US Open, day 6: è il giorno di Paolo Lorenzi, contro Andy Murray è una "mission impossible"?

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US Open, day 6: è il giorno di Paolo Lorenzi, contro Andy Murray è una “mission impossible”?

I tabelloni maschili e femminili dei singolari si allineano agli ottavi di finale. Paolo Lorenzi sull’Arthur Ashe prova l’ennesima impresa contro Andy Murray. Due precedenti vinti entrambi dallo scozzese (uno nel 2005 proprio agli US Open, nelle qualificazioni). Del Potro-Ferrer, Dimitrov-Sousa. Serena, Halep e Radwanska nettamente favorite

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Primo sabato a Flushing Meadows, noi italiani siamo ancora in gara grazie a Roberta Vinci, approdata ieri agli ottavi di finale (dove affronterà la Tsurenko) dopo la vittoria in 3 set contro la tedesca Carina Witthoeft, ed a Paolo Lorenzi, programmato stasera sull’Arthur Ashe come terzo incontro dove affronterà in una sfida (valevole per il 3° turno) a dir poco proibitiva il nr.2 del mondo Andy Murray.

Che Murray sia il tennista probabilmente più in forma del momento non c’è dubbio. I problemi fisici (e forse non solo quelli) hanno frenato nell’ultimo periodo Novak Djokovic, che dopo la vittoria tanto sospirata a Parigi ha frenato in maniera pesante, uscendo prematuramente a Wimbledon ed al torneo olimpico. Andy invece ha colto due successi a dir poco storici, prima sull’erba di casa e poi a Rio de Janeiro, dove ha confermato il titolo vinto a Londra nel 2012 dopo un match combattutissimo e vibrante contro Juan Martin del Potro.

Ma Andy ha fatto anche finale al Roland Garros, vittoria al Queen’s e finale a Cincinnati (per citare gli ultimi 5 tornei ai quali ha partecipato), dove probabilmente solo la stanchezza lo ha fermato nell’atto conclusivo contro Marin Cilic (senza per questo togliere i meriti al tennista croato). Il tennista scozzese nel 2016 ha un bilancio di ben 52 vittorie e appena 7 sconfitte, una sorta di rullo compressore.

Cosa potrà mai fare il nostro Lorenzi per sorprenderci ancora? È inutile sottolineare che se entrambi al loro top, la partita non ha storia. Paolo ha quasi 35 anni, sta vivendo incredibilmente la sua miglior stagione (primo titolo ATP a Kitzbuhel) e tornerà dopo gli US Open nuovamente nr.1 d’Italia. Ha giocato contro Gilles Simon una maratona di oltre 4 ore e per sua stessa ammissione fisicamente la fatica accumulata è immensa. Opposto ad un giocatore come il nr.2 del mondo che della solidità a fondo campo fa uno dei suoi punti di forza, sembrerebbe avere ben poche chance. Noi speriamo che prima di sentirsi appagato (e ne avrebbe tutte le ragioni) Paolo Lorenzi dia tutto se stesso, gettando per l’ennesima volte il cuore oltre l’ostacolo e dando filo da torcere al suo avversario. Tutto quello che verrà in più sarà qualcosa d’insperato ed al contempo un’altra ciliegina da aggiungere alla sua carriera che nella maturità lo ha ripagato dei tanti sacrifici fatti sui campi da tennis di tutto il mondo sin dalla giovane età. Ai fini statistici ricordiamo che esiste un solo precedente tra Murray e Lorenzi ma è datato addirittura 2006, quando ad Adelaide lo scozzese si impose in 3 set, 3-6 6-0 6-2. Ma ce ne è anche uno a livello qualificazioni, proprio agli US Open, nel 2005, vinto sempre da Murray in due set (6-3 6-2).

Gli altri match della parte bassa del 3° turno del singolare maschile presentano una sfida davvero intrigante, quella tra Juan Martin del Potro e David Ferrer. I precedenti sono ben 9 e vedono lo spagnolo avanti 6-3. L’ultimo precedente però risale al 2013 e vide la vittoria di del Potro a Wimbledon.

I due tennisti si trovano in momenti di carriera diametralmente opposti. L’argentino sta vivendo una seconda o forse terza rinascita, dopo gli interminabili guai fisici. L’argento olimpico unito alla vittoria con l’Argentina a Pesaro contro l’Italia lo ha praticamente riportato in auge e gli ha ridato quella fiducia che sembrava irrimediabilmente persa.

Per contro David Ferrer sembra aver imboccato la fase discendente della sua carriera. Dopo numerose stagioni passate alle spalle dei più forti, lo spagnolo quest’anno ha battuto numerosi colpi a vuoto, ed il bilancio del 2016 è lì a parlar chiaro, appena 28 vittorie e ben 17 sconfitte. Nemmeno l’amata terra rossa gli ha dato soddisfazioni, il tennista dal ritmo incessante da fondo campo di qualche anno fa sembra aver perso forze ed energie. Ma proprio per questo, Ferrer non va sottovalutato e la vittoria contro Fabio Fognini al quinto set ne è la chiara testimonianza. Ferrer se in giornata crediamo possa ancora dire la sua, e portare il match sulla distanza contro del Potro potrebbe servire a fiaccare la resistenza fisica dell’argentino, che da quel punto di vista potremmo definire ancora in fase di rodaggio.

Per il resto non sembrano proibitivi i match delle altre teste di serie in campo oggi. Wawrinka avrà il britannico Evans, sin qui dimostratosi coriaceo, ma lo svizzero alla fine dovrebbe prevalere. Nishikori avrà il francese Mahut, altro vecchietto terribile, tutto servizio e attacco. Il giapponese forse non avrà vita facile, ma dopo qualche pausa di troppo nei primi due turni dovrebbe dimostrare maggiore solidità. Kyrgios avrà sulla carta il compito più facile dovendo affrontare l’ucraino Marchenko.

Prova del 9 sia per Dominic Thiem, che dopo qualche incertezza estiva (unita a piccoli problemi fisici) affronta uno dei tennisti più in forma del momento, lo spagnolo Carreno-Busta recente vincitore a Winston Salem, sia per Grigor Dimitrov che trova sulla sua strada il portoghese Sousa, ostico da affrontare sul veloce. Il bulgaro dovrà dare prova di una ritrovata maturità. Infine da tener presente il match Karlovic-Donaldson. Con l’americano piacevole sorpresa USA che prova dopo Troicki a ribaltare il pronostico anche contro il bombardiere croato. Una vittoria di Donaldson potrebbe finalmente dare nuove speranze al tennis americano che in questa estate ha finalmente visto venir fuori giovani leve dalle prospettive interessanti.

Meno interessante sulla carta il programma del singolare femminile.

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