Rio 2016, uomini: Nadal soffre un set, del Potro rimonta. Fuori Cilic e Goffin

Olimpiadi

Rio 2016, uomini: Nadal soffre un set, del Potro rimonta. Fuori Cilic e Goffin

Gli ottavi del singolare maschile alle Olimpiadi si aprono con la vittoria di Rafa Nadal. Ai quarti di finale sfiderà Bellucci, che ha vinto contro Goffin. Monfils supera Cilic, Del Potro perde il primo set contro Daniel prima di imporsi facilmente. Nei quarti anche Johnson e Nishikori

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[3] R. Nadal b. [15] G. Simon 7-6(5) 6-3 (Emmanuel Marian)

Una vittoria, al Masters di Madrid nel 2008, a fronte di sette sconfitte, e un totale di tre set raggranellati su ventuno giocati: Gilles Simon non dà particolari grattacapi a Rafa Nadal, o almeno questo è quello che si evince analizzando i precedenti. L’Olimpiade è un’altra storia, dicevano, e il polso di Rafa, quel maledetto polso, avrebbe potuto arricchire il mazzo di Gillou di qualche ulteriore carta da giocarsi. L’osservatore attento avrebbe dovuto tenere in buon conto due altri fattori, tuttavia: il cerebrale Gilles proveniva dalla più complicata tra le ultime stagioni disputate, innanzitutto. In secondo luogo, il ruolo di portabandiera pare essere stato particolarmente taumaturgico per l’orgogliosissimo Rafael. Il campo, giudice supremo di tutte le chiacchiere possibili, ha espresso il proprio verdetto in modo abbastanza chiaro, anche se il match è stato per più di un’ora incerto e contraddittorio.

Dopo le continue piogge di ieri, soffia un forte vento sul campo centrale carioca e i due contendenti paiono risentirne durante gli interminabili scambi. Il primo set è teatro di un Nadal che è Nadal molto di rado: per ogni classico drittone che fa spellare le mani allo sparutissimo – roba che nemmeno un challenger – pubblico sugli spalti, il campione di Manacor, spesso imitato da un Simon volitivo e nulla più, sporca le statistiche con una mole di errori davvero poco frequente nella sua carriera di fenomeno. Il nove volte campione del Roland Garros, c’è poco da fare, non sente la palla e con tre gratuiti in fila spedisce avanti il nizzardo di un break. Gilles, tuttavia, paga il proprio periodo di scarsa fiducia e non riesce a cogliere il momento, finendo anzi schiacciato dalla reazione di puro orgoglio del numero 5 del mondo. Nadal vola sul quattro a due banchettando sui colpi di un Simon incapace di trovare profondità, ma la massa di errori – alla fine del primo set gli unforced saranno 28 – lo costringe legato all’avversario sino all’arrivo in volata. Rafa, che non riesce a capitalizzare un set point nel nono gioco su servizio del transalpino, vola sul cinque a uno nel tie break prima di favorire l’ennesimo rientro del numero 31 del mondo, e chiude con il brivido solo sul sette a cinque quando il passante di Simon si addormenta largo.

La grande paura è passata. Nadal nel secondo set marcia sui resti dello sconforto francese e, rincuorato, si porta sul cinque a uno contenendo il numero degli errori ed evitando di scomporsi quando, nell’ottavo game, Simon gli scippa uno dei due break di vantaggio. L’impressione, non certo da oggi, è proprio questa: Nadal ha un profondo bisogno di essere sereno per ritrovare almeno parte di quella fiducia che gli è necessaria. Se gli incontri sin qui vinti hanno contribuito a riempirne il serbatoio, l’agognata medaglia, distante ormai due sole partite, potrebbe non essere il miraggio di cui si è tanto parlato.

