Cordoba Open, il ritorno ATP degli squalificati grazie alle wild card. Ma è giusto?

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Cordoba Open, il ritorno ATP degli squalificati grazie alle wild card. Ma è giusto?

Nicolas Jarry, Nicolas Kicker e gli inviti che fanno discutere

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Nicolas Kicker
 

Era il 21 luglio 2019 quando ha vinto il suo ultimo incontro a livello ATP, peraltro quello che gli ha permesso di alzare il trofeo di Bastad. Non va molto meglio estendendo il conteggio alle qualificazioni e ai circuiti minori: soltanto due vittorie nell’ultimo anno e mezzo. Il suo stop forzato del 2020 è stato più lungo rispetto a quello dei colleghi per via della squalifica di undici mesi per violazione delle norme antidoping ed è tornato a competere lo scorso novembre. Questa settimana, grazie a una wild card, il numero 1165 del ranking Nicolas Jarry è tornato a disputare un match del Tour maggiore, al Cordoba Open, riuscendo anche a vincerlo. Ne ha fatto le spese in tre set Jaume Munar, l’ex “nuovo Nadal”, appellativo che, diciamo così, non gli ha portato troppa fortuna e infatti gli spagnoli sono stati lestissimi a riciclarlo per Carlos Alcaraz: quando si dice imparare dai propri errori. Ma questo è un altro discorso.

Il bentornato al cileno Jarry si accompagna allo spinoso argomento delle wild card offerte a chi torna a giocare dopo una squalifica legata al doping. Nel caso di Nico, che approfitterà anche di altri inviti nella gira sudamericana, si era trattato di una contaminazione negli integratori acquistati in un laboratorio specializzato brasiliano: nessun dolo, quindi, e nemmeno significativa colpa, ma per evitare la sanzione avrebbe dovuto provare che “non sapeva né sospettava e neanche avrebbe ragionevolmente potuto sapere o sospettare esercitando la massima cautela” (dal Tennis Anti-Doping Programme). Una tesi difficile da sostenere dopo gli analoghi precedenti di diversi colleghi, fra cui Bellucci e Haddad Maia. Resta comunque il fatto che non c’è stata intenzione di imbrogliare, come non c’era stata (è scritto nella sentenza) nel caso di Maria Sharapova, ma ricordiamo le reazioni smodate di qualche sua collega quando ha ricevuto la wild card dagli organizzatori del torneo di Stoccarda che, sapientemente, hanno aspettato fino al mercoledì per farla esordire, poche ore dopo la fine della squalifica.

A prescindere dai singoli casi, da una parte abbiamo un invito che va a chi ha violato il regolamento anti-doping invece che a un tennista che non ha commesso infrazioni; dall’altra, la ripartenza dal basso conseguente alla classifica perduta, vale a dire dai tornei ITF se non addirittura dalle relative qualificazioni, sarebbe forse equiparabile a una sorta di prolungamento della sanzione, nel senso che si terrebbe quel giocatore lontano dai tornei del suo livello per diversi altri mesi. E probabilmente non sarebbero neppure troppo contenti coloro che lottano per emergere dalla palude di quei circuiti, costretti ad affrontare un avversario dal valore decisamente superiore. Magari non è stata la regola nel caso di Jarry che ha perso un po’ contro tutti, anche col n. 980; non però contro il giovane Camilo Ugo Carabelli, la scorsa settimana eliminato al primo turno del Challenger di Concepcion dall’ex top 40 che sta ormai recuperando il suo tennis.

Nicolas Jarry – ATP 250 Cordoba (foto via Twitter @CordobaOpen)

Il torneo di Cordoba offre anche un secondo spunto di discussione insieme alla seconda wild card che è valsa il rientro in una manifestazione internazionale per un altro tennista: l’argentino Nicolas Kicker, mancante all’appello dal torneo di Lione del maggio 2018 a causa della squalifica per match fixing. Nonostante gli allenamenti durante la pre-stagione con Schwartzman, Pella, Cuevas e Londero e il sorteggio contro il qualificato Facundo Bagnis, il ventottenne ex n. 78 della classifica è uscito sconfitto in due set. Il suo ritorno alle competizioni era tuttavia avvenuto all’inizio di febbraio in occasione delle pre-qualificazioni per l’ATP 250 di Buenos Aires, da lui scelte – secondo quanto riportano i media in lingua spagnola – in seguito alla cancellazione dell’ITF M15 di Monastir a cui era iscritto.

