva certo il tennista italiano, che quest’anno ha ottenuto i migliori risultati di una stagione opaca sull’erba di Halle e Nottingham, dove ha raggiunto rispettivamente i quarti e le semifinali. Ma la possibilità di fare di più contro un Rafael Nadal che ha rivisto il campo solo in Brasile dopo il ritiro choc di Parigi c’erano tutte. Forse era utopia pensare di bissare l’unica vittoria ottenuta in sette precedenti – Rotterdam 2008 – ma da chi era stato capace di battere Federer agli Australian Open era forse lecito attendersi di più.

Invece Andreas non è mai stato in partita, anche se un paio di scambi spettacolari alla fine li ha vinti lui. Con uno era persino andato a conquistarsi la seconda (e ultima)  palla break, che aveva fatto sobbalzare dalla sedia tutto l’angolo azzurro. Ma non era giornata, a Nadal in fondo bastava tenere la palla lunga perché o Andreas accorciava oppure, se prendeva un rischio l’altoatesino, la palla cadeva ovunque tranne che all’interno del campo di gioco. Nonostante un Seppi così indolente, Rafael Nadal che in altri tempi avrebbe travolto l’avversario, ha appena fatto il suo, cercando di non forzare troppo – anche perché ha capito subito che non ne aveva troppo bisogno – e provando qui e lì un dritto dei tempi che furono o un rovescio aggressivo “moderno”. Ne ha approfittato Rafa per testare anche questo suo nuovo gioco aggressivo, meno piantato sulla linea di fondo, pronto a venire avanti non appena lo scambio diventava più corto. Non è andata malissimo, ma servono altri test, magari più impegnativi. Nonostante tutto questo la partita non è stata né bella né avvincente, visto che mai il risultato è stato realmente  in dubbio. Nadal è andato subito 3 a 0 e anche se ha faticato a tenere il servizio e ha dovuto annullare l’unica palla break del primo set. Da lì l’andamento regolare del punteggio, con una opportunità per Rafa di chiudere col doppio break –  più che del gioco di due atleti solidi era il risultato di mille titubanze. A parità di problemi non poteva che vincere il più forte.

Secondo set ancora più sconclusionato, Rafa andava avanti 2 a 1 dopo che non gli era riuscito il break nel primo game, e poi teneva il 4 a 2, il gioco più spettacolare del match, partendo da 0-30 e salvando la palla break di cui abbiamo accennato in apertura. La partita continuava ad essere poco bella, con Seppi che davvero faceva fatica a tener dentro il rovescio, e Rafa non aveva bisogno di chiudere col servizio perché nel nono game, dopo che Seppi aveva annullato un primo match point con un dritto finalmente profondo, al secondo pure gli dei hanno deciso che ne avevano abbastanza e hanno fatto morire un rovescio dello spagnolo sul nastro, facendolo cadere nella parte azzurra. Giusto così, ma con Simon c’è il sospetto che non sarà così semplice per lo spagnolo.

Per l’Italia purtroppo si prospetta la fine dei giochi, considerato quanto è indietro Fognini. Speravamo che lo spirito olimpico, che qualche soddisfazione agli outsider sta finendo per darla, potesse inverarsi anche tra i nostri. Magari nel doppio.

D. Kasatkina b. S. Errani 7-5 6-2 (Tommaso Voto)

Stat Errani Kasatkina

Il sogno olimpico, almeno in singolare, di Sara Errani si infrange sul talento e l’esuberanza della russa Kasatkina, che vince in due set ed accede ai quarti di finale. La prestazione dell’azzurra è stata tutto sommato positiva, considerando anche che, negli ultimi mesi, Sarita aveva perso fiducia nel proprio gioco e si è presentata a Rio con molti dubbi e poche certezze. Ora le speranze di medaglia per il tennis italiano (che non sale sul podio dal 1924, quando a Parigi Uberto De Morpurgo vinse il bronzo), sono tutte sul doppio, perché Errani e Vinci (ma anche Fognini e Seppi che sono ai quarti), con la caduta delle sorelle Williams hanno la possibilità di arrivare quantomeno in semifinale. La ricomposizione delle Cichis (voluta fortemente dal presidente del Coni Malagò per queste Olimpiadi), dopo la traumatica separazione avvenuta nel marzo del 2015, è stata certamente un azzardo calcolato, ma non va dimenticato che le due ragazze, insieme, hanno scritto pagine indelebili per il tennis azzurro. Infatti Errani-Vinci cercano la “ciliegina sulla torta”, ovvero quella medaglia olimpica svanita a Londra 2012 (persero dalle Williams), che può rappresentare l’ultimo tassello di una carriera straordinaria, infatti sono state n.1 del mondo di specialità ed hanno vinto 5 Slam e ben 22 titoli WTA.

È stata una partita intensa, in cui Errani ha cercato di variare il gioco e di tenere la sua avversaria lontano dalla linea di fondo. Questo schema ha funzionato nei primi game, poi il lift dell’azzurra ha perso di intensità e la giovane russa ha iniziato a colpire con continuità, sia di diritto che di rovescio. Daria non soffre i rimbalzi alti, perché sale bene sulla palla ed esegue anche il rovescio in salto. Kasatkina è una tennista di prospettiva, il suo gioco non è monocorde ed improntato alla ricerca esclusiva della potenza. C’è un uso sapiente delle variazioni di ritmo, soprattutto con il topspin di diritto, e soluzioni tattiche non banali. A questo bagaglio tecnico la russa associa un comportamento in campo irreprensibile e decisamente educato, è raro vederla scivolare in atteggiamenti stizziti o scomposti. Questa ascesa è iniziata già nel 2015, quando ha chiuso l’anno al n.72 del mondo dopo aver scalato ben 298 posizioni, tanto che la rivista Sport Illustrated la sceglie come rookie of the year. È dotata dal punto di vista difensivo, infatti in passato si è ben comportata sulla terra battuta, su cui ha vinto il Roland Garros juniores nel 2014. Sa anche variare con il rovescio ad una mano, che trasforma in smorzata, soprattutto incrociata. Mentre il diritto inside out è una variante costante dei suoi schemi d’attacco, che comportano sempre una costruzione del punto attraverso una serie di cambi di angolazione. Alla russa manca il colpo definitivo, ma nel complesso il suo sistema di gioco è solido ed incisivo, infatti contro Errani è riuscita sempre a trovare la contromossa giusta. Sono stati due gli elementi decisivi di questa vittoria della ragazza di Togliattigrad (città russa denominata così nel 1964 in onore del segretario del PCI appena scomparso): il primo è stato sicuramente lo scarso rendimento al servizio dell’azzurra, che in risposta è stata investita dalla sua avversaria in mondo praticamente chirurgico. Il secondo aspetto su cui Kasatkina ha inciso è stata la profondità dei colpi da fondo campo, in quanto la russa ha sempre cercato di tenere alto il ritmo con entrambi i fondamentali al rimbalzo, mentre l’azzurra, soprattutto con il rovescio, ha spesso giocato “corto”.  Le sue parabole alte e lente non hanno rappresentato un problema per la sua avversaria, che ha affondato alla prima possibilità con il diritto ribaltando così l’inerzia dello scambio.

L’emozione frena Daria, che ha un inizio incerto al servizio, infatti scivola subito sotto 0-40 e sembra soffrire il lift della Errani. Con l’aiuto di un paio di accelerazioni Kasatkina neutralizza il pericolo e conquista il primo gioco. Con il passare dei minuti la n.27 del mondo prende coraggio e conquista il break, anzi si porta sul 3-0, ma Sara ha molti rimpianti, in quanto fallisce ben 5 opportunità del controbreak. Si gioca a folate, la russa spinge molto di diritto, mentre Errani prova qualche variazione, come il drop shot, su cui Kasatkina arriva molto appesantita. Al sesto tentativo la romagnola strappa la battuta alla sua avversaria ed è 3-3, che è tutto sommato un punteggio giusto considerando le forze in campo. Le due tenniste si stabilizzano, si vedono lunghi scambi e cambi di fronte, in cui però è sempre la russa a fare la prima mossa. Del resto Errani ha un gioco di attesa, mentre la sua avversaria prova a muovere maggiormente la palla con il lungolinea o con angoli stretti di rovescio. Il nono gioco è la svolta, perché Kasatkina fallisce più volte la palla del 5-4 e con un errore banale concede la palla break. Sara è una tennista tatticamente evoluta, infatti si costruisce bene il punto e si conquista il diritto di servire per il set. La russa si scuote e torna ad essere aggressiva, infatti mette subito in crisi l’italiana in battuta e conquista un insperato controbreak. L’andamento della tennista russa è pieno di alti e bassi, alterna colpi straordinari ad errori banali e di precipitazione. Nell’undicesimo game dal 40-0 sembra tutto tranquillo per Daria, ma Errani non arretra di un centimetro e si conquista due opportunità di break (bellissimo il drop shot con cui Sara si porta ai vantaggi). È un game molto intenso, che la n.27 del mondo risolve con un ace e con un urlo quasi liberatorio. Ora tutto il peso della responsabilità è sul servizio dell’italiana, che è costretta ad annullare 3 set point. Il primo è un errore clamoroso della russa, che a campo aperto affossa un diritto in rete, mentre nel secondo caso è straordinaria Errani a rovesciare uno scambio che sembrava perso. Ma è una risposta fulminante di rovescio a certificare il set a favore della Kasatkina, che si chiude con il punteggio di 7-5. Sebbene l’italiana metta il 95% di prime in campo, non è mai riuscita a giocare con tranquillità da fondo campo, mentre la russa ha pagato qualche svarione di troppo.

