ATP
Indian Wells: cade un altro big, Cilic sorpreso da Kohlschreiber
La seconda testa di serie è poco concreta contro il tedesco. Agli ottavi Herbert (ritiro Monfils). Del Potro (netto favorito della parte bassa) supera Ferrer, Raonic passa in tre

[31] P. Kohlschreiber b. [2] M. Cilic 6-4 6-4 (Matteo Marinucci)
Si interrompe il percorso del numero due del seeding Marin Cilic, sconfitto dalla testa di serie n. 31 Philipp Kohlschreiber con un duplice 6-4 6-4. Partenza con il freno a mano del numero 3 del mondo, lento negli spostamenti laterali e impreciso negli impatti, che perde il servizio nel secondo gioco, in cui risaltano una stecca e un doppio fallo. Kohli gioca un buon inizio di partita, tiene senza indietreggiare la diagonale di rovescio e spinge quando può con i fondamentali. Il campione dello US Open 2014 sbaglia molto, ma riesce a salire di livello sul 3-1 a proprio sfavore e, giocando un paio di punti a tutto braccio, si procura due palle break, che non riesce però a concretizzare. È l’unico sussulto del set di un Cilic molto incostante. Kohlschreiber non trema al momento di servire per il primo parziale e chiude 6-4, bravo a mantenere il break iniziale.
Neanche il tempo di iniziare il secondo set è già si nota che la musica è cambiata. Cilic è più brillante nel gioco di gambe, impeccabile al servizio (a referto 18 punti consecutivi contando anche il primo set), i suoi colpi sono ora precisi e potenti, e con un parziale di sette punti a uno ottiene due palle per il 2-0, ma il tedesco non molla e le annulla (4 le palle break non sfruttate dal croato). Nonostante ciò, il break per il croato sembra questione di minuti, ma accade il contrario. Kohli torna ad impattare splendidamente un paio di risposte che fulminano Cilic (0-30), capisce che è la sua occasione e gioca un gran game; il croato va fuori giri e perde la battuta a 15. Come era già accaduto nel primo set, dopo il break il numero 37 del mondo mantiene il vantaggio senza avere il “braccino” e chiude 6-4, estromettendo dal torneo il secondo favorito del tabellone. Un Cilic incostante e abbastanza falloso (e solo per piccoli tratti incisivo) gioca una partita non pessima, ma comunque al di sotto della sufficienza, contro un ottimo Kohlschreiber, molto solido in tutti i fondamentali e autore di alcuni punti da highlights. Il tedesco ora conduce per 7-4 negli scontri diretti e agli ottavi affronterà il francese Herbert (n. 93 ATP) (3-1 per il tedesco i precedenti), che ha beneficiato del ritiro di Gael Monfils.
[6] J.M. del Potro b. [29] D. Ferrer 6-4 7-6(3) (Chiara Nardi)
A distanza di pochi giorni dal match giocato ad Acapulco, Juan Martin del Potro supera nuovamente David Ferrer, affermandosi per la settima volta in tredici sfide. Nonostante l’influenza che lo ha portato a decidere di ritirarsi dal torneo di doppio, l’ex top 10 non appare molto debilitato, giocando, a tratti, meglio del suo più quotato avversario. Nel primo set Ferrer è continuamente in difficoltà al servizio, ma del Potro è incapace di sfruttare le numerose palle break conquistate, anche per merito dello spagnolo, che con coraggio rimane attaccato all’avversario. Tutto questo fino al settimo game: all’undicesima occasione (saranno 16 alla fine del set) Ferrer manda fuori il dritto in uscita dal servizio, dando così una mano all’argentino, sprecone e fino a pochi minuti prima anche piuttosto nervoso per le chance mancate. David, da lottatore qual è, non molla, ma del Potro è bravo a tenere anche gli scambi prolungati e con l’ottimo dritto ad aprirsi il campo conferma il break. L’iberico dà il meglio di sé nelle difficoltà e dopo essere andato sotto 0-40, annulla altri due set point. Del Potro rischia di buttare via il set sprecando un’altra occasione (dritto portato via dal nastro), ma riesce a mettere la parola fine alla settima palla utile con un ace. Nel secondo parziale Juan Martin è meno incisivo in risposta e i problemi al servizio di Ferrer svaniscono: nei primi quattro game di battuta, nonostante la bassa percentuale di prime in campo, non perde neanche un punto. L’equilibrio dura fino al tie-break, in cui il servizio e il dritto dell’argentino fanno la differenza, uniti anche da un calo di Ferrer, che sbaglia due rovesci consecutivi negli ultimi due punti dell’incontro. Adesso per lui ci sarà il connazionale Leonardo Mayer.
[32] M. Raonic b. J. Sousa 7-5 4-6 6-2 (Alessandro Calia)
Nella parte bassa del main draw il canadese Milos Raonic (38 ATP), accreditato dell’ultima testa di serie (n.32) per via dei numerosi forfait, affronta al terzo turno del BNP Paribas Open il portoghese Joao Sousa (85 ATP), già sconfitto nei tre precedenti, l’ultimo dei quali nel 2015 in finale a San Pietroburgo. L’ex numero 3 del mondo è solo alla sua seconda vittoria in stagione, conseguenza di un lungo stop dovuto ai tanti guai fisici che ne hanno condizionato il rendimento; va detto comunque che qui nel deserto californiano si è sempre trovato a suo agio (finalista nel 2016). Nel match di esordio ha estromesso dal torneo il suo più giovane connazionale Felix Auger-Aliassime (di cui ha detto un gran bene dopo la vittoria), mentre il suo avversario odierno, parimenti in crisi di risultati, può essere considerato un “miracolato” per il modo in cui è uscito indenne da entrambi i suoi primi due match (prima Mikhail Youzhny, poi Sascha Zverev). Dopo i primi tre game filati lisci come l’olio, occorrono dieci minuti al portoghese per togliersi dai guai (ben 5 le palle break annullate), non senza la complicità del nativo di Podgorica, anch’esso in difficoltà nel game successivo, poi conquistato.
La partita sembra non decollare, lo spettacolo è scarno e dagli spalti scende anche qualche fischio di disappunto, il tutto in un pomeriggio stranamente grigio e umido. Nel nono game arriva il primo scossone, con Raonic che cede il proprio turno di battuta in maniera alquanto inspiegabile, complice anche un nastro beffardo sulla palla break. Ma si rifà subito dopo giocando finalmente un ottimo game in risposta e capovolgendo poi la situazione nel dodicesimo game, regalato dal suo avversario con un doppio fallo. Forte del primo set incamerato, il canadese, apparso decisamente goffo nella prima mezz’ora di gioco, adesso è più centrato e mostra maggiore sicurezza nei suoi colpi, ma il tennista di Guimaraes, sebbene faccia più fatica al servizio (2 palle break concesse) non ha nessuna intenzione di mollare la presa. L’equilibrio di questo parziale si spezza di nuovo nel nono game in cui il finalista di Wimbledon 2016 è il primo a cedere la battuta con due doppi falli consecutivi; questa volta però il portoghese non lo grazia e pareggia il computo dei set. Avvio di terza e decisiva frazione speculare alle prime due fino al sesto game, quando un Raonic attento opera il break senza più perdere un game fino alla fine (è come se improvvisamente si fosse liberato mentalmente da qualcosa) dandoci l’impressione che gli manchi soltanto quella fiducia (e una certa condizione fisica) che l’assenza dai campi gli ha sottratto.
GLI ALTRI INCONTRI (Raffaello Esposito)
I rimanenti incontri completano gli ottavi della parte bassa del tabellone. A disputarli sono giunti con merito un lucky loser e ben tre qualificati, uno dei quali è ancora quel Marcos Baghdatis che battagliava contro Agassi all’inizio di “Open”.
