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Sig.ra Barbara, per iniziare può raccontarci un po’ di storia del Nord Tennis Torino, uno dei più antichi club della città?
Il circolo tennis è nato nel lontano 1936, precedentemente l’attività svolta era il pattinaggio. Poi furono costruiti i primi campi e via via l’attività tennistica è diventata predominante. Ci sono stati molti cambiamenti in tutti questi anni. È situato nel parco più grande della città, che tutti conoscono come Pellerina (anche se il suo nome ufficiale è Carrara), facilmente raggiungibile in pochi minuti dal centro cittadino. Negli anni il circolo ha subito molte trasformazioni ed ampliamenti. Un ammodernamento recente è quello del 2004, con la costruzione di una nuova struttura doppia coperta che ospita due campi da tennis; e una manutenzione straordinaria con un intervento al bar-ristorante a disposizione dei soci. Nel 2008, inoltre, è stata realizzata una piscina estiva.
Al Nord Tennis c’è da sempre attività di alto livello, soprattutto col il torneo da 25.000 $ femminile.
Sì, è il nostro fiore all’occhiello. Lo organizziamo al femminile da alcuni anni, siamo partiti con un montepremi da 10.000 dollari, per poi crescere. Dobbiamo ringraziare il nostro main sponsor, Ma Bo – Mabele, un’azienda torinese, ma anche altri sponsor che ci stanno aiutando a crescere e sostengono le nostre attività: Auto Giannini, Betacom e la Scuola Superiore di Osteopatia Italiana di Torino. Il sogno è portarlo a 60mila di montepremi… oppure un combined da 25mila maschile e femminile. Stiamo valutando bene l’impegno, e soprattutto gli spazi, con la relativa concessione comunale che dobbiamo rinnovare. La struttura necessiterebbe di un restyling deciso, è storica ma ha bisogno di qualche intervento, ancor più se decidessimo di fare un salto di qualità col torneo internazionale.
Quando inizia il lavoro per l’organizzazione del torneo ITF, e come procedete?
È un discreto lavoro, che per fortuna abbiamo affinato e migliorato anno dopo anno con l’esperienza maturata. Per l’edizione 2018, che si svolgerà ad inizio luglio, tutto è partito nel mese di dicembre scorso. Si inizia con il contatto con gli sponsor, confermare i vecchi e cercarne di nuovi; non è affatto secondario lavorare per i molti allestimenti, i materiali, la macchine per la transportation, lo staff interno, le palle da gara, tante piccole cose che devono essere sistemate. Le giocatrici si fanno sentire più avanti per le iscrizioni. Un aspetto curioso ed interessante, perché non comune per un torneo di questo montepremi, è quello relativo alla partnership con la Scuola di Osteopatia, che per la durata del torneo mette a disposizione di tutti i giocatori ma anche del pubblico dei trattamenti gratuiti, per l’intera giornata di gara. Il nostro supervisor Guido Pezzella, con noi da molti anni, ci conferma che questo tipo di servizio non si trova nemmeno in tornei da 100mila dollari, perché il fisioterapista (eccetto che per gli infortuni in partita) lo si paga! La cosa è girata anche tra le giocatrici, è un servizio estremamente importante ed apprezzato, e questo ci aiuta a portare buone racchette qua da noi. L’anno scorso la testa di serie n.1 era 200 al mondo, non male per un torneo di questa categoria, e poi sono passate di qua Flavia Pennetta e Marion Bartoli, e l’anno scorso vinse Debora Chiesa, fresca di esordio vincente in Fed Cup. In passato c’era un evento maschile (prima del mio ingresso nel club) e sono passati giocatori importanti, come Coria e Nalbandian tanto per citarne solo un paio.
Come è strutturato adesso il club, e quanti soci avete?
Attualmente disponiamo di 13 campi, di cui due in veloce ed 11 in terra battuta. In inverno copriamo 6 campi, oltre alla struttura fissa che ci consente di giocare tutto l’anno. Completano il club la piscina estiva, la palestra, sala soci con biliardo… ed anche il Padel, una novità che sta prendendo piede anche da noi. Per ora si svolge solo all’aperto, ma è molto richiesto.