Anche nel secondo parziale le dinamiche non cambiano, Errani cerca di rimandare tutto dall’altra parte in attesa di qualche gratuito della russa. C’è un break ed un controbreak immediato, ma l’italiana è troppo discontinua e subisce gli affondi lungolinea della Kasatkina. È il servizio il problema strutturale di Sara, perché pur tenendo una percentuale altissima di prime in campo (che superano il 90%), non riesce mai ad ottenere punti immediati, ma è sempre costretta a difendersi. In pochi minuti la russa è sul 3-1, ma manca nuovamente l’affondo decisivo e l’ex finalista del Roland Garros, con l’ennesima palla corta del match, ottiene il controbreak. Si lotta punto a punto, Errani prova a rallentare ma, di rovescio, la russa è in grado di trovare il vincente da ogni angolazione. Dal 3-2 c’è lo sprint decisivo della Kasatkina, che prende il sopravvento in ogni settore del campo e si qualifica per i quarti di finale del torneo olimpico, dove troverà la statunitense Keys, che in precedenza aveva battuto la spagnola Suarez Navarro.

(in aggiornamento)

Risultati:

[3] R. Nadal b. A. Seppi 6-3 6-3
[16] B. Paire vs F. Fognini
D. Kasatkina b. S. Errani 7-5 6-2

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evidenza

L’Ucraina rimanda la decisione sul boicottaggio di Parigi 2024, mentre aumenta il pressing politico sul mondo dello sport

Venerdì prossimo i Ministri dello Sport europei si incontreranno a Londra per discutere la questione dell’ammissione di atleti russi e bielorussi sotto bandiere neutrali. Ma Kiev avverte: “Noi siamo fortemente contrari finché la guerra non cesserà”

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Thomas Bach, Presidente CIO (foto Twitter @iocmedia)

Il Comitato Olimpico Nazionale Ucraino (NOCU) ha rimandato la decisione su un eventuale boicottaggio delle prossime Olimpiadi di Parigi 2024, nel caso in cui venga confermata dal CIO la partecipazione degli atleti russi e bielorussi alla rassegna a cinque cerchi. Il rinvio di tale presa di posizione è stato conseguenza della mancata “ufficialità” dell’iniziale apertura proposta dal Comitato Olimpico Internazionale e risalente allo scorso 25 gennaio. Inoltre, da Kiev non si sono voluti esprimere compiutamente prima della riunione che si terrà venerdì prossimo – il 10 febbraioa Londra tra tutti i Ministri dello Sport dei Paesi europei. Il NOCU, dunque, per ora si è unicamente limitato ad approvare quei piani programmatici propedeutici ad infondere pressione sui vari dirigenti dei diversi comitati olimpici di tutto il mondo, per raggiungere il proprio obbiettivo: l’esclusione degli atleti di nazionalità russa e bielorussa dai Giochi Olimpici che andranno in scena nell’estate 2024.

Vadym Guttsait, Ministro dello Sport ucraino nonché Presidente del Comitato Olimpico Nazionale dell’Ucraina, ha spiegato che i membri dell’assemblea del NOCU hanno votato a favore di “consultazioni sulla prevenzione della partecipazione di atleti russi e bielorussi a tutte le competizioni internazionali e di un possibile boicottaggio dei prossimi Giochi Olimpici“. Il capo dello sport ucraino ha poi proseguito affermando: “L’idea del CIO sarebbe quella di permettere la partecipazione di sportivi russi e bielorussi a Parigi 2024 in quanto ‘atleti neutrali’, quindi privi di bandiere e inni nazionali. Noi siamo fortemente contrari a questa eventualità, finché la guerra non cesserà“.

Il NOCU si riaggiornerà per ridiscutere la questione, con un’assemblea straordinaria indetta ad hoc, tra due mesi.

