Wimbledon: Federer e Nadal, diversi ma non troppo

Rubriche

Wimbledon: Federer e Nadal, diversi ma non troppo

LONDRA – Tecnica, tattica, modo di colpire la palla. Analisi dei migliori di sempre, che a fine carriera rivelano molti punti in comune

Pubblicato

il

Roger Federer e Rafa Nadal - Laver Cup 2017
 

da Londra, il nostro inviato

Per inquadrare la sfida di oggi, probabilmente la più affascinante possibile nel tennis, riprendiamo e attualizziamo l’analisi scritta prima della finale dell’Australian Open 2017, integrandola con i nuovi elementi tecnici e tattici emersi nel gioco di Federer e Nadal durante gli ultimi due anni e mezzo.

I PROFILI


Roger Federer, destro, rovescio a una mano, è un attaccante a tutto campo, che basa il suo gioco sul servizio e sul dritto. Sia a inizio carriera, che adesso verso la fine, utilizzava e utilizza spesso e con successo il gioco al volo. La sua immensa classe a livello di istinto per il timing e per l’anticipo gli consente di accorciare i tempi di reazione in modo a tratti straordinario, con esecuzioni in controbalzo sia di dritto che di rovescio che tolgono il ritmo agli avversari.

Il suo talento motorio e la sua naturale coordinazione lo rendono velocissimo, leggero e preciso negli spostamenti sia laterali che in avanzamento e contemporaneamente potente e carico con gli appoggi, con un trasferimento del peso sul colpo di efficienza assoluta, non spreca una briciola di energia. Il polso d’acciaio e la manualità da giocoliere che ha gli permettono recuperi vincenti sia diagonali che lungolinea anche quando viene sbattuto fuori dal campo in modo all’apparenza definitivo. Quando sale sopra il dritto da posizione di vantaggio, non c’è nulla da fare, il punto è finito.

Al volo il tocco è sopraffino, magari non ai livelli dei grandi “animali da rete” degli anni ’90, ma non ci siamo lontani. Il servizio è uno dei migliori di sempre, perché unisce esplosività e potenza, rotazioni e precisione, a una grandissima continuità. Dopo il suo rientro super-vincente nel circuito, nel 2017, ha ulteriormente esasperato la propensione ad aggredire e chiudere i punti prima possibile, spingendo anche il rovescio coperto in risposta, e rinunciando al contenimento con lo slice a meno di non trovarsi in grande difficoltà.

Roger Federer – Wimbledon 2019 (foto via Twitter, @Wimbledon)

Rafael Nadal, mancino, bimane, è un incontrista naturale, con una predisposizione istintiva a trasformare le situazioni di gioco da difensive a offensive mai vista prima. Copertura del campo da manuale, potenza delle gambe e velocità della corsa incredibili. Basa il suo gioco sulla pressione costante del suo colpo più caratteristico, il dritto in top-spin con finale “reverse forehand”, sopra la stessa spalla del braccio-racchetta. Negli ultimi tempi sempre più spesso lo spinge con molta meno rotazione, con esecuzione “a tergicristallo” standard, per accorciare gli scambi nel momento in cui è lui a prendersi il centro del campo. Lo sventaglio a uscire che spara in quel tipo di situazione è una sentenza.

Il rovescio è il suo colpo più naturale, dato che Rafa a livello di lateralità di mano è destra-dominante: questo rende il colpo bimane di Nadal uno dei più solidi in assoluto, non è appariscente in attacco se non sulla traiettoria diagonale che anticipa alla grandissima, ma aggredirlo da quel lato è un mezzo suicidio tattico, meglio rischiare un drittone dei suoi in faccia piuttosto che affrontare le botte semipiatte e anticipatissime che tira Rafa da destra. Forse uno dei passanti di rovescio migliori in assoluto per precisione, sempre basso e filante, di quelli che devi tirare su dalle stringhe. Nel momento in cui si sente in controllo dello scambio, azzarda anche la soluzione lungolinea, un’aggiunta spesso decisiva al già clamoroso bagaglio tecnico.

Il servizio è ottimo, e compensa un’esplosività non al massimo (difficile che vada sopra i 200 kmh) con la continuità, le rotazioni assassine e il piazzamento preciso. Nadal è tra quelli che statisticamente subiscono meno break di tutti, il che la dice lunga su quale intelligenza tattica sopraffina abbia. Quando ha l’iniziativa del palleggio, come nella maggior parte dei game in cui è alla battuta, non c’e scampo per gli avversari: lui parte con le sequenze di missili pesantissimi e carichi a destra e a sinistra, e non ti dà la minima chance di ribaltare lo scambio. A rete non sbaglia quasi mai e ci va anche molto spesso, considerata la tipologia di giocatore.

Rafael Nadal – Wimbledon 2019 (via Twitter, @wimbledon)

IL CONFRONTO IN CAMPO


Tecnicamente, confrontandosi in campo, tende a prevalere il tennis di Rafa, per un banale motivo di percentuali di riuscita delle esecuzioni (più ancora che le fastidiose rotazioni in top-spin sulla diagonale sinistra a martellare il rovescio a una mano di Roger). Un giocatore che si prende molti rischi, pur tatticamente perfetti e nei momenti giusti (sempre rischi sono, lo dice la parola stessa), sarà sempre e comunque destinato ad andare in crisi con un difensore e contrattaccante di stratosferico livello come Nadal.

È una questione di tenuta a livello mentale e come detto di tennis percentuale. Anticipare, attaccare, scendere a rete si sa già che comporterà un numero di errori gratuiti di un certo tipo, lo si calcola e li si commette a ragion veduta: la ricompensa, ovviamente, dovrà essere una congrua quantità di colpi vincenti così ottenuti. Ma se dall’altra parte della rete non solo torna tutto, ma torna anche facendoti male, l’equazione non funziona più, il rapporto costi-benefici diventa deficitario, e alla terza, quarta, quinta pallata che sei costretto ad arrischiare a tutto braccio, arriva la steccata, o l’errore di misura, non può essere altrimenti.

Ovviamente, il vantaggio generico della reattività rispetto alla proattività, a seconda della velocità e delle caratteristiche di restituzione del rimbalzo della superficie, viene molto diminuito, se non addirittura annullato, quanto più le condizioni di gioco risultano rapide. Questo spiega storicamente il prevalere dello spagnolo negli scontri diretti tra i due, considerando anche le superfici su cui si sono disputati, ma la tendenza nelle partite più recenti si è totalmente ribaltata (a parte l’ultimo match al Rolang Garros, dove Rafa si trova da sempre benissimo, vento o non vento).

In questa fase conclusiva delle rispettive carriere, infatti, come sottolineato da entrambi nelle conferenze stampa qui a Wimbledon, le cose sono un po’ cambiate, non a livello di stravolgere la predisposizione dei due, però in modo sensibile, come emerge anche dalle loro statistiche. Superati i 33 anni (il 3 giugno), ormai anche Nadal ha saputo evolversi in un attaccante da uno-due con servizio e dritto, non aggressivo su ogni palla come Federer, ma certamente ben lontano dal “pedalatore da teloni” che a volte diventava nei tempi passati. Fargli un vincente rimane difficilissimo, ma se non è costretto alla difesa, Rafa prende l’iniziativa appena può. Nei cinque match disputati finora a Church Road quest’anno, i numeri dei due sono i seguenti:

  • Percentuale di prime palle di servizio: Nadal 61%, Federer 65%
  • Punti realizzati con la prima palla: Nadal 83%, Federer 82%
  • Punti realizzati con la seconda palla: Nadal 64%, Federer 67%
  • Ace: Nadal 47, Federer 42
  • Risposte in campo: Nadal 68%, Federer 71%
  • Punti vincenti: Nadal 179, Federer 206
  • Errori gratuiti: Nadal 74, Federer 89
  • Punti sotto i 4 scambi: Nadal 351 vinti, 276 persi, Federer 400 vinti, 278 persi
  • Punti tra i 5 e gli 8 scambi: Nadal 103 vinti, 66 persi, Federer 93 vinti, 71 persi
  • Punti oltre i 9 scambi: Nadal 47 vinti, 21 persi, Federer 42 vinti, 23 persi
  • Punti col serve&volley: Nadal 6 vinti su 8 effettuati, Federer 34 vinti su 44 effettuati
  • Punti vinti a rete in generale: Nadal 65 vinti, 16 persi, Federer 127 vinti, 31 persi (è l’80% giusto per entrambi).

Ne emerge chiaramente il profilo di due attaccanti (di più Federer, maggiormente propenso alla discesa a rete, un po’ meno Nadal, più regolare coi rimbalzi), a cui non piace granché stare a scambiare troppo a lungo, che servono molto bene anche se non con percentuali altissime. Ottima qualità di entrambi, certificata dal +105 di Rafa e dal +117 di Roger nel computo vincenti/errori. Ci aspetta quindi una partita non più (o non solo) tra l’attacco di Federer opposto alla difesa di Nadal, ma tra due giocatori che cercheranno, in modi e tempi diversi, di aggredirsi a vicenda il prima possibile. Che la conclamata lentezza dei campi di questo Wimbledon sia più gradita allo spagnolo è vero in ogni caso, ma non così tanto come avrebbe potuto esserlo anni fa. La speranza è che a vincere sia prima di tutto lo spettacolo tecnico e visti i protagonisti, la vera sorpresa sarebbe non divertirsi.

SPUNTI TECNICI

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement