La settimana degli italiani: se un buon Fognini non basta..

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La settimana degli italiani: se un buon Fognini non basta..

Altra settimana avara di soddisfazioni per i colori azzurri. Si salvano solo Fognini, Arnaboldi e Schiavone

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Non è giusto dare troppa importanza, che si vinca o meno, alla Coppa Davis e non sarà dunque per l’esito negativo di questo week-end di Pesaro che inizieremo a parlare di periodo di profonda crisi del settore maschile. Contro l’Argentina, che ha meritato di accedere in semifinale, è vero, come dice capitan Barazzutti, che abbiamo avuto anche sfortuna: Fognini sorteggiato a giocare nella giornata inaugurale per secondo e quindi costretto a causa della pioggia di venerdì a disputare tre incontri al meglio dei cinque set in poco più di ventiquattro ore, Seppi che si infortuna e dà forfait per il doppio, occasioni non sfruttate nei tre match persi che avrebbero potuto cambiare l’esito finale della sfida. Tutto innegabile, ma anche vincendo come tutti ci auguravamo, non avremmo cambiato opinione nel dover purtroppo definire questi primi sette mesi del 2016 deficitari.

Sappiamo che la cartina di tornasole di un movimento sono i grandi tornei, quelli dello Slam soprattutto, ma anche i Masters 1000: ebbene, nessun azzurro tra Melbourne, Parigi e Londra è riuscito ad arrivare quantomeno al terzo turno (!), nessun nostro portacolori nei cinque tornei di livello appena inferiore sin qui disputatisi (Indian Wells, Miami, Montecarlo, Roma, Madrid) è riuscito ad issarsi quantomeno agli ottavi di finale. Come se non bastasse, nel 2016 sin qui nessun giocatore italiano ha raggiunto almeno una finale negli Atp 250, non abbiamo più due top 30 in classifica, ma anzi il nostro miglior giocatore, Fognini, rischia di uscire dai primi 40 se non compie un exploit prima che gli scada a fine luglio la cambiale dei 300 punti della finale di Amburgo dello scorso anno. Abbiamo chiuso il 2015 con cinque giocatori tra i primi 100, ora ne abbiamo solo tre, nessun tennista “under 21” è tra i primi duecento: insomma, almeno sin qui, questo 2016 è purtroppo un annus horribilis e l’infortunio di due mesi occorso a Fognini tra febbraio e marzo è una giustificazione troppo piccola per non preoccuparsi ben oltre una sconfitta casalinga in un match alla portata come quello con l’Argentina.

Oltre ai quarti di Davis, questa settimana, a causa del calendario compresso dalle Olimpiadi, si giocavano tre tornei: Amburgo, Bastad e Newport. Nel prestigioso International German Open della seconda città più popolosa di Germania, in tabellone è entrato Thomas Fabbiano, il quale faceva il suo rientro nel circuito maggiore dopo il primo turno al Roland Garros contro Feliciano Lopez. Nonostante il sorteggio benevolo, che lo aveva accoppiato a Nicolas Kicker, ventitreenne argentino al numero 144 del ranking ancora a digiuno assoluto di vittorie a livello Atp, Thomas ha confermato il suo momento negativo (da inizio aprile, quando arrivò nei primi 100, non arriva almeno ai quarti a livello challenger e non vince una partita nel circuito maggiore) e, pur lottando e provando a recuperare un pessimo inizio di partita, ha finito per perdere 3-6 7-5 1-6 in 2h03’. Hanno tentato di accedere al tabellone principale dello storico Atp 500 amburghese altri due azzurri, Lorenzo Sonego e Matteo Viola: il giovane torinese ha lottato per due ore e mezza, annullando quattro match point prima di cedere al ceco Jan Satral, 206 del ranking Atp, vincitore 6-4 3-6 7-6 (2). Il ventinovenne veneto ha invece prima avuto facilmente la meglio su Axel Michon, 219 del mondo, liquidato 6-2 6-1 in settantatre minuti, ma si è poi dovuto arrendere nel turno decisivo delle quali al venticinquenne canadese Steven Diez, numero 200 del ranking, che lo ha sconfitto con un duplice 6-4 in un’ora e quarantacinque minuti di partita.

Allo Skistar Swedish Open, torneo molto apprezzato dai giocatori e dalla consolidata tradizione (si disputa a Bastad dal 1947) ha trovato meritata soddisfazione Andrea Arnaboldi, il quale, entrato nel tabellone principale come last direct acceptance, ha saputo approfittare dell’occasione per cogliere il suo più importante risultato in carriera, assieme al secondo turno al Roland Garros 2015. Il canturino, sorteggiato al primo turno contro Marco Trungelliti, ventiseienne argentino al 131° posto del ranking, nonchè vincitore su Cilic al primo turno a Parigi un mese e mezzo fa, ha confermato i due precedenti che lo avevano visto sempre vittorioso. Nonostante un difficile inizio di match, costato il primo set, ceduto col punteggio di 6-2 in quaranta minuti, Andrea ha saputo prendere in mano le redini dell’incontro, prima rimontandolo, poi vincendolo con lo score di 2-6 6-4 6-3 in due ore e sette minuti, che gli hanno consegnato il secondo successo nel tabellone principale di un torneo Atp, dopo quello al Roland Garros 2015 contro James Duckworth. Ma la vittoria più bella arriva per lui al secondo turno contro Evgeny Donskoy, settantanovesimo nel ranking Atp, tennista decisamente poco a suo agio sulla terra (3 vittorie e 15 sconfitte in carriera sul rosso nel circuito maggiore), ma pur sempre tennista di buon livello (in tre degli ultimi quattro anni ha terminato la stagione nei primi cento). Andrea, che tra l’altro aveva perso i due precedenti col russo (datati 2011) ha fatto valere la maggior fame per la per lui grande occasione, e, soprattutto, la migliore predisposizione alla superficie, vincendo nettamente 6-3 6-2 in settantaquattro minuti di partita. Nei quarti, contro il mancino spagnolo Albert Ramos Vinolas, 35 del mondo, tennista capace negli ultimi mesi di battere  giocatori come Federer e Raonic, Andrea è stato bravo a giocare senza timori reverenziali (forse ricordando i lontanissimi due precedenti nei futures, datati 2007 e 2008, uno dei quali da lui vinto) ed ha avuto anzi la concreta occasione di raccogliere uno scalpo davvero prestigioso. Per due ore ha giocato alla pari, se non meglio, di  Ramos,vincendo il primo set e rimontando un break di svantaggio nel secondo: sul 5 pari si è purtroppo spenta la luce per il canturino, che ha subito un parziale di otto game a zero che ha consegnato l’accesso alle semifinali a Ramos, vincitore 5-7 7-5 6-0 in due ore e mezza di partita. In Svezia ha provato la via delle qualificazioni per accedere al tabellone principale Marco Bortolotti: l’atleta di Reggiolo ha però subito trovato la porta sbarrata dal tennista di casa Christian Lindell, 326 del mondo, che lo ha sconfitto 6-2 6-4 in un’ora e quattordici minuti.
Tra le donne solo due giocatrici, Errani e Schiavone, sono scese in campo questa settimana, entrambe a Bucarest. Sara Errani è tornata alle gare dopo un Wimbledon nel quale, nonostante la precoce sconfitta al secondo turno contro la Cornet, aveva fatto intravedere qualche segnale di ripresa rispetto agli ultimi deficitari quattro mesi n4i quali ha raccolto quattro vittorie e nove sconfitte. Nella capitale romena, dove difendeva i centottanta punti della finale persa nel luglio dello scorso anno contro la Schmiedlova, al primo turno la bolognese era opposta alla ventitreenne serba Aleksandra Krunic, numero 123 del ranking wta, ma avversaria insidiosa che nell’unico precedente l’aveva sconfitta lo scorso anno al secondo turno di Wimbledon. Sara, grazie ad una prova solida sia alla risposta che al servizio, si è vendicata di quella sconfitta ed ha chiuso senza soffrire in un’ora ed otto minuti col punteggio di 6-3 6-2. Al secondo turno, nel derby tricolore contro la compagna di Fed Cup Francesca Schiavone, la Errani entra male in partita, risultando fallosa e subendo il gioco della vincitrice del Roland Garros 2010: perde malamente 6-1 il primo set dopo ventotto minuti. Poi, sul 2-1 per Sara nel secondo, la Schiavone chiama il fisioterapista. Da quel momento la partita sarà in pratica finita: Sara vince il secondo parziale 6-2 prima che la Leonessa si dichiari costretta ad abbandonare il campo, dando il lasciapassare ai quarti alla bolognese. Qui la numero 2 d’Italia ha affrontato la ventiseienne lettone Anastasija Sevatsova, sessantaseiesima giocatrice al mondo, eliminata negli ultimi due Slam da giocatrici azzurre (prima dalla Knapp al secondo turno al Roland Garros, poi dalla Schiavone al primo a Wimbledon). Questa volta la lettone non ha avuto disco rosso dalle nostre giocatrici e si è anzi tolta una bella soddisfazione sconfiggendo una Errani che ha confermato le negative impressioni suscitate contro la Schiavone, a partire da un body-language frustrato per il non riuscire a realizzare quel che la mente vorrebbe. Dopo un primo set molto equilibrato, nel quale lottando ha recuperato da 3-5 per poi arrivare al tie-break e perderlo dopo quasi un’ora di battaglia, nel secondo si è subito fatta allontanare con un break iniziale che non è riuscita più a recuperare, cedendo l’incontro in 1h31’ col punteggio di 7-6(4) 6-3 e, soprattutto, perdendo centoventi punti della mancata difesa della finale dello scorso anno.

Francesca Schiavone, non sazia della soddisfazione dell’accesso al secondo turno di Wimbledon e del commento tecnico su Sky della finale del singolare femminile, si è all’indomani della telecronaca imbarcata per Bucarest, dove è stata omaggiata di una wild card. Al primo turno l’attendeva la qualificata Elitsa Kostova, ventiseienne bulgara al numero 136 del ranking Wta: dopo un primo set vinto agevolmente 6-2, la Leonessa nel secondo ha incontrato maggiori difficoltà. Trovatasi sotto 3-5, Francesca ha difatti fatto valere la sua esperienza e classe nell’allungare il set al tie-break, vinto poi facilmente, ottenendo così, grazie alla vittoria per 6-2 7-6 (3) in un’ora e cinquantasei minuti di gioco il derby con la Errani, che si rivelerà per lei sfortunato, come abbiamo già raccontato.

Nastasia Burnett e Martina Caregaro hanno invece tentato l’accesso al tabellone principale del torneo romeno tramite il tabellone delle quali, dove, per uno strano scherzo del destino, sono state sorteggiate subito uno contro l’altra. Nonostante la romana avesse vinto gli ultimi tre dei quattro precedenti contro la Caregaro, quest’ultima ha avuto facilmente la meglio col punteggio di 6-3 6-2 in un’ora ed un quarto di partita. Purtroppo per la tennista nata ad Aosta, non vi è stato nulla da fare nel turno decisivo delle quali contro la ventiquattrenne cinese, Shilin Xu, numero 214 del mondo che in poco più di un’ora si è guadagnata l’accesso al tabellone principale infliggendo alla nostra giocatrice un nettissimo 6-2 6-1.

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