 

IL VERTICE DI LONDRA

Ma come già preannunciato ad indirizzare la contesa in una direzione o nell’altra e quindi potenzialmente a far saltare definitivamente i cocci del vaso, potrebbe essere il vertice che andrà in scena tra meno di sette giorni nella capitale britannica. Il vertice di tutti i Ministri dello Sport delle nazioni del Vecchio Continente per cercare di dirimere una volta e per tutte l’annosa questione. A rivelare l’importanza di tale incontro, è lo stesso Guttsait nel corso della conferenza stampa a latere dell’assemblea del NOCU che ha rinviato ulteriormente la decisione sul boicottaggio: “La Gran Bretagna riunirà un vertice dei Ministri europei dello Sport per venerdì prossimo con l’obiettivo di discutere la questione dell’ammissione di russi e bielorussi. I capi dei Comitati olimpici nazionali di Lituania, Lettonia e Polonia sostengono l’Ucraina, questi tre Paesi hanno difatti già fatto una dichiarazione in tal senso“.

Dunque come si può facilmente dedurre, l’Ucraina è stata già supportata da altre tre nazioni europee nella richiesta al CIO di escludere russi e bielorussi da Parigi 2024. Il NOCU ha inoltre inviato al Presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach, ma anche alle Federazioni Internazionali delle varie discipline e ai vari Comitati Olimpici Nazionali, una serie di lettere formali volte a sollecitare il mantenimento in vigore delle sanzioni ai danni della Russia e della Bielorussia fin quando il conflitto non terminerà. Il Ministro dello Sport ucraino ha poi proseguito il suo intervento: “Tutto dipende da noi dirigenti sportivi – non solo dai membri del NOCU – e da come lavoreremo, perché non esiste una decisione ufficiale sulla partecipazione di sportivi russi e bielorussi a determinate condizioni. Dobbiamo intervenire tutti in questo processo, i comitati olimpici nazionali e i presidenti di tutte le federazioni. Dobbiamo lavorare su questo tema perché non dipenda solo dal CIO, ma anche dalle Federazioni internazionali di ogni sport. È molto importante che ogni membro della nostra famiglia olimpica lavori sulla propria posizione e metta in evidenza che non si possano vedere ed incontrare gli sportivi russi e bielorussi in competizioni internazionali“.

INTANTO BACH DICE NO ALL’INVITO DI ZELENSKY A BAKHMUT

Nel frattempo, le pressioni dell’Ucraina continuano su tutti i livelli. Per ora però con alterne fortune, infatti il Presidente del CIO Bach ha rifiutato l’invito del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky a far visita alla località di Bakhmut, una delle città colpite più duramente dalla guerra. Ciò è stato reso noto dallo stesso CIO tramite comunicato stampa, secondo cui: “al momento non esiste in programma un ulteriore viaggio in Ucraina“.

Zelensky aveva invitato Bach per mostrargli: “con i propri occhi che la neutralità non esiste“. L’ultima visita del Presidente del CIO nel Paese dilaniato dal conflitto risale allo scorso luglio. Va comunque precisato, che lo stesso Bach aveva espresso senza dubbi che a livello generale, quindi politico ed economico ma non a carattere sportivo, “le sanzioni contro i governi russi e bielorussi non sono negoziabili. Perché sia chiara una cosa, non stiamo parlando di atleti russi e bielorussi ma di atleti neutrali che rispettano le rigide condizioni che abbiamo stabilito, inclusa l’assenza di identificazione con il loro Paese e il con il loro Comitato Olimpico Nazionale ma anche il pieno rispetto delle norme anti-doping“.

LA POSIZIONE DEI COMITATI OLIMPICI DI STATI UNITI E PAESI BALTICI

Nelle ore che hanno preceduto la riunione del NOCU si sono registrate anche le prese di posizione dei Comitati Olimpici di altre nazioni. In particolare gli Stati Uniti sostengono il ban degli sportivi russi e bielorussi dalle prossime Olimpiadi di Parigi 2024, a meno che non sia “assolutamente chiaro” che non rappresentino i loro Paesi di appartenenza. Lo ha annunciato la portavoce della Casa Bianca Katerine Jean-Pierre.

Sulla stessa linea, i Paesi Baltici con la Lettonia, la Lituania, l’Estonia e la Polonia forti e unite nel sostenere con decisione l’incessante richiesta dell’Ucraina di bandire – senza dunque alcun trattamento più morbido – i russi e i bielorussi dalle competizioni internazionali, compresa ovviamente la più importante di esse: i Giochi Olimpici. I Ministri dello Sport delle quattro nazioni sopra citate, in una nota congiunta si sono espressi contrariamente alle aperture del CIO perché consentono: “allo sport di essere utilizzato per legittimare le decisioni politiche distogliendo così l’attenzione dall’aggressione contro l’Ucraina“.

