Oltre ad avere uno splendido rovescio a una mano, Nicolas Mahut, come tutti i professionisti, lo gioca con un anticipo da non credere
Che io sia un appassionato estimatore del gesto tecnico del rovescio a una mano, non è mai stato un segreto. Colgo l’occasione per scusarmi per l’abbandono – temporaneo, promesso – della sottorubrica che avevamo inaugurato proprio l’anno scorso per gli Australian Open, poi portata avanti per tutta la stagione con grande piacere, ovvero il “One Handed Backhand Appreciation Corner“, speravo di poter seguire e sostenere le gesta degli Eroi monomani contro le Nemesi bimani anche dal campo, ma avevo sottovalutato la mole e il ritmo del lavoro di copertura giornalistica da inviato in un evento di questa importanza.
Tra rassegne stampa, cronache dei match, interviste e transcript, notizie brevi da inserire al volo, e chi più ne ha più ne metta, è già stata un’impresa redigere quotidianamente la rubrica tecnica alla quale personalmente tengo moltissimo. Comunque, parlando di rovescio a una mano, dopo Simone Bolelli mi è sembrato logico e legato all’attualità andare a trovare stamattina uno degli avversari suo e di Fabio Fognini nella finale del torneo di doppio, ovvero il mitico Nicolas Mahut, che si allenava sul campo 5, il “people’s court”, dove il pomeriggio giocano i bambini.
Mitico per l’ovvia ragione dell’essere stato il co-protagonista della partita più lunga di tutti i tempi, con John Isner a Wimbledon, ma da apprezzare anche e soprattutto perchè è uno degli ultimi “dinosauri” del serve&volley, così come dei colpi (relativamente) poco liftati e del tennis verticale, votato alla proiezione verso la rete da ogni zona del campo. Nell’immagine in testa all’articolo ho messo una sequenza che mostra un rovescio tirato su una palla molto bassa, grande gesto da apprezzare soprattutto per il piegamento al limite e la bella azione in avanti con l’accompagnamento finale. Ma una tra le tante cose di cui non ci si rende conto facilmente se non da bordocampo, che volevo far notare oggi, è l’estremo anticipo con cui i professionisti preparano i loro colpi. E per estremo intendo davvero estremo.
Qui sopra vediamo Mahut impostare un rovescio come quello della sequenza precedente, e un’immagine a campo più largo ci fa scoprire una cosa direi notevole: domandatevi, dov’è la palla? Beh, Nicolas ha già ruotato il busto-spalle, eseguito quasi tutto il backswing, piazzato l’appoggio della gamba destra, e la palla deve ancora superare la rete! Ebbene sì, se guardiamo meglio, la “wilson australian open” che sta volando verso Mahut è quella macchietta gialla sotto l’ombrellone a destra, appena prima della linea del nastro. A 12 metri dal giocatore, metà campo abbondante. E’ già tanto se un amatore quando la palla sta passando sopra la rete ha girato l’impugnatura ed eseguito lo step: i pro stanno già completando il backswing di preparazione, hanno le gambe a posto, e sono pronti ad aggredire il colpo.
Gli spunti tecnici precedenti:
(s)punti tecnici da bordocampo, day 10
(s)punti tecnici da bordocampo, day 9
(s)punti tecnici da bordocampo, day 8
(s)punti tecnici da bordocampo, day 7
(s)punti tecnici da bordocampo, day 6
(s)punti tecnici da bordocampo, day 5
(s)punti tecnici da bordocampo, day 4
(s)punti tecnici da bordocampo, day 3
(s)punti tecnici da bordocampo, day 2
(s)punti tecnici da bordocampo, day 1