Dopo aver maramaldeggiato contro avversari decisamente alla sua portata, compreso l’interessante Thiago Tirante, Kicker è stato fermato in semifinale dal ventenne porteño Sebastian Baez n. 254 ATP, non riuscendo così ad accaparrarsi l’invito, in palio per il vincitore, per il tabellone cadetto dell’Argentina Open di Baires in programma dal 27 febbraio. Avido di competere, dopo la pre-Qualy ha partecipato anche al Pre-Tournament arrivando ancora più vicino alla wild card stavolta per il tabellone principale, ma Facundo Bagnis gli si è messo di traverso all’ultimo atto. Sembra tuttavia che sia stato proprio quanto mostrato nella capitale da questo Nicolas ad aver convinto gli organizzatori del Cordoba Open a volerlo sui propri campi. Fino a che non è stata assegnata l’ultima wild card per Buenos Aires (Holger Rune, dopo Bagnis e Tirante), confessiamo di aver temuto che ne riservassero una per Kicker. Invitarlo allo stesso torneo che lo ha visto perdere nelle pre-competizioni avrebbe travalicato i limiti dell’opinabilità. Limiti oltrepassati comunque a nostro avviso: liberata da Baez che entra direttamente nel main draw, arriva in extremis la wild card per il tabellone cadetto. Con il senno di poi, la sua partecipazione alla Pre-Qualy si può riassumere così: se Kicker vince, vince; se perde, vince lo stesso. The dice were loaded from the start, potrebbero canticchiare amaramente i suoi avversari sulle note dei Dire Straits.

Superiamo però questa parte e torniamo all’argomento principale, vale a dire l’opportunità di dare un grosso aiuto a chi è stato squalificato per una violazione volontaria delle regole come è il match fixing, non quindi per aver agito con colpa o senza la massima cautela. Intervistato da Enrique Cano dopo il suo esordio a Cordoba, Kicker ha parlato della ritrovata sensazione di poter “camminare per strada a testa alta” dopo aver pagato “la mia enorme cazzata con una dura sospensione”. Certo, non ha potuto godersi appieno l’incontro del rientro perché “molto nervoso e molto teso, ma felice di tornare in circuito e molto grato a Mariano Ink”, il direttore del torneo, per la wild card. Chissà invece cosa ne pensa Marco Trungelliti che nel 2018 si è sentito costretto a rinunciare ai tornei del suo Paese, emarginato quasi come se fosse una spia per aver fatto quanto gli impone il regolamento, cioè denunciare alla TIU un tentativo di corruzione; denuncia che ha fornito ulteriori elementi a un’indagine poi conclusa appunto con la squalifica di Nicolas e altri tennisti argentini. Beh, almeno Kicker si dice “molto tranquillo e senza rancore”

Nicolas Kicker

Sullo stesso argomento ma da un diverso punto di vista, si è fatta sentire anche la voce critica di Diego Schwartzman, il quale pare non aver gradito le wild card al danese Rune, classe 2003 e numero 1 del ranking junior, e al cileno Jarry (che tuttavia dovrebbe essere parte di un accordo di scambio con il torneo di Santiago). Secondo quanto riporta Sebastian Torok, Diego spiega che gli inviti sono generalmente usati dalle superpotenze del tennis per offrire visibilità, punti e possibilità di crescere ai propri tennisti; l’Argentina, pur non essendo una superpotenza, ospita due tornei ATP, ma c’è un problema: “Purtroppo i proprietari dei tornei sono aziende straniere che molte volte decidono di dare le wild card a stranieri, cosa che non mi trova per nulla d’accordo” lamenta il n. 9 del mondo. Il Cordoba Open è infatti di proprietà della ‘Torneos’, società per azioni argentina con il 60% in mano a due partecipanti straniere, mentre l’evento di Buenos Aires è della spagnola ‘Tennium’. “Mi piacerebbe che dessero opportunità a ragazzi come Baez, che l’avrebbe meritata. Viene così tolta a un altro ragazzo l’occasione di giocare e vincere incontri”.

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