Si comincia allo Stadium 2 sotto il sole delle 11 locali con l’incrocio francese fra Gael Monfils (42 ATP) e Pierre Hugues Herbert (93 ATP). Il match propone uno scontro di stili sempre più raro nell’atomico e impersonale tennis moderno, quello fra l’attaccante e il ribattitore. Si trattava di una prima volta ed è stato Herbert ad aggiudicarsela. Nel primo gioco il filo logico dell’incontro appare subito esplicito, Herbert vola 40-0 attaccando la rete e appena smette il game finisce ai vantaggi. Monfils lo capisce subito e spara forte e lungo inchiodando l’avversario sulla riga di fondo dove è inoffensivo. Quando Gael brekka facile con un gran drittone il destino del set appare segnato ma a quel punto succede qualcosa ai suoi muscoli di seta. Smette di muoversi, colpisce solo a distanza di braccio e raccatta appena una manciata di punti. Sotto 2-5 in un amen Monfils chiede l’intervento del fisioterapista per un dolore alla parte bassa della schiena, poi getta il suo ultimo turno di battuta e scompare nel ventre dello stadio. Quando si riprende una sua corsa in avanti, cauta e goffa per una gazzella come lui, fa ben comprendere che il guaio persiste. Stando così le cose il problema di Herbert è solo quello di superare i tre scambi e non lasciarsi irretire dalla situazione. Qualcuno ricorderà al proposito un lontano Fognini-Montanes al Roland Garros 2011. Ma non ce ne sarà bisogno perché nonostante ci provi, Gael non riesce proprio a servire e quando commette il doppio fallo dell’1-3 abbandona. Finché c’è stato match è stato un piacere vedere le tattiche da attaccante puro di Herbert, ottime in particolare le traiettorie in kick da doppista e l’efficacia della seconda palla, secondo Jack Kramer il colpo più importante di un campione. Primi ottavi di finale in un Masters 1000 per lui. Kohlschreiber, vincitore a sorpresa su Cilic, farà meglio a non sottovalutarlo.
Al termine del derby transalpino e a pochi metri di distanza tocca a Leo Mayer (47 ATP) rispettare il pronostico battendo Taro Daniel (109 ATP). Il venticinquenne giapponese era chiamato alla conferma dopo la vittoria contro Nole, o quello che a molti è parso il suo fantasma. E invece è bastato un solido Mayer per derubricare l’impresa passata a semplice casualità. Entrambi i contendenti prediligono le manovre da fondo ma le similitudini finiscono qui. L’argentino si affida a potenti sbracciate senza troppe concessioni al gioco di fioretto mentre il giapponese cerca di prevalere di ritmo sfruttando la forza dell’avversario. Il risultato è un equilibrio costante che Mayer spezza di esperienza al decimo gioco con il break che gli vale il primo set. Daniel si mette in difficoltà da solo non chiudendo due smash consecutivi – il secondo facile facile – che sarebbero valsi il 30-0. Quando invece spedisce in rete il terzo il leone annusa l’aria e sente l’usta della preda, va 15-40 con un lungolinea rovescio a tutta e nella lotta ai vantaggi che ne segue si procura la palla buona con un attacco in controtempo. È la fine prima della fine, a Daniel non riesce più nulla, a Mayer tutto. Scappa rapido sul 5-0, concede l’onore delle armi e chiude 6-1. Per lui agli ottavi ci sarà il derby con del Potro.
Nella notte italiana poi è toccato ai due bombardieri a stelle e strisce Sock (10 ATP, tds 8) e Querrey (21 ATP, tds 18), opposti rispettivamente a Feliciano Lopez (32 ATP, tds 28) e all’indiano Yuki Bhambri (110 ATP), uno degli ultimi eredi di quegli artisti del gioco che furono Ramesh Krishnan e Vijay Amritraj. Querrey entra in campo addormentato contro Bhambri, pugnace e ben rodato dal torneo di qualificazione. Lo statunitense passa tutto il primo set a rincorrere e sprecare palle break, lo raddrizza giusto in tempo per il tie-break ma lo perde. Il tennista indiano lotta sempre per tenere un servizio certo non irresistibile ma in risposta è micidiale, contando su gran riflessi si piazza sulla riga di fondo e anticipa sempre. Negli altri due parziali i valori in campo prendono il sopravvento e Sam fa valere finalmente il proprio peso, limita gli errori, rimonta e passa. Al prossimo turno incontrerà Marcos Baghdatis (102 ATP), che ha mandato a casa in due set l’israeliano Dudi Sela (97 ATP), sempre battuto in carriera. Il cipriota con piratesca barba nera ha ancora voglia di onorare il gioco e nel primo set accetta di soffrire in lunghi scambi che vedono inizialmente il suo avversario in vantaggio. Poi al momento giusto ricuce lo strappo e si aggiudica il tie break per una incollatura. Esperienza, la stessa che gli permette poi di aggiudicarsi anche il secondo parziale piazzando il break decisivo al decimo gioco, quando non c’è più ritorno.
L’ultimo singolo maschile di giornata si disputa sul centrale e vale pienamente il prezzo del biglietto. Se lo aggiudica abbastanza sorprendentemente ma con pieno merito Feliciano Lopez (32 ATP, tds 28), che riesce a battere dopo cinque anni Jack Sock (10 ATP, tds 8). Primo set senza occasioni per entrambi e conseguente tie break vinto dallo spagnolo per 8 punti a 6. Prima piazza l’ace del 7-6, poi vice il set con un ottimo chip and charge di rovescio sulla seconda dell’avversario, Nel secondo Feliciano tira il fiato e concede aperture in battuta, si salva per due volte ma alla terza Sock si prende servizio e set in un colpo solo. Tutto rimandato al decider, dove Jack paga carissimo un quinto infinito gioco da 16 punti in cui non riesce a difendere la battuta. Annulla quattro vantaggi esterni anche grazie a prime attorno alle 135 miglia orarie ma è un doppio fallo a tradirlo, Lopez coglie l’attimo passandolo a rete e non si volta più indietro. Avrà ora Querrey.
Risultati:
P.H. Herbert b. G. Monfils 6-2 3-1 rit.
L. Mayer b. [Q] T. Daniel 6-4 6-1
[31] P. Kohlschreiber b. [2] M. Cilic 6-4 6-4
[6] J.M. del Potro b. [29] D. Ferrer 6-4 7-6(3)
[32] M. Raonic b. J. Sousa 7-5 4-6 6-2
[Q] M. Baghdatis b. [LL] D. Sela 7-6(5) 6-4
[18] S. Querrey b. [Q] Y. Bhambri 6-7(6) 6-4 6-4
[28] F. Lopez b. [8] J. Sock 7-6(6) 4-6 6-4
ATP
ATP Astana: Korda supera Medjedovic nella sfida dei tie-break. In finale affronterà Mannarino
Sebastian Korda suda parecchio contro l’allievo di Troicki, Hamad Medjedovic. Terza finale stagionale per il veterano francese, Ofner si consola col best ranking

[5] S. Korda b. [WC] H. Medjedovic 6-7(8) 7-6(2) 7-6(3)
Il numero 28 del mondo e testa di serie numero 5 del tabellone Sebastian Korda è il primo semifinalista dell’Astana Open. Lo statunitense ha superato nella sfida dei tie break il serbo Hamad Medjedovic, vera rivelazione del torneo che con questa partita interrompe la striscia di 8 vittorie consecutive tra cui il successo al Challenger di Maiorca. Anche Korda sta attraversando un ottimo periodo, e per la seconda volta in carriera ha raggiunto la semifinale in due tornei consecutivi; se aveva perso contro Khachanov a Zhuhai la settimana scorsa, oggi invece è riuscito a fare meglio raggiuntendo l’atto conclusivo di un torneo per la sesta volta in carriera. Del resto le condizioni indoor sono estremamente favorevoli al 23enne figlio di Petr Korda, che aveva sempre vinto in semifinale negli altri due precedenti in queste condizioni.
Medjedovic era alla seconda semifinale della carriera – dopo quella persa quest’anno contro Cachin a Gstaad – e lui e Kordanon si erano mai sffrontati prima. Come detto, l’ha spuntata il tennista più esperto col punteggio di 6-7(8) 7-6(2) 7-6(3) impedendo al serbo l’ingresso in top 100.
Primo set: Medjedovic rischia la squalifica, poi vince il tie break
Nei primi game il 20enne serbo si rende pericoloso in risposta, con Korda costretto ad annullare una palla break sia nel quarto che nel sesto game. E proprio in quest’ultima circostanza Medjedovic rischia grosso, colpendo (ovviamente involontariamente) il giudice di linea con una pallata sul polpaccio, un gesto di stizza a seguito di un ace da destra dell’avversario.
Il serbo chiede immediatamente scusa, abbozza una mezza protesta ma alla fine accetta il warning per “court violation” :
“E ti è anche andata di lusso, per fortuna il giudice di linea non si è fatto male….” gli fa notare l’arbitro dell’incontro Ruth Concas. In quel caso sarebbe potuta scattare addirittura la squalifica (formalmente una decisione del supervisor del torneo), proprio come successo a Djokovic allo US Open del 2020.
Gli scambi sono ridotti all’osso, la superficie è rapida e i due protagonisti cercano di approfittarne prendendo in mano l’iniziativa il prima possibile. Entrambi hanno qualche difficoltà negli spostamenti e raramente riescono a ribaltare l’inerzia di uno scambio grazie alla fase difensiva.
Si arriva dunque al tie break senza particolari sussulti, in un set dominato dai servizi: sei ace a testa, 28/32 per Korda con la prima di servizio, 14/21 per Medjedovic con la seconda, tre palle break totali in oltre un’ora di gioco.
Nel tie break Medjedovic è il primo a cedere con un brutto errore di dritto, ma Korda nel ‘punto a punto’ è tra i più generosi a livello ATP e restituisce immediatamente il mini break.
Medjedovic trova una riga che non esiste sul 5-6 e subito dopo anche l’americano annulla un set point con una deliziosa combinazione smorzata/passante (7 pari) per poi sfiorare addirittura il colpaccio sull’otto a sette con una risposta di dritto che termina larga di un soffio.
Il figlio di Petr guarda la foto del suo dritto largo di pochi millimetri e crolla: prima subisce l’ennesimo ace della wild card serba e poi sbaglia un dritto banalissimo, col tie break che si chiude dunque col punteggio di 10 punti a 8 in favore del 20enne di Novi Pazar.
Secondo set: si va ancora al tie break, ma stavolta lo domina Korda
Korda si procura due palle break consecutive nel corso del secondo game ma Medjedovic gliele annulla grazie a due prime vincenti.
Da quel momento comincia il dominio dei servizi, col serbo che riesce ad alzare la sua percentuale di prime (dal 56% del primo set al 68% del secondo) e la tds numero 5 che invece in pratica non perde un punto: Korda infatti chiuderà il set con cinque punti totali persi al servizio (uno solo con la prima, 16/17).
Nel tie break stavolta l’americano riesce subito a scappare nel punteggio e a giocare di conseguenza con maggiore tranquillità i punti decisivi: nello scambio i colpi di Korda hanno infatti davvero poco margine sulla rete, un colpo vincente ed un nastro possono essere separati da pochi millimetri di fiducia.
Il tie break si conclude col punteggio di 7 punti a 2, con Korda che chiude con un ace.
Terzo set: Medjedovic schiacciato dalla rabbia e dalla pressione
Anche il terzo set è estremamente parco di scambi lunghi, e i due tennisti sono dominanti alla battuta: zero palle break e ben sette game in cui il tennista in risposta non va oltre il ’15’. Sul 5-4 dopo l’ennesimo servizio vincente, il numero 120 del mondo chiede l’intervento del fisioterapista per un fastidio all’inguine della coscia destra, e dopo un breve consulto esce dal campo per ricevere un medical time-out. Ripreso a giocare, l’andamento del match non cambia, e anche il sengo di ‘ok’ verso il coach Viktor Troicki conferma il buon stato fisico di Medjedovic nonostante la fasciatura sulla coscia. Dopo due ore e 42 minuti, e 18 turni di battuta tenuti per parte, si giunge al tie break per la terza volta nel match.
Il serbo al primo punto sbaglia un dritto in lunghezza e concede subito un mini-break; Korda non è da meno e mette in rete un rovescio in uscita dal servizio. Il dritto di Medjedovic è comunque in fase calante e dopo altri due gratuiti con questo fondamentale, il 20enne lascia uscire tutta la sua rabbia rompendo la racchetta al suolo con un sol colpo. Il giudice di sedia applica il regolamento e quindi la seconda ammonizione costa a Hamand un punto di penalità: 4-1 per Korda. Il vantaggio per il figlio d’arte americano è tale da non destare preoccupazioni, e al primo match point arriva la vittoria per 6-7(8) 7-6(2) 7-6(3) dopo due ore e 49 minuti.
Medjedovic, seppur l’amarissimo finale, lascia il campo a testa alta tra gli applausi del pubblico kazako, mentre Korda si ferma ad accontentare i fan più piccoli per gli autografi.
[6] A. Mannarino b. S. Ofner 6-4 6-2
Tutto facile per Adrian Mannarino nella seconda semifinale di giornata dell’Astana Open: il veterano francese (35 anni, numero 34 del ranking) ha sconfitto in due rapidi set il 27enne austriaco Sebastian Ofner (numero 58, nel pieno del miglior momento della carriera, con questa semifinale entrerà per la prima volta in carriera nella top50) e martedì 3 ottobre alle ore 11.30 italiane sfiderà in finale Sebastian Korda in un match sulla carta davvero interessante.
Sarà infatti il primo confronto diretto tra due dei giocatori più talentuosi presenti nei primi 40 del ranking mondiale: da una parte l’eleganza moderna del figlio di Petr, dall’altra il braccio mancino del veterano che nel corso degli anni è invecchiato come il buon vino, togliendosi uno sfizio dietro l’altro (Mannarino ha vinto il primo titolo ATP nel 2019 a ‘s-Hertogenbosch dopo sei finali perse consecutivamente).
Mannarino nel primo set si è trovato sotto per quattro giochi a due, ma a quel punto ha messo a segno un parziale di 4 game a zero, dal 2-4 al 6-4, approfittando di una superficie rapida che mette in risalto il suo estro e allo stesso tempo regala un pizzico di velocità ai suoi colpi che invece veloci non sono.
Ofner non si è più ripreso e nel secondo set Mannarino ha cambiato ancora marcia sul due pari con un altro parziale di quattro giochi consecutivi.
6-4 6-2 in un’ora e dieci minuti.
Per il mancino francese sarà dunque la quattordicesima finale della carriera (tre vittorie, dieci sconfitte), la terza della stagione dopo la vittoria a Newport con Michelsen e la sconfitta a Maiorca con Eubanks.
Korda invece disputerà la sesta finale in carriera (una sola vittoria, a Parma, nel 2021 contro Cecchinato) e la seconda di un 2023 segnato dall’infortunio al polso dopo quella persa con tanti rimpianti ad Adelaide con Djokovic.
Jacopo Gadarco
ATP
ATP Pechino: Alcaraz è in semifinale, nessun problema con Ruud
Il norvegese parte meglio ma Carlos Alcaraz in pochi minuti diventa padrone del match e chiude con un parziale di 12 game a 3

[1] C. Alcaraz b. [7] C. Ruud 6-4 6-2
Continua il percorso netto di Carlos Alcaraz al China Open di Pechino. Il 20enne spagnolo deve infatti ancora perdere un set nel torneo e in generale ancora nessuno dei suoi avversari è riuscito ad arrivare a 5 in un set (nella giornata di domenica Lorenzo Musetti ha raccolto solamente quattro game in totale, ad esempio): la vicenda diventa ancora più preoccupante (per gli avversari, ovviamente) se pensiamo che oggi Casper Ruud (numero nove del mondo, finalista in carica delle Finals) non si è per nulla comportato da sparring partner, lottando fin dal primo game della partita (ventidue punti, oltre 15 minuti) ed esprimendo il miglior tennis dei suoi ultimi mesi.
Alcaraz però ha subito ricucito lo svantaggio iniziale con una semplicità disarmante, dominando senza problemi il resto del match vinto 6-4 6-2 e mettendo in mostra tutto il gustoso repertorio.
La sua rincorsa al numero uno del mondo continuerà in semifinale col vincente del match tra Sinner e Dimitrov.
LA CRONACA DELLA PARTITA:
Primo set: Ruud vince un game infinito e prova a scappare, ma Alcaraz si riprende in fretta
Nemmeno il tempo di cominciare e la partita entra subito nel vivo grazie ad un game di apertura di ben ventidue punti totali (un quarto d’ora abbondante) che alla fine vede prevalere Ruud: il norvegese tiene il servizio alla quarta palla game dopo aver annullato cinque palle break (una delle quali al termine di uno scambio brutale, 24 colpi intensissimi).
Il numero 2 del mondo sembra subire il contraccolpo, nel game successivo perde il servizio a 30 con addirittura tre errori gratuiti consecutivi e Casper ne approfitta portandosi rapidamente sul 3 a 0.La tempesta passa in fretta per Alcaraz che in poco tempo ritrova tranquillità e ricuce sul 3 pari (dopo aver annullato una palla break sul 2-3 grazie ad un deliziosa smorzata di dritto).
Il livello dello scambio resta comunque alto per gran parte del primo set: Ruud esprime il miglior tennis dei suoi ultimi mesi, appoggiandosi con apparente facilità ai traccianti dello spagnolo, ma allo stesso tempo la sua strategia di gioco risulta a conti fatti piuttosto innocua per Alcaraz, che sembra avere tutto il tempo del mondo per esprimere la sua fantasia e il classico bagaglio di smorzate, lob, serve and volley e accelerazioni improvvise.
La strada è ormai tracciata per un comodo finale di set per la testa di serie numero 1, che sul 3 pari breakka ancora l’avversario prima di chiudere senza ulteriori patemi col punteggio di 6-4 (ultimi due turni di servizio conquistati a zero).
Da segnalare la percentuale di prime di Alcaraz: 70%, spesso alla ricerca dalla risposta di rovescio dell’avversario.
Secondo set: Alcaraz strappa definitivamente la partita con due passanti consecutivi e raggiunge la semifinale
Il momento decisivo arriva nel terzo gioco con Ruud al servizio e un game che sembra ricordare il primo (infinito) della partita. Il norvegese stavolta però non riesce a salvarsi perché Alcaraz si inventa due passanti strepitosi, uno dietro l’altro (il primo di rovescio, il secondo di dritto) e strappa definitivamente il match.
Ruud non può più contenere lo strapotere tecnico dell’avversario (le sue armi sembrano spuntate e la diagonale sinistra è diventata col passare dei minuti una specie di incubo) e si arrende, non prima di aver annullato altre tre palle break (stavolta consecutive) sul 2-4: a fine partita il norvegese avrà annullato 11 delle 15 palle break concesse.
Con un Alcaraz del genere però la mentalità non basta e in pochi minuti Ruud è costretto a cedere col punteggio di 6-2, con la spagnolo che può così festeggiare la prima semifinale cinese della carriera.
Jacopo Gadarco
ATP
ATP Pechino: Zverev vola in semifinale battendo Jarry. Ad attenderlo Medvedev che regola Humbert in tre set
Sarà il diciassettesimo incontro tra i due con il russo in vantaggio nei precedenti (9-7). L’ultimo scontro diretto risale quest’ano a Cincinnati (vittoria del tedesco)

Il lunedì a Pechino è dedicato ai quarti di finale del tabellone. Ecco come sono andati quelli della sessione diurna: la prima semifinale vedrà di fronte Daniil Medvedev e Sascha Zverev.
[2] D. Medvedev b. U. Humbert 6-4 3-6 6-1
Il primo quarto di finale del China Open vede di fronte la testa di serie n.2 Daniil Medvedev opposto a quella che è la sorpresa del torneo, il francese Ugo Humbert. A raggiungere la semifinale è il russo che esce vincente da una battaglia di tre set con il punteggio di 6-4 3-6 6-1.
PRIMO SET – Dopo un paio di game interlocutori Medvedev piazza il primo break nel secondo gioco trovando buona profondità di palla, Humbert non regge il ritmo e cede il passo. Il francese è però bravo a rimanere in scia piazzando il contro break nel game successivo. Ai due break iniziali se ne aggiungono altri due consecutivi che riportano momentaneamente il punteggio in parità. Sul 4-4 è ancora una volta il russo a mettere pressione a Humbert: arrivano altre due palle break, ma basta la prima per mandare Medvedev a servire per il primo parziale. Il moscovita ringrazia e chiude 6-4 in 46′.
SECONDO SET – Nella ripresa Humbert cambia registro mostrando più sicurezza nei colpi da fondo. Il francese prova a variare di più, spesso utilizzando la palla corta per destabilizzare Medvedev. Il servizio per il transalpino comincia a girare a pieno ritmo, il russo fa più fatica ad entrare nello scambio rispetto al primo set. Nell’ottavo gioco la testa di serie n.2 commette la bellezza di quattro doppi falli – gli ultimi tre consecutivi – regalando a Humbert la possibilità di servire per il set. Il francese non tentenna e manda la partita al terzo set con il punteggio di 6-3.
TERZO SET – Il transalpino parte forte anche ad inizio terzo set arrivando subito a palla break. Ci vuole il miglior Medvedev per scongiurare il pericolo. Il russo approfitta del primo passaggio a vuoto dal secondo set di Humbert per piazzare un inaspettato break. Il n.2 del seeding appare scostante, quasi insofferente nel concedere il contro break nel game successivo. Il francese però non ne approfitta, anzi pasticcia, commettendo qualche errore di troppo che gli costano un altro break nel quarto gioco. Stavolta il campione dello US Open non si volta più indietro, anzi, fa in tempo a prendersi un altro break nel sesto gioco. Daniil Medvedev è il primo giocatore ad accedere in semifinale a Pechino, aspetta ora il vincente tra Zverev e Jerry.
[8] A. Zverev b. N. Jarry 6-1 6-7 (5) 6-3
Sarà il tedesco Sascha Zverev a contendere un posto in finale a Pechino a Medvedev. La testa di serie n.8 fatica più di quanto ci si potesse aspettare contro il cileno Jarry, che ha avuto il merito di portare il match al terzo set dopo un ottimo tie-break vinto nel secondo parziale. Il punteggio finale è di 6-1 6-7 (5) 6-3 in favore del tennista di Amburgo.
PRIMO SET – Le prime due palle break per il tedesco arrivano nel secondo gioco. Un errore con il rovescio è fatale a Jarry che cede il servizio al n.8 del seeding. Il cileno è in balia di Zverev anche nel quarto gioco con il tedesco che riesce a mettere pressione fin dalla risposta. Il tennista di Amburgo è una macchina al servizio quest’oggi, il cileno può ben poco in risposta. Jarry però conquista il game della bandiera nel sesto gioco. Ma è Zverev, senza particolari affanni, a chiudere il primo set 6-1 in 23′.
SECONDO SET – Jarry comincia bene in questo inizio ripresa. Le percentuali con la prima palla aumentano, mentre si abbassano un poco quelle del tedesco. Zverev adesso fa più fatica ad entrare con la risposta. Entrambi i giocatori si difendono bene in questo secondo set, le palle break scarseggiano, e molto del merito va attribuito al cileno che ha alzato considerevolmente il livello del suo gioco dopo il primo set. Il set senza particolari sussulti si deciderà al tie-break. Il primo punto è di Jarry con l’ennesima prima ben piazzata. Zverev tenta l’allungo conquistando un mini break, ma il cileno con coraggio ricuce lo strappo prendendosi il punto a rete. Si gira sul 3-3. Il primo set point è di Jarry che si prende anche il secondo set dopo l’errore di rovescio di Zverev.
TERZO SET – Il set conclusivo vede ancora una volta il cileno uscire meglio dai blocchi. Nel terzo game ha pure una chances di break che viene sventata da Zverev grazie al servizio. Il quinto è il gioco chiave del set: il tedesco ritrova la profondità del primo set, il cileno messo alle corde sbaglia, consegnando il break decisivo alla testa di serie n.8. Zverev non vacilla quando nel nono gioco serve per un posto in semifinale. Un ace al centro manda il tedesco ad affrontare Medvedev dopo che i due si sono affrontati lo scorso agosto a Cincinnati (vittoria Zverev).