[6] G. Monfils b. [9] M. Cilic 6-7(6) 6-3 6-4 (Tommaso Voto)

Concentrazione nei momenti decisivi, esecuzioni precise e un servizio letale sono stati gli elementi che hanno permesso a Monfils di eliminare Cilic e di conquistare l’accesso ai quarti di finale del torneo olimpico di tennis.
Il vento, che ha imperversato per tutto il giorno sui campi brasiliani, ha disturbato molto i due giocatori, ma il francese ha saputo adattarsi meglio alle condizioni di gioco, oggettivamente difficili, e non si è fatto innervosire dalla situazione ambientale sfavorevole. Dopo la sconfitta subita in rimonta da Federer a Wimbledon, Cilic ha scelto di separarsi da Ivanisevic e di ridisegnare i suoi orizzonti tecnici. In queste Olimpiadi brasiliane Marin ha avuto un percorso netto, perché Dimitrov e Albot, per ragioni diverse, non sono avversari impegnativi per l’attuale stato di forma del vincitore degli US Open del 2014. Discorso diverso per Monfils, che in questo 2016 è salito decisamente di livello e, con il supporto di Tillstrom, sembra aver ritrovato anche un po’ di condizione atletica. Il vero problema del francese è il suo fisico, tanto potente ed elastico, ma nello stesso tempo fragile e poco resistente. La finale di Montecarlo e il titolo di Washington (primo ATP 500 in carriera) hanno spinto Gael al n.11 del mondo, ma soprattutto è tornato ad avere un gioco più razionale e meno istintivo.

A bocce ferme questa partita prometteva equilibrio e spettacolo e le premesse sono state mantenute in pieno, perché i due giocatori hanno tenuto un ritmo costante al servizio e hanno concesso poco da fondo. Più passivo Monfils in risposta, mentre il croato è stato il solo a procurarsi palla break nel primo parziale, ma in quel frangente è stato attento il n.11 del mondo a sventare la minaccia. Nel tiebreak Cilic è più propositivo, comanda di più il gioco con il diritto e si invola sul 6-3. Poi la caparbietà del francese, associata al braccio tremante del croato, portano di nuovo alla parità e al 6-6. Gael torna a remare dietro la linea di fondo, questo non gli permette di giocare profondo e di imprimere forza al suo diritto. Due errori gratuiti di rovescio producono il set a favore del croato.
Il secondo parziale si muove sullo stesso spartito tattico, con servizi quasi infallibili e bordate da fondo campo su cui è oggettivamente complicato difendersi. Arrivano le prime incertezze in Cilic, che si trova a dover difendere palla break. Gael è attento, preciso e concentrato e si porta sul 4-2, questo vantaggio è decisamente importante per il francese, che quando è “lanciato” diventa un cliente scomodo per tutti. Tuttavia nel momento di concludere il parziale Monfils si scompone ed offre una possibilità di controbreak, ma neutralizza e chiude sul 6-3.
Nella lotta spalla a spalla ad emergere è il carattere pugnace del francese, che inizia a premere maggiormente da fondo e ad utilizzare angoli più stretti con il rovescio. Nel quinto game il croato è costretto ad annullare una palla break, ma il suo gioco è meno pericoloso ed incisivo. La situazione per Cilic precipita nel nono gioco, quando, complice una cattiva gestione dello scambio, subisce il break decisivo. Il match finisce praticamente qui, con Monfils che vince il game decisivo e si affaccia prepotentemente ai quarti di finale.

J.M. del Potro b. T. Daniel 6-7(4) 6-1 6-2 (Raffaello Esposito)

La Torre di Tandil con l’oro olimpico al collo dopo aver sfiorato il ritiro sarebbe una meravigliosa storia da raccontare, ma la parte di tabellone che gli si è spalancata davanti battendo Djokovic al primo turno è irta di difficoltà. Fra Gilles Simon e l’omonimo Muller, Nadal, Monfils, Cilic e Bautista Agut la battaglia verso la finale si prospetta cruenta. Del Potro affronta oggi per l’accesso ai quarti Taro Daniel, ventitreenne giapponese nato a New York. Non esistono precedenti e il palco di Olimpia in fondo è un ottimo posto per una prima volta. Se il braccio dell’argentino è in giornata non dovrebbero esserci problemi ma in caso contrario questa forza diventa la sua più grande debolezza e Daniel ha pazienza e umiltà per sfruttare una eventuale giornata no.