C’è voglia di crescere ed investire da parte vostra…
Assolutamente, siamo sostenuti da una grande passione, ci piace quello che facciamo e vogliamo farlo al meglio. Personalmente gioco a tennis da quando ho 10 anni, sono stata 2a categoria ed il mio sogno era diventare maestra e gestire una struttura per formare nuovi giocatori. Ci sono riuscita, quindi il mio impegno oggi è massimo, sia come direzione generale che come direttore tecnico della scuola, essendo anche tecnico nazionale. Ho molti collaboratori che mi aiutano, tanto che oggi più che stare in campo ad allenare in prima persona “giro per i campi”, supervisionando e coordinando le attività. I maestri stessi sono contenti e rendono di più con un’azione di confronto, si parla molto e si cresce insieme. Questa qualità si sente sull’insegnamento e sulla crescita dei nostri ragazzi, ne abbiamo diversi di ottimo livello.
Quindi la scuola e l’insegnamento è il focus della vostra attività?
Sì, scuola tennis ma anche corsi per adulti, che vanno estremamente bene. Attualmente i corsi serali per adulti contano 160 allievi. La scuola tennis quest’anno conta 250 ragazzi. Io entrai nel 2004, ed allora avevamo solo 60 allievi. Si è lavorato molto ed i numeri testimoniano la crescita che abbiamo avuto, direi esponenziale, anno dopo anno. Soci? Ne abbiamo ovviamente, ma siamo un club per così dire “ibrido”. Ci si può associare, con una quota annuale di 400 euro per il primo anno e non pagare i campi; oppure tesserarsi con soli 15 euro all’anno e quindi pagare l’ora di gioco. Questa formula molto conveniente permette a tutti di giocare e raccogliamo un grande numero di praticanti, tanto che abbiamo un giro di 1500 tennisti tra allievi, soci e frequentatori, con la maggioranza di non soci, ma alla fine per noi conta avere attività e presenze.
Con questi numeri, immagino avrete uno staff tecnico ben nutrito per gestire tutte le attività.
Esatto, oltre a me (tecnico nazionale) abbiamo Lorenzo Comollo, da poco diventato tecnico nazionale, Francesca Vaghetti (maestra nazionale), Matteo Molino (maestro nazionale), Martino Zaretti (istruttore di 2° grado e preparatore fisico di 2° grado), Chiara Davico (istruttore di 2° grado e preparatore fisico di 1° grado), Simone Pietroni e Alessandro Fiorito, istruttori di 1° grado. Partiamo fin da piccoli con i corsi propedeutici, da 4 a 7 anni, con attività psicomotoria. Se ne occupa Matteo Molino che è molto preparato in questo ambito, coadiuvato dagli istruttori di primo grado che sono sempre in campo con lui. Questo connubio funziona molto bene. Infatti i nostri ragazzi del 2003, che oggi sono 3.1, sono tutti nati e cresciuti qua nel club. Abbiamo anche dei classe 2006/7 che stanno arrivando e promettono. Un gran risultato è quello di aver creato negli anni una continuità di ragazzini che giocano molto, anche d’estate, con un movimento che non si ferma mai.
A livello di squadre, c’è qualcuna che vuol segnalarci in particolare?
La squadra under 14, i 2003 a cui accennavo prima, sono arrivati sesti in Italia, ottimo risultato. Quest’anno faremo nove squadre giovanili ed altre otto, come la serie D.
Intuisco che la crescita dei più giovani resta l’attività che più l’appassiona.
Sì, è un bel lavorare. I giovani danno molto ed è bello vederli impegnati in campo e crescere come tennisti e soprattutto come persone. Il punto focale della nostra scuola, oltre alla tecnica, è soprattutto educazione e comportamento. Questa è la base, poi viene tutto il resto. Siamo arrivati anche ad allontanare qualcuno per cattivo comportamento, preferiamo avere qualche allievo in meno ma con giovani educati e ben focalizzati. Purtroppo andando in giro per tornei vedo degli atteggiamenti che mi lasciano senza parole… Comportamenti assolutamente intollerabili che non vogliamo vedere sui nostri campi.
Marco Mazzoni