La pressione politica dell’Ucraina sulla questione è tuttavia attiva da diverse settimane, con svariati esponenti di spicco politici e atleti pronti a seguire la parola di Zelensky: “Non esiste neutralità quando è in corso una guerra come questa. E sappiamo quante volte le tirannie cercano di usare lo sport per i loro interessi ideologici“.

Questo invece l’intervento in merito alla vicenda della portavoce della Casa Bianca: “La sospensione degli organi di governo nazionale dello sport di Russia e Bielorussia dalle Federazioni sportive internazionali, la rimozione di individui strettamente allineati con gli stati di Russia e Bielorussia, inclusi funzionari governativi, ma anche coloro che godono di posizioni di influenza in federazioni sportive internazionali, come consigli di amministrazione e comitati organizzativi; sono interventi imprescindibili per rispondere compiutamente alle barbarie commesse dalla Russia. Inoltre in questi mesi si è reso anche necessario incoraggiare le organizzazioni sportive nazionali ed internazionali a sospendere le trasmissioni di competizioni sportive in Russia e Bielorussia. Quindi, se atleti russi e bielorussi dovessero partecipare alle Olimpiadi deve essere assolutamente chiaro che non rappresenteranno la Russia o la Bielorussia. Anche l’uso di bandiere, emblemi o inni deve essere vietato“.

Anche campioni dello sport continuano a far sentire la loro voce contraria alla partecipazione di russi e bielorussi a Parigi 2024, l’ultima in ordine di tempo è stata Elina Svitolina.

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Flash

Olimpiade Parigi 2024: la finale maschile si giocherà al meglio dei 5 set

A Parigi, nello stadio del Roland Garros, la medaglia d’oro maschile verrà assegnata come in una finale Slam

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Court Philippe-Chatrier - Roland Garros 2022 (foto Roberto Dell'Olivo)

Le prossime Olimpiadi si terranno nel 2024 a Parigi e per i tennisti sarà un ritorno a casa. L’impianto scelto per ospitare i tornei di tennis è ovviamente lo stesso del Roland Garros. Si giocherà sulla terra rossa come non accade da Barcellona 1992, dove a ottenere la medaglia d’oro furono lo svizzero Marc Rosset e l’americana Jennifer Capriati.All’ultima Olimpiade di Tokyo 2020, la finale è stata vinta da Alexander Zverev su Karen Khachanov 6-3 6-1. Il tedesco, nel suo percorso, battè Djokovic togliendogli il sogno del Golden Slam.

L’Olimpiade all’ombra della Tour Eiffel porta con sé anche una novità: la finale maschile che assegnerà la medaglia d’oro si giocherà al meglio dei cinque set, come avviene durante la stagione solo nei tornei del Grande Slam. Ma parliamo solo della finale: il resto del torneo, compresa la “finalina” per assegnare la medaglia di bronzo, si giocherà al meglio dei tre set.

Il presidente del comitato olimpico spagnolo Alejandro Blanco si è già sbilanciato, inserendo tra i favoriti per la vittoria della medaglia d’oro 2024 Rafael Nadal, già vincitore dell’oro a Pechino 2008 in singolare, e in doppio a Rio 2016 con Marc Lopez: “Se ci andrà, vincerà sicuramente una medaglia”.

 

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Olimpiadi

Ubi Radio Olimpiadi – Dodicesima giornata di Tokyo 2020: la debacle delle squadre

Lo straordinario oro nell’inseguimento di ciclismo su pista rende meno amaro il peggior risultato negli sport di squadra da Monaco ’72

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Filippo Ganna e la squadra di inseguimento ha vinto una splendida medaglia d’oro nell ciclismo su pista, con una rimonta spettacolare nell’ultimo chilometro contro i campioni del mondo in carica della Danimarca.
Giornata da dimenticare per gli sport di squadra italiani: brutta sconfitta per la nazionale di pallavolo femminile, fermata 3-0 con la Serbia e autrice di una prova incerta e opaca. Sconfitto anche il settebello di pallanuoto, sempre dalla Serbia, non lasciando più nessuna squadra italiana in gara dopo i quarti di finale: non accadeva da Monaco ’72.
Le speranze sono ora concentrate sulla 10 chilometri di nuoto con Gregorio Paltrinieri, Elia Viviani nell’Omnium del ciclismo su pista e nella staffetta 4×100 metri di atletica nella quale corrono il neo campione Marcell Jacobs e la promessa Filippo Tortu.

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