Dopo il riposo forzato di ieri si comincia alle 11 ora locale, c’è un certo vento che quantomeno tiene lontano le nuvole. Il nipponico serve per primo e colpisce costantemente il rovescio avversario, in uno dei primi scambi gliene fa giocare una decina di fila prima di chiudere con un lungo linea. Daniel, nonostante l’applicazione del suddetto schema non riesce ad evitare un break nel terzo gioco. Quando tutto sembra sotto controllo l’argentino perde la prima palla di servizio, commette qualche errore di troppo col dritto e l’altro lo raggiunge sul quattro pari. Il giapponese è una lepre in campo, recupera tutto e provoca danni notevoli con il rovescio lungo linea. Si giunge al tie-break ed è ancora il dritto a tradire Juan Martin due volte per il 7-4 che consegna al coriaceo Daniel il primo parziale. Del Potro reagisce da campione e piazza un parziale di 12 punti a 1 in avvio di secondo set. Poi brekka ancora nel quarto gioco parando a rete un passante al corpo. Ha i colpi e in poco tempo sale sul 5-0. Daniel salva solo l’onore e un netto 6-1 manda tutti al decider. La furia dell’argentino non si placa e tre dritti uno più bello dell’altro lo portano ad un primo break nel quinto gioco. Il secondo arriva subito dopo con un fantastico passante corto e stretto di rovescio. È finita ed è giusto così perché, come scriveva La Fontaine, “la raison du plus fort est toujours la meilleure”. Del Potro nei quarti affronterà Bautista Agut.

T. Bellucci b. [8] D. Goffin 7-6(10) 6-4  (Ruggero Canevazzi)

Gianni Clerici, durante il torneo di Roma, nei momenti in cui il pubblico del dal Foro Italico aveva comportamenti a suo dire “molto calcistici e ben poco tennistici“, ricordava nelle telecronache in coppia con Rino Tommasi: “Io e il mio amico Giorgio Bassani per educare il pubblico andavamo in tribuna con dei cartelli didattici e uno di questi recitava: ‘Non si applaude né si esulta su errore dell’avversario“. Ecco, quella lezioncina dello Scriba e dell’autore ferrarese de “I giardini dei Finzi-Contini sarebbe servita ai tifosi verdeoro, che hanno esultato non solo a ogni errore di Goffin ma anche a ogni prima di servizio fallita dal belga. Detto questo, il n.8 del seeding non può recriminare nulla: troppo brutto, falloso e statico per essere vero, lascia il torneo travolto dalle bordate di un Tomaz Bellucci davvero convincente.

Il match parte con un Goffin molto centrato, che tiene con sicurezza i turni di servizio e strappa a Bellucci la battuta nel terzo gioco, ma con grande grinta e coraggio l’idolo dell’Olympic Tennis Center resta aggrappato all’avversario, annullando 3 break-point nel quinto game e 2 nel settimo. Sul 5-4 il n.13 del mondo serve per il set, ma Tomaz corre come un gatto, dal fondo è solido come una roccia e trova una grande profondità di palla: il risultato è il controbreak, con la torcida carioca che scandisce stentorea: “Bellucci, Bellucci!“. Il venticinquenne di Rocourt a quel punto si riprende subito il break di vantaggio, ma al momento di servire per la seconda volta per il set sul 6-5 si smarrisce di nuovo, perdendo le misure del campo anche prima che il palleggio del brasiliano diventi esplosivo. Si arriva così al tie-break, dove il brasiliano dimostra grande personalità e con un servizio vincente annulla il primo set-point per l’avversario sul 6-5 e sull’11-10 il tennista belga spara largo il colpo in uscita dal servizio e perde il set, per l’entusiamo del pubblico, ora in visibilio.

Nel secondo parziale il match segue i servizi fino al 3 pari, poi una gran risposta di dritto incrociato dà al mancino nato a Tiete due palle-break: basta la prima, perché il semifinalista di Indian Wells e Miami stecca il dritto in uscita dal servizio.

Quando il normodotato europeo non trova la proverbiale mobilità e il perfetto timing sulla palla è normale che la grande ampiezza di preparazione per colpire forte come fanno gli energumeni dal metro e 85 in sù che dominano il tennis moderno gli si ritorca contro e spinga i suoi colpi fuori dal campo. Se si aggiungono un’insolita fallosità anche a rete e non pochi gratuiti davvero non da lui, è persino logico che il n. 54 del mondo sia avanti di un set e un break sul n.13, a un passo dalla vittoria. Sul 5-4 il ventottenne di San Paolo serve per il match e il suo popolo si stringe attorno a lui: il “Brazil Brazil” che fa tremare gli spalti del Campo 1 lo spingono verso i quarti di finale, dove troverà il redivivo Rafa Nadal.

[4] K. Nishikori b. A. Martin 6-2 6-2 (Bruno Apicella)

Kei Nishikori non ha deluso le attese e ha regolato in due comodi set lo slovacco Andrej Martin. Il giapponese ha sconfitto con una prestazione molto solida e un doppio 6-2 il finalista dell’edizione 2016 vinta da Fabio Fognini del torneo di Umago. Il primo set è partito con Nishikori che ha ottenuto il primo break nel match: break che, però, è stato subito restituito dal nipponico grazie ad alcuni gratuiti commessi dal numero 7 del mondo. Sul 2 pari, però, il giapponese ha alzato il livello del tennis e si è preso maggiori rischi forzando con il suo colpo migliore: il rovescio. Martin ha provato a contenere le accelerazioni di Nishikori ma nel forzare i colpi ha commesso qualche errore di troppo. Mentre il giapponese ha tenuto i turni al servizio e si è portato sul 5 a 2 con lo slovacco che ha servito per allungare il set; con Nishikori che ha chiuso il parziale per 6 giochi a 2 al primo set point.

Il secondo parziale è partito con i due avversari che hanno tenuto i loro turni di battuta anche se il giapponese ha cercato di variare il gioco utilizzando delle palle tagliate che, però, sono finite in rete. Mentre non appena lo scambio si allungava era sempre il giapponese a conquistare il punto. Nishikori, nel sesto game, ha alzato il livello del suo tennis, ha accelerato i colpi, aprendosi il campo con il rovescio e soprattutto ha giocato una bellissima volèe spalle alla rete che gli ha regalato tre palle break consecutive. Ottenuto il vantaggio Nishikori ha sofferto di più nel game al servizio grazie anche ad uno smash non chiuso e recuperato da Martin. In ogni caso ha tenuto la battuta con lo slovacco che, come nel primo set, ha servito per allungare. Nishikori ha chiuso al secondo match point conquistando i quarti di finale dove affronterà il vincente del match tra Monfils e Cilic. 

[10] R. Bautista Agut b. G. Muller 6-4 7-6(4) (Diego Serra)

Vince il suo ottavo di finale Roberto Bautista Agut, numero 17 ATP, che batte in due set come da pronostico Gilles Muller, numero 37 del mondo. Bautista aveva prevalso in precedenza tre volte contro una sola vittoria del lussemburghese. Primo set dove il dominio di chi serve è totale, è ovvio che chi si guadagna l’unica palla break del set poi prevalga nel risultato finale. Succede nel settimo game, dove è bravo Bautista a guadagnarsi un break contro un servizio poco convinto dell’avversario. Finisce 6 a 4. La colpa principale di Muller è quella di non aggredire lo spagnolo, che giocando da fondo con i suoi ritmi riesce a guidare quasi sempre il gioco. Per smentire giudizi ed esperti i due tennisti nei primi due game del secondo set si concedono ben 5 palle break, e si scambiano il servizio che all’improvviso sembra non contare più molto. Nel decimo game è poi Muller a salire 30 a 40 e a giocarsi un set point, che però spreca malamente. Si va quindi al tiebreak. Subito due minibreak dello spagnolo, rientra parzialmente in gara Muller con un minibreak ma al secondo match point Bautista chiude. Buona prova dello spagnolo che nei quarti del torneo olimpico avrà un incontro decisamente complicato contro del Potro.

Risultati:

[3] R. Nadal b. [15] G. Simon 7-6(5) 6-3
[2] A. Murray b. F. Fognini 6-1 2-6 6-3
[6] G. Monfils b.  [9] M. Cilic 6-7(6) 6-3 6-4
J.M. del Potro b. T. Daniel 6-7(4) 6-1 6-2
[4] K. Nishikori b. A. Martin 6-2 6-2
T. Bellucci b. [8] D. Goffin 7-6(10) 6-4
[10] R. Bautista Agut b. G. Muller 6-4 7-6(4)
[12] S. Johnson b. E. Donskoy 6-1